Frequenze 140621/0712
Dal 21 Giugno 2014 al 12 Luglio 2014
Como
Luogo: Spazio Natta
Indirizzo: via Natta 18
Orari: da martedì a sabato 15-19
Curatori: Angelo Monti
Enti promotori:
- Comune di Como - Assessorato alla Cultura
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 335 620 3697
E-Mail info: doriam.batt@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.doriambattaglia.it
Nel contesto architettonico di Palazzo Natta in via Natta 18 a Como, presso lo Spazio Natta, con il patrocinio del Comune di Como, è allestita e esposta una mostra di arte contemporanea dedicata al nuovo espressionismo preformale. Saranno presentati lavori dell’artista comasco Doriam Battaglia BATT, opere appartenenti alla Nuova Astrazione Contemporanea. Il titolo della mostra è “Frequenze 140621/0712”. Nel titolo viene richiamato il concetto della fisica di frequenza inteso come fenomeno che presenta un andamento costituito da eventi che nel tempo si ripetono identici o quasi. La mostra sarà inaugurata venerdì 20 giugno alle ore 18 con la presentazione dall’Arch. Angelo Monti e dall’Assessore alla Cultura del Comune di Como Luigi Cavadini. Interverranno anche gli artisti Doriam Battaglia BATT e Benny Posca BYPOS. Un’ambientazione sonora realizzata con musiche del compositore Roberto Cacciapaglia coinvolgerà i visitatori in un’esperienza nella quale, oltre alle frequenze dello spettro visibile, saranno coinvolte anche quelle del suono. Un’ambientazione in grado di stimolare sensazioni sonore particolari. Vibrazioni e oscillazioni che si propagano nello spazio creando emozioni correlate alla natura delle vibrazioni luminose delle opere esposte. Le onde “trasversali” generate dalla luce-colore si intrecciano con quelle “longitudinali” emesse dalle sorgenti sonore venendo a così a realizzare la trama e l’ordito di un esperienza sensoriale globale. Nel giardino antistante lo spazio espositivo della mostra sarà realizzata, dall’artista italo-tedesco Benny Posca, un installazione dal titolo “Gibt es leben jenseits des kapitalismus?” ovvero “Esiste una vita oltre il capitalismo?“ si chiede, e ci chiede, Benny Posca, in arte Bypos, con una sua opera particolarmente intrigante. Da un lato, un nero ragno ferrigno, con le lunghe zampe arcuate e un aculeo sporgente, dall’altro un filo rosso che arriva o scaturisce da lui, inerpicandosi dovunque, aggirandosi in varie direzioni, intrecciando ragnatele, arricciolandosi capricciosamente sull’impiantito come una scia di sangue. La mostra rimarrà aperta al pubblico con ingresso gratuito da sabato 21 giugno (solstizio d’estate) a sabato 12 luglio 2014 con il seguente orario; da martedì a sabato dalle 15 alle 19. Doriam Battaglia BATT (Sondrio, 1949) tra i protagonisti di quel particolare filone creativo sviluppatosi all’inizio degli anni Novanta in ambito comasco presso l’Associazione culturale Giosuè Carducci durante il corso di cultura artistica tenuto dai professori Giuliano Collina, Angelo Tenchio e dallo scultore Massimo Clerici. Corso che si è distinto per una ricerca iconica e oggettuale tendente a scardinare i codici linguistici precostituiti dell’arte classica. La sua opera si pone al confine tra varie forme espressive e, attraverso la sperimentazione di linguaggi diversi e l’abbandono dell’oggetto pittorico in sé, indaga l’universo prima della comparsa della forma con gesti che vanno oltre l’intenzione di chi agisce. L’opera di BATT vuole essere una riflessione sul tema dello sconfinamento della vita nell’arte, che l’artista ricerca continuamente, trasformando il suo fare arte in un laboratorio di ricerca permanente. L’Opera - In mostra saranno visibili opere appartenenti a due cicli, quello dei “Tessili” e quello più recente del ciclo “Frequenze” che affronta il tema dell’energia, dello spazio e del tempo partendo da una visione che tiene conto delle recenti scoperte della fisica quantistica riguardanti la materia, la luce e il colore. Opere concepite come veri e propri frammenti di Cosmo. Il percorso espressivo attuale ruota attorno alla visione della realtà nel tentativo di rendere percepibile l’illusione a essa legata: la superficie pittorica diviene porzione dello spazio infinito cristallizzata per creare nuove relazioni di senso. Il titolo “Frequenze” è assunto dalla fisica, proprio per indicare la caratteristica di quest’indagine poetica all’interno della materia, indagata anche attraverso le regole della musica, massima espressione delle leggi dell’Universo, attraverso una metodologia che ne interroga l’intima struttura. Le opere del ciclo “Frequenze” identificano uno spazio fisico ipotetico che diviene mentale con soglie fluide che consentono il passaggio interpretativo dal microcosmo (particelle, cellule, neuroni, sinapsi) al macrocosmo (stelle e galassie) sempre in rapporto dinamico diretto con i processi formativi della visione per generare atomi di coscienza. In arte tutto accade dentro l’opera, il resto è successivo. Tuttavia la pittura non è la realtà, essa è solo una delle tante realtà, non è la vita ma, senza il sapere dell’arte, la vita sarebbe di molto immiserita. Se la pittura non potrà salvare il mondo perlomeno ci aiuta nell’indagarlo e a prenderne coscienza. Opere “pre-formali”, preludio cioè alla nascita della forma. Pre-fomale in quanto l’opera tenta di cogliere l’attimo in cui la vibrante energia cosmica si trasforma in materia e quindi assume forma e colore. Ciò che prova a rappresentare, nelle frequenze dello spettro visibile, sono le particelle, gli atomi e le molecole che vengono a costituire la materia di cui siamo fatti e di cui è fatto il nostro universo. Alla base di tutto c’è il pensiero, l’informazione che occupa le frequenze più alte dell’essere. Il pensiero genera informazione, che è intelligenza strutturata. L’informazione diviene energia che a sua volta crea la materia. Dalla materia nasce l’uomo e nell’essere umano si sviluppa la coscienza. L’uomo è coscienza dell’universo ed essa genera l’esistenza. Il tutto avviene attraverso un processo indeterministico nel quale il caso assume un ruolo fondamentale. La casualità origina una frattura nella causalità e in essa il libero arbitrio dell’uomo trova spazio per generare infinite trasformazioni e variazioni sul tema. L’indeterminismo posto alla base delle leggi dell’universo consente d’operare sul processo del divenire per modificarne la direzione. Se vivessimo in un universo di tipo totalmente deterministico non sarebbe possibile alcuna scelta, tutto seguirebbe un copione già scritto sin dal principio dei tempi. Le opere recenti tentano di cogliere quell’attimo impercettibile nel quale l’energia/informazione si trasfigura in materia/luce/colore, mantenendo intatta la sua vitalità primordiale. L’opera finale registra il processo creativo gestuale che nel suo svolgersi indaga l’infinitesimamente piccolo, subatomico, e parallelamente l’immensamente grande, infinito, eterno. Sopra a basi elaborate miscelando varie materie stese con diverse tecniche, si sviluppano vortici di energia, spirali di particelle, strutture dinamiche, forze centrifughe e centripete che generano trame di colore e onde di luce. Osservando le opere si può avere la falsa impressione di individuare in esse elementi naturalistici quali foglie, fiori, nuvole, come accade guardando quegli oggetti geometrici dotati di omotetia interna e auto similarità (frattali) generati da algoritmi ed equazioni matematiche che sfruttano formule logaritmiche per descrivere in modo ricorsivo comportamenti caotici (teoria del caos) e sistemi dinamici. Nel lavoro di Batt non vi è alcuna intenzionalità nel voler generare forme naturali o anche solo richiamarsi a esse. L’esposizione presso lo Spazio Natta di Como prevede in tutto una ventina di opere, quasi tutte di grandi dimensioni, realizzate utilizzando tecnica mista e smalti sintetici su tela non intelaiata e sospesa fluttuanti alle pareti come arazzi.
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