La Galleria degli Arazzi. Epifenie di tessuti preziosi

Cristo davanti a Erode, 1601; manifattura medicea; cartone di Ludovico Cardi detto il Cigoli; tessitura di Guasparri Papini, Depositi della Galleria degli Uffizi, Firenze

Cristo davanti a Erode, 1601; manifattura medicea; cartone di Ludovico Cardi detto il Cigoli; tessitura di Guasparri Papini, Depositi della Galleria degli Uffizi, Firenze

 

Dal 20 Marzo 2012 al 02 Giugno 2012

Firenze

Luogo: Galleria degli Uffizi

Indirizzo: via della Ninna 5

Orari: da martedì a domenica 8,15-18,50

Curatori: Giovanna Giusti

Enti promotori:

  • MiBAC
  • Ente Cassa di Risparmio di Firenze
  • Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico
  • Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
  • Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana

Costo del biglietto: intero € 6,50; ridotto: € 3,25

Telefono per informazioni: +39 055 294883

E-Mail info: firenzemusei@operalaboratori.com

Sito ufficiale: http://www.unannoadarte.it


L'esposizione degli arazzi si prefigge di far conoscere al pubblico della Galleria un settore prezioso delle sue collezioni, la cui fama (antica e
nobile) va declinando per via di un'assenza - che dura da decenni, orma - dai luoghi aperti ai visitatori. Gli arazzi sono opere d'arte che il tempo consuma impietoso, assai più d'altri manufatti. La luce, la polvere, la trazione conseguente all'appendimento, sono le cause principali della degenerazione del loro stato conservativo. Al pari delle opere su carta, gli arazzi (i tessuti in genere) non possono essere esibiti per lassi di tempo troppo lunghi. Pena un degrado che porta a un progressivo sbiadimento. Chi abbia avuto la ventura d'essere ammesso a un laboratorio di restauro d'arazzi e abbia pertanto avuto l'agio d'osservare da vicino il verso di quei panni, sarà rimasto sbalordito al cospetto della cromia accesa che l'informa, essendo - il verso - naturalmente scampato all'ingiuria della luce, coi colori che ancora quasi si offrono alla stregua d'un tempo; e avrà del pari provato sconcerto constatandone il divario col recto; divario tanto
più brusco, quanto più lunga sia stata l'esposizione di quell'arazzo alla luce.
Per queste ragioni gli arazzi della Galleria degli Uffizi nel 1987 furono rimossi dai suoi corridoi, dove davvero rappresentavano un tratto d'eleganza magnifica, e furono collocati nelle stanze della riserva. E finché non saranno disponibili le sale al piano terreno dell'edificio - appositamente progettate per ospitare gli arazzi sia pure in una ragionata turnazione nel tempo - queste opere superbe rimarranno confinate in quei locali, attrezzati per la loro migliore conservazione. Non si perderà tuttavia occasione perché nel frattempo siano godute dal maggior numero possibile di visitatori. Come proprio in questo caso s'è fatto.
È stata una favorevole contingenza a consentire d'esporre diciassette arazzi desunti da otto serie ragguardevoli delle collezioni del museo.
Contingenza che permette non solo di render manifesto al pubblico quale sia il tenore qualitativo di queste creazioni, ma anche di sottolineare quanto sia importante procedere a interventi di restauro sulla più parte di questa raccolta.
La mostra espone opere di manifattura fiamminga del Cinquecento (desunte dalle serie delle Storie di Giacobbe, delle Feste alla Corte dei Valois e delle Storie di Annibale) e panni di manifattura fiorentina del Cinquecento e del Seicento (da quelli devozionali del ciclo del Salviati, dalle serie delle Storie fiorentine, delle Cacce, della Passione di Cristo e delle Storie di Fetonte), oltre a due Portiere con stemmi medicei.
Alla presentazione di alcuni arazzi restaurati negli ultimi anni - dei quali Cristo davanti a Erode, su cartone del Cigoli, presentato per la prima volta - si affiancano alcuni anche della medesima serie che attestano la diversa situazione conservativa, favorendo, nel confronto, d'intuirne i risultati di un recupero attraverso l'intervento di restauro.
Gli arazzi - a dispetto delle misure sovente monumentali e di una presenza apparentemente solida - sono manufatti delicati. Chi, per esempio, osservi con attenzione i pezzi scelti in questa circostanza si avvedrà che la superficie non di rado reca segni di sofferenza. La risoluzione d'offrire alla vista i panni bisognosi di cure accanto a quelli sortiti da un intervento di riassetto risponde anch'essa a una precisa volontà didattica; ch'è quella di dar conto delle grandi possibilità di risarcimento fisico ed estetico consentite dalla scuola di restauro fiorentina, una delle migliori al mondo. Ogni visitatore però - potendo contare nel percorso della mostra su un'illustrazione concisa ma perspicua dei metodi esecutivi e, insieme, delle tecniche di restauro - prenderà coscienza della complessità d'ogni intervento, al contempo soppesandone la maestria e l'estro sottesi.

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