La Recherche Humaine di Gilbert Kruft
Dal 06 Giugno 2020 al 30 Giugno 2020
Bologna
Luogo: Palazzo D’Accursio
Indirizzo: piazza Maggiore 6
Orari: da martedì a domenica ore 10-18.30 | venerdì ore 14.30-18.30 | chiuso lunedì
Curatori: Fabiana Maiorano
Enti promotori:
- Sandra Kruft Zanott
- Patrocinio di Comune di Bologna
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: associazione@gilbertkruft.com
Sito ufficiale: http://www.gilbertkruft.com
Dal 6 al 30 giugno 2020, la Sala d’Ercole di Palazzo D’Accursio a Bologna, ospiterà La Recherche Humaine di Gilbert Kruft, la prima e più importante mostra dedicata interamente al maestro tedesco, bolognese di adozione, Gilbert Kruft. A 5 anni dalla sua scomparsa, sarà possibile godere di alcune tra le più importanti sculture della Recherche Humaine, il capolavoro bronzeo dell’artista conosciuto in tutto il mondo.
Patrocinata dal Comune di Bologna, l’esposizione che raccoglie 32 opere è curata dalla giovane storica dell’arte Fabiana Maiorano, affiancata nella realizzazione di questo tributo da Sandra Kruft Zanotti, presidente dell’Associazione Culturale Gilbert Kruft e moglie dell’artista. La mostra a ingresso gratuito sarà inoltre accompagnata da eventi collaterali promossi dall’Associazione Culturale Gilbert Kruft, i quali prevederanno visite guidate (gratuite) nella casamuseo dell’artista e del suo atelier, letture e videoproiezioni.
Rendere visibile lo spirituale, l’immateriale: questo il senso della ricerca artistica di Kruft, scultore filosofo che ha indagato, partendo da sé stesso, la componente emozionale e psicologica, razionale e irrazionale dell’animo umano, realizzando circa ottanta opere, concluse nel primo decennio del nuovo millennio con il suo pregevole autoritratto.
GILBERT KRUFT (Colonia 1939 – Bologna 2015) è stato un artista poliedrico: abile artigiano e instancabile studioso, negli anni ’60 ha sperimentato, sotto la guida del celebre Eduardo Paolozzi (fu suo allievo all’Accademia delle Belle Arti di Amburgo) figura di spicco della Pop Art Europea, nonché compagno di corso di Stuart Sutcliffe, che aveva da poco abbandonato i Beatles, creazioni di gusto pop e dadaista. Tuttavia, comprese le limitazioni del ready made per la sua creatività, nel bel mezzo del boom artistico, decise di abbandonare gli ambienti culturali e, tra rifiuto e ribellione, si trasferì in un eremo a Causse de Sauveterre, nella Francia meridionale, vivendo in profonda simbiosi con la natura. Qui, sotto un cielo infinito e nel silenzio dell’altopiano, si fecero spazio concetti e pensieri profondi, germogli spirituali della tematica principale della sua ricerca incentrata sull’uomo e su sé stesso, attraverso sé stesso; pose così le basi della Recherche Humaine, la sua grande raccolta scultorea in bronzo realizzata a Bologna, dove si trasferì nel 1973.
Fedele ai suoi principi di arte libera, lontana dalle regole e dalle mode che influenzano il sistema del mercato dell’arte, restando volutamente ai margini di questo, Gilbert Kruft ha concluso con coerenza la sua Recherche Humaine documentando per iscritto tutta la sua arte (scritti visibili nell’apposita sezione sul sito www.gilbertkruft.com)
Il trasferimento in Italia è stato stimolato dall’incontro con Gianpaolo Venturi, dell’omonima fonderia (nota in Italia per aver collaborato con artisti come Dalì, De Chirico e Paladino), dal quale ne scaturì un proficuo rapporto di collaborazione nella realizzazione delle opere in bronzo. A Bologna ebbe modo di confrontarsi con le realtà artistiche locali. Frequentò gli ambienti accademici, consolidando la stima di Franchino Falsetti, ex direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna, e stringendo amicizia con Guglielmo Vecchietti Massacci, professore di scultura. Nel 1978 partecipò alla seconda edizione di Arte Fiera Bologna, dove incontrò il pittore Alberto Abate, col quale instaurò un rapporto di amicizia e nello stesso anno prese parte anche ad Art Basel, presenza che continuò fino al 1981. Fu anche amico e collega del pittore Raimondo Rimondi e del famoso pittore e scultore Ludovico De Luigi.
LA MOSTRA
Le opere esposte sono state tutte fuse in bronzo dall’artista con la tecnica della fusione a cera persa (ad eccezione della Conclusione, che comprende opere in gesso che attendono di essere fuse in bronzo), ed appartengono ad un ciclo artistico unitario, che fa dell’essenza umana il punto cardine dove ogni opera è un tassello fondamentale per analizzare le diverse sfaccettature dell’immateriale, dello spirituale. Per la prima volta un corpus di oltre trenta sculture dell’artista sarà riunito in un palazzo storico bolognese, e gli spettatori potranno familiarizzare con le sculture grazie al linguaggio formale adottato dall’artista, che prevede l’utilizzo dell’anatomia muscolare per la creazione di nuove combinazioni, dove braccia e gambe coesistono nel formare figure antropomorfe ma raffinate, portatrici di valori universali. Essenza, armonia e spiritualità sono stati i concetti alla base delle riflessioni dello scultore sul senso dell’arte: si tratta di una meditazione lunga una vita, durante la quale egli ha indagato temi legati alla definizione dell’identità dell’individuo, esplorando l’inconscio dell’animo umano ricercandone l’essenza, per materializzarla.
L’obiettivo della mostra è quello di far conoscere l’Opera Omnia di Gilbert Kruft, presentando questo scultore come una delle personalità artistiche degne di nota in un periodo ricco di valori, quanto confuso nella loro conoscenza: il nostro tempo.
La scelta di inaugurare la mostra nel mese di giugno 2020, inoltre, sarà il primo passo della nostra Associazione verso una vera e propria “riapertura all’arte”, dopo il lockdown dovuto al Covid-19, un respiro di speranza per la gente e per il mondo dell’arte.
La mostra è curata da Fabiana Maiorano, laureata in Arti Visive all’Università di Bologna, presentando come tesi di laurea una monografia dell'artista ed è sostenuta da Sandra Kruft Zanotti, vedova dello scultore, nonché promotrice dell'arte del marito e presidente dell'Associazione Culturale Gilbert Kruft. Grafica, comunicazione e consulenza per il web sono di Retinacromatica di Mariapia Alloggio.
“Principale obiettivo del mio intenso lavoro di ricerca è far conoscere la storia di un uomo che sento di definire “scultore e filosofo”, sia per la sofisticata padronanza della tecnica legata ad una lega nobile e antica come il bronzo, che per le riflessioni sull’essere umano. – afferma Fabiana Maiorano, curatrice della mostra - Le sue ricerche formali sono innanzitutto frutto di contenuti ideologici che vertono su temi profondamente umani, affrontati con intelligenza compositiva, capacità di sintesi e rigore accademico. Fedele al principio di un’arte libera, che non può essere condizionata dalle esigenze del mercato, nel caso di Kruft mi sta a cuore sottolineare – anche in risposta a quanti si affacciano con diffidenza ai lavori di Kruft artista, interrogandosi sul valore di mercato di un Kruft opera – che in un’epoca in cui dall’arte si pretende lo shock a tutti i costi e si rincorre la novità rischiando la banalizzazione (o, di questi tempi, la bananalizzazione di Cattelan), si può essere dei grandi artisti senza essere parte di un sistema. Questo anche lo scopo dell’importante manifestazione: presentare Gilbert Kruft come una personalità artistica degna di nota, mostrando un’interessante alternativa al modo di concepire e fare arte.”
“Dopo la morte di Gilbert Kruft ( mio compagno per 46 anni ) , scultore tedesco ma ormai bolognese d'adozione, mi sono imposta – racconta Sandra Kruft Zanotti - di fare conoscere la sua Arte, affinchè tutti potessero leggere il suo libro di filosofia in bronzo. Quindi ho cominciato a fare qualche mostra personale, ognuna dedicata ad un capitolo della " Recherche Humaine " e vedendo le reazioni delle persone ho capito di essere sulla strada giusta. Ed eccomi qui. Ho centrato l'obiettivo della mia vita: vedere le sue sculture esposte in una sala prestigiosa dove troneggia ERCOLE. “
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