Un collezionista di moda. Abiti e documenti dalla raccolta di Francesco Campidori

Un collezionista di moda. Abiti e documenti dalla raccolta di Francesco Campidori

 

Dal 06 Luglio 2018 al 16 Settembre 2018

Caraglio | Cuneo

Luogo: Filatoio di Caraglio

Indirizzo: via Matteotti 40

Enti promotori:

  • Fondazione Filatoio Rosso
  • Comune di Caraglio
  • Fondazione Artea
  • Regione Piemonte

Telefono per informazioni: +39 0171 618300

E-Mail info: info@fondazionefilatoio.it

Sito ufficiale: http://www.filatoiocaraglio.it



È uno spaccato di stile e creatività la mostra "Un collezionista di moda", che si inaugura il 6 luglio prossimo al Filatoio di Caraglio. Sono esposti più di cento "pezzi", fra abiti, accessori e documenti, della vasta raccolta che Francesco Campidori, fiorentino, modellista di abbigliamento femminile, ha messo insieme con un'attenzione particolare alle produzioni italiane e francesi e al periodo che va dagli anni Cinquanta agli anni Novanta del secolo scorso.
È la prima volta che viene dedicata a Campidori una “personale”, un riconoscimento alla sua grande passione nata nel 2001. In diciassette anni ha raccolto un migliaio di pezzi, acquisiti presso privati, trovati casualmente sul mercato antiquario o aggiudicati in aste internazionali. Una parte della raccolta è frutto di una ricerca bibliografica ed è composta di volumi, riviste, cataloghi e altri documenti cartacei e digitali.
Nei 400 metri quadrati del grande salone del Filatoio di Caraglio la mostra si articola in quattro sezioni: “L’armadio ritrovato”, “La vertigine della forma”, “La disciplina della forma”, “Non solo una signora”. Quest’ultima celebra la donna immaginaria e immaginata da Francesco Campidori, sintesi delle mille personalità dell’universo femminile.
“Un collezionista di moda” è un viaggio fra le più grandi firme italiane e francesi, ma non solo. E così si può ammirare il raffinato completo della collezione autunno/inverno 1969-1970 di Valentino Couture, proveniente dal guardaroba della scrittrice toscana Anna Rontani: tre pezzi (casacca, gonna e gilet lunghi) sui toni del bianco e dell’avorio, completamente ricamati. E ancora, l’abito a kimono sui vari toni del rosso dell’ultima collezione realizzata da Gianfranco Ferré (autunno/inverno 2007-2008) prima della sua scomparsa, l’abito del 1988 appartenuto a Sandra Milo, con coppe imbottite, che rappresenta una sorta di “manifesto” dell’alfabeto stilistico di Jean Paul Gaultier, in cui il pizzo invece di rappresentare i consueti motivi floreali, riproduce una scena da far west con un cowboy armato di pistola. Fino ad arrivare ai talenti dell’avanguardia contemporanea, come Hussein Chalayan o Bernhard Willhelm. Fra i molti accessori spiccano due paia di scarpe da sera con strass prodotte a una ventina d’anni di distanza l’una dall’altra da Christian Dior e da Charles Jourdan, che esemplificano l’evolversi dello stile.
Ma la mostra vuole anche celebrare la genialità e il gusto di molti altri protagonisti di sessant’anni di moda, anonimi talenti, meteore, firme dimenticate o scomparse. Fra queste ultime quelle della modisteria. Ed ecco allora la “toque” della romana Clemente Cartoni, il turbante firmato dalla milanese Del Frate, il cappello di paglia della fiorentina Aiazzi Fantechi, esempi di una manualità e di un mondo che sembra scomparso. Altre chicche: la borsa che si avvolge in un cilindro schiacciato dell’artista Claudio Maccari, quella di Yves Saint Laurent, che inscrive la sua iniziale in un esagono perfetto, le spille in freddo metallo di Ugo Correani, realizzate per Genny e Gianni Versace, bijoux fuori dal comune.
Insomma, dall’“armadio segreto” di Campidori, emergono il lusso e l’imprevisto, il classico e lo sperimentale, personalità comuni e ribelli, ma soprattutto un guardaroba ideale che nutre le immagini della memoria.

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