Dinamica. Le sculture monumentali di Sauro Cavallini
Dal 22 Marzo 2021 al 30 Settembre 2021
Grosseto
Luogo: Via e piazza Dante Alighieri
Indirizzo: Via e piazza Dante Alighieri
Curatori: Maria Anna Di Pede
Enti promotori:
- Comune di Grosseto
Costo del biglietto: accesso libero
E-Mail info: art@saurocavallini.it
Sito ufficiale: http://www.saurocavallini.com
Si intitola “Dinamica. Le sculture monumentali di Sauro Cavallini” la mostra d’arte già visibile in piazza Dante a Grosseto, a 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta. L’evento è promosso dal Comune e organizzato dalla Fondazione Grosseto Cultura, in collaborazione con il Centro Studi Cavallini di Fiesole (FI), ente prestatore. Curata da Maria Anna Di Pede, Direttrice del Centro studi Cavallini, la mostra propone sei grandi sculture in bronzo realizzate da Sauro Cavallini - artista spezzino poi naturalizzato fiorentino scomparso nel 2016 - che si protrarrà fino al 30 settembre.
Purtroppo l’emergenza sanitaria in atto, per il momento non permette la prevista presentazione ai media e la conseguente inaugurazione ufficiale della mostra; questa avverrà non appena la situazione lo renderà possibile.
Nel secondo anno del Covid 19 che ci sta ancora tenendo lontani dalla cultura, e in particolare dall’arte, poter passeggiare in città nel mezzo a delle sculture monumentali non può che essere un dato positivo, un forte messaggio di ottimismo e una corroborante novità. Le figure di bronzo slanciate verso il cielo, in esposizione per la prima volta a Grosseto in Piazza Dante, rappresenteranno quindi non solo l’interpretazione del movimento scultoreo tridimensionale attraverso l’esposizione di scultura di Sauro Cavallini, ma anche un passaggio obbligato verso il ritorno alla completa normalità della nostra vita che tanto ci è mancata in questi ultimi 13 mesi.
«Una delle nostre prime volontà è stata quella di rendere l'Arte accessibile all'intera comunità - ha detto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, con il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Agresti -. Promuovere, dunque, l'esposizione di una scultura in una piazza o di un'opera immersa tra la gente è un fatto sempre più apprezzabile ed incentivabile. La nostra volontà era quella di riportare l’arte nelle vie, di trasformare Grosseto in una sorta di mostra permanente e credo che abbiamo fatto molti passi in avanti in questa direzione. Penso che il nostro obiettivo si stia concretizzando nel modo migliore e le opere di Sauro Cavallini sono un lusso di cui dobbiamo essere molto fieri».
«Uno dei principali obiettivi dell’istituzione che presiedo - ha aggiunto Giovanni Tombari, presidente di Fondazione Grosseto Cultura, con Mauro Papa, direttore del Polo culturale Le Clarisse - è sempre stato quello di promuovere l’arte attraverso forme condivise e alla portata di tutti. La mostra di Sauro Cavallini rispecchia perfettamente quell’intenzione, con sei opere allestite nella piazza principale di Grosseto per cinque mesi. Opere maestose che ben rappresentano un artista completo, non solo scultore ma anche pittore, un talento multiforme che ha saputo dialogare con la materia in maniera eccelsa. Siamo perciò certi che questa prestigiosa mostra di Sauro Cavallini sarà un altro tassello fondamentale per comporre il mosaico dell'identità culturale della nostra Grosseto».
Le sculture monumentali di bronzo, realizzate da Sauro Cavallini tra il 1967 e il 1984, in mostra in via e in piazza Dante a Grosseto, saranno sei, anche se in effetti rappresentano cinque gruppi, poiché quello dei Titani è doppio. Per tre opere la scelta è caduta su realizzazioni che traggono ispirazione dalla mitologia, mentre per Amore Universo e per Balletto Multiplo l’artista volle omaggiare il più profondo dei sentimenti in un caso e l’armonia assoluta espressa da corpi che danzano nello spazio, nell’altro. Di seguito alcune brevi note sulle opere in mostra.
Amore Universo, 1974, bronzo, cm230x350x170
Due figure asessuate si abbracciano teneramente fondendo i loro corpi in un unico essere. Esili e flessuose si muovono nello spazio, si estendono in un sapiente gioco di equilibri e rispondenze che esalta la leggerezza e l’assoluta libertà della composizione. Amore e Universo sono per Cavallini il simbolo di un legame universale indissolubile, di un amore che avvolge il creato e le creature con la stessa straordinaria intensità. Amore come fratellanza, come pace, come condivisione e unione tra i popoli. Tutta la sua opera tende in questa direzione: «Amore ad oltranza - scriveva l’autore tra le sue riflessioni - verso i profondi ideali e il creato».
Balletto Multiplo, 1984, bronzo, cm 260x280x250
Un vivace balletto di gruppo anima la composizione costituita da tre sinuose silhouette che si muovono armoniosamente e, nel rispetto di un serrato gioco di equilibri, si sfiorano, si intrecciano e si dispongono secondo una coreografia che si sviluppa intorno alla figura centrale, sollevata in un agile slancio. La danza è stata una fonte di ispirazione inesauribile per Cavallini che ha realizzato ballerine e figure danzanti atteggiate in un’incredibile varietà di gesti e di pose. Il movimento del corpo in sintonia con la musica è stato a lungo indagato dallo scultore che ha saputo tradurre nel bronzo la leggerezza e l’eleganza di quest’arte con estrema sensibilità.
Centauro, 1967, bronzo, cm 80x338x85
La scultura rappresenta uno dei protagonisti più noti della mitologia greca, un essere mostruoso e fantastico metà uomo e metà cavallo. Ancorato al basamento con le zampe posteriori, il centauro esprime tutta la sua natura ferina nella tensione del corpo che si allunga verso l’alto, fremendo e scalpitando con le zampe anteriori, e nel braccio sinistro alzato e minaccioso. Ispirandosi alle antiche leggende che descrivono i centauri come esseri inclini alla brutalità e alla violenza, lo scultore realizza un’opera in cui la moltiplicazione di gesti, di scatti e di tensioni sembra non avere mai fine. Questa scultura costituì una sfida per Cavallini, una sfida attraverso cui dar vita ad uno scontro ideale tra l’uomo e il centauro, tra la saggezza e l’aggressività.
Icaro, 1983, bronzo, cm 200x220
Figura imponente e straordinariamente plastica, Icaro è colto nell’atto di lanciarsi per spiccare il volo e fuggire dal labirinto che il padre, Dedalo, aveva costruito per rinchiudere il Minotauro. Cavallini lo rappresenta con le braccia aperte che ricordano ali spiegate, con il corpo ricurvo in avanti e la testa china, con la gamba sinistra piegata sul basamento (unico punto di appoggio dell’opera) e con la destra slanciata lateralmente a riprendere il movimento delle braccia. Esempio di libertà e di coraggio, di tenacia e determinazione, la figura di Icaro esprime la capacità dell’uomo di superare i propri limiti e rappresenta per Cavallini il “padre ispiratore di tutti i progressi futuri”.
Titani, 1968, bronzo, cm 60x310 e cm 50x210
I Titani, creature generate da Urano e da Gea e dotate di una forza straordinaria, sono presentati in tutta la loro grandiosità: alti, snelli, con le braccia lungo il corpo o sollevate al cielo, carichi di un’energia interiore trattenuta, ma pronta ad esplodere. Le storie mitologiche, e in particolare i miti greci, sono state un punto di riferimento costante per Cavallini che ispirandosi ai protagonisti di favolose leggende ha realizzato opere cariche di significati simbolici che spesso gli hanno consentito di esprimere i suoi profondi ideali.
Attivo per oltre mezzo secolo, Sauro Cavallini ha sempre mostrato una personalità eclettica, confrontandosi con diverse forme di espressione (disegno, pittura, ma soprattutto scultura) e riuscendo a ottenere commissioni prestigiose, così come il privilegio di essere presente con le sue opere in collezioni di elevato spessore come quelle della Città del Vaticano, del Principato di Monaco, del Parlamento Europeo di Strasburgo, nonché amministrazioni pubbliche e importanti istituti bancari. Moltissimi i riconoscimenti ricevuti da Sauro Cavallini in vita, ma dalla sua scomparsa avvenuta nel 2016, si è registrato un sempre maggiore riconoscimento e apprezzamento del suo lavoro mediante l’attenzione particolare della critica e una serie di eventi che hanno dato l’opportunità ad un pubblico sempre più vasto di approfondire la sua opera.
Grazie all’apertura al pubblico del suo atelier sulla collina di Fiesole (FI) nel gennaio 2017, in occasione dell’inaugurazione del Centro Studi a lui intitolato e in presenza dell’allora Presidente del Consiglio Regionale della Toscana (e oggi Presidente della Regione) Eugenio Giani e del Sindaco Anna Ravoni, sono state promosse numerose esposizioni personali del Maestro tra le quali ricordiamo a Fiesole (Fi) “Intrusioni” nel 2017 presso il Museo Archeologico, a Pietrasanta e in Svizzera nel 2018, fino alla grande retrospettiva “Luce e Ombra” inaugurata dal Sindaco di Firenze Dario Nardella che l’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze gli dedicò lo stesso anno oltre ad esser stato insignito, dopo la sua scomparsa, di due premi internazionali (il “Lifetime Achivement Award” alla carriera durante il Visionary Art Show di Lecce e il “Premio internazionale alla carriera Lorenzo il Magnifico” durante la XI edizione della Biennale Internazionale dell’Arte contemporanea a Firenze).
Prosegue quindi il successo di un artista che ha dedicato tutta la sua vita alla realizzazione di opere di grande impatto emotivo e di straordinaria attualità, dove lo studio della forma sia dal punto di vista scultoreo, sia grafico, ha raggiunto livelli altissimi di approfondimento e di conoscenza.
Purtroppo l’emergenza sanitaria in atto, per il momento non permette la prevista presentazione ai media e la conseguente inaugurazione ufficiale della mostra; questa avverrà non appena la situazione lo renderà possibile.
Nel secondo anno del Covid 19 che ci sta ancora tenendo lontani dalla cultura, e in particolare dall’arte, poter passeggiare in città nel mezzo a delle sculture monumentali non può che essere un dato positivo, un forte messaggio di ottimismo e una corroborante novità. Le figure di bronzo slanciate verso il cielo, in esposizione per la prima volta a Grosseto in Piazza Dante, rappresenteranno quindi non solo l’interpretazione del movimento scultoreo tridimensionale attraverso l’esposizione di scultura di Sauro Cavallini, ma anche un passaggio obbligato verso il ritorno alla completa normalità della nostra vita che tanto ci è mancata in questi ultimi 13 mesi.
«Una delle nostre prime volontà è stata quella di rendere l'Arte accessibile all'intera comunità - ha detto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, con il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Agresti -. Promuovere, dunque, l'esposizione di una scultura in una piazza o di un'opera immersa tra la gente è un fatto sempre più apprezzabile ed incentivabile. La nostra volontà era quella di riportare l’arte nelle vie, di trasformare Grosseto in una sorta di mostra permanente e credo che abbiamo fatto molti passi in avanti in questa direzione. Penso che il nostro obiettivo si stia concretizzando nel modo migliore e le opere di Sauro Cavallini sono un lusso di cui dobbiamo essere molto fieri».
«Uno dei principali obiettivi dell’istituzione che presiedo - ha aggiunto Giovanni Tombari, presidente di Fondazione Grosseto Cultura, con Mauro Papa, direttore del Polo culturale Le Clarisse - è sempre stato quello di promuovere l’arte attraverso forme condivise e alla portata di tutti. La mostra di Sauro Cavallini rispecchia perfettamente quell’intenzione, con sei opere allestite nella piazza principale di Grosseto per cinque mesi. Opere maestose che ben rappresentano un artista completo, non solo scultore ma anche pittore, un talento multiforme che ha saputo dialogare con la materia in maniera eccelsa. Siamo perciò certi che questa prestigiosa mostra di Sauro Cavallini sarà un altro tassello fondamentale per comporre il mosaico dell'identità culturale della nostra Grosseto».
Le sculture monumentali di bronzo, realizzate da Sauro Cavallini tra il 1967 e il 1984, in mostra in via e in piazza Dante a Grosseto, saranno sei, anche se in effetti rappresentano cinque gruppi, poiché quello dei Titani è doppio. Per tre opere la scelta è caduta su realizzazioni che traggono ispirazione dalla mitologia, mentre per Amore Universo e per Balletto Multiplo l’artista volle omaggiare il più profondo dei sentimenti in un caso e l’armonia assoluta espressa da corpi che danzano nello spazio, nell’altro. Di seguito alcune brevi note sulle opere in mostra.
Amore Universo, 1974, bronzo, cm230x350x170
Due figure asessuate si abbracciano teneramente fondendo i loro corpi in un unico essere. Esili e flessuose si muovono nello spazio, si estendono in un sapiente gioco di equilibri e rispondenze che esalta la leggerezza e l’assoluta libertà della composizione. Amore e Universo sono per Cavallini il simbolo di un legame universale indissolubile, di un amore che avvolge il creato e le creature con la stessa straordinaria intensità. Amore come fratellanza, come pace, come condivisione e unione tra i popoli. Tutta la sua opera tende in questa direzione: «Amore ad oltranza - scriveva l’autore tra le sue riflessioni - verso i profondi ideali e il creato».
Balletto Multiplo, 1984, bronzo, cm 260x280x250
Un vivace balletto di gruppo anima la composizione costituita da tre sinuose silhouette che si muovono armoniosamente e, nel rispetto di un serrato gioco di equilibri, si sfiorano, si intrecciano e si dispongono secondo una coreografia che si sviluppa intorno alla figura centrale, sollevata in un agile slancio. La danza è stata una fonte di ispirazione inesauribile per Cavallini che ha realizzato ballerine e figure danzanti atteggiate in un’incredibile varietà di gesti e di pose. Il movimento del corpo in sintonia con la musica è stato a lungo indagato dallo scultore che ha saputo tradurre nel bronzo la leggerezza e l’eleganza di quest’arte con estrema sensibilità.
Centauro, 1967, bronzo, cm 80x338x85
La scultura rappresenta uno dei protagonisti più noti della mitologia greca, un essere mostruoso e fantastico metà uomo e metà cavallo. Ancorato al basamento con le zampe posteriori, il centauro esprime tutta la sua natura ferina nella tensione del corpo che si allunga verso l’alto, fremendo e scalpitando con le zampe anteriori, e nel braccio sinistro alzato e minaccioso. Ispirandosi alle antiche leggende che descrivono i centauri come esseri inclini alla brutalità e alla violenza, lo scultore realizza un’opera in cui la moltiplicazione di gesti, di scatti e di tensioni sembra non avere mai fine. Questa scultura costituì una sfida per Cavallini, una sfida attraverso cui dar vita ad uno scontro ideale tra l’uomo e il centauro, tra la saggezza e l’aggressività.
Icaro, 1983, bronzo, cm 200x220
Figura imponente e straordinariamente plastica, Icaro è colto nell’atto di lanciarsi per spiccare il volo e fuggire dal labirinto che il padre, Dedalo, aveva costruito per rinchiudere il Minotauro. Cavallini lo rappresenta con le braccia aperte che ricordano ali spiegate, con il corpo ricurvo in avanti e la testa china, con la gamba sinistra piegata sul basamento (unico punto di appoggio dell’opera) e con la destra slanciata lateralmente a riprendere il movimento delle braccia. Esempio di libertà e di coraggio, di tenacia e determinazione, la figura di Icaro esprime la capacità dell’uomo di superare i propri limiti e rappresenta per Cavallini il “padre ispiratore di tutti i progressi futuri”.
Titani, 1968, bronzo, cm 60x310 e cm 50x210
I Titani, creature generate da Urano e da Gea e dotate di una forza straordinaria, sono presentati in tutta la loro grandiosità: alti, snelli, con le braccia lungo il corpo o sollevate al cielo, carichi di un’energia interiore trattenuta, ma pronta ad esplodere. Le storie mitologiche, e in particolare i miti greci, sono state un punto di riferimento costante per Cavallini che ispirandosi ai protagonisti di favolose leggende ha realizzato opere cariche di significati simbolici che spesso gli hanno consentito di esprimere i suoi profondi ideali.
Attivo per oltre mezzo secolo, Sauro Cavallini ha sempre mostrato una personalità eclettica, confrontandosi con diverse forme di espressione (disegno, pittura, ma soprattutto scultura) e riuscendo a ottenere commissioni prestigiose, così come il privilegio di essere presente con le sue opere in collezioni di elevato spessore come quelle della Città del Vaticano, del Principato di Monaco, del Parlamento Europeo di Strasburgo, nonché amministrazioni pubbliche e importanti istituti bancari. Moltissimi i riconoscimenti ricevuti da Sauro Cavallini in vita, ma dalla sua scomparsa avvenuta nel 2016, si è registrato un sempre maggiore riconoscimento e apprezzamento del suo lavoro mediante l’attenzione particolare della critica e una serie di eventi che hanno dato l’opportunità ad un pubblico sempre più vasto di approfondire la sua opera.
Grazie all’apertura al pubblico del suo atelier sulla collina di Fiesole (FI) nel gennaio 2017, in occasione dell’inaugurazione del Centro Studi a lui intitolato e in presenza dell’allora Presidente del Consiglio Regionale della Toscana (e oggi Presidente della Regione) Eugenio Giani e del Sindaco Anna Ravoni, sono state promosse numerose esposizioni personali del Maestro tra le quali ricordiamo a Fiesole (Fi) “Intrusioni” nel 2017 presso il Museo Archeologico, a Pietrasanta e in Svizzera nel 2018, fino alla grande retrospettiva “Luce e Ombra” inaugurata dal Sindaco di Firenze Dario Nardella che l’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze gli dedicò lo stesso anno oltre ad esser stato insignito, dopo la sua scomparsa, di due premi internazionali (il “Lifetime Achivement Award” alla carriera durante il Visionary Art Show di Lecce e il “Premio internazionale alla carriera Lorenzo il Magnifico” durante la XI edizione della Biennale Internazionale dell’Arte contemporanea a Firenze).
Prosegue quindi il successo di un artista che ha dedicato tutta la sua vita alla realizzazione di opere di grande impatto emotivo e di straordinaria attualità, dove lo studio della forma sia dal punto di vista scultoreo, sia grafico, ha raggiunto livelli altissimi di approfondimento e di conoscenza.
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