ALTARS. Luigi Presicce/Raffaele Quida
Dal 06 Novembre 2021 al 28 Novembre 2021
Lecce
Luogo: Ex chiesa di San Francesco della Scarpa
Indirizzo: Via Benedetto Cairoli 15
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 17.00 alle 20.00
Curatori: Carmelo Cipriani e Antonio Grulli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Sabato 6 novembre, alle ore 18.30, negli spazi dell’ex chiesa di San Francesco della Scarpa di Lecce, prende il via la mostra “ALTARS” bipersonale di Luigi Presicce (Porto Cesareo, 1976; vive e lavora a Firenze) e Raffaele Quida (Gallipoli, 1968; vive e lavora Lecce), a cura di Carmelo Cipriani e Antonio Grulli. Smessa la funzione liturgica, la chiesa è oggi prestigioso luogo espositivo di proprietà della Provincia di Lecce. I due artisti dialogano tra loro e al contempo si pongono in diretta relazione con lo spazio, in particolare con gli altari, elementi significativi sotto molteplici punti di vista: religioso, antropologico, concettuale e non ultimo estetico. Attraverso le opere selezionate, Presicce e Quida danno luogo, in forma autonoma, ad un percorso ordinato ed osmotico, da cui emerge una laica religiosità, la stessa che oggi permea e caratterizza lo spazio.
Così presenta la mostra Antonio Grulli: “In chiesa si entra per osservare, amare e, quando si è fortunati, avere fede in ciò che è posto sopra gli altari. Le opere di Luigi Presicce e Raffaele Quida sono accomunate da un processo di sollevamento, di allontanamento dallo spazio del nostro mondo fisico, per trovare una realtà più alta, rarefatta, in cui l’umano in tutte le sue contraddizioni, l’eterno e il simbolico riescono a incrociarsi dando vita a un nuovo senso. Presicce torna a lavorare nella chiesa in cui nel 2012 creò un grande progetto legato all’opera di Carmelo Bene. Il gruppo di lavori ben esemplifica i modi di operare dell’artista: alcune fotografie fanno parte della serie di opere nate dai suoi celebri tableaux vivants, in cui religione, simbolo, magia e immaginario collettivo si mescolano creando cortocircuiti della visione. Quida espone una serie di opere in cui la compresenza di concetti ed elementi contraddittori riesce a far emergere riflessioni sullo spazio e il tempo legati alla dimensione umana. Si tratta di sculture e installazioni come lo specchio posizionato su di un blocco di pietra lavica, in cui alcuni fori sembrano alludere a possibili varianti di “posizioni” da cui osservare il mondo intorno a noi; oppure la lastra di granito, in grado di accendersi di oro, i cui bordi frastagliati evocano teorie filosofiche o matematiche sulla fragilità del tempo e dello spazio; il cielo blu su cui sembra aver lasciato un’ombra scura un sole ormai morto; la pietra che sembra sul punto di diventare testata d’angolo e che dentro di sé porta la memoria della propria geometria; o da ultimo due lastre quadrate sovrapposte, una cieca e una troppo trasparente e tanto aperta da diventare quasi invisibile”.
“Quasi una confessione degli artisti – scrive Carmelo Cipriani –, un deporsi sull'altare dell'arte per rivelarsi, ma anche un volersi confrontare con esso, in un parallelismo tra passato e presente sempre foriero di riflessioni, cortocircuiti, riproposizioni. Dietro il tautologico titolo ‘Altars’, al tempo stesso oggetto e concetto, la mostra racchiude un universo complesso di temi e opere. Queste ultime sono concepite dai rispettivi artisti come dispositivi transmediali di attraversamento della realtà, congegni di penetrazione del sensibile per nuove letture e inedite interpretazioni. Mentre Presicce sceglie la vita, i corpi, l’interconnessione tra essi, bloccandoli in tableaux vivants di elitaria bellezza, carichi di suggestioni metafisiche, talvolta decadenti, Quida adotta materiali apparentemente inerti, privi di vita, che nell’interazione con altri elementi (luce, acqua, fuoco, ma anche luoghi e corpi) mutano sembianze, rivelandosi organismi viventi, modificabili nel tempo. Entrambi gli autori operano un processo artistico che sa di alchemico: Presicce interrompe la mobilità della vita per conferire ai corpi la compostezza della pittura e la monumentalità della scultura, Quida invece rivela l’intrinseca vitalità di materiali ‘immobili’, rivelando fratture, attuando connessioni, evidenziando cambiamenti di stato e di colore”.
La mostra, patrocinata da Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale, dalla Provincia di Lecce e dal Polo Biblio-museale di Lecce, è sostenuta della Fondazione per l’Arte e le Neuroscienze “Francesco Sticchi” di Maglie.
Nel corso dell’inaugurazione l’artista Luigi Presicce, che nella ex chiesa ha già lavorato nel 2012 realizzandovi Atto unico sulla morte in cinque compianti, performance corale inscenata utilizzando gli abiti personali e di scena di Carmelo Bene (le foto dell’intervento sono oggi visibili nel nuovo allestimento dedicato al grande drammaturgo realizzato dal Polo Biblio-museale di Lecce nell’attiguo Convitto Palmieri), attuerà una nuova performance dal titolo “Il miracolo della mandibola”. Una nuova performance in cui verrà meno la presenza di riferimenti a fatti realmente accaduti o immagini memorabili del passato, elementi ricorrenti nel lavoro dell’artista.
All’evento, oltre agli artisti e ai curatori, interverranno il Presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, il Direttore del Polo Biblio-museale di Lecce, Luigi De Luca.
In occasione del finissage, domenica 28 novembre, alle ore 18.00, sarà presentato il catalogo della mostra, prezioso volume curato da Carmelo Cipriani e Antonio Grulli, edito da NFC di Bologna, contenente i testi critici dei curatori e le riproduzioni delle opere in mostra.
In ottemperanza alle disposizioni Covid-19, all’evento potranno accedere solo i possessori di Green Pass. All’interno sarà obbligatorio indossare la mascherina.
Così presenta la mostra Antonio Grulli: “In chiesa si entra per osservare, amare e, quando si è fortunati, avere fede in ciò che è posto sopra gli altari. Le opere di Luigi Presicce e Raffaele Quida sono accomunate da un processo di sollevamento, di allontanamento dallo spazio del nostro mondo fisico, per trovare una realtà più alta, rarefatta, in cui l’umano in tutte le sue contraddizioni, l’eterno e il simbolico riescono a incrociarsi dando vita a un nuovo senso. Presicce torna a lavorare nella chiesa in cui nel 2012 creò un grande progetto legato all’opera di Carmelo Bene. Il gruppo di lavori ben esemplifica i modi di operare dell’artista: alcune fotografie fanno parte della serie di opere nate dai suoi celebri tableaux vivants, in cui religione, simbolo, magia e immaginario collettivo si mescolano creando cortocircuiti della visione. Quida espone una serie di opere in cui la compresenza di concetti ed elementi contraddittori riesce a far emergere riflessioni sullo spazio e il tempo legati alla dimensione umana. Si tratta di sculture e installazioni come lo specchio posizionato su di un blocco di pietra lavica, in cui alcuni fori sembrano alludere a possibili varianti di “posizioni” da cui osservare il mondo intorno a noi; oppure la lastra di granito, in grado di accendersi di oro, i cui bordi frastagliati evocano teorie filosofiche o matematiche sulla fragilità del tempo e dello spazio; il cielo blu su cui sembra aver lasciato un’ombra scura un sole ormai morto; la pietra che sembra sul punto di diventare testata d’angolo e che dentro di sé porta la memoria della propria geometria; o da ultimo due lastre quadrate sovrapposte, una cieca e una troppo trasparente e tanto aperta da diventare quasi invisibile”.
“Quasi una confessione degli artisti – scrive Carmelo Cipriani –, un deporsi sull'altare dell'arte per rivelarsi, ma anche un volersi confrontare con esso, in un parallelismo tra passato e presente sempre foriero di riflessioni, cortocircuiti, riproposizioni. Dietro il tautologico titolo ‘Altars’, al tempo stesso oggetto e concetto, la mostra racchiude un universo complesso di temi e opere. Queste ultime sono concepite dai rispettivi artisti come dispositivi transmediali di attraversamento della realtà, congegni di penetrazione del sensibile per nuove letture e inedite interpretazioni. Mentre Presicce sceglie la vita, i corpi, l’interconnessione tra essi, bloccandoli in tableaux vivants di elitaria bellezza, carichi di suggestioni metafisiche, talvolta decadenti, Quida adotta materiali apparentemente inerti, privi di vita, che nell’interazione con altri elementi (luce, acqua, fuoco, ma anche luoghi e corpi) mutano sembianze, rivelandosi organismi viventi, modificabili nel tempo. Entrambi gli autori operano un processo artistico che sa di alchemico: Presicce interrompe la mobilità della vita per conferire ai corpi la compostezza della pittura e la monumentalità della scultura, Quida invece rivela l’intrinseca vitalità di materiali ‘immobili’, rivelando fratture, attuando connessioni, evidenziando cambiamenti di stato e di colore”.
La mostra, patrocinata da Regione Puglia – Assessorato all'Industria Turistica e Culturale, dalla Provincia di Lecce e dal Polo Biblio-museale di Lecce, è sostenuta della Fondazione per l’Arte e le Neuroscienze “Francesco Sticchi” di Maglie.
Nel corso dell’inaugurazione l’artista Luigi Presicce, che nella ex chiesa ha già lavorato nel 2012 realizzandovi Atto unico sulla morte in cinque compianti, performance corale inscenata utilizzando gli abiti personali e di scena di Carmelo Bene (le foto dell’intervento sono oggi visibili nel nuovo allestimento dedicato al grande drammaturgo realizzato dal Polo Biblio-museale di Lecce nell’attiguo Convitto Palmieri), attuerà una nuova performance dal titolo “Il miracolo della mandibola”. Una nuova performance in cui verrà meno la presenza di riferimenti a fatti realmente accaduti o immagini memorabili del passato, elementi ricorrenti nel lavoro dell’artista.
All’evento, oltre agli artisti e ai curatori, interverranno il Presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, il Direttore del Polo Biblio-museale di Lecce, Luigi De Luca.
In occasione del finissage, domenica 28 novembre, alle ore 18.00, sarà presentato il catalogo della mostra, prezioso volume curato da Carmelo Cipriani e Antonio Grulli, edito da NFC di Bologna, contenente i testi critici dei curatori e le riproduzioni delle opere in mostra.
In ottemperanza alle disposizioni Covid-19, all’evento potranno accedere solo i possessori di Green Pass. All’interno sarà obbligatorio indossare la mascherina.
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