Diario di un designer. Sessantanove giorni nel segno di Vito Nesta
Dal 17 Giugno 2021 al 26 Settembre 2021
Genova
Luogo: Museo di Palazzo Reale di Genova
Indirizzo: Via Balbi 10
Orari: da mercoledì a sabato 13.30-19 (ultimo ingresso 18.30)
Curatori: Alessandro Valenti e Luca Parodi
Enti promotori:
- MiC - Ministero della Cultura
- Museo di Palazzo Reale di Genova
Costo del biglietto: L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto del Museo
Telefono per informazioni: +39 010 592158
E-Mail info: customerservice@wingsoft.it
Sito ufficiale: http://palazzorealegenova.beniculturali.it/
Giovedì 17 giugno sarà inaugurata a Palazzo Reale di Genova la mostra Diario di un designer. Sessantanove giorni nel segno di Vito Nesta, a cura di Alessandro Valenti e Luca Parodi, prima esposizione del museo dedicata a un designer contemporaneo, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design dell’Università di Genova. La mostra si inserisce nel programma di Genova Design Week in calendario dal 17 al 21 giugno 2021.
Il percorso si snoda attraverso tracciati paralleli che mostrano il lavoro del designer in due distinte modalità espositive che ripercorrono, da un lato, il vissuto durante i giorni del lockdown e, dall’altro, omaggiano la dimora genovese attraverso oggetti e arredi contemporanei messi in dialogo con i pezzi storici del museo.
La prima modalità è installativa. Nella Galleria degli Specchi, un tavolo che è anche una metafora della tavola apparecchiata raccoglie cento piatti creati nei sessantanove giorni di isolamento trascorsi in casa, usando la ceramica come le pagine di un diario.
Il tema dell’esperienza è il fulcro della narrazione: nei piatti in mostra prendono forma, in una moltitudine di motivi compositivi, le sensazioni e gli stati d’animo di quelle giornate solitarie, i ricordi riaffiorati per caso, i piccoli cambiamenti quotidiani osservati dalla finestra.
Si delinea un forte rapporto con il tempo, da una parte monotono che sembra non scorrere, dall’altra quasi regalato, che permette un’introspezione che trova nel disegno la propria manifestazione. Il risultato è un mondo figurativo, a tratti astratto, in cui l’immaginato si trasforma in reale e viceversa, un luogo in cui gli echi di popolazioni lontane, bellezze ancestrali, nature selvagge e città chiaroscurali si relazionano con il rigore di prismi e geometrie grafiche e con l’antico mistero raffigurato su monete e carte da gioco.
La seconda modalità espositiva è mimetica e vede il segno di Vito Nesta infiltrarsi tra le stanze del museo, dando vita a un sottile gioco di rimandi e mimesis. L’esperienza si snoda lungo le sale finemente decorate di stucchi e affreschi, dove l’osservatore si trova inconsapevolmente a ricercare e scoprire gli oggetti realizzati dal designer.
Sono presenti in mostra il tavolo progettato per la mostra e realizzato da Studio F, i pouf in tiratura limitata e le due panche pezzi unici, prodotte da Tappezzerie Druetta e foderate con tessuti fuori collezione di RUBELLI, che entrano a far parte degli arredi del Museo, il tappeto Turquerie disegnato per LesOttomans, i vasi in ceramica Grand Tour realizzati per la mostra Musica da viaggio. Vito Nesta nelle stanze di Giuseppe Verdi del 2019, i vasi in vetro presentati quest’anno con l’azienda Effetto Vetro.
Pugliese di origine e milanese di adozione, Vito Nesta si laurea in Interior Design a Firenze. Designer, art director, interior decorator e artigiano, Vito Nesta è animato da una grandissima curiosità per le culture più diverse. Il viaggio è la costante della sua formazione, sempre alla ricerca di immagini sospese tra design e artigianato che lui intende come sapiente cultura del fare e anima della creatività. Si interessa di tutto quello che gira intorno al pensiero progettuale, spaziando dalla grafica all’architettura, dalla fotografia alla pittura. Ha collaborato con Cadriano, Devon & Devon, Effetto Vetro, Fratelli Majello, Imarika, Karpeta, LesOttomans, Riva 1920, Roche Bobois, Sanbonet, Texturae, Limonta, EXTO, Tappezzerie Druetta, San Patrignano e Secondome Edizioni. Nel 2018 ha fondato il suo brand personale Grand Tour.
Il percorso si snoda attraverso tracciati paralleli che mostrano il lavoro del designer in due distinte modalità espositive che ripercorrono, da un lato, il vissuto durante i giorni del lockdown e, dall’altro, omaggiano la dimora genovese attraverso oggetti e arredi contemporanei messi in dialogo con i pezzi storici del museo.
La prima modalità è installativa. Nella Galleria degli Specchi, un tavolo che è anche una metafora della tavola apparecchiata raccoglie cento piatti creati nei sessantanove giorni di isolamento trascorsi in casa, usando la ceramica come le pagine di un diario.
Il tema dell’esperienza è il fulcro della narrazione: nei piatti in mostra prendono forma, in una moltitudine di motivi compositivi, le sensazioni e gli stati d’animo di quelle giornate solitarie, i ricordi riaffiorati per caso, i piccoli cambiamenti quotidiani osservati dalla finestra.
Si delinea un forte rapporto con il tempo, da una parte monotono che sembra non scorrere, dall’altra quasi regalato, che permette un’introspezione che trova nel disegno la propria manifestazione. Il risultato è un mondo figurativo, a tratti astratto, in cui l’immaginato si trasforma in reale e viceversa, un luogo in cui gli echi di popolazioni lontane, bellezze ancestrali, nature selvagge e città chiaroscurali si relazionano con il rigore di prismi e geometrie grafiche e con l’antico mistero raffigurato su monete e carte da gioco.
La seconda modalità espositiva è mimetica e vede il segno di Vito Nesta infiltrarsi tra le stanze del museo, dando vita a un sottile gioco di rimandi e mimesis. L’esperienza si snoda lungo le sale finemente decorate di stucchi e affreschi, dove l’osservatore si trova inconsapevolmente a ricercare e scoprire gli oggetti realizzati dal designer.
Sono presenti in mostra il tavolo progettato per la mostra e realizzato da Studio F, i pouf in tiratura limitata e le due panche pezzi unici, prodotte da Tappezzerie Druetta e foderate con tessuti fuori collezione di RUBELLI, che entrano a far parte degli arredi del Museo, il tappeto Turquerie disegnato per LesOttomans, i vasi in ceramica Grand Tour realizzati per la mostra Musica da viaggio. Vito Nesta nelle stanze di Giuseppe Verdi del 2019, i vasi in vetro presentati quest’anno con l’azienda Effetto Vetro.
Pugliese di origine e milanese di adozione, Vito Nesta si laurea in Interior Design a Firenze. Designer, art director, interior decorator e artigiano, Vito Nesta è animato da una grandissima curiosità per le culture più diverse. Il viaggio è la costante della sua formazione, sempre alla ricerca di immagini sospese tra design e artigianato che lui intende come sapiente cultura del fare e anima della creatività. Si interessa di tutto quello che gira intorno al pensiero progettuale, spaziando dalla grafica all’architettura, dalla fotografia alla pittura. Ha collaborato con Cadriano, Devon & Devon, Effetto Vetro, Fratelli Majello, Imarika, Karpeta, LesOttomans, Riva 1920, Roche Bobois, Sanbonet, Texturae, Limonta, EXTO, Tappezzerie Druetta, San Patrignano e Secondome Edizioni. Nel 2018 ha fondato il suo brand personale Grand Tour.
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