Mario de Maria. Il pittore delle lune 1852-1924
Dal 20 Dicembre 2013 al 09 Febbraio 2014
Bologna
Luogo: Palazzo D’Accursio
Indirizzo: piazza Maggiore 6
Orari: tutti i giorni 10-18.30
Curatori: Elena Di Raddo
Enti promotori:
- Associazione Bologna per le Arti
- Comune di Bologna
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 204640
E-Mail info: nuovimusei@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.comune.bologna.it
Quest’anno l’Associazione Bologna per le Arti promuove, in collaborazione con il Comune di Bologna, la decima retrospettiva dedicata al grande pittore bolognese Mario de Maria (1852-1924), definito da Gabriele D’Annunzio “il pittore delle lune” per la sua predilezione per i temi notturni.
La mostra, curata da Elena Di Raddo, sarà allestita presso Sala d’Ercole, Manica Lunga e Sala Farnese di Palazzo D’Accursio dal 20 dicembre 2013 al 9 febbraio 2014: l’esposizione nasce con lo scopo di ripercorrere l’intera attività artistica di de Maria attraverso una cinquantina di capolavori conservati presso musei, quali le Collezioni Storiche dell'Istituzione GAM di Bologna e la Galleria d'Arte Moderna di Milano e diverse collezioni private italiane.
La mostra, articolata in sezioni cronologiche e tematiche, ripercorre l’intera attività pittorica di Mario de Maria, evidenziando anche i rapporti con pittori a lui vicini quali i bolognesi Luigi Serra, Raffaele Faccioli, Luigi Busi e i compagni di lavoro negli anni romani e veneziani - Vincenzo Cabianca, Nino Costa, Vittore Grubicy, Giulio Aristide Sartorio - dando conto anche dei suoi interessi per la fotografia e per la progettazione architettonica, a partire dagli anni Novanta dell’Ottocento fino al 1920.
De Maria è una figura di artista mitteleuropeo che non limita il suo campo d’azione e di conoscenze a un ambito regionale, e neppure al solo territorio italiano: le sue scelte artistiche, infatti, sono ampiamente influenzate dalla letteratura e dalla poesia, in particolare quella simbolista e decadente, conosciuta anche attraverso la frequentazione di Angelo Conti e soprattutto Gabriele D’Annunzio.
La sua grande passione per la pittura e le buone condizioni economiche della sua famiglia, gli consentirono di viaggiare nelle più grandi città europee, tra cui Vienna e Parigi, dove rimase affascinato dai grandi capolavori dell’arte antica e moderna: l’interesse dell'artista si soffermò soprattutto sulla pittura del XVII secolo, collocandolo in una posizione eccentrica rispetto alle tendenze artistiche della sua epoca.
In Italia soggiornò a Roma e Venezia, dove ebbe un ruolo determinante nell’organizzazione delle prime edizioni della Biennale.
La prima sezione della mostra (Da Bologna a Roma, la Campagna romana, il paesaggio decantato) è incentrata sul periodo della sua formazione a Bologna, in cui egli si dedicò essenzialmente alla pittura di paesaggio, soffermandosi a descrivere luoghi naturali suggestivi, oppure scene che hanno come protagonisti gli animali, la gente del popolo, ma anche monaci e suore che diventeranno un soggetto predominante nella stagione più matura; si passa poi alla seconda e strade di Parigi) e terza sezione (I viaggi: Brema e l’immersione nella natura) in cui si possono ammirare una serie di opere che hanno come protagonisti i paesaggi, le luci e le atmosfere delle bellissime città di Parigi e di Brema, luogo d'origine della moglie.
Di grande interesse artistico e culturale è il periodo veneziano di de Maria (1894-1907) che troviamo nella quarta sezione (Venezia al chiaro di luna), caratterizzato dall’indagine sulla natura misteriosa e suggestiva della città, dove i colori dei dipinti si fanno più cupi e la luna agisce sul paesaggio in chiave evocativa.
Nella quinta sezione (La pittura colta: il mistero delle cose) viene esaltato uno degli aspetti più significativi della sua arte: il fantastico, legato anche alle sue conoscenze sulla pittura nordica; suggestioni legati al mito e alle leggende popolari arricchiscono le sue opere, rielaborate con grande fantasia e ricche di presenze misteriose e talvolta inquietanti.
Le fotografie dell'ultima sezione (L'arte totale: fotografia, architettura) dimostrano che Mario de Maria è un perfetto interprete di un’idea di arte totale, influenzata dalle teorie wagneriane e dall’arte secessionista, poiché durante la sua lunga carriera si interessò a varie forme artistiche, mettendo in pratica pittura, fotografia, ma soprattutto architettura, il cui apice è rappresentato dalla progettazione e realizzazione della Casa dei Tre Oci (unico esempio a Venezia di integrazione tra un linguaggio moderno e personale e il tessuto architettonico antico della città).
Accompagna la mostra la quinta edizione dei «Dialoghi Culturali a Palazzo D’Accursio», un ciclo di incontri con alcuni tra i principali protagonisti della scena culturale bolognese presso la magnifica cornice della Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio (programma in corso di definizione).
Corredata da un catalogo pubblicato da Grafiche dell’Artiere, la mostra è realizzata grazie al contributo di: Manutencoop, Fonderia Atti, Sati Trading, Emilbanca, Sicura, Nutraceutica, Cubo e Rotary, con la sponsorizzazione tecnica di Immagini e Suoni, Decorline e TrustPartners.
La mostra si avvale di un comitato scientifico composto da Silvio Azzali, Daniele Benati, Gianarturo Borsari, Elena Di Raddo, Alberto Giordani, Massimo Medica, Paul Nicholls, Alberto Rodella, Silvia Rubini.
La mostra, curata da Elena Di Raddo, sarà allestita presso Sala d’Ercole, Manica Lunga e Sala Farnese di Palazzo D’Accursio dal 20 dicembre 2013 al 9 febbraio 2014: l’esposizione nasce con lo scopo di ripercorrere l’intera attività artistica di de Maria attraverso una cinquantina di capolavori conservati presso musei, quali le Collezioni Storiche dell'Istituzione GAM di Bologna e la Galleria d'Arte Moderna di Milano e diverse collezioni private italiane.
La mostra, articolata in sezioni cronologiche e tematiche, ripercorre l’intera attività pittorica di Mario de Maria, evidenziando anche i rapporti con pittori a lui vicini quali i bolognesi Luigi Serra, Raffaele Faccioli, Luigi Busi e i compagni di lavoro negli anni romani e veneziani - Vincenzo Cabianca, Nino Costa, Vittore Grubicy, Giulio Aristide Sartorio - dando conto anche dei suoi interessi per la fotografia e per la progettazione architettonica, a partire dagli anni Novanta dell’Ottocento fino al 1920.
De Maria è una figura di artista mitteleuropeo che non limita il suo campo d’azione e di conoscenze a un ambito regionale, e neppure al solo territorio italiano: le sue scelte artistiche, infatti, sono ampiamente influenzate dalla letteratura e dalla poesia, in particolare quella simbolista e decadente, conosciuta anche attraverso la frequentazione di Angelo Conti e soprattutto Gabriele D’Annunzio.
La sua grande passione per la pittura e le buone condizioni economiche della sua famiglia, gli consentirono di viaggiare nelle più grandi città europee, tra cui Vienna e Parigi, dove rimase affascinato dai grandi capolavori dell’arte antica e moderna: l’interesse dell'artista si soffermò soprattutto sulla pittura del XVII secolo, collocandolo in una posizione eccentrica rispetto alle tendenze artistiche della sua epoca.
In Italia soggiornò a Roma e Venezia, dove ebbe un ruolo determinante nell’organizzazione delle prime edizioni della Biennale.
La prima sezione della mostra (Da Bologna a Roma, la Campagna romana, il paesaggio decantato) è incentrata sul periodo della sua formazione a Bologna, in cui egli si dedicò essenzialmente alla pittura di paesaggio, soffermandosi a descrivere luoghi naturali suggestivi, oppure scene che hanno come protagonisti gli animali, la gente del popolo, ma anche monaci e suore che diventeranno un soggetto predominante nella stagione più matura; si passa poi alla seconda e strade di Parigi) e terza sezione (I viaggi: Brema e l’immersione nella natura) in cui si possono ammirare una serie di opere che hanno come protagonisti i paesaggi, le luci e le atmosfere delle bellissime città di Parigi e di Brema, luogo d'origine della moglie.
Di grande interesse artistico e culturale è il periodo veneziano di de Maria (1894-1907) che troviamo nella quarta sezione (Venezia al chiaro di luna), caratterizzato dall’indagine sulla natura misteriosa e suggestiva della città, dove i colori dei dipinti si fanno più cupi e la luna agisce sul paesaggio in chiave evocativa.
Nella quinta sezione (La pittura colta: il mistero delle cose) viene esaltato uno degli aspetti più significativi della sua arte: il fantastico, legato anche alle sue conoscenze sulla pittura nordica; suggestioni legati al mito e alle leggende popolari arricchiscono le sue opere, rielaborate con grande fantasia e ricche di presenze misteriose e talvolta inquietanti.
Le fotografie dell'ultima sezione (L'arte totale: fotografia, architettura) dimostrano che Mario de Maria è un perfetto interprete di un’idea di arte totale, influenzata dalle teorie wagneriane e dall’arte secessionista, poiché durante la sua lunga carriera si interessò a varie forme artistiche, mettendo in pratica pittura, fotografia, ma soprattutto architettura, il cui apice è rappresentato dalla progettazione e realizzazione della Casa dei Tre Oci (unico esempio a Venezia di integrazione tra un linguaggio moderno e personale e il tessuto architettonico antico della città).
Accompagna la mostra la quinta edizione dei «Dialoghi Culturali a Palazzo D’Accursio», un ciclo di incontri con alcuni tra i principali protagonisti della scena culturale bolognese presso la magnifica cornice della Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio (programma in corso di definizione).
Corredata da un catalogo pubblicato da Grafiche dell’Artiere, la mostra è realizzata grazie al contributo di: Manutencoop, Fonderia Atti, Sati Trading, Emilbanca, Sicura, Nutraceutica, Cubo e Rotary, con la sponsorizzazione tecnica di Immagini e Suoni, Decorline e TrustPartners.
La mostra si avvale di un comitato scientifico composto da Silvio Azzali, Daniele Benati, Gianarturo Borsari, Elena Di Raddo, Alberto Giordani, Massimo Medica, Paul Nicholls, Alberto Rodella, Silvia Rubini.
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