Il Gran Teatro dei Cartelami
Dal 11 Maggio 2013 al 25 Agosto 2013
Genova
Luogo: Palazzo Ducale
Indirizzo: piazza Giacomo Matteotti 9
Orari: da martedì a domenica 10-19
Curatori: Franco Boggero, Alfonso Sista
Costo del biglietto: € 7 intero, € 6 ridotto, scuole € 4
Telefono per informazioni: +39 010 5574065
E-Mail info: palazzoducale@palazzoducale.genova.it
Sito ufficiale: http://www.palazzoducale.genova.it
Dall'11 maggio al 25 agosto Palazzo Ducale presenta la mostra Il Gran Teatro dei Cartelami. Scenografie Tra mistero e meraviglia.
Allestita nell'Appartamento del Doge, l'esposizione - curata da Franco Boggero e Alfonso Sista, della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria - è un'occasione unica per scoprire i cartelami, particolari scenografie così chiamate in Liguria perché costruite con il cartone.
Dette décors o monumentos. in altre regioni dell'Europa mediterranea, sono apparati - in mostra saranno esposti oltre cento pezzi - per lo più di gusto popolare, legati a particolari momenti del rito cristiano, come la Settimana Santa e l'adorazione eucaristica delle Quarantore.
Tra il XVII e il XIX secolo, la loro produzione ha una grande varietà di soluzioni compositive e ricorre ai più diversi materiali di supporto: oltre al cartone, il legno, la tela e la latta. Il materiale conosciuto e schedato si è fatto molto più consistente negli ultimi anni, grazie anche al protrarsi delle ricerche condotte sul campo dai tecnici della Soprintendenza.
Il crescente interesse per questi apparati ha portato a recenti restauri in Catalogna e nei Pyrénées-Orientales, nel Nizzardo e nelle Alpi Marittime, nonché in Corsica, in Sardegna e in Toscana. In mostra, i materiali liguri sono posti a diretto confronto con quelli delle altre aree europee, mettendo così in evidenza differenze e tratti comuni.
Nei cosiddetti Sepolcri della Settimana Santa, l'allestimento è risolto talvolta in chiave prospettica, con una successione di tendoni o di schermi dipinti, come nei monuments di Espira-de-Conflent e di Fontpédrouse, nel Roussillon francese (la zona di Perpignan, ai confini coi Pirenei).
In Corsica si possono trovare invece pavillons concepiti come piccoli ambienti praticabili, decorati al loro interno da finti cicli di affreschi (in realtà, dipinti a tempera su tela): una tipologia rappresentata, in mostra, dal Sepolcru settecentesco di San Damiano di Ampugnani - nella regione boscosa della Castagniccia, a sud di Bastia - realizzato quando l'isola era ancora sotto il Dominio genovese.
In Liguria sono molto frequenti le libere composizioni di sagome in cartone (i cartelami in senso stretto), ma sono stati anche riscoperti veri e propri "teatri sacri" composti di boccascena, quinte e fondale, pensati per ambientarsi senza sforzo nello spazio architettonico di una chiesa.
Emblematico il caso dell'apparato di Ligo, nelle vicinanze di Albenga, e addirittura clamoroso quello del "Sepolcro Istoriato" di Laigueglia, davvero colossale - raggiunge i 15 metri d'altezza - e completamente smontabile. Nel Savonese, in particolare a Sassello, e nel Nizzardo (ma anche nelle Alpes-Maritimes, a Sospel, e in Corsica, a Bastia), le sagome sono ricavate nel legno. A Castelnuovo Magra si conserva invece un raro complesso di figure dipinte, nell'Ottocento, a olio sulla banda stagnata: la latta.
Un "teatro" del tutto diverso è quello in funzione dell'adorazione eucaristica delle Quarantore. In genere viene concepito come un'espansione illusiva dell'altare, che conduce per livelli graduali alla ribalta celeste nella quale era collocato l'ostensorio. A differenza dei Sepolcri, tenuti in penombra o percorsi da luci tenui, questi allestimenti sono giocati "in chiaro", con grande abbondanza di lumi.
La cosiddetta "Macchina" della cattedrale di Savona, dipinta da Paolo Gerolamo Brusco all'inizio dell'Ottocento, creava sopra l'altare un elegante carosello di angeli. Dimenticata per decenni in un deposito, dopo la mostra troverà in quella città uno spazio e un'adeguata valorizzazione. Un discorso analogo si può fare per uno straordinario apparato settecentesco (la "Nuvola") dipinto da Giovanni Agostino Ratti e riscoperto di recente ad Albissola Marina. Si tratta di una sorta di reliquiario gigante composto di diversi materiali (legno, tela, cartapesta) e animato da figurine angeliche, utilizzato in passato anche come "cassa" processionale.
In mostra, il valore e il significato dei numerosi apparati sono opportunamente commentati, anche attraverso una serie di suoni e rumori: in particolare, si ricreerà l'alta tensione emotiva legata ad alcuni, specifici riti pre-pasquali, come l'Ufficio delle Tenebre. Con gli strumenti originali (bàttole e raganelle, corni, trombe di corteccia) si è registrato, e viene riproposto, lo strépito col quale le comunità "chiamavano Barabba", riproducevano il clamore della folla nel percorso al Calvario e allontanavano, in definitiva, antichissime paure ed angosce legate al buio e alla presenza del male.
L'esposizione è promossa dalla Fondazione Carige di Genova e organizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria.
Allestita nell'Appartamento del Doge, l'esposizione - curata da Franco Boggero e Alfonso Sista, della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria - è un'occasione unica per scoprire i cartelami, particolari scenografie così chiamate in Liguria perché costruite con il cartone.
Dette décors o monumentos. in altre regioni dell'Europa mediterranea, sono apparati - in mostra saranno esposti oltre cento pezzi - per lo più di gusto popolare, legati a particolari momenti del rito cristiano, come la Settimana Santa e l'adorazione eucaristica delle Quarantore.
Tra il XVII e il XIX secolo, la loro produzione ha una grande varietà di soluzioni compositive e ricorre ai più diversi materiali di supporto: oltre al cartone, il legno, la tela e la latta. Il materiale conosciuto e schedato si è fatto molto più consistente negli ultimi anni, grazie anche al protrarsi delle ricerche condotte sul campo dai tecnici della Soprintendenza.
Il crescente interesse per questi apparati ha portato a recenti restauri in Catalogna e nei Pyrénées-Orientales, nel Nizzardo e nelle Alpi Marittime, nonché in Corsica, in Sardegna e in Toscana. In mostra, i materiali liguri sono posti a diretto confronto con quelli delle altre aree europee, mettendo così in evidenza differenze e tratti comuni.
Nei cosiddetti Sepolcri della Settimana Santa, l'allestimento è risolto talvolta in chiave prospettica, con una successione di tendoni o di schermi dipinti, come nei monuments di Espira-de-Conflent e di Fontpédrouse, nel Roussillon francese (la zona di Perpignan, ai confini coi Pirenei).
In Corsica si possono trovare invece pavillons concepiti come piccoli ambienti praticabili, decorati al loro interno da finti cicli di affreschi (in realtà, dipinti a tempera su tela): una tipologia rappresentata, in mostra, dal Sepolcru settecentesco di San Damiano di Ampugnani - nella regione boscosa della Castagniccia, a sud di Bastia - realizzato quando l'isola era ancora sotto il Dominio genovese.
In Liguria sono molto frequenti le libere composizioni di sagome in cartone (i cartelami in senso stretto), ma sono stati anche riscoperti veri e propri "teatri sacri" composti di boccascena, quinte e fondale, pensati per ambientarsi senza sforzo nello spazio architettonico di una chiesa.
Emblematico il caso dell'apparato di Ligo, nelle vicinanze di Albenga, e addirittura clamoroso quello del "Sepolcro Istoriato" di Laigueglia, davvero colossale - raggiunge i 15 metri d'altezza - e completamente smontabile. Nel Savonese, in particolare a Sassello, e nel Nizzardo (ma anche nelle Alpes-Maritimes, a Sospel, e in Corsica, a Bastia), le sagome sono ricavate nel legno. A Castelnuovo Magra si conserva invece un raro complesso di figure dipinte, nell'Ottocento, a olio sulla banda stagnata: la latta.
Un "teatro" del tutto diverso è quello in funzione dell'adorazione eucaristica delle Quarantore. In genere viene concepito come un'espansione illusiva dell'altare, che conduce per livelli graduali alla ribalta celeste nella quale era collocato l'ostensorio. A differenza dei Sepolcri, tenuti in penombra o percorsi da luci tenui, questi allestimenti sono giocati "in chiaro", con grande abbondanza di lumi.
La cosiddetta "Macchina" della cattedrale di Savona, dipinta da Paolo Gerolamo Brusco all'inizio dell'Ottocento, creava sopra l'altare un elegante carosello di angeli. Dimenticata per decenni in un deposito, dopo la mostra troverà in quella città uno spazio e un'adeguata valorizzazione. Un discorso analogo si può fare per uno straordinario apparato settecentesco (la "Nuvola") dipinto da Giovanni Agostino Ratti e riscoperto di recente ad Albissola Marina. Si tratta di una sorta di reliquiario gigante composto di diversi materiali (legno, tela, cartapesta) e animato da figurine angeliche, utilizzato in passato anche come "cassa" processionale.
In mostra, il valore e il significato dei numerosi apparati sono opportunamente commentati, anche attraverso una serie di suoni e rumori: in particolare, si ricreerà l'alta tensione emotiva legata ad alcuni, specifici riti pre-pasquali, come l'Ufficio delle Tenebre. Con gli strumenti originali (bàttole e raganelle, corni, trombe di corteccia) si è registrato, e viene riproposto, lo strépito col quale le comunità "chiamavano Barabba", riproducevano il clamore della folla nel percorso al Calvario e allontanavano, in definitiva, antichissime paure ed angosce legate al buio e alla presenza del male.
L'esposizione è promossa dalla Fondazione Carige di Genova e organizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria.
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