Paolo Treni. Simulacra

Opera di Paolo Treni
Dal 10 Marzo 2018 al 21 Marzo 2018
Sarzana | La Spezia
Luogo: Fortezza Firmafede
Indirizzo: via Cittadella
Orari: da lunedì a domenica ore 10.30-13.00 e 14.30-17.30; ultimo ingresso 45 minuti prima dell’orario di chiusura
Curatori: Ivan Quaroni
Enti promotori:
- Fortezza Firmafede
- Con il patrocinio del Comune di Sarzana
Costo del biglietto: Ingresso alla mostra compreso nel percorso di visita a Fortezza Firmafede e MUdeF: € 6
E-Mail info: paolotreni@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.fortezzafirmafede.it
«La materia secondo la sua essenza è luce».
(Rudolf Steiner)
La Fortezza Firmafede di Sarzana ospita, dal 10 al 21 marzo 2018, la prima mostra pubblica di Paolo Treni, giovane artista lombardo vincitore del “Premio Montale Fuori di Casa 2017” per la Sezione Montal/Arte.
Realizzata con il patrocinio del Comune di Sarzana e il supporto tecnico della Società Cooperativa Earth, l’esposizione sarà inaugurata sabato 10 marzo alle ore 17.00, alla presenza di Nicola Caprioni (Assessore alla Cultura del Comune di Sarzana), Ivan Quaroni (curatore) ed Adriana Beverini (Presidente Premio Montale Fuori di Casa).
«Raramente ricordo i sogni che faccio, dichiara Paolo Treni. Forse per questo ho sempre voluto creare opere che fossero fatte di materia onirica». Il titolo della mostra – “Simulacra” – fa dunque riferimento alla dottrina epicurea esposta da Lucrezio nel IV libro del “De rerum natura” secondo la quale da tutte le cose si staccherebbero veli sottili che, venendo a contatto con i sensi, determinerebbero sia le percezioni che i sogni.
In esposizione, una decina di opere di medie e grandi dimensioni, molte delle quali inedite, realizzate prevalentemente nel 2016-17 con laser, smalti, pigmenti e vernici applicati in stratificazioni successive su supporto in plexiglas. Il percorso della mostra è completato, inoltre, da nove “Farfalle di Dinard”, papillon gioiello in cornice d’artista, creati in omaggio alla celebre prosa di Eugenio Montale.
I colori si trasformano al variare della luce. La poesia, scolpita nella plasticità del colore, scaturisce dall’interazione tra le variazioni cromatiche dell’opera e le sfumature emotive che coinvolgono lo spettatore, sospinto dall’artista ad esplorare la natura e l’effetto di ogni lavoro, muovendosi lungo la parete, tra attrazione e repulsione, alla ricerca del punto nevralgico in cui i colori si accendono e la composizione prende vita.
«Paolo Treni – scrive Ivan Quaroni – concepisce l’opera come un processo alchemico di trasformazione della materia grezza e sorda in un composto sublimato e luminoso. Usa, infatti, laser, smalti, pigmenti e vernici per trasformare delle comuni lastre di plexiglas in superfici che catturano e irradiano la luce, modulandola sulle cangianti frequenze dello spettro cromatico […]. Nei sui lavori l’esperienza estetica diventa il viatico di un processo d’immersione interiore. Un percorso che parte dal nervo ottico e arriva, per via sinestetica, fino ai confini della coscienza vigile, là dove riposano memorie che credevamo sepolte».
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 21 marzo 2018, da lunedì a domenica con orario 10.30-13.00 e 14.30-17.30 (ultimo accesso 45 minuti prima dell’orario di chiusura).
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