Rita Tondo '68-2012
Dal 01 Dicembre 2012 al 22 Dicembre 2012
Lecce
Luogo: Accademia di Belle Arti e altre sedi
Indirizzo: via Giuseppe Libertini 3
Enti promotori:
- Accademia di Belle Arti
- Lecce
- Comune di Lecce
- Provincia di Lecce
- Museo Provinciale Sigismondo Castromediano
- Fondazione Palmieri
Telefono per informazioni: +39 083 2258611
E-Mail info: infosegreteria@accademiabelleartilecce.com
Sito ufficiale: http://www.accademiabelleartilecce.com
Per i primi 42 anni di attività artistica, Rita Tondo propone un ampio percorso espositivo di taglio antologico nelle più prestigiose sedi espositive pubbliche di Lecce, per consentire al pubblico e agli addetti ai lavori di analizzare nel suo insieme il ricco e complesso itinerario creativo.
La mission è quella di concepire un vero e proprio viaggio alla scoperta dei diversi ambiti di ricerca artistica di Rita Tondo, sempre legati a una doppia visione: l’attenzione verso le tradizioni e il paesaggio del territorio e la vocazione globale di altri temi scottanti trattati, come ad esempio il Sacro e la figura della donna nella contemporaneità. Ma la mostra consente anche di scoprire come l’artista abbia agito confrontandosi con diversi media: dalla pittura alla stampa digitale, all’installazione.
Negli spazi espositivi dell’Accademia di Belle Arti sarà proposto il ciclo pittorico dedicato al Paesaggio. Il percorso proseguirà nel vicino ex Convento dei Teatini, dove saranno esposte le opere legate alle problematiche della Globalizzazione. Si proseguirà alla Fondazione Palmieri, dove la navata della chiesa cinquecentesca accoglierà la serie dedicata alla Donna, e al Castello Carlo V, nelle cui sale espositive sarà possibile osservare l’ampio ciclo dedicato alla sfera del Sacro, che tanto ha impegnato Rita Tondo nel corso degli anni Novanta e nei primi anni Duemila. L’articolato percorso espositivo si concluderà al Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, dove saranno proposti i Multipli ceramici, ovvero l’attuale momento della ricerca artistica di Rita Tondo.
Durante i giorni d’apertura, in una data che sarà comunicata prossimamente, sarà presentato un volume monografico dedicato a Rita Tondo, la cui pubblicazione è stata promossa dall’Accademia di Belle Arti di Lecce in concomitanza con il pensionamento della professoressa Tondo, dopo quarantadue anni di servizio.
La monografia (testi italiano/inglese), introdotta dai contributi istituzionali di Claudio Delli Santi, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e di Bianca Codacci Pisanelli, Presidente della medesima istituzione, si apre con un saggio storico-critico di Lucio Galante, il quale ha analizzato l’intero percorso creativo di Rita Tondo, sin dagli esordi, evidenziando altresì le tangenze con la fortuna critica. Seguono i contributi di Antonio Basile, Fabrizio Capanni, Lorenzo Madaro, Antonella Marino, Dejan Sotirovi’c e Arturo Tuzzi.
Rita Tondo. Biografia
Nata a Salice Salentino, in provincia di Lecce, nel 1947, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti del capoluogo salentino, all’epoca diretta dall’artista barese Raffaele Spizzico. Fu proprio Spizzico il suo maestro nella sezione di decorazione e in seguito il docente di cui lei divenne assistente. Dopo la partecipazione a una mostra collettiva di ampio respiro – la terza Rassegna di Artisti Pugliesi ordinata da Paolucci nel Circolo degli Artisti di Torino (1971) –, nel 1975 ordina a Lecce la sua prima personale – accompagnata da un testo critico di Pietro Marino – con opere di radice astratto-informale (ma con chiari riferimenti al paesaggio salentino). Dell’anno seguente è la sua presenza alla mostra corale Verifica ’76, curata da Toti Carpentieri in diversi spazi leccesi.
Nel frattempo dopo un’esperienza di insegnamento come docente di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna (dal 1989 al 1990), è nominata docente di Pittura presso quella di Lecce, da cui si è appena pensionata dopo quarantadue anni di attività didattica.
Tra gli anni Ottanta e Novanta seguiranno partecipazioni a numerose mostre collettive, documentate interamente nel regesto delle esposizioni in calce a questo articolato catalogo antologico. Ma ci pare giusto approfondire seppur parzialmente alcuni step che sono stati fondamentali nel suo percorso creativo. Tra questi vanno citate sicuramente la mostra Paesaggi di Luce andata in scena tra luglio e settembre 1994 al Museo Diocesano di Otranto e al Castello Aragonese di Taranto, con presentazione di Antonio Basile; la mostra personale ordinata nel 1996 all’Accademia Cattani di Bologna, con testo critico di Marina Pizzarelli, e la personale del 1996 a Mottola, nella galleria Pegaso Studio d’Arte di Vita Ripoli, per cui lavorò a un ciclo di opere connesse con la storia e l’immaginario legato alle gravine.
Dalla pittura al disegno; dalla ceramica alla grafica numerata: il suo approccio operativo è plurale. E in tal senso appare indicativa la produzione di tre opere calcografiche nel 1999, accompagnate da un contributo critico di Loredana Rea, legate all’iconografia sacra – riletta e digerita secondo personali chiavi di lettura dalle cripte rupestri pugliesi –, uno dei temi prediletti dalla Tondo. Sul finire degli anni Novanta difatti uno degli aspetti prediletti nel suo lavoro è l’indagine sulla sfera del sacro. Risale al 2001 la mostra personale Donna, Donne ordinata nella galleria L’Osanna di Nardò, un vero e proprio manifesto programmatico di un nuovo percorso, intriso senza retorica di femminilità e ricerca della femminilità altrui. Tutta una serie di mostre e contributi critici dedicati a questo argomento della sua ricerca, rivelano come il grande tema della donna affrontato nella stretta – e urgente – contemporaneità, sia stato un'altra delle emergenze che Tondo ha inteso mettere in campo.
Alcuni anni dopo – siamo nel 2005 – la Tondo ordina una mostra personale intitolata Identità e territorio negli spazi del castello Normanno-Svevo di Mesagne, in provincia di Brindisi. A presentarla numerosi nomi, tra cui Anna D’Elia. Questo nuovo ciclo nasce da indagini socio-antropologiche su alcuni luoghi. La mostra assume immediatamente un carattere itinerante. Approda infatti in Serbia nei musei nazionali di Zajecar, Bor e Kniacevaz, e al museo Krostata Kazarma di Vidin, in Bulgaria.
Il lavoro recente è legato ai multipli ceramici, proposti già in alcune mostre, tra cui nella sezione leccese del Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi, dell’ultima Biennale di Venezia.
Al contempo è stato costante il suo impegno didattico. Organizzazione di mostre collettive e partecipazioni a concorso nazionali: sono questi due aspetti i punti di partenza di un vero e proprio lavoro di sostegno e promozione di alcuni suoi allievi che hanno visto impegnata la Tondo sin dagli anni Novanta.
Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private.
La mission è quella di concepire un vero e proprio viaggio alla scoperta dei diversi ambiti di ricerca artistica di Rita Tondo, sempre legati a una doppia visione: l’attenzione verso le tradizioni e il paesaggio del territorio e la vocazione globale di altri temi scottanti trattati, come ad esempio il Sacro e la figura della donna nella contemporaneità. Ma la mostra consente anche di scoprire come l’artista abbia agito confrontandosi con diversi media: dalla pittura alla stampa digitale, all’installazione.
Negli spazi espositivi dell’Accademia di Belle Arti sarà proposto il ciclo pittorico dedicato al Paesaggio. Il percorso proseguirà nel vicino ex Convento dei Teatini, dove saranno esposte le opere legate alle problematiche della Globalizzazione. Si proseguirà alla Fondazione Palmieri, dove la navata della chiesa cinquecentesca accoglierà la serie dedicata alla Donna, e al Castello Carlo V, nelle cui sale espositive sarà possibile osservare l’ampio ciclo dedicato alla sfera del Sacro, che tanto ha impegnato Rita Tondo nel corso degli anni Novanta e nei primi anni Duemila. L’articolato percorso espositivo si concluderà al Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”, dove saranno proposti i Multipli ceramici, ovvero l’attuale momento della ricerca artistica di Rita Tondo.
Durante i giorni d’apertura, in una data che sarà comunicata prossimamente, sarà presentato un volume monografico dedicato a Rita Tondo, la cui pubblicazione è stata promossa dall’Accademia di Belle Arti di Lecce in concomitanza con il pensionamento della professoressa Tondo, dopo quarantadue anni di servizio.
La monografia (testi italiano/inglese), introdotta dai contributi istituzionali di Claudio Delli Santi, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce e di Bianca Codacci Pisanelli, Presidente della medesima istituzione, si apre con un saggio storico-critico di Lucio Galante, il quale ha analizzato l’intero percorso creativo di Rita Tondo, sin dagli esordi, evidenziando altresì le tangenze con la fortuna critica. Seguono i contributi di Antonio Basile, Fabrizio Capanni, Lorenzo Madaro, Antonella Marino, Dejan Sotirovi’c e Arturo Tuzzi.
Rita Tondo. Biografia
Nata a Salice Salentino, in provincia di Lecce, nel 1947, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti del capoluogo salentino, all’epoca diretta dall’artista barese Raffaele Spizzico. Fu proprio Spizzico il suo maestro nella sezione di decorazione e in seguito il docente di cui lei divenne assistente. Dopo la partecipazione a una mostra collettiva di ampio respiro – la terza Rassegna di Artisti Pugliesi ordinata da Paolucci nel Circolo degli Artisti di Torino (1971) –, nel 1975 ordina a Lecce la sua prima personale – accompagnata da un testo critico di Pietro Marino – con opere di radice astratto-informale (ma con chiari riferimenti al paesaggio salentino). Dell’anno seguente è la sua presenza alla mostra corale Verifica ’76, curata da Toti Carpentieri in diversi spazi leccesi.
Nel frattempo dopo un’esperienza di insegnamento come docente di Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna (dal 1989 al 1990), è nominata docente di Pittura presso quella di Lecce, da cui si è appena pensionata dopo quarantadue anni di attività didattica.
Tra gli anni Ottanta e Novanta seguiranno partecipazioni a numerose mostre collettive, documentate interamente nel regesto delle esposizioni in calce a questo articolato catalogo antologico. Ma ci pare giusto approfondire seppur parzialmente alcuni step che sono stati fondamentali nel suo percorso creativo. Tra questi vanno citate sicuramente la mostra Paesaggi di Luce andata in scena tra luglio e settembre 1994 al Museo Diocesano di Otranto e al Castello Aragonese di Taranto, con presentazione di Antonio Basile; la mostra personale ordinata nel 1996 all’Accademia Cattani di Bologna, con testo critico di Marina Pizzarelli, e la personale del 1996 a Mottola, nella galleria Pegaso Studio d’Arte di Vita Ripoli, per cui lavorò a un ciclo di opere connesse con la storia e l’immaginario legato alle gravine.
Dalla pittura al disegno; dalla ceramica alla grafica numerata: il suo approccio operativo è plurale. E in tal senso appare indicativa la produzione di tre opere calcografiche nel 1999, accompagnate da un contributo critico di Loredana Rea, legate all’iconografia sacra – riletta e digerita secondo personali chiavi di lettura dalle cripte rupestri pugliesi –, uno dei temi prediletti dalla Tondo. Sul finire degli anni Novanta difatti uno degli aspetti prediletti nel suo lavoro è l’indagine sulla sfera del sacro. Risale al 2001 la mostra personale Donna, Donne ordinata nella galleria L’Osanna di Nardò, un vero e proprio manifesto programmatico di un nuovo percorso, intriso senza retorica di femminilità e ricerca della femminilità altrui. Tutta una serie di mostre e contributi critici dedicati a questo argomento della sua ricerca, rivelano come il grande tema della donna affrontato nella stretta – e urgente – contemporaneità, sia stato un'altra delle emergenze che Tondo ha inteso mettere in campo.
Alcuni anni dopo – siamo nel 2005 – la Tondo ordina una mostra personale intitolata Identità e territorio negli spazi del castello Normanno-Svevo di Mesagne, in provincia di Brindisi. A presentarla numerosi nomi, tra cui Anna D’Elia. Questo nuovo ciclo nasce da indagini socio-antropologiche su alcuni luoghi. La mostra assume immediatamente un carattere itinerante. Approda infatti in Serbia nei musei nazionali di Zajecar, Bor e Kniacevaz, e al museo Krostata Kazarma di Vidin, in Bulgaria.
Il lavoro recente è legato ai multipli ceramici, proposti già in alcune mostre, tra cui nella sezione leccese del Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi, dell’ultima Biennale di Venezia.
Al contempo è stato costante il suo impegno didattico. Organizzazione di mostre collettive e partecipazioni a concorso nazionali: sono questi due aspetti i punti di partenza di un vero e proprio lavoro di sostegno e promozione di alcuni suoi allievi che hanno visto impegnata la Tondo sin dagli anni Novanta.
Sue opere sono conservate in collezioni pubbliche e private.
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