Andrea Martinelli/ Gianni Berengo Gardin

Andrea Martinelli/ Gianni Berengo Gardin, Galleria degli Uffizi, Firenze
Dal 30 Settembre 2013 al 30 Ottobre 2013
Firenze
Luogo: Galleria degli Uffizi
Indirizzo: piazzale degli Uffizi
Orari: da martedì a domenica 8.15-18.50
Telefono per informazioni: +39 055 2388721
E-Mail info: marcoferri.press@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.polomuseale.firenze.it/musei/?m=uffizi
La collezione degli Autoritratti della Galleria degli Uffizi, in costante arricchimento, è la più antica e prestigiosa del mondo. Da oggi comprende anche l’Autoritratto di Andrea Martinelli dal titolo “La bocca”. L’opera che l’artista pratese ha deciso di donare alla Galleria è una grande tavola che misura due metri d’altezza per 140 centimetri di base, dipinta con tecnica mista.
In concomitanza con la donazione, nella Sala del Camino (al Piano Nobile dell’edificio vasariano) è allestita la mostra in cui, oltre all’Autoritratto di Martinelli, è visibile una ventina di disegni e bozzetti preparatori che rappresentano il percorso seguito da Martinelli per giungere all’opera finale. Nella stessa saletta espositiva si aggiungono alcuni scatti in bianco/nero che il fotografo di fama mondiale, Gianni Berengo Gardin (con il quale l’artista pratese collabora ormai da circa dieci anni), ha eseguito durante il lavoro preparatorio dell'opera di Martinelli.
Accompagna la donazione dell’Autoritratto, e la mostra connessa, il catalogo edito da Gruppo Editoriale e recante l’introduzione del Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, che scrive: “Una bravura demiurgica, e per questo sottilmente inquietante, guida la mano di Andrea Martinelli in opere tali da trascendere l’abilità mimetica, pur suprema, di un disegno che non si fa mancare niente: la certezza del contorno, la saldezza del volume, la vibrazione del tratteggio, l’impeccabilità del chiaroscuro, l’evanescenza dello sfumato e altro ancora. Tutte corde intonate ad un’armonia soggettiva e cangiante, che fa di ogni suo autoritratto un racconto interiore espresso da una doviziosa esteriorità”.
Aggiunge il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali: “Per come conoscevo la sua pittura, quando insieme ragionammo del dono d’un suo autoritratto, mi figurai il volto di lui portato a grandi dimensioni. Una di quelle sue facce monumentali – sovente turbate – che incombono e inquietano.
Invece, nell’opera che porge alla collezione dei ritratti d’artista della Galleria, le sue sembianze hanno alla fine le stesse misure di tant’altri autoritratti della raccolta fiorentina. Alle mie aspettative ha tuttavia corrisposto il grande viso di donna che partorisce la testa d’Andrea e che riempie – lei sì – tutto il campo del supporto”.
Il catalogo reca, tra l’altro, lo scritto dello scrittore Sandro Veronesi, il quale afferma che “Quando un pittore fa un ritratto prende, ma quando fa un autoritratto dà. Nei ritratti la menzogna è la regola del gioco: mente il soggetto in posa, il pittore prende la sua menzogna, la lava e gliela restituisce aggiungendovi la propria. Nel mezzo, imprendibile, però lì, a un passo, la verità – del soggetto, del pittore. Andrea Martinelli è ormai un maestro del ritratto, e questo gioco lo conosce bene. Ma negli autoritratti tutto cambia, soggetto e pittore coincidono, e mentire diventa impossibile”.
“L’iniziativa – ha detto Andrea Martinelli – è nata anni fa per volontà del Direttore degli Uffizi, Antonio Natali, che mi chiese un autoritratto per la collezione della Galleria. Ci siamo rivisti lo scorso inverno e io mi sono messo a lavoro iniziando un percorso fatto di disegni e bozzetti, di immagini ironiche e altre inquietanti. Si è trattato di un’esperienza nuova, che mi ha permesso di lavorare su me stesso. Alla fine ho scelto un’opea dove appaio più sereno, una sorta di sogno, anche se poi non si sa bene se è un incubo. Di certo – ha concluso Martinelli – mi rappresenta”.
In concomitanza con la donazione, nella Sala del Camino (al Piano Nobile dell’edificio vasariano) è allestita la mostra in cui, oltre all’Autoritratto di Martinelli, è visibile una ventina di disegni e bozzetti preparatori che rappresentano il percorso seguito da Martinelli per giungere all’opera finale. Nella stessa saletta espositiva si aggiungono alcuni scatti in bianco/nero che il fotografo di fama mondiale, Gianni Berengo Gardin (con il quale l’artista pratese collabora ormai da circa dieci anni), ha eseguito durante il lavoro preparatorio dell'opera di Martinelli.
Accompagna la donazione dell’Autoritratto, e la mostra connessa, il catalogo edito da Gruppo Editoriale e recante l’introduzione del Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, Cristina Acidini, che scrive: “Una bravura demiurgica, e per questo sottilmente inquietante, guida la mano di Andrea Martinelli in opere tali da trascendere l’abilità mimetica, pur suprema, di un disegno che non si fa mancare niente: la certezza del contorno, la saldezza del volume, la vibrazione del tratteggio, l’impeccabilità del chiaroscuro, l’evanescenza dello sfumato e altro ancora. Tutte corde intonate ad un’armonia soggettiva e cangiante, che fa di ogni suo autoritratto un racconto interiore espresso da una doviziosa esteriorità”.
Aggiunge il Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali: “Per come conoscevo la sua pittura, quando insieme ragionammo del dono d’un suo autoritratto, mi figurai il volto di lui portato a grandi dimensioni. Una di quelle sue facce monumentali – sovente turbate – che incombono e inquietano.
Invece, nell’opera che porge alla collezione dei ritratti d’artista della Galleria, le sue sembianze hanno alla fine le stesse misure di tant’altri autoritratti della raccolta fiorentina. Alle mie aspettative ha tuttavia corrisposto il grande viso di donna che partorisce la testa d’Andrea e che riempie – lei sì – tutto il campo del supporto”.
Il catalogo reca, tra l’altro, lo scritto dello scrittore Sandro Veronesi, il quale afferma che “Quando un pittore fa un ritratto prende, ma quando fa un autoritratto dà. Nei ritratti la menzogna è la regola del gioco: mente il soggetto in posa, il pittore prende la sua menzogna, la lava e gliela restituisce aggiungendovi la propria. Nel mezzo, imprendibile, però lì, a un passo, la verità – del soggetto, del pittore. Andrea Martinelli è ormai un maestro del ritratto, e questo gioco lo conosce bene. Ma negli autoritratti tutto cambia, soggetto e pittore coincidono, e mentire diventa impossibile”.
“L’iniziativa – ha detto Andrea Martinelli – è nata anni fa per volontà del Direttore degli Uffizi, Antonio Natali, che mi chiese un autoritratto per la collezione della Galleria. Ci siamo rivisti lo scorso inverno e io mi sono messo a lavoro iniziando un percorso fatto di disegni e bozzetti, di immagini ironiche e altre inquietanti. Si è trattato di un’esperienza nuova, che mi ha permesso di lavorare su me stesso. Alla fine ho scelto un’opea dove appaio più sereno, una sorta di sogno, anche se poi non si sa bene se è un incubo. Di certo – ha concluso Martinelli – mi rappresenta”.
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