WOMAHR - Women_Art_Human Rights for Peace
Dal 12 Giugno 2020 al 24 Luglio 2020
Campobasso
Luogo: Palazzo GIL- Fondazione Molise Cultura
Indirizzo: via Gorizia
Orari: da lunedì al venerdì ore 16:00-19:00; ingresso gratuito. Aperture speciali in occasione del Corpus Domini. Sabato 13 e domenica 14 giugno ore 16:00-19:00
Curatori: Lorenzo Canova, Piernicola Maria Di Iorio
Enti promotori:
- Fondazione Molise Cultura
- Regione Molise
- Università degli Studi del Molise - Dipartimento di Scienze Umanistiche Sociali e della Formazione
- ARATRO Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
- Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza
Costo del biglietto: Ingresso gratuito. È consigliata la prenotazione all’indirizzo email prenotazioni@fondazionecultura.eu
Telefono per informazioni: +39 0874 437386
E-Mail info: info@fondazionecultura.it
Il 12 giugno 2020, dopo la lunga chiusura dovuta all’emergenza Covid-19, gli spazi espositivi del Palazzo GIL-Fondazione Molise Cultura- di Campobasso riaprono con WOMAHR - Women_Art_Human Rights for Peace,una mostra internazionale di arte contemporanea dedicata all’Agenda Donne, Pace e Sicurezza delle Nazioni Unite, con particolare attenzione agli aspetti relativi ai diritti umani.
La mostra a PALAZZO GIL, curata da Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, direttore e curatore dell’ARATRO, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università del Molise, fa parte di un progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale- Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza nell’ambito del Terzo Piano Nazionale in attuazione dell’Agenda Donne Pace e Sicurezza, e nasce grazie alla fondamentale collaborazione con la Fondazione Molise Cultura, che ospita la prima delle tre tappe di un tour espositivo che toccherà poi Roma e il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York.
La mostra rappresenta così un nuovo e importante momento di cooperazione tra la Fondazione Molise Cultura, la Regione Molise e l’Università degli Studi del Molise, di cui l’ARATRO è parte attiva all’interno del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione.
L’apertura dell’esposizione WOMAHR il 12 giugno vuole lanciare anche un segnale di ripresa e rinascita dopo le difficoltà degli scorsi mesi, un forte messaggio simbolico per la città di Campobasso e per tutto il territorio regionale (e non solo), nei giorni che precedono la grande solennità del Corpus Domini che quest’anno, a causa della pandemia, non potrà purtroppo essere celebrata con la tradizionale festa dei Misteri di grande partecipazione collettiva.
Il progetto nasce per mettere in risalto l’impegno dell’Italia nella protezione e nella promozione dei diritti umani delle donne, visti come fondamento della pace e della sicurezza internazionali, di uno sviluppo sostenibile e della creazione di una società stabile e inclusiva.
I linguaggi dell’arte contemporanea possono rappresentare infatti un importante strumento di approfondimento e di comunicazione delle questioni che interessano l’Agenda Donne, Pace e Sicurezza.
La mostra è composta quindi da presenze italiane e internazionali, con una particolare attenzione alla provenienza da aree geografiche in cui la questione dei diritti umani, specialmente delle donne, è particolarmente sensibile.
L’arte contemporanea può divenire così uno strumento capace di condividere una visione di dialogo a livello globale e uno strumento di educazione ai diritti umani capace di andare oltre i confini nazionali e linguistici per mettere in relazione e in dialogo popoli e culture differenti.
Le opere esposte sono pertanto dedicate in modo specifico ai diritti delle donne, per una società più inclusiva, per una lotta contro la violenza sulle donne, per una partecipazione delle donne ai processi di pace in linea con l’Agenda Donne, Pace, Sicurezza; alla lotta contro tutte le forme di discriminazione, contro l’intolleranza, il razzismo, la xenofobia e contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
La mostra comprende dunque:
Giovanni Albanese, Alì Assaf, Lucilla Catania, Marco Colazzo, Kim Dingle,
Thalassini Douma, Stefania Fabrizi, David Fagioli, Giosetta Fioroni, Paola Gandolfi, Debora Hirsch, Grazia La Padula, Giancarlo Limoni, Vincenzo Merola, Adriano Nardi, Massimo Orsi, Giorgio Ortona, Salvatore Pulvirenti, Roxy in the Box, Virginia Ryan, Sandro Sanna, Beatrice Scaccia, Sana Tamzini, Marco Verrelli
Artiste e artisti che utilizzano tutti i diversi strumenti espressivi della contemporaneità, dalla fotografia alla pittura, dal disegno all’installazione e alla scultura, fino al video e alle opere digitali.
In questa tessitura stratificata si intrecciano così presenze che provengono dagli Stati Uniti all’Australia, dal Brasile all’Iraq, fino alla Tunisia e, ovviamente, all’Italia, in una costruzione multipla in cui si collegano esperienze concettuali, pittura astratta e iconica, assemblaggi e reportage fotografici, interpretazioni contemporanee della storia dell’arte e visioni fantastiche, evocazioni liriche e riscoperte di personaggi storici.
Nel corso della mostra sarà presentato il catalogo edito da Gangemi Editore e verrà realizzato un documentario sul tema da OEJ Agency, studio specializzato nella produzione di video e prodotti multimediali per l’edutainment.
Prescrizioni sanitarie per la prevenzione del Covid-19
All’ingresso verrà rilevata la temperatura corporea e, qualora superasse il valore di 37,5 gradi, non sarà possibile accedere alla mostra. L’ingresso sarà scaglionato in modo da evitare assembramenti, sarà obbligatorio l’uso della mascherina e il rispetto della distanza minima di un metro tra i visitatori
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