Roberto Pace. Tam-Tam
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Roberto Pace. Tam-Tam, Biblioteca Multimediale Roberto Ruffilli, Bologna
Dal 24 Gennaio 2015 al 06 Febbraio 2015
Bologna
Luogo: Biblioteca Multimediale Roberto Ruffilli
Indirizzo: vicolo Bolognetti 2
Orari: da lunedì a giovedì 8.30-22; venerdì 8.30-19
Curatori: Tomaso Mario Bolis, Sandro Malossini
Telefono per informazioni: +39 051 276143
E-Mail info: BibliotecaRuffilli@comune.bologna.it
Sito ufficiale: http://www.comune.bologna.it
L’idea di questa mostra è la possibilità di costruire immagini in relazione a luoghi architettonici ricchi di stratificazione culturale. Riprende, e ne è l’evoluzione, una recente installazione realizzata dall’artista sulla terrazza del Palazzo dei Congressi, progettato da Adalberto Libera nel quartiere EUR di Roma. Il tema del lavoro era la vicinanza (poche centinaia di metri) con il nuovo Palazzo dei Congressi in costruzione, la cosiddetta “Nuvola”, di Massimiliano Fuksas. L’installazione, “La nuvola di Libera - lo scatolone di Fuksas”, montava in forma cubica delle immagini che si trasformavano in pilastri di una nuova sensibilità critica.
Nel corridoio dell’edificio situato in Vicolo Bolognetti sono collocate tre opere, tra di loro in relazione; nella prima, “ Tam –Tam”, due cubi sospesi interagiscono con un faro led; nella seconda, “Film con sottotitoli combo”, i testi dell’autore, poesie in forma descrittiva, sono raccolti in due teche e trasformati in vessilli ambigui; nella terza, “Il sabba didattica: Archiginnasio”, un progetto di installazione per il cortile dell’Archiginnasio è sospeso, a indicare un’ipotesi di ulteriore porticato.
Sono opere che spazializzano le immagini al di fuori dei formati percettivi abituali, si collocano in un contesto urbano ricco di sedimentazioni artistico-culturali e si offrono alla percezione visiva autonoma di chi le osserva.
Lo stesso autore così ne parla: "Nelle mie mostre la luce fa sorgere continuamente linee attive tra opere pittoriche e loro visione. Il lavoro nello studio si ricostruisce di volta in volta all'esterno; le opere, la loro posizione, l'illuminazione e il punto di osservazione sono ripensati in modo visionario, forzando la semplificazione formale in maniera inedita".
Roberto Pace (1956) espone dagli anni settanta; si ricordano le partecipazioni alle mostre storiche "Le alternative del nuovo" (1980), "Anniottanta" (1985), “Arte e alchimia” (Biennale di Venezia 1986). Le sue opere sono state esposte alle gallerie Salvatore Ala di New York e Milano e Ugo Ferranti di Roma. Dagli anni ’90 la riflessione sui capisaldi dell'astrazione genera una riforma nell'uso dell'immagine e della sua lettura; da quel momento un'ipotesi figurale occupa il centro del lavoro di Pace: la luce, il tempo e l’indescrivibilità sono ripensati come dati formali da mettere in equilibrio in una nuova cornice percettiva. Dal 2002, con la mostra “Doppio3verso” alle Scuderie Aldobrandini a Frascati (con Roberto Rizzoli), ha inizio il progetto espositivo “Film con sottotitoli”, dove film indica il sottile strato di pittura ed evoca lo svolgersi temporale dell’immagine e con sottotitoli la teoria scaturita da descrizioni percettive e non da contenuti.
La mostra è inserita nel programma di Art City White Night 2015
Nel corridoio dell’edificio situato in Vicolo Bolognetti sono collocate tre opere, tra di loro in relazione; nella prima, “ Tam –Tam”, due cubi sospesi interagiscono con un faro led; nella seconda, “Film con sottotitoli combo”, i testi dell’autore, poesie in forma descrittiva, sono raccolti in due teche e trasformati in vessilli ambigui; nella terza, “Il sabba didattica: Archiginnasio”, un progetto di installazione per il cortile dell’Archiginnasio è sospeso, a indicare un’ipotesi di ulteriore porticato.
Sono opere che spazializzano le immagini al di fuori dei formati percettivi abituali, si collocano in un contesto urbano ricco di sedimentazioni artistico-culturali e si offrono alla percezione visiva autonoma di chi le osserva.
Lo stesso autore così ne parla: "Nelle mie mostre la luce fa sorgere continuamente linee attive tra opere pittoriche e loro visione. Il lavoro nello studio si ricostruisce di volta in volta all'esterno; le opere, la loro posizione, l'illuminazione e il punto di osservazione sono ripensati in modo visionario, forzando la semplificazione formale in maniera inedita".
Roberto Pace (1956) espone dagli anni settanta; si ricordano le partecipazioni alle mostre storiche "Le alternative del nuovo" (1980), "Anniottanta" (1985), “Arte e alchimia” (Biennale di Venezia 1986). Le sue opere sono state esposte alle gallerie Salvatore Ala di New York e Milano e Ugo Ferranti di Roma. Dagli anni ’90 la riflessione sui capisaldi dell'astrazione genera una riforma nell'uso dell'immagine e della sua lettura; da quel momento un'ipotesi figurale occupa il centro del lavoro di Pace: la luce, il tempo e l’indescrivibilità sono ripensati come dati formali da mettere in equilibrio in una nuova cornice percettiva. Dal 2002, con la mostra “Doppio3verso” alle Scuderie Aldobrandini a Frascati (con Roberto Rizzoli), ha inizio il progetto espositivo “Film con sottotitoli”, dove film indica il sottile strato di pittura ed evoca lo svolgersi temporale dell’immagine e con sottotitoli la teoria scaturita da descrizioni percettive e non da contenuti.
La mostra è inserita nel programma di Art City White Night 2015
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