Raimondo Galeano. La Porta dei Sogni
Dal 11 Gennaio 2014 al 08 Febbraio 2014
Bologna
Luogo: Spazio San Giorgio
Indirizzo: via San Giorgio 12
Orari: martedì, mercoledì e giovedì 9.30-15.30; venerdì 10-13 e 17-19; sabato 16-19 o su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 349 5509403
E-Mail info: info@spaziosangiorgio.it
Sito ufficiale: http://www.spaziosangiorgio.it
In occasione di ArteFiera 2014 Spazio San Giorgio presenta la mostra personale di Raimondo Galeano. La Porta dei sogni. Il colore non esiste. E’ questa l’affermazione che ha spinto lo studio e la ricerca scientifica, artistica ed estetica di anni e anni dell’artista bolognese Raimondo Galeano. “La luce dà forma e colore a tutte le cose, io dò forma e colore alla luce”, queste le parole chiave della poetica di Galeano formatosi inizialmente a Roma con la Scuola di Piazza del Popolo.
L’artista supera i limiti della pittura e va oltre, si affida direttamente a qualcosa di più complesso e maestoso, all’uso della luce. Lo studio di Galeano si concretizza in un sorta di camera oscura, un modus operandi affine alla fotografia e alla cinematografia. Grafia della luce. Luce che scrive, luce che dipinge. Una luce attiva che disvela il suo fascino come la più bella e seducente delle amanti. La pittura si spoglia del colore e si dona alla verità formale della luce. Appena il buio scende, si viene sedotti da opere luminescenti e ci si trova dinnanzi ad immagini che entrano in scena: l’immagine diventa verbo, irrompe nell’apparire della visione, diventa protagonista galoppante e si fa attrice del momento. Come una diva, icona dell’immaginario collettivo. E proprio di icone si vestono le opere in esposizione, simboli cult dell’immaginario cinematografico fantastico e surreale. Peter Pan, Trilly, Mary Poppins, lo Stregatto e altri personaggi fantasy saranno i protagonisti di qualcosa che va oltre una semplice mostra. Cosa di più fantastico di una pittura di luce? Cosa di ancor più fantastico, quando la fantasia dei personaggi del cinema brilla incandescente rendendo preziosa l’oscurità? Galeano “stilista”, veste di luce le icone del cinema ponendole letteralmente sotto il riflettore. L’artista diviene faro, unico nel suo genere e unico nella storia dell’arte. Galeano si serve della luce per donarci immagini splendide e splendenti, quasi ritratti fotografici in negativo fluo.
Di fronte ad una sua opera, come all'interno di una sala cinematografica buia, meraviglia e attesa ricordano momenti emozionanti di scene proiettate che possono cambiare la storia del cinema, commuoverci o farci sorridere. La pittura di Galeano è una pittura dialettica e performativa, attiva. Mai uguale a se stessa, nè di giorno, nè di notte. Come una scia di stelle, di giorno tele lattee quasi scremate e monocrome si trasformano di notte, al buio, in qualcosa d'altro, regalandoci le immagini che si nascondono alla luce. Ecco la trasformazione, la metamorfosi, il passaggio. Il bruco diventa farfalla, e la pittura si accende, si va in azione. Ciak si gira. La tela come un set cinematografico sfavillante. Una pittura quindi in costante rinnovo che si allinea straordinariamente all’ideologia contemporanea: luce quale soggetto informe, ineffabile e immateriale che richiama perfettamente la concezione di tecnologia. Una pittura quindi tecnologica quella di Galeano. Galeano artista, performer, drammaturgo, regista e scultore di quella creatura libera, bizzarra, indefinibile, priva di limiti che è la luce. Più che una mostra, una vera e propria esperienza sensoriale. Brevi cenni biografici: Classe 1948 Galeano, inizia il suo percorso artistico con la scuola di Piazza del Popolo, ma se ne discosta velocemente per un particolarissimo uso della fosforescenza e di vernici luminescenti reattive alla luce. Galeano è stato definito il pittore della luce per la prerogativa di ribaltare il concetto tradizionale di pittura a luce riflessa ad una pittura a luce trasmessa grazie ad un sapiente uso di vernici luminescenti.
L’artista supera i limiti della pittura e va oltre, si affida direttamente a qualcosa di più complesso e maestoso, all’uso della luce. Lo studio di Galeano si concretizza in un sorta di camera oscura, un modus operandi affine alla fotografia e alla cinematografia. Grafia della luce. Luce che scrive, luce che dipinge. Una luce attiva che disvela il suo fascino come la più bella e seducente delle amanti. La pittura si spoglia del colore e si dona alla verità formale della luce. Appena il buio scende, si viene sedotti da opere luminescenti e ci si trova dinnanzi ad immagini che entrano in scena: l’immagine diventa verbo, irrompe nell’apparire della visione, diventa protagonista galoppante e si fa attrice del momento. Come una diva, icona dell’immaginario collettivo. E proprio di icone si vestono le opere in esposizione, simboli cult dell’immaginario cinematografico fantastico e surreale. Peter Pan, Trilly, Mary Poppins, lo Stregatto e altri personaggi fantasy saranno i protagonisti di qualcosa che va oltre una semplice mostra. Cosa di più fantastico di una pittura di luce? Cosa di ancor più fantastico, quando la fantasia dei personaggi del cinema brilla incandescente rendendo preziosa l’oscurità? Galeano “stilista”, veste di luce le icone del cinema ponendole letteralmente sotto il riflettore. L’artista diviene faro, unico nel suo genere e unico nella storia dell’arte. Galeano si serve della luce per donarci immagini splendide e splendenti, quasi ritratti fotografici in negativo fluo.
Di fronte ad una sua opera, come all'interno di una sala cinematografica buia, meraviglia e attesa ricordano momenti emozionanti di scene proiettate che possono cambiare la storia del cinema, commuoverci o farci sorridere. La pittura di Galeano è una pittura dialettica e performativa, attiva. Mai uguale a se stessa, nè di giorno, nè di notte. Come una scia di stelle, di giorno tele lattee quasi scremate e monocrome si trasformano di notte, al buio, in qualcosa d'altro, regalandoci le immagini che si nascondono alla luce. Ecco la trasformazione, la metamorfosi, il passaggio. Il bruco diventa farfalla, e la pittura si accende, si va in azione. Ciak si gira. La tela come un set cinematografico sfavillante. Una pittura quindi in costante rinnovo che si allinea straordinariamente all’ideologia contemporanea: luce quale soggetto informe, ineffabile e immateriale che richiama perfettamente la concezione di tecnologia. Una pittura quindi tecnologica quella di Galeano. Galeano artista, performer, drammaturgo, regista e scultore di quella creatura libera, bizzarra, indefinibile, priva di limiti che è la luce. Più che una mostra, una vera e propria esperienza sensoriale. Brevi cenni biografici: Classe 1948 Galeano, inizia il suo percorso artistico con la scuola di Piazza del Popolo, ma se ne discosta velocemente per un particolarissimo uso della fosforescenza e di vernici luminescenti reattive alla luce. Galeano è stato definito il pittore della luce per la prerogativa di ribaltare il concetto tradizionale di pittura a luce riflessa ad una pittura a luce trasmessa grazie ad un sapiente uso di vernici luminescenti.
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