Gianmaria Potenza. Alfabeti sconosciuti e Linguaggi simbolici
Dal 06 Aprile 2018 al 29 Aprile 2018
Firenze
Luogo: Accademia delle Arti del Disegno
Indirizzo: via Ricasoli 68
Orari: da martedì a domenica: ore 10-19
Curatori: Laura Villani
Enti promotori:
- Con il patrocinio di
- Comune di Firenze
- Città Metropolitana di Firenze
- Regione Toscana
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 216261
E-Mail info: info@aadfi.it
Sito ufficiale: http://www.aadfi.it/
L’artista veneziano Gianmaria Potenza sarà a Firenze dal 6 al 29 Aprile 2018, protagonista di una doppia esposizione a cura di Laura Villani. La mostra si articola in due prestigiose sedi, l’Accademia delle Arti del Disegno, l’Accademia d’arte più antica al mondo, fondata nel 1563 da Cosimo de’ Medici, e Villa Finaly, sede fiorentina dell’Università Sorbonne di Parigi, ed interpreta in modo diverso e rispondente al contesto espositivo, il tema scelto dalla curatrice “Gianmaria Potenza, alfabeti sconosciuti e linguaggi simbolici”.
Gianmaria Potenza è nato il 9 Dicembre 1936 a Venezia, dove tuttora risiede e lavora nella suggestiva zona degli artisti di San Trovaso. Ha intrapreso il percorso formativo all’Istituto Statale d’Arte di Venezia sotto l’illuminata guida di Giorgio Wenter Marini e, dopo aver terminato gli studi, nel 1956, ha avviato il proprio studio dove si dedica alla scultura, alla pittura e al mosaico. Giovanissimo, nel 1954 e nel 1956, è invitato, come “migliore allievo”, a esporre alla Biennale d’Arte di Venezia, dove le sue opere saranno presenti anche nel 1958, 1960, 1966, 1968, 1986, 1995, 2009.
Riceve commissioni dall’Italia e dall’estero, soprattutto per la decorazione di navi, alberghi e edifici pubblici, talvolta collaborando con architetti di fama mondiale, inoltre molti sono i lavori di arte sacra realizzati per chiese italiane e straniere. Tra gli anni Sessanta e Settanta, sotto il Pontificato di Paolo VI, Gianmaria Potenza è l’ideatore degli arredi e paramenti sacri per la Santa Sede. Sempre intorno agli anni Sessanta, Potenza s’interessa allo studio di linee pubblicitarie per varie aziende ed è nel 1968 che Potenza fonda la vetreria La Murrina, disegnando oggetti ed elementi per l’illuminazione e l’arredo. Al contempo realizza numerose esposizioni personali e collettive: San Pietroburgo, Samara, Krasnodar, Rostov, Assisi, Roma, Venezia, Padova, Genova e Milano, senza considerare le numerose opere presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
La mostra di Firenze, che si inaugura il 5 aprile 2018, articolandosi negli spazi dell’Accademia delle Arti del Disegno e di Villa Finaly - Universités de Paris Sorbonne, intende offrire al pubblico un’analisi complessiva delle opere dell’artista, fornendo ai visitatori gli strumenti necessari per decodificare i segreti della scultura di Gianmaria Potenza e dell’alfabeto fatto di segni che caratterizza le superfici delle sue opere. Attraverso l’impiego di simboli universalmente riconoscibili, dal quadrato al cerchio, dal triangolo al rettangolo, dal punto alla spirale, Gianmaria Potenza crea un alfabeto apparentemente non decifrabile, fatto di simboli capaci di sintetizzare nella loro forma contenuti complessi e assoluti con un valore evocativo, spesso concatenati in un linguaggio iniziatico che conduce anche l’osservatore su un piano metafisico.
Il percorso espositivo inizia con la mostra “Da San Marco a San Marco” ospitata nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, in Via Ricasoli n.68 (angolo Piazza San Marco) a Firenze, con le monumentali sculture realizzate in bronzo, caratterizzate da forme ora architettoniche ora naturalistiche, e collocate nel portico d’entrata, alla ricerca di un dialogo con lo spazio che le ospita. Su grande scala, sono immediatamente evidenti i segni calligrafici che ornano le superfici delle sculture che, quando colpite dalla luce, rievocano lo scintillio delle acque veneziane. All’interno, nelle sale espositive, il visitatore si confronta con la costante presenza di simboli che s’insinuano anche nelle opere realizzate in marmo e legno.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, afferma che "le sperimentazioni artistiche di lungo corso del maestro Potenza rivelano la sua capacità di interpretare empaticamente e in profondità le risorse delle materie dell'arte. Il suo mosaico, protagonista di una controllata e rigorosa espansione nella tridimensionalità, manifesta l'energia di un linguaggio contemporaneo dalle origini nobili e antiche. I suoi bronzi, dalle geometrie elaborate, giungono all'esistenza attraversando zone arcane della creatività, dalle quale riportano fitte tessiture simboliche".
La mostra prosegue a Villa Finaly - Universités de Paris Sorbonne, in via Bolognese 134/R, con un’esposizione all’insegna della luce e denominata “Dal Giglio di Firenze al Giglio di Francia”; ospitata nella Sala Leonardo da Vinci, si articola in una selezione di mosaici e incisioni su vetro e propone una lettura parallela degli “alfabeti sconosciuti” di Gianmaria Potenza. Se l’alfabeto che increspa le superfici di ogni elemento, anche bidimensionale, talvolta può essere visto come un’interpretazione artistica che l’autore fa del mosaico, dove il segno sostituisce la tessera musiva, è con l’impiego del mosaico e del vetro che Gianmaria Potenza diviene portatore e continuatore della cultura bizantina, così presente a Venezia, reinterpretandola in chiave contemporanea. Il parco quattrocentesco di Villa Finaly sarà il luogo perfetto per leggere l’alfabeto di segni, luci e ombre, delle superfici degli animali di bronzo, reinterpretazione dei totem del mondo animale e che l’artista definisce “L’Arca di Potenza”. Al centro della Sala Ovale sarà esposta un’altra scultura di bronzo cromato, “La Libreria”, omaggio del Maestro alla sede che lo ospita, luogo di cultura e ricerca accademica.
Brigitte Cédolin, Direttrice di Villa Finaly - Universités de Paris Sorbonne, dichiara che "La Villa Finaly, in nome delle Università di Parigi Sorbonne, riceve il Maestro Gianmaria Potenza che in questa mostra s'ispira al “métissage”, delle materie, delle forme, delle tecniche e delle culture. Il Maestro elabora le tematiche della diversità e del "métissage" attraverso l'emblema del giglio, simbolo di Firenze e della Francia, che, declinato in tutte le sue forme diventa cristallino e comprensibile come lo sono diventate le nostre storie. Grazie Maestro di portare con tanto brio temi così attuali e così forti".
In occasione delle due mostre fiorentine, Gianmaria Potenza rende omaggio alla città e alle Istituzioni che lo ospitano, realizzando quattro opere inedite: due “Elaboratori”, ovvero tavole in legno a più spessori che saranno esposte all’Accademia delle Arti del Disegno delle quali una è dedicato al leone alato di San Marco con il Vangelo dell’evangelista Marco, emblema di Venezia, ed un’altra è dedicata al leone del Marzocco con scudo gigliato, simbolo di Firenze; e due “Sculture Trasparenti”, ovvero due incisioni a mola su lastre di cristallo industriale, che saranno esposte a Villa Finaly, delle quali una è dedicata al giglio simbolo di Firenze da quasi mille anni, l’altra al giglio francese, simbolo della regalità di Francia, elemento che lega Firenze e la Francia poiché il simbolo con i tre gigli fu donato nel 1465 da Re Luigi XI a Piero de’ Medici e quest’ultimo lo inserì nel proprio stemma.
Laura Villani, curatrice della mostra, si sofferma sul percorso artistico di Gianmaria Potenza sottolineando che “presenta con straordinaria coerenza l'uso di un linguaggio semantico sconosciuto che articola le superfici delle opere in un costante gesto di appropriazione delle forme. Un alfabeto simbolico dal valore fortemente evocativo che la mostra, ideata appositamente per Firenze, intende decodificare per carpire i segreti di elementi ideografici sospesi tra passato e futuro di un mosaico contemporaneo. Al linguaggio simbolico di opere dalle superfici texturizzate si sovrappongono, a creare un ulteriore livello semantico, le simbologie più rappresentative della storia di Firenze, il Leone e il Giglio, che ulteriormente dialogano con le corrispondenti simbologie della millenaria storia di Venezia e di Francia".
L’artista Gianmaria Potenza, racconta il proprio percorso artistico sottolineando come “la natura per me è la più grande ispirazione. Fin da bambino ho sempre guardato quello che poteva essere la natura nel senso animale, vegetale, ed è questo che riporto nelle mie composizioni. Tutto è un concreto astratto, è un pretesto per poter realizzare queste mie sculture”.
La mostra “Gianmaria Potenza, Alfabeti Sconosciuti e Linguaggi Simbolici” è realizzata con il patrocinio del Comune di Firenze, della Città Metropolitana di Firenze, della Regione Toscana e grazie al sostegno di Blazing Strategies International Ltd.
A corredo della mostra è stato realizzato un catalogo dal titolo “Gianmaria Potenza, Alfabeti Sconosciuti e Linguaggi Simbolici” a cura di Laura Villani, con i testi di Cristina Acidini, Giuseppe T. Mazzone, Domenico Viggiano e Laura Villani.
Durante il periodo di apertura delle due esposizioni, giovedì 19 Aprile 2018, alle ore 17.30, l’artista veneziano sarà protagonista a Firenze di un altro appuntamento, la presentazione del volume monografico “Gianmaria Potenza, Alfabeti Sconosciuti e Linguaggi Simbolici” nella sede dell’Accademia delle Arti del Disegno, in via Orsanmichele n.4, a Firenze.
Il volume, a cura di Laura Villani e pubblicato da Editoriale Giorgio Mondadori, in edizione bilingue, italiano/inglese, illustra il lavoro del Maestro attraverso una raccolta di preziosi dettagli, attingendo dal vasto repertorio di tecniche e materiali impiegati negli ultimi decenni dall’artista, esplorando i segni e i simboli che rendono uniche e inconfondibili le opere di Gianmaria Potenza.
Il volume ripercorre anche le tappe fondamentali del suo percorso artistico e della sua carriera: dagli esordi all’Istituto d’Arte di Venezia alle prime mostre alla Fondazione Bevilacqua la Masa e alla Biennale di Venezia, dalle grandi committenze, pubbliche e private, grazie alle quali Potenza, giovanissimo, sperimenta le tecniche e i materiali più disparati maturando il proprio linguaggio, alle mostre che lo hanno portato alla ribalta internazionale.
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