Animalia

Alberto Zamboni, Ippopotamo, 150 x 100 cm, Carbone su carta

 

Dal 01 Aprile 2017 al 06 Maggio 2017

Firenze

Luogo: European School of Economics

Indirizzo: piazza del Limbo 1

Enti promotori:

  • European School of Economics
  • Il Bottaccio
  • Comune di Rimini
  • Comune di Firenze
  • Biennale del Disegno di Rimini

E-Mail info: info@ariaartgallery.com

Sito ufficiale: http://www.ariaartgallery.com



Dalla collaborazione fra la Biennale del Disegno di Rimini e la European School of Economics nasce questa mostra, terza di un ciclo iniziato a settembre, che sarà inaugurata in data sabato 1 aprile 2017, a partire dalle ore 18:30, nei locali della sede fiorentina della Scuola, a Firenze, in Borgo SS. Apostoli, 19. La mostra sarà visibile fino al 6 maggio 2017.
Nella valle in cui abito, una collina punteggiata da abitazioni e intensamente coltivata, pettinata da trattori, imbastita di alberi geometrici e prospettive seminate, talvolta, come una meteora mimetica e priva di suono, mi attraversano la strada dei cerbiatti. Più spesso mi capita di scorgerne le orme, assieme a quelle di un cinghiale o raccogliere spine di istrice ai bordi dell'asfalto, mentre passeggio col cane. L'incanto che queste apparizioni producono nel mio respiro lo sento in qualche misura imparentato con la frenesia ansiosa che in quei momenti fa vibrare le narici e illuminare gli occhi del bracco. Resto sempre stupito dell'epico talento che permette a certi animali selvatici di resistere, di sopravvivere attorno a noi, malgrado noi, tra i trascurabili interstizi di natura che gli umani hanno lasciato, ai margini delle centurie cartesiane, cucite come un abito stretto su tutto il paesaggio che sta tra le colline e la pianura.
Eppure resistono questi partigiani orfani dei boschi, costretti a respirare di notte, a silenziare i propri passi, nel coprifuoco che gli abbiamo imposto, nel rastrellamento armato e sistematico. Organizzano la loro vita, i loro amori e sanno trovare il cibo in rapide scorribande, uscendo da riserve invisibili, riuscendo a scampare all'umano nazismo del mondo civile.
Con lo stesso incanto ammiro gli artisti che sanno parlare di loro, che ci restituiscono il senso di quelle apparizioni angeliche e ferali, che riescono a lasciare sul terreno artistico le orme di un essere silvano o ci fanno intuire i cunicoli di una tana, che ci permettono di decifrare i resti di un pasto animale, entro la campitura bianca di un foglio da disegno.
È anche la natura primaria dell'atto di disegnare, la pietra focaia della grafite tracciata sulla semplice carta, a creare le condizioni più adatte per incontrare la natura.
Un pezzo di carbone, nella mano rapida e determinata di Alberto Zamboni, vibra come il naso del mio cane, quando enumera i tentacoli di un polipo o racconta la sopravvivenza prolungata di un'anguilla sul tavolo di marmo di una pescheria. Un segno cupo e sbavato che esprime il senso di esseri invincibili.
Il movimento che avvolge le lotte animali di Mauro Moscatelli ha qualcosa di tellurico, impasta le masse fisiche delle bestie combattenti andando talvolta a formare un'unica ombra, che si muove all'unisono, ma che resta ineffabile. Mentre il groviglio di segni che nasconde il popolo dei lupi nelle macchie forestali di Dacia Manto è quasi un disegno agli infrarossi, come una telecamera notturna che rileva il passaggio furtivo e guardingo di questi abitatori dei sogni, invisibili a occhio nudo.

Massimo Pulini 

Inaugurazione sabato 1 aprile 2017 h 18.30

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI