Vittorio Corcos. Ritratti e Sogni
Dal 22 Ottobre 2020 al 27 Giugno 2021
Bologna
Luogo: Palazzo Pallavicini
Indirizzo: Via San Felice 24
Orari: dalle 11.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00) da martedì a domenica in zona gialla / Chiuso lunedì. Prenotazione obbligatoria sabato e domenica
Curatori: Carlo Sisi
Prolungata: fino al 27 giugno 2021
Telefono per informazioni: +39 331 347 1504
E-Mail info: info@palazzopallavicini.com
Sito ufficiale: http://www.palazzopallavicini.com
La mostra “Vittorio Corcos Ritratti e Sogni” a cura del Prof. Carlo Sisi è organizzata da Pallavicini s.r.l. di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci.
Oltre 40 opere monumentali distribuite in sei sezioni raccontano la presenza del pittore Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859 – Firenze, 1933) all’interno del contesto culturale figurativo dalla seconda metà dell’Ottocento al primo trentennio del secolo seguente.
Considerato un innovatore nell’ambito del ritratto realistico, allievo di Domenico Morelli e amico di De Nittis del cui salotto parigino fu assiduo frequentatore, Corcos è uno degli interpreti più apprezzati dei sentimenti e dei costumi della Belle époque.
Le donne note più belle dell’epoca sono le protagoniste indiscusse dei ritratti dell’artista, caratterizzati dalla delicatezza del tratto, dalla minuzia quasi fotografica nella rappresentazione degli oggetti e dei tessuti lussuosi ma anche dalla profondità psicologica degli sguardi che conferisce ai soggetti un misterioso magnetismo. Per questa ragione le donne dipinte da Corcos furono definite creature che hanno in sé qualche cosa del fantasma e del fiore.
L’universo della femminilità aristocratica e alto borghese trova una perfetta rappresentazione nel prezioso ritratto dedicato al soprano e attrice cinem atografica Lina Cavalieri - che Gabriele D’Annunzio considerava “massima testimonianza di Venere in terra” - presente tra le opere esposte a Palazzo Pallavicini. La sua produzione si arricchisce anche di paesaggi immersi nella luce della costa livornese che svelano la sua vicinanza alle poetiche del naturalismo e alla pittura di genere, ma la sua fama resta legata alle figure femminili e alla sua più intrigante e chiacchierata rappresentazione di una donna dallo sguardo pensoso e introverso, considerata dalla critica dell’epoca troppo esplicita per la posa audace e non convenzionale. Si tratta del quadro intitolato Sogni che a seguito della grande attenzione del pubblico e della critica fu subito acquisito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Le opere selezionate provengono dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalle Gallerie degli Uffizi, dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano, dal Museo Civico Giovanni Fattori e dalla Galleria d’Arte Goldoni di Livorno, dalla Fondazione Livorno, dalla Società di Belle Arti e dall’Istituto Matteucci di Viareggio, dallo Studio d’Arte dell’800 di Livorno e dalla quadreria dell’800 di Milano, dall’Accademia di Belle Arti e dal Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Bologna, dalla Collezione Franco Maria Ricci e altre collezioni private.
Oltre 40 opere monumentali distribuite in sei sezioni raccontano la presenza del pittore Vittorio Matteo Corcos (Livorno, 1859 – Firenze, 1933) all’interno del contesto culturale figurativo dalla seconda metà dell’Ottocento al primo trentennio del secolo seguente.
Considerato un innovatore nell’ambito del ritratto realistico, allievo di Domenico Morelli e amico di De Nittis del cui salotto parigino fu assiduo frequentatore, Corcos è uno degli interpreti più apprezzati dei sentimenti e dei costumi della Belle époque.
Le donne note più belle dell’epoca sono le protagoniste indiscusse dei ritratti dell’artista, caratterizzati dalla delicatezza del tratto, dalla minuzia quasi fotografica nella rappresentazione degli oggetti e dei tessuti lussuosi ma anche dalla profondità psicologica degli sguardi che conferisce ai soggetti un misterioso magnetismo. Per questa ragione le donne dipinte da Corcos furono definite creature che hanno in sé qualche cosa del fantasma e del fiore.
L’universo della femminilità aristocratica e alto borghese trova una perfetta rappresentazione nel prezioso ritratto dedicato al soprano e attrice cinem atografica Lina Cavalieri - che Gabriele D’Annunzio considerava “massima testimonianza di Venere in terra” - presente tra le opere esposte a Palazzo Pallavicini. La sua produzione si arricchisce anche di paesaggi immersi nella luce della costa livornese che svelano la sua vicinanza alle poetiche del naturalismo e alla pittura di genere, ma la sua fama resta legata alle figure femminili e alla sua più intrigante e chiacchierata rappresentazione di una donna dallo sguardo pensoso e introverso, considerata dalla critica dell’epoca troppo esplicita per la posa audace e non convenzionale. Si tratta del quadro intitolato Sogni che a seguito della grande attenzione del pubblico e della critica fu subito acquisito dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Le opere selezionate provengono dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalle Gallerie degli Uffizi, dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano, dal Museo Civico Giovanni Fattori e dalla Galleria d’Arte Goldoni di Livorno, dalla Fondazione Livorno, dalla Società di Belle Arti e dall’Istituto Matteucci di Viareggio, dallo Studio d’Arte dell’800 di Livorno e dalla quadreria dell’800 di Milano, dall’Accademia di Belle Arti e dal Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Bologna, dalla Collezione Franco Maria Ricci e altre collezioni private.
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