perAspera Festival 2020

perAspera Festival 2020, Bologna

 

Dal 20 Settembre 2020 al 27 Settembre 2020

Bologna

Luogo: Sedi varie

Indirizzo: sedi varie

Enti promotori:

  • Comune di Bologna
  • Regione Emilia-Romagna
  • Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
  • Con il Patrocinio del Comune di Monte San Pietro

Sito ufficiale: http://www.perasperafestival.org



Dal 20 al 27 settembre 2020 a Bologna e in Città Metropolitana si apre la nuova edizione del Festival di arti interdisciplinari contemporanee perAspera, con il suo intreccio di linguaggi artistici in progetti costruiti e pensati in relazione con i contesti e le persone che li abitano e attraversano. In parchi, colline, luoghi storici, tetti, strade, corti di teatri e di case popolari, mercati, spazi culturali condivisi si innestano performance, danza, installazioni, dialoghi, incursioni, live-set pensati per stimolare l'incontro con le persone, siano esse riconducibili alla categoria "artista", "pubblico" o "comunità".
 
Realizzata nell'ambito di Bologna Estate, con il contributo di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, la tredicesima edizione del Festival ospita ogni giorno un intervento artistico peculiare in un diverso spazio, esprimendo così il suo fare composto da tre pilastri fondanti: l'intersezione dei linguaggi contemporanei in luoghi storici, spazi pubblici e territori di relazione; una contemporaneità aperta e accessibile, che sa attrarre energie e persone nuove e diverse; la valorizzazione del fermento artistico del territorio, posizionato in un'ottica dal più ampio respiro geografico.

Il tema della nuova edizione di perAspera è Imbattersi. Significava, all'inizio, lo stupore di respirare arte in luoghi e modi inattesi, la capacità ingenua e fresca di lasciarsi sorprendere da una casualità non fortuita, da un'estemporaneità che nasce da radici profonde, di cui diventa parte. Dopo il Covid-19, Imbattersi è diventato anche la durezza inimmaginata di un evento epocale, che ha mutato le condizioni – ontologiche e fenomeniche, dell'essere e del manifestarsi – dell'arte stessa, che il Festival vede ed esprime nella sua essenzialità.
 
Ne nascono innanzitutto tre progetti creati assieme alle comunità.
Insieme a DNA dance company, perAspera ha realizzato una chiamata aperta per costruire un apprendimento e uno scambio coreografico tra persone in ottica intergenerazionale, che daranno vita alla video-installazione The transmission of life per la Casa della Cultura Italo Calvino di Calderara di Reno (24 settembre), in collaborazione con il Festival BOOM Cantiere Creativo.
Inoltre, tutti i giorni fino al 27 settembre, l'abitato di Monte San Pietro si trasformerà in un museo
diffuso a cielo aperto, in cui le grandi vetrine delle bacheche comunali esporranno gli scatti di Gianluca Rizzello che, nel progetto di photolandart We are. Here. Il paesaggio attorno, ha indagato i punti costitutivi dell'identità geografica, storica e antropologica del territorio, espressi in una mappa percorribile. In una intersezione con il Festival Totem Scene Urbane di Ferrara, perAspera ha chiesto infine a Renzo Francabandera e a Michela Mastroianni di realizzare un coinvolgimento creativo del pubblico, che parte dalla riflessione sui temi di alcune delle proposte artistiche del Festival e la rende materiale per la generazione di piccoli e nuovi Micromondi personali (21, 22 e 24 settembre), secondo un processo di creazione condivisa e di disarticolazione creativa dei ruoli "artista-pubblico" peculiari alla poetica di perAspera.

L'aspetto produttivo, unito alla valorizzazione degli artisti del territorio - punto nodale di perAspera fin dalla sua origine e particolarmente necessario nelle condizioni odierne – si esprime nella co-produzione dell'anteprima Ottawa del coreografo Fabrizio Favale / Le Supplici, che innesta la creazione di paesaggi inventati in un paesaggio reale, mettendo in relazione i temi quanto mai attuali dell'ambiente urbano e di quello naturale in una performance danzata su grandi tappeti colorati che digradano sul tramonto delle prime colline bolognesi del Parco Villa Ghigi (20 settembre). Altra produzione è la performance itinerante Ape Car di Macellerie Pasolini che – tra le sonorità elettroniche di Serena Di Biase e i testi letterari di autori del secolo scorso costretti all'isolamento – apre riflessioni sulle nuove solitudini di oggi, in un percorso circolare tra il Mercato Albani e le corti delle Case Acer (22 settembre). Infine, perAspera si fa co-produttore di Isola - liveset per suoni inesatti e fotoni erranti, performance audio-video di Vincenzo Scorza che, da altro punto di vista e di linguaggio, investiga negli spazi dell'Atelier Sì il medesimo tema dell'isolamento, concentrandosi sul rapporto uomo-macchina e sul reciproco potere generativo (26 settembre).
Sul rapporto uomo-macchina si incentra anche la ricerca di Fabrizio Saiu con #METRON3, performance per un musicista/atleta, 35 piatti da percussione e uno speech dispositor nella Gabbia del Leone delle Serre dei Giardini Margherita. Qui la pratica musicale si esprime nella forma di una sessione di allenamento posta ai limiti tra l'azione sonora e la pratica atletica, organizzata e coordinata da un dispositivo di sintesi vocale che dialoga con l'artista e ne orienta la produzione del gesto (21 settembre).
 
perAspera, che in alcuni momenti incrocia AAA amorevole approvvigionamento autogestito –  incursione costruttiva di riflessioni sullo stato e sul futuro dell'arte delle Fassbinder’s wives (20, 21, 22, 24 e 25 settembre), si conclude infine con Smagliature (27 settembre), a cura dello storico dell'arte e autore Simone Azzoni, in cui la parola si fa performativa nell'incrocio tra i mondi del teatro e della fotografia, tra le architetture degli spazi e dei corpi. Con Azzoni, infatti, nel Chiostro del Teatro Arena del Sole dialogano Enrico Fedrigoli – figura di riferimento della fotografia di scena, che lavora con un banco ottico Linhof 10x12, curando personalmente la stampa in bianco e nero delle sue opere – e i direttori artistici di Ateliersi, Andrea Mochi Sismondi e Fiorenza Menni, con cui Fedrigoli sta lavorando alla creazione di immagini basate sulla trasposizione di azioni teatrali in spazi aperti. 

A Bologna ci si imbatte nell'arte contemporanea, per imbattersi innanzitutto in se stessi.
 

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI