Jeffrey Schnapp. La sorte dei saperi nel 21° secolo - Lectio magistralis
Dal 12 Settembre 2017 al 12 Settembre 2017
Firenze
Luogo: Museo Marino Marini
Indirizzo: piazza San Pancrazio
Orari: h 19
Telefono per informazioni: +39 055.219432
E-Mail info: info@museomarinomarini.it
Sito ufficiale: http://www.museomarinomarini.it
Big data, rete, comunicazione multicanale dei saperi, modelli partecipativi emergenti, “archivio animato”, ovvero perché la digitalizzazione non equivale alla democratizzazione. Ecco alcuni degli argomenti della lectio magistralis che Jeffrey Schnapp terrà al Museo Marino Marini di Firenze, martedì 12 settembre, alle ore 19.00.
Guru delle digital humanities, direttore del metaLAB dell’Università di Harvard, figura di riferimento mondiale nello studio dell’impatto del digitale sui modelli di produzione, disseminazione e trasmissione della cultura. Questo e molto altro è Jeffrey Schnapp, italianista, designer e storico della cultura le cui aree di interesse molteplici e articolate lo hanno portato ad occuparsi di letteratura, editoria, architettura, arti visive, pubblicità, storia delle idee.
La sua lectio magistralis al Museo Marino Marini si concentrerà principalmente su innovazione e cultura, arti digitali e sperimentazione. Come spiega lo stesso Schnapp: “Il mio discorso fornirà un'esplorazione complessiva della situazione che anima gran parte del lavoro più avanzato nelle cosiddette “arti digitali e umanistiche, con l’obiettivo di individuare alcuni domini chiave della sperimentazione: la ri-mediazione della stampa, la ritrattazione dei dati, i ponti attraverso il divario analogico / digitale e la ridefinizione degli spazi di conoscenza, dalle aule scolastiche ai laboratori ai musei”.
Presente e futuro del sapere scientifico, quindi: generi emergenti di comunicazione scientifica e culturale, nuovi oggetti di analisi e conoscenza, nuove metodologie di produzione del sapere e su cosa significhino oggi l'innovazione e la "creatività. Schnapp parlerà in particolar modo di alcune esperienze in corso al metaLAB di Harvard che mirano a modellare il concetto di "Knowledge Design”, design del sapere.
Dopo la conferenza, Jeffrey Schnapp, che è anche CEO di Piaggio Fast Forward, il centro ricerca sul futuro che la Piaggio ha creato negli USA, presenterà “FuturPiaggio” (edito da Rizzoli), ambizioso progetto-oggetto d’arte innovativo su un gruppo che ha segnato la storia della mobilità e del design. Insieme a lui Daniele Ledda, designer del volume.
Con Jeffrey Schnapp, anche membro del comitato d’onore del Museo Marino Marini, si apre il primo appuntamento del ciclo di eventi “What’s Next”, curato da Schnapp stesso. Un ciclo dedicato a leader culturali, innovatori e makers internazionali che riflettono sul futuro dei musei, sfide, opportunità, innovazioni e cambiamenti.
JEFFREY SCHNAPP:
Jeffrey Schnapp è Fondatore e Direttore metaLAB Harvard, Professore di Romance L&L / Comparative Literature / GSD Harvard University, Co-direttore Berkman Center for Internet & Society, docente presso il Department of Architecture at Harvard’s Graduate School of Design, Chief Executive Officer e co-fondatore di Piaggio Fast Forward.
Museo Marino Marini
appuntamenti settembre 2017
“Contemporary Art hates you”
3 conversazioni sull’arte contemporanea
Venerdì 15 settembre | ore 19
Angelo Crespi presenta
"Ars Attack - Il bluff del contemporaneo”
(Johan & Levi editore)
ne parlerà con l'autore Stefano Monti
Dissacrazione, nonsense, divertimento inutile sembrano le nuove categorie dell’arte contemporanea, in cui solo il mercato definisce il valore di un’opera, e ogni giudizio estetico è bandito. Oggi niente ha più senso se non il marchio di fabbrica dell’artista che genera, al di là del risultato, arte come il melo fa le mele, obbedendo al cieco verbo della produzione e del guadagno, mentre i musei del contemporaneo, vuoti esoscheletri senza contenuti, certificano i prezzi di questi nuovi “titoli spazzatura”. Nessun problema se questa nuova arte non aspirasse al paragone con l’arte della Tradizione, a confrontarsi con i grandi del passato. Per essa bisognerebbe trovare un nuovo nome, una nuova categoria per una nuova tassonomia in cui comprendere tutte quelle cose brutte, insensate, spesso mal formate, che però si autodefiniscono arte. Per quest’ultime, Angelo Crespi s’inventa il termine sgunz, affondando la lama dell’osservatore disincantato e competente nel marcio dell’attuale sistema: critici, curators, galleristi, giovani e vecchi artisti di fama, tutti al tempo stesso vittime e fautori di un meccanismo che non fa altro che perpetuare se stesso. Sulla scia di una consolidata scuola di pensiero che va da Robert Hughes a Jean Clair, un pamphlet che si pone come un manuale di sopravvivenza in una giungla sempre più intricata, una scialuppa di salvataggio per chiunque senta di aver perso la bussola, per chi naviga controcorrente e crede ancora nell’arte. Quella vera.
Martedì 19 settembre | ore 19
Francesco Bonami presenta
“L'arte nel cesso. Da Duchamp a Cattelan, ascesa e declino dell’arte contemporanea” (Mondadori)
ne parlerà con l'autore Sergio Risaliti
in omaggio ai partecipanti un biglietto omaggio per la mostra YTALIA a Forte Belvedere
Con l'autoironia che lo contraddistingue, Francesco Bonami, uno dei più brillanti critici d'arte internazionali, riprende il discorso avviato dieci anni fa in Lo potevo fare anch'io. L'autore ammette che, in fondo, tante opere alla cui vista restiamo sgomenti forse avremmo potute farle pure noi, e comunque, anche se le ha fatte qualcun altro prima, questo non significa affatto che si tratti di arte. Per concludere, provocatoriamente ma non del tutto, che l'arte contemporanea – che ha avuto inizio nel 1917 con l'orinale capovolto ( Fontana ) di Marcel Duchamp – oggi, a un secolo esatto, è giunta alla sua fine, e deve lasciare il posto a una nuova fase.Attraverso una serie di racconti e riflessioni, l'autore ci mostra perché ora all'arte non bastano più solo idee che si rincorrono con l'obiettivo di essere una più rivoluzionaria dell'altra. E perché, provocazione dopo provocazione, la contemporaneità ha esaurito il suo potere di stupire. E conclude che, per tornare a essere utile, l'arte deve ritrovare la capacità d'inventare e narrare storie, recuperando quell'essenziale cocktail di ingenuità e genialità che è alla base della creatività umana.
Giovedì 28 settembre | ore 19
Ludovico Pratesi presenta
“Perché l'Italia non ama più l'arte contemporanea”
(Castelvecchi Editore)
ne parlerà con l'autore Arturo Galansino
Come mai l’Italia odia l’arte contemporanea? È a causa del peso del nostro patrimonio artistico o ci sono altre ragioni? Perché non sappiamo promuovere i nostri giovani talenti sulla scena internazionale? Come mai non abbiamo una grande collezione nazionale dedicata all’arte di oggi? Partendo da queste domande, il libro di Pratesi suggerisce alcune direzioni per individuare, in Italia, un nuovo rapporto con l’arte del nostro tempo.
Director’s cut
I direttori dei musei si raccontano "dietro le quinte"
Lunedì 18 settembre | ore 19
Gianfranco Maraniello - Presidente AMACI e direttore MART Trento e Rovereto
Gianfranco Maraniello è Presidente del'AMACI, Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani e membro del Comitato Scientifico per la Collezione d'Arte della Farnesina – Ministero degli Affari Esteri e del MADRE di Napoli. E’ anche membro del Consiglio di Amministrazione della Pinacoteca di Brera.
Oltre ad aver curato mostre in Italia e all'estero e scritto numerosi saggi, ha regolarmente tenuto corsi per master post universitari presso la LUISS a Roma e l'Accademia di Brera a Milano.
È stato curatore presso il Palazzo delle Papesse di Siena e il MACRO di Roma. Nel 2006 è stato curatore della Biennale di Shanghai. Dal 2005 ha diretto la GAM di Bologna per poi inaugurare il MAMbo nel 2007 e assumere dal 2013 al 2015 la Direzione dell'intero sistema museale civico denominato Istituzione Bologna Musei. Da giugno 2015 è il Direttore del Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Lunedì 25 settembre | ore 19
Fabio Cavallucci - direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato
Fabio Cavallucci, romagnolo classe 1961, arriva alla guida del Centro Pecci nel 2014, dopo l’esperienza di quattro anni alla direzione del Centro d’Arte Contemporanea Castello Ujazdowski di Varsavia. Prima di allora aveva diretto, dal 2001 al 2008, la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento; proprio in virtù di quell’incarico aveva coordinato l’edizione di Manifesta che si tenne, nel 2008, in Trentino e Alto Adige. Primo contatto professionale con la Toscana, prima dell’arrivo a Prato, nel 2010, quando diresse la Biennale Internazionale di Scultura di Carrara.
Ytalia
2 ottobre - chiusura mostra Mimmo Paladino
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