Flo Noseda. Non posso sedermi perché la mia anima danza
![Flo Noseda. Non posso sedermi perché la mia anima danza, Spazio Batt, Como Flo Noseda. Non posso sedermi perché la mia anima danza, Spazio Batt, Como](http://www.arte.it/foto/600x450/43/21288-noseda.jpg)
Flo Noseda. Non posso sedermi perché la mia anima danza, Spazio Batt, Como
Dal 14 Aprile 2014 al 10 Maggio 2014
Como
Luogo: Spazio Batt
Indirizzo: via Don P. Brusadelli 86/m
Orari: martedì-sabato 10-13 15-18 solo su appuntamento
Curatori: Doriam Battaglia
Enti promotori:
- Associazione culturale Pitturinc. Como
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 347 9810193 / 335 6203697
E-Mail info: associazione.pitturinc@gmail.com
L’Associazione culturale PITTURINC. presenta, dal 11 aprile 2014 al 10 maggio 2014, la mostra di Flo Noseda “Non posso sedermi perché la mia anima danza” a cura di Doriam Battaglia. L’esposizione rientra nel programma di diffusione a livello locale dell’Arte Contemporanea. PITTURINC. si propone lo scopo di rendere l’arte contemporanea accessibile e comprensibile a un pubblico sempre più vasto. L’obiettivo principale è quello di divulgare l’arte contemporanea in modo creativo ed in spazi non convenzionali, cercando di coinvolgere un pubblico giovane ed incoraggiando un nuovo collezionismo. Flavia Maria Noseda “Flo” artista eclettica e volitiva, trova la sua massima espressione nella sinuosità delle forme e nell’intensità mediterranea del colore. L’opera di Flo è incentrata sulla donna, la condizione della donna nella nostra società. Una società che ancora non riesce a tutelare e valorizzare la sua parte femminile e nella quale ancora oggi si sviluppano e prolificano violenze fisiche, verbali e d’immagine che tolgono dignità alla donna e al suo corpo. La donna, nell’opera di Flo appare prigioniera di una situazione che la ingabbia impedendole di esprimere a pieno i propri sentimenti ed emozioni. In molte opere, il filo spinato genera una barriera posta in primo piano tra l’osservatore e l’immagine creando una situazione ambigua nella quale non è possibile stabilire chi è imprigionato, la figura o l’osservatore. In altre opere più recenti la figura si dissolve, svanisce per lasciare posto al puro colore. Rimane solo la testimonianza del filo spinato, che con la sua presenza rimanda al concetto ambiguo di impotenza dell’osservatore a descrivere pienamente la realtà che lo circonda senza modificarla nella sua essenza. Il colore diviene l’interprete principale esprimendosi soprattutto attraverso le frequenze calde dei rossi/arancioni con pennellate di colore freddo complementare verdi/azzurri.
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