SUPERNOVECENTO
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SUPERNOVECENTO, Sedi varie, Firenze
Dal 08 Marzo 2025 al 30 Novembre 2025
Firenze
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: Sedi varie
Curatori: Sergio Risaliti
Il Museo Novecento è pronto ad inaugurare un 2025 all’insegna di grandi mostre con SUPERNOVECENTO. Il programma del primo semestre, per la primavera-estate 2025, curato dal direttore Sergio Risaliti, comprende una serie di progetti che coinvolgerà non solo gli spazi museali delle ex Leopoldine, ma anche Piazza della Signoria, il Museo di Palazzo Vecchio e Manifattura Tabacchi, creando un unico e significativo legame tra passato e contemporaneo. I filoni principali attorno ai quali ruota la programmazione scientifica 2025 sono il sostegno alle artiste e alle giovani generazioni, l’inclusività, il cambiamento climatico e nuove forme di sostenibilità.
"Grandi mostre ed eventi che non si svolgeranno solo nel museo Novecento ma anche all'aperto, come in Piazza della Signoria, o nel Museo di Palazzo Vecchio e alla Manifattura Tabacchi - ha detto l'assessore alla cultura Giovanni Bettarini. - Un ricco programma che attraversa temi sensibili e attuali come l’inclusività, il cambiamento climatico o le nuove forme di sostenibilità, senza scordare mai il sostegno alle artiste e alle giovani generazioni. Il contemporaneo torna ad essere protagonista nella nostra città con la mostra dell'artista inglese Thomas J Price che arriva fin nel cuore, in Piazza Signoria. Il Museo Novecento ha organizzato eventi con grandi nomi che spaziano da Marion Baruch e alle artiste Chiara Baima Poma, Tuli Mekondjo, Lucia Cantò, Parul Thacker e Fatima Bianchi. Ringraziamo il direttore Sergio Risaliti per questa rassegna all'insegna di grandiesposizioni"
La nuova primavera di mostre al Museo Novecento inizia sabato 8 marzo con l’inaugurazione della collettiva Messaggere, che vedrà dialogare le artiste Chiara Baima Poma, Fatima Bianchi, Lucia Cantò, Tuli Mekondjo e Parul Thacker,in una riflessione sull’arte intesa come pratica spirituale.
Tra gli appuntamenti più attesi di questo 2025 vi è sicuramente la grande mostra di Thomas J Priceche aprirà al pubblico venerdì 14 marzo. Come avvenuto in passato con i progetti espositivi di Jenny Saville, Rachel Feinstein e Louise Bourgeois,la mostra Thomas J Price in Florencesi estenderà ed entrerà in dialogo con i luoghi chiave del centro storico fiorentino, includendo una grande installazione in Piazza della Signoria,dove negli anni scorsi si erano installate le opere di Jeff Koons, Jan Fabre e Urs Fischer, che tanto avevano fatto discutere, accelerando d'altro canto quel processo di rinnovamento culturale di cui la città aveva bisogno. Thomas J Price, celebre per le sue sculture figurative di grandi dimensioni alloggiate in spazi pubblici e sale museali, porterà nella piazza simbolo del Rinascimento, una figura femminile di dimensioni monumentali realizzata in bronzo con patina oro. Per la prima volta tra le celebri sculture del David o del Perseo, del Nettuno o dell’Ercole e Caco, icone che da secoli adornano uno dei luoghi simbolo del patrimonio artistico mondiale, comparirà come protagonista una giovane donna contemporanea, “immortalata” in una posa che nulla ha d’eroico o di terribile, ma di normale quotidianità, quasi distaccata da quel mondo immaginario, dominato da figure retoriche, antiche mitologie, personaggi appartenenti alla narrazione biblica, dispositivi simbolici e persuasivi che dovevano rappresentare e celebrare il dominio assoluto del potere. .
Lo stesso giorno aprirà il progetto espositivo Marion Baruch.Un passo avanti tanti dietro, che renderà omaggio,con la più ampia retrospettiva in un’istituzione italiana,alla grande artista cosmopolita e versatile nata a Timisoara nel 1929. La mostra si inserisce in un preciso programma culturale volto a rileggere la storia dell’arte del secolo scorso dando riconoscimento istituzionale ad artiste che nell’arco della loro carriera hanno contribuito a trasformare le nostre categorie visive e a mettere in discussione approcci e limiti culturali, soffrendo però di una scarsa visibilità e affermazione rispetto alle controparti maschili.
Adaprile il programma proseguirà con un’incursione nell’arte del Novecento attraverso una monografica che celebrerà Lorenzo Bonechi, a settant’anni dalla sua nascita.
Il programma del Museo si arricchirà a giugno con un progetto legato all’emergenza climatica e alla sostenibilità con l’artista e land conservator americana Haley Mellin.Il progettoRe-wild Museum, pensato in collaborazione con Haley Mellin, trasformerà il chiostro del Museo Novecento in un giardino permanente, un’oasi verde con piante native nel cuore dell’ex convento, pensata per compensare le emissioni di CO2 del museo e per restituire alla comunità un giardino sul modello di quello che nei secoli passati adornava il luogo. Le sale espositive ospiteranno inoltre la prima mostra personale di Haley Mellin in Italia.Sarà l’occasione per ammirare la sua produzione, tra dipinti e disegni, realizzati con un’immersione totale nelle foreste che con il suo attivismo vuole preservare dalla distruzione.
VIRGOLETTATO DEL DIRETTORE SERGIO RISALITI
“Il 2025 al Museo Novecento è SUPER –dichiara il Direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti – Dopo un 2024 che si è concluso con uno straordinario successo e con mostre prestigiose comeRitornieRetroscena, così come la grande mostra dedicata aLouise Bourgeois, affrontiamo i prossimi mesi con grande energia e motivazione e con un programma scientifico e curatoriale che vira decisamente verso l’attualità e le grandi tematiche politiche, sociali e artistiche e le più impellenti urgenze del nostro tempo.
Saranno protagoniste: le nuove generazioni di artiste contemporanee nella mostraMessaggerea cura diEva FranciolieStefania Rispoli, e poi affermati scultori del nostro tempo comeThomas J Price,artiste dalla straordinaria carriera comeMarion Baruche pittrici attiviste di grande talento comeHaley Mellin,in un dialogo tra generazioni che abbraccia il Novecento e culture diverse tra Italia, Europa, Africa e Asia. Il Museo Novecento e alcuni dei suoi luoghi più simbolici diventeranno teatro di un confronto aperto tra passato e contemporaneità, tra un patrimonio museificato e un presente in evoluzione.
In questi anni ilMuseo Novecentosi è contraddistinto come uno dei pochi musei in grado di estendere il proprio operato al di fuori della casa madre. Quest’anno faremo altrettanto “occupando”Piazza SignoriaePalazzo Vecchio, luoghi simbolo del patrimonio storico e artistico mondiale, e laManifattura Tabacchi, una cittadella dentro Firenze che è diventata crocevia di attività artigianali, residenze artistiche e centro di formazione. Cresce la rete di collaborazioni con musei e istituzioni e partner privati tra le qualiRe:Wild, fondazionefilantropica americanache si occupa della protezione e rigenerazione delle foreste,annoverando Leonardo di Caprio tra i suoi soci fondatori.
Allo scultore britannicoThomas J Priceè stata commissionata una scultura monumentale per quell’agorà moderna che dalCinquecentoèPiazza Signoria, dove troneggiano i più celebri capolavori della scultura rinascimentale, dalla copia del David di Michelangelo all’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli al Perseo di Benvenuto Cellini, al Ratto delle Sabine di Giambologna, senza dimenticare la superba fontana del Nettuno a firma Ammannati e al monumento equestre di Cosimo I anch’esso di Giambologna e la replica della Giuditta di Donatello.
Quello diThomas J Pricesarà un formidabile confronto con i canoni e i modelli estetici che per secoli hanno contraddistinto la storia dell’arte occidentale e che fino ad oggi sono stati ritenuti intramontabili e non negoziabili con le altre culture: il suo linguaggio, radicalmente contemporaneo, si appropria infatti di queste forme “ideali” per rigenerarle, affidando ad esse la celebrazione della propria identità in uno spazio pubblico che è anche museo a cielo aperto. Per la prima volta in 600 anni si erge qui la figura di una giovane donna del nostro tempo: immagine della quotidianità che dialoga con figure eroiche e bibliche o del mito. Le sue dimensioni monumentali, la sua postura e gestualità, la patina dorata, il fatto di non essere installata su un piedistallo ma poggiando direttamente sulle pietre della piazza, la collocano tuttavia in una dimensione “altra”, creando un cortocircuito tra il tempo che scorre (Time Unfolding, titolo dell’opera) della vita e della socialità e l’immobile eternità delle sculture rinascimentali che dominano la scena di Piazza Signoria.
Siamo altrettanto felici e orgogliosi di ospitare per la prima volta in un museo italiano le opere diHaley Mellin, la cui pratica artistica sfugge anch’essa a vetuste definizioni e geografie culturali.Haley Mellinè una land conservator, un’attivista e una stupefacente pittrice che non imita la natura, quando dipinge en plein air nel cuore di foreste amazzoniche, ma si fa un tutt’uno con essa, in un rapporto intimo e alla pari come si vede nei suoi dipinti e nei suoi disegni, in cui la rappresentazione si fa quasi una sorta di nuovo gemellaggio fraterno tra corpo dell’artista e natura. Le sue opere, all’apparenza quasi anacronistiche e obsolete, superano persino la fotografia e ogni virtualità tecnologica per l’altissima definizione che le caratterizza, espressione di un linguaggio pittorico che nasce dal contatto intimo e totalizzante con la natura quale risultato eclatante del suo attivismo.”
VIRGOLETTATO DELLE CURATRICI EVA FRANCIOLI E STEFANIA RISPOLI
“In un tempo inquieto come quello attuale, segnato da numerosi conflitti e da un interesse crescente per i beni materiali, la mostra MESSAGGERE vuole sottolineare la natura costruttiva dell’arte, la sua capacità di creare spazi di pensiero, luoghi di confronto e isole di resistenza – scrivono le curatrici Eva Francioli e Stefania Rispoli – La domanda che ci siamo poste nel progettare questa esposizione, e nell’invitare a Firenze le artiste Chiara Baima Poma, Parul Thacker, Lucia Cantò, Fatima Bianchi e Tuli Mekondjo, è stata: può l’arte, oggi, essere concepita come una pratica spirituale?
Chi sceglie di intraprendere le strade affascinanti ma impervie dell’arte, del resto, compie spesso un vero e proprio atto di fede. Libera il desiderio di sognare, rincorre una visione, sente di abbracciare una missione. In una società ossessionata dal profitto, l’artista sembra muoversi come una monade che invita a soffermarsi sui movimenti più intimi e inafferrabili della nostra anima. Rivelatore di certezze in un momento di deriva, può indicare strade diverse in un mondo segnato dal pensiero dominante, in cui facciamo fatica a riconoscerci e ad avere fiducia in chi ci sta attorno. Per questo appare quanto mai importante credere in un’alternativa ed investire nel proprio messaggio.
L’esposizione stessa dell’arte – che implica un invito alla concentrazione, al coinvolgimento e alla contemplazione – porta inoltre con sé una ritualità che sembra essere vicina a quella dei luoghi sacri, siano essi chiese, templi, santuari o spazi di preghiera di altro tipo. L’arte sembra vivere in una temporalità diversa, calata nel presente ma anche sospesa in uno spazio quasi trascendente.
Appare quindi particolarmente significativo l’inserimento della collettiva nelle sale al piano terra del Museo Novecento, che storicamente, quando l’edificio fungeva da ospedale ed era gestito da comunità monastiche femminili, erano riservate al nutrimento dell’anima (con la presenza della cappella) e del corpo (con le antiche cucine). Questi ambienti accoglieranno una nuova generazione di artiste che, pur essendo diverse per provenienza, cultura, formazione e modalità espressive, appaiono accomunate da una ricerca che tocca le corde più profonde dell’animo umano e si traduce in opere che risuonano armonicamente tra loro.”
"Grandi mostre ed eventi che non si svolgeranno solo nel museo Novecento ma anche all'aperto, come in Piazza della Signoria, o nel Museo di Palazzo Vecchio e alla Manifattura Tabacchi - ha detto l'assessore alla cultura Giovanni Bettarini. - Un ricco programma che attraversa temi sensibili e attuali come l’inclusività, il cambiamento climatico o le nuove forme di sostenibilità, senza scordare mai il sostegno alle artiste e alle giovani generazioni. Il contemporaneo torna ad essere protagonista nella nostra città con la mostra dell'artista inglese Thomas J Price che arriva fin nel cuore, in Piazza Signoria. Il Museo Novecento ha organizzato eventi con grandi nomi che spaziano da Marion Baruch e alle artiste Chiara Baima Poma, Tuli Mekondjo, Lucia Cantò, Parul Thacker e Fatima Bianchi. Ringraziamo il direttore Sergio Risaliti per questa rassegna all'insegna di grandiesposizioni"
La nuova primavera di mostre al Museo Novecento inizia sabato 8 marzo con l’inaugurazione della collettiva Messaggere, che vedrà dialogare le artiste Chiara Baima Poma, Fatima Bianchi, Lucia Cantò, Tuli Mekondjo e Parul Thacker,in una riflessione sull’arte intesa come pratica spirituale.
Tra gli appuntamenti più attesi di questo 2025 vi è sicuramente la grande mostra di Thomas J Priceche aprirà al pubblico venerdì 14 marzo. Come avvenuto in passato con i progetti espositivi di Jenny Saville, Rachel Feinstein e Louise Bourgeois,la mostra Thomas J Price in Florencesi estenderà ed entrerà in dialogo con i luoghi chiave del centro storico fiorentino, includendo una grande installazione in Piazza della Signoria,dove negli anni scorsi si erano installate le opere di Jeff Koons, Jan Fabre e Urs Fischer, che tanto avevano fatto discutere, accelerando d'altro canto quel processo di rinnovamento culturale di cui la città aveva bisogno. Thomas J Price, celebre per le sue sculture figurative di grandi dimensioni alloggiate in spazi pubblici e sale museali, porterà nella piazza simbolo del Rinascimento, una figura femminile di dimensioni monumentali realizzata in bronzo con patina oro. Per la prima volta tra le celebri sculture del David o del Perseo, del Nettuno o dell’Ercole e Caco, icone che da secoli adornano uno dei luoghi simbolo del patrimonio artistico mondiale, comparirà come protagonista una giovane donna contemporanea, “immortalata” in una posa che nulla ha d’eroico o di terribile, ma di normale quotidianità, quasi distaccata da quel mondo immaginario, dominato da figure retoriche, antiche mitologie, personaggi appartenenti alla narrazione biblica, dispositivi simbolici e persuasivi che dovevano rappresentare e celebrare il dominio assoluto del potere. .
Lo stesso giorno aprirà il progetto espositivo Marion Baruch.Un passo avanti tanti dietro, che renderà omaggio,con la più ampia retrospettiva in un’istituzione italiana,alla grande artista cosmopolita e versatile nata a Timisoara nel 1929. La mostra si inserisce in un preciso programma culturale volto a rileggere la storia dell’arte del secolo scorso dando riconoscimento istituzionale ad artiste che nell’arco della loro carriera hanno contribuito a trasformare le nostre categorie visive e a mettere in discussione approcci e limiti culturali, soffrendo però di una scarsa visibilità e affermazione rispetto alle controparti maschili.
Adaprile il programma proseguirà con un’incursione nell’arte del Novecento attraverso una monografica che celebrerà Lorenzo Bonechi, a settant’anni dalla sua nascita.
Il programma del Museo si arricchirà a giugno con un progetto legato all’emergenza climatica e alla sostenibilità con l’artista e land conservator americana Haley Mellin.Il progettoRe-wild Museum, pensato in collaborazione con Haley Mellin, trasformerà il chiostro del Museo Novecento in un giardino permanente, un’oasi verde con piante native nel cuore dell’ex convento, pensata per compensare le emissioni di CO2 del museo e per restituire alla comunità un giardino sul modello di quello che nei secoli passati adornava il luogo. Le sale espositive ospiteranno inoltre la prima mostra personale di Haley Mellin in Italia.Sarà l’occasione per ammirare la sua produzione, tra dipinti e disegni, realizzati con un’immersione totale nelle foreste che con il suo attivismo vuole preservare dalla distruzione.
VIRGOLETTATO DEL DIRETTORE SERGIO RISALITI
“Il 2025 al Museo Novecento è SUPER –dichiara il Direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti – Dopo un 2024 che si è concluso con uno straordinario successo e con mostre prestigiose comeRitornieRetroscena, così come la grande mostra dedicata aLouise Bourgeois, affrontiamo i prossimi mesi con grande energia e motivazione e con un programma scientifico e curatoriale che vira decisamente verso l’attualità e le grandi tematiche politiche, sociali e artistiche e le più impellenti urgenze del nostro tempo.
Saranno protagoniste: le nuove generazioni di artiste contemporanee nella mostraMessaggerea cura diEva FranciolieStefania Rispoli, e poi affermati scultori del nostro tempo comeThomas J Price,artiste dalla straordinaria carriera comeMarion Baruche pittrici attiviste di grande talento comeHaley Mellin,in un dialogo tra generazioni che abbraccia il Novecento e culture diverse tra Italia, Europa, Africa e Asia. Il Museo Novecento e alcuni dei suoi luoghi più simbolici diventeranno teatro di un confronto aperto tra passato e contemporaneità, tra un patrimonio museificato e un presente in evoluzione.
In questi anni ilMuseo Novecentosi è contraddistinto come uno dei pochi musei in grado di estendere il proprio operato al di fuori della casa madre. Quest’anno faremo altrettanto “occupando”Piazza SignoriaePalazzo Vecchio, luoghi simbolo del patrimonio storico e artistico mondiale, e laManifattura Tabacchi, una cittadella dentro Firenze che è diventata crocevia di attività artigianali, residenze artistiche e centro di formazione. Cresce la rete di collaborazioni con musei e istituzioni e partner privati tra le qualiRe:Wild, fondazionefilantropica americanache si occupa della protezione e rigenerazione delle foreste,annoverando Leonardo di Caprio tra i suoi soci fondatori.
Allo scultore britannicoThomas J Priceè stata commissionata una scultura monumentale per quell’agorà moderna che dalCinquecentoèPiazza Signoria, dove troneggiano i più celebri capolavori della scultura rinascimentale, dalla copia del David di Michelangelo all’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli al Perseo di Benvenuto Cellini, al Ratto delle Sabine di Giambologna, senza dimenticare la superba fontana del Nettuno a firma Ammannati e al monumento equestre di Cosimo I anch’esso di Giambologna e la replica della Giuditta di Donatello.
Quello diThomas J Pricesarà un formidabile confronto con i canoni e i modelli estetici che per secoli hanno contraddistinto la storia dell’arte occidentale e che fino ad oggi sono stati ritenuti intramontabili e non negoziabili con le altre culture: il suo linguaggio, radicalmente contemporaneo, si appropria infatti di queste forme “ideali” per rigenerarle, affidando ad esse la celebrazione della propria identità in uno spazio pubblico che è anche museo a cielo aperto. Per la prima volta in 600 anni si erge qui la figura di una giovane donna del nostro tempo: immagine della quotidianità che dialoga con figure eroiche e bibliche o del mito. Le sue dimensioni monumentali, la sua postura e gestualità, la patina dorata, il fatto di non essere installata su un piedistallo ma poggiando direttamente sulle pietre della piazza, la collocano tuttavia in una dimensione “altra”, creando un cortocircuito tra il tempo che scorre (Time Unfolding, titolo dell’opera) della vita e della socialità e l’immobile eternità delle sculture rinascimentali che dominano la scena di Piazza Signoria.
Siamo altrettanto felici e orgogliosi di ospitare per la prima volta in un museo italiano le opere diHaley Mellin, la cui pratica artistica sfugge anch’essa a vetuste definizioni e geografie culturali.Haley Mellinè una land conservator, un’attivista e una stupefacente pittrice che non imita la natura, quando dipinge en plein air nel cuore di foreste amazzoniche, ma si fa un tutt’uno con essa, in un rapporto intimo e alla pari come si vede nei suoi dipinti e nei suoi disegni, in cui la rappresentazione si fa quasi una sorta di nuovo gemellaggio fraterno tra corpo dell’artista e natura. Le sue opere, all’apparenza quasi anacronistiche e obsolete, superano persino la fotografia e ogni virtualità tecnologica per l’altissima definizione che le caratterizza, espressione di un linguaggio pittorico che nasce dal contatto intimo e totalizzante con la natura quale risultato eclatante del suo attivismo.”
VIRGOLETTATO DELLE CURATRICI EVA FRANCIOLI E STEFANIA RISPOLI
“In un tempo inquieto come quello attuale, segnato da numerosi conflitti e da un interesse crescente per i beni materiali, la mostra MESSAGGERE vuole sottolineare la natura costruttiva dell’arte, la sua capacità di creare spazi di pensiero, luoghi di confronto e isole di resistenza – scrivono le curatrici Eva Francioli e Stefania Rispoli – La domanda che ci siamo poste nel progettare questa esposizione, e nell’invitare a Firenze le artiste Chiara Baima Poma, Parul Thacker, Lucia Cantò, Fatima Bianchi e Tuli Mekondjo, è stata: può l’arte, oggi, essere concepita come una pratica spirituale?
Chi sceglie di intraprendere le strade affascinanti ma impervie dell’arte, del resto, compie spesso un vero e proprio atto di fede. Libera il desiderio di sognare, rincorre una visione, sente di abbracciare una missione. In una società ossessionata dal profitto, l’artista sembra muoversi come una monade che invita a soffermarsi sui movimenti più intimi e inafferrabili della nostra anima. Rivelatore di certezze in un momento di deriva, può indicare strade diverse in un mondo segnato dal pensiero dominante, in cui facciamo fatica a riconoscerci e ad avere fiducia in chi ci sta attorno. Per questo appare quanto mai importante credere in un’alternativa ed investire nel proprio messaggio.
L’esposizione stessa dell’arte – che implica un invito alla concentrazione, al coinvolgimento e alla contemplazione – porta inoltre con sé una ritualità che sembra essere vicina a quella dei luoghi sacri, siano essi chiese, templi, santuari o spazi di preghiera di altro tipo. L’arte sembra vivere in una temporalità diversa, calata nel presente ma anche sospesa in uno spazio quasi trascendente.
Appare quindi particolarmente significativo l’inserimento della collettiva nelle sale al piano terra del Museo Novecento, che storicamente, quando l’edificio fungeva da ospedale ed era gestito da comunità monastiche femminili, erano riservate al nutrimento dell’anima (con la presenza della cappella) e del corpo (con le antiche cucine). Questi ambienti accoglieranno una nuova generazione di artiste che, pur essendo diverse per provenienza, cultura, formazione e modalità espressive, appaiono accomunate da una ricerca che tocca le corde più profonde dell’animo umano e si traduce in opere che risuonano armonicamente tra loro.”
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