Gulsun Karamustafa. Swaddling the Baby
Dal 29 Aprile 2015 al 12 Giugno 2015
Firenze
Luogo: Villa Romana
Indirizzo: via Senese 68
Orari: mar - ven 14-18 o su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 221654
E-Mail info: office@villaromana.org
Sito ufficiale: http://www.villaromana.org
Siamo entusiasti di presentare la nuova mostra personale di Gülsün Karamustafa, la più autorevole e coraggiosa "Grande Dame" dell’arte contemporanea in Turchia. Swaddling the Baby è un progetto sviluppato appositamente per la mostra a Villa Romana.
Quando Gülsün Karamustafa visitò per la prima volta Firenze nel 1969 da studentessa dell’Accademia, rimase sbalordita di fronte all’Ospedale degli Innocenti di Brunelleschi: le immagini dei neonati in fasce sui rilievi di Andrea della Robbia e i drammi che vi stanno dietro la affascinarono più di ogni altra cosa. Scrive: "I bambini sono gli esseri più deboli di tutta l’umanità, soprattutto durante le guerre, i grandi disastri, le migrazioni, le diaspore. Il mio progetto si relaziona al destino degli 'innocenti' che hanno avuto la fortuna di sopravvivere a questi spietati momenti della vita. Dedico il mio lavoro alla memoria dei bambini accolti nell’Ospedale degli Innocenti di Firenze nel Quattrocento. Osservando nel loro insieme molte immagini di orfanotrofi, ciò che più mi ha interessata sono stati i volti e gli sguardi dei bambini. È così che ho avuto modo di capire come si possa sentire un orfano in periodi estremamente critici della storia."
Gülsün Karamustafa vive e lavora a Istanbul. Dagli anni ‘70 ha maturato una riflessione estetica sensibile, attenta all’influenza delle strutture di potere sulle vite individuali e ai modi in cui gli individui si sottraggono alla rappresentazione. Anche quando Istanbul non faceva ancora parte della rete globale dell’arte contemporanea, Gülsün Karamustafa creava opere straordinarie, critiche ed enfatiche allo stesso tempo. Una selezione del suo ampio lavoro è stata presentata nel 2013 al SALT di Istanbul nella retrospettiva A Promised Exhibition (Un mostra promessa).
Tra le mostre personali di Gülsün Karamustafa: Mobile Stages al Salzburger Kunstverein (2008), Bosphorus 1954 al Kunstmuseum Bonn (2008); Black and White Visions alla Prometeo Gallery di Milano (2006), Mystic transport, Trellis of My Mind al Musée d’Art et Histoire di Ginevra, (1999) e tante altre. Ha partecipato a numerose mostre collettive come la Sao Paulo Biennale del 2014, la Gwangju Biennale del 2000 e quella del 2014, Art Histories al Museum der Moderne di Salisburgo (2014); Artevida Politica al Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro (2014); la Thessaloniki Biennale del 2013, la Kiev Biennale del 2012, la Singapore Biennale del 2011, la Guangzou Triennale del 2008, la Cairo Biennale del 2008, The 1980s: A Topology al Museu Serralves di Porto (2006); The Grand Promenade al National Museum of Contemporary Art – EMST di Atene (2006), la Havana Biennale del 2003, la Cetinje Biennial del 2003 e la Istanbul Biennale del 1987, del 1992 e del 1995.
Quando Gülsün Karamustafa visitò per la prima volta Firenze nel 1969 da studentessa dell’Accademia, rimase sbalordita di fronte all’Ospedale degli Innocenti di Brunelleschi: le immagini dei neonati in fasce sui rilievi di Andrea della Robbia e i drammi che vi stanno dietro la affascinarono più di ogni altra cosa. Scrive: "I bambini sono gli esseri più deboli di tutta l’umanità, soprattutto durante le guerre, i grandi disastri, le migrazioni, le diaspore. Il mio progetto si relaziona al destino degli 'innocenti' che hanno avuto la fortuna di sopravvivere a questi spietati momenti della vita. Dedico il mio lavoro alla memoria dei bambini accolti nell’Ospedale degli Innocenti di Firenze nel Quattrocento. Osservando nel loro insieme molte immagini di orfanotrofi, ciò che più mi ha interessata sono stati i volti e gli sguardi dei bambini. È così che ho avuto modo di capire come si possa sentire un orfano in periodi estremamente critici della storia."
Gülsün Karamustafa vive e lavora a Istanbul. Dagli anni ‘70 ha maturato una riflessione estetica sensibile, attenta all’influenza delle strutture di potere sulle vite individuali e ai modi in cui gli individui si sottraggono alla rappresentazione. Anche quando Istanbul non faceva ancora parte della rete globale dell’arte contemporanea, Gülsün Karamustafa creava opere straordinarie, critiche ed enfatiche allo stesso tempo. Una selezione del suo ampio lavoro è stata presentata nel 2013 al SALT di Istanbul nella retrospettiva A Promised Exhibition (Un mostra promessa).
Tra le mostre personali di Gülsün Karamustafa: Mobile Stages al Salzburger Kunstverein (2008), Bosphorus 1954 al Kunstmuseum Bonn (2008); Black and White Visions alla Prometeo Gallery di Milano (2006), Mystic transport, Trellis of My Mind al Musée d’Art et Histoire di Ginevra, (1999) e tante altre. Ha partecipato a numerose mostre collettive come la Sao Paulo Biennale del 2014, la Gwangju Biennale del 2000 e quella del 2014, Art Histories al Museum der Moderne di Salisburgo (2014); Artevida Politica al Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro (2014); la Thessaloniki Biennale del 2013, la Kiev Biennale del 2012, la Singapore Biennale del 2011, la Guangzou Triennale del 2008, la Cairo Biennale del 2008, The 1980s: A Topology al Museu Serralves di Porto (2006); The Grand Promenade al National Museum of Contemporary Art – EMST di Atene (2006), la Havana Biennale del 2003, la Cetinje Biennial del 2003 e la Istanbul Biennale del 1987, del 1992 e del 1995.
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