Game of Walls
Dal 19 Giugno 2019 al 08 Luglio 2019
Sanremo | Imperia
Luogo: Forte di Santa Tecla
Indirizzo: Giardini Vittorio Veneto 34
Orari: Lun - Dom 17 - 22
Curatori: Flavia Vago
Enti promotori:
- Con il patrocinio di Ministero Italiano dei Beni Culturali e Comune di Sanremo
- E con la partecipazione di Unogas
Costo del biglietto: Ingresso libero
E-Mail info: maxpapeschi@yahoo.it
Sito ufficiale: http://www.maxpapeschi.com/
Inaugurazione: mercoledì 19 giugno 2019 ore 18.30
Kahuna Project presenta Game of Walls dell’artista Max Papeschi, a cura di Flavia Vago.
Martedì 18 giugno, all’interno dello splendido Forte di Santa Tecla, gli spettatori potranno visitare la mostra che nasce come evoluzione naturale di Welcome to North Korea, inaugurato a Milano nel 2016 e realizzato sempre insieme a Kahuna Project e alla curatrice Flavia Vago, con la partecipazione di Amnesty International Italia, che ha visto Papeschi impegnato in un tour internazionale di 3 anni.
Come il suo predecessore anche Game of Walls è un progetto multimediale, composto da installazioni, video, performance, scultura e fotografia. Ma, se in Welcome to North Korea Papeschi, fingendosi investito della carica di Ambasciatore Culturale della Corea del Nord, promuoveva una finta propaganda di regime che, attraverso un attento gioco di specchi, metteva in risalto gli orrori di una dittatura che viola i diritti umani, totalmente incentrata sulla sola e, volutamente, ridondante figura di Kim Jong-Un, in Game of Walls entra in scena un nuovo personaggio, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’aspetto ludico, già sottolineato dal titolo, permane e, pervade, tutta la mostra che vede i due leader politici confrontarsi su diversi scenari, in un testa a testa grottesco, una battaglia di egocentrismi che salta dai giochi da tavolo, come il monopoli grigio in versione Corea del Nord e il gioco dell’oca dorato di Trump, ai videogiochi vintage in cui solo il dittatore può vincere.
L’incontro/scontro dei due vecchi nemici dipana le trame surreali della politica attuale, mostrando al visitatore la finzione della commedia che ha come comune denominatore tra Trump e Kim un elemento che non è pensato per accomunare, ma, bensì, per separare: il muro. Il primo cerca di creare un muro che tenga fuori dai confini del suo potere quelli che per lui e i suoi elettori sono “gli Estranei” della celebre Game of Thrones citata nel titolo, ovvero, i Messicani che, però, a differenza degli zombi di ghiaccio del serie, non cercano di varcare il muro/barriera per portare morte e distruzione, al contrario, lo fanno nel disperato tentativo di trovare una nuova vita, degna di essere vissuta. Il secondo cerca di trattenere i suoi sudditi/schiavi al di qua di un muro che spacca in due quella che una volta era un’unica nazione che ora vede famiglie separate da una striscia di confine (DMZ), nella quale trova la morte chiunque provi a scappare.
Nella farsa mediatica inscenata da Trump e Kim i muri sono le quinte di un teatro dell’assurdo che si muovono sotto le direttive dei due attori/registi, per creare nuovi fondali, sui quali essi possano stagliare le proprie sagome imperiose, attirando l’attenzione del mondo che li vede calcare un palco sempre più folle, da cui latrano le rispettive battute di un canovaccio politico efficace. Quando Trump interpreta Gesù nell’Ultima Cena, Kim si trasforma nella Venere di Botticelli, quando il Presidente degli Stati Uniti si mette il costume del dio Ra egizio, subito il dittatore nordcoreano indossa la veste della dea Kalì induista. Così, a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino che segnò una svolta epocale, assurgendo a simbolo di unità e pace, tornano ad allungare le loro macabre ombre sulla Storia i muri. Max Papeschi ci fa notare con Game of Walls come la paura irrazionale e manipolata da un pensiero freddamente pragmatico possa tornare a dividere ancora oggi.
Divide et impera.
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