Francesco Patanè. L'antologica

Francesco Patanè, Ritratto della suocera Lucia Murabito, olio su tavola, cm. 45,5x41,5

 

Dal 28 Giugno 2019 al 01 Settembre 2019

Acireale | Catania

Luogo: Galleria Credito Siciliano e altre sedi

Indirizzo: piazza Duomo 12

Orari: da mercoledì a domenica 16-20; chiuso lunedì, martedì e 15 agosto

Curatori: Ornella Fazzina, Michele Romano

Enti promotori:

  • Fondazione Gruppo Credito Valtellinese con Newl'ink | LSC edition

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Sito ufficiale: http://www.creval.it



La singolare antologica di un artista così prolifico, qual è stato Francesco Patanè, narra la sua attività attraverso una miriade di lavori, dopo un’accurata selezione che mette in mostra più di 300 opere tra tele, carte, disegni, cartoni da spolvero e i relativi affreschi a tema sacro (quest’ultimi fruibili nelle chiese inserite nell’itinerario) oltre a caricature dal sapore parigino. Tutto ciò a testimonianza della sua versatilità e capacità di saper affrontare diversi generi artistici e piegarli alle proprie esigenze.

La vasta produzione di Patanè mette in risalto quella che è stata la situazione artistica siciliana della prima metà del XX secolo, suggerendo l’occasione per una lettura e storicizzazione delle vicende di un pittore che tra gli anni venti e trenta ha subito delle influenze legate al clima nazionale ma che fino alla seconda metà del XX secolo ha evidenziato un atteggiamento rivolto alla figurazione a scopo narrativo. La sua prima formazione è sicuramente attenta agli insegnamenti accademici così come alle suggestioni formali provenienti dal clima “novecentesco” e da un accento vagamente “purista”, filtrate a volte da un certo lirismo o da tensioni espressioniste che non disattendono però un personale modo espressivo.

In Sicilia si individua intorno agli anni venti un antagonismo innovativo e di frattura con la locale tradizione ottocentesca - che nel naturalismo di Lojacono vede il suo maggiore esponente -  grazie al linguaggio futurista di Rizzo e al superamento poi in chiave “purista”, guardando ai modelli di Carrà e in particolare di Casorati che permetteranno di approdare a risultati formali che vertono verso una rigidità d’ascendenza “metafisica”.  Anche Francesco Patanè fa suoi gli echi di questi movimenti e, sull’intenzione di una solida costruttività delle proporzioni figurative e di una certa plasticità di matrice “novecentista”, trova soluzioni compositive che ricalcano, in buona misura, quella che era la situazione siciliana fine anni venti/primi anni trenta, in cui veniva a determinarsi un clima di varie convergenze espressive che andavano da un consistente plasticismo a costruzioni evocative dell’immagine fino ad inquietudini espressioniste.

Patanè, comunque, nella sua fervente produzione non si discosterà mai pienamente da un “classicismo” e da una obbligazione descrittiva naturalistica. Sia nei dipinti di figura che di paesaggi egli ripercorre un’esperienza di lirica compostezza rappresentativa declinata, negli anni, in una sfera sentimentale e domestica dove emerge una dimensione di pura e semplice intimità. Il suo impegno oscilla tra figurazioni dai toni lirici in ritratti, a volte, fuori del tempo, e descrizioni paesaggistiche e di scene di vita.

Inaugurazione venerdì 28 giugno ore 19

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