Franco Sumberaz ....frammenti nel tempo
Dal 15 Ottobre 2021 al 15 Novembre 2021
Livorno
Luogo: Granai di Villa Mimbelli
Indirizzo: Via San Jacopo in Acquaviva 65
Orari: Gio-Ven 16.00-19.00; Sab-Dom 10.00-13.00 / 16.00- 19.00
Enti promotori:
- Comune di Livorno in collaborazione con Fondazione Livorno-Arte e Cultura
Costo del biglietto: ingresso gratuito con Green Pass
Telefono per informazioni: +39 0586 808001/ 824607
E-Mail info: infomuseofattori@comune.livorno.it
Sito ufficiale: http://www.museofattori.it
Si intitola “Frammenti nel tempo” la mostra antologica del pittore Franco Sumberaz, che si svolge dal 15 ottobre al 15 novembre ai Granai di Villa Mimbelli di Livorno.
L'esposizione, promossa dal Comune di Livorno in collaborazione con Fondazione Livorno- Arte e Cultura, è stata inaugurata venerdì 15 ottobre alle ore 17.00 alla presenza dell'artista.
L'allestimento si articolerà tra o circa 50 opere, distribuite in grandi quattro sale espositive, che ospiteranno alcuni percorsi a tema, corrispondenti ad altrettanti momenti creativi della carriera artistica di Sumberaz, livornese nato a Fiume nel 1939: momento figurativo, due o tre evasioni importanti e profonde sul tema del respiro divino, alchimia del suono, gli otto immortali, il vaso di Pandora, il mare, la danza.
In mostra anche alcune opere sulla Divina Commedia, ispirate al Canto 26, ultimo viaggio di Ulisse.
“Come artista – scrive sul catalogo Franco Sumberaz - ho consolidato una lunga preparazione formale sulla linea dei grandi maestri del passato dai quali ho imparato il rifiuto del “gergo” sperimentale per un linguaggio di sicura garanzia. Le esperienze vissute nei restauri degli affreschi di Piero della Francesca (Arezzo-Storie della Vera Croce), Paolo Veronese (Chiesa di S. Sebastiano - Le Zattere -Venezia), Il Bronzino (Pesaro - Villa Imperiale). Dall’antica storia ho ereditato la manualità di esprimere, per forme e colori, ciò che ancora oggi si chiama pittura.
Percepisco e cerco di descrivere la realtà, la complicata situazione dell’esistenza, l’amore della vita, con rigore e metodo, senza i quali l’opera pittorica non si costruisce né si regge”.
La mia opera è l’impresa di un visionario della realtà – scrive di me Mario De Micheli – senza la realtà e la capacità di decifrare i suoi più penetranti misteri, non sarei in alcun modo capace di trarne conseguenze pittoriche di grande rilievo. E infatti, quando la radio e la televisione annunciarono la tragedia di Chernobyl, avevo in mano un vaso ceramico che mi cadde e andò in pezzi; quella coincidenza si affiancava ad un’altra non meno sconvolgente, dalla libreria del mio studio era caduto un libro di Mitologia Greco-Romana sulla pagina di Pandora. Troppe coincidenze per non essere raccolte e trarre da ciò l’ispirazione per la ricca sequenza del mitico vaso. Dalla realtà attingo emozioni, cerco analogie e presentimenti, evocazioni e rimandi culturali, per dare testimonianza di situazioni socio-ambientali in forte degrado che minacciano i nostri futuri destini. Il mio racconto vuole essere un messaggio forte, costruttivo, saggio, teso a riportare ordine nella natura, il solo campo di applicazione della ragione, anche se le mie ultime esperienze sul Tao aprono le porte su una visione “olistica”, cara a Gustav Jung e alle affascinanti teorie quantistiche. ...la creatività è la naturale ambizione dell’anima...quando le porte della percezione sono spalancate le cose appaiono come veramente sono: infinite...”.
“L’arte, la ricerca della bellezza e la valorizzazione dei livornesi che hanno portato lustro alla nostra città – scrive il sindaco Luca Salvetti in apertura del catalogo - sono alcuni degli obiettivi che si è posta l’attuale Amministrazione da me guidata.
La mostra dedicata a Franco Sumberaz rientra in questo filone di riconoscimento e apprezzamento di figure importanti stimate non solo in Italia, ma anche all’estero.
Ringrazio la Fondazione Livorno che ha collaborato con il Comune di Livorno e soprattutto sono grato al maestro Sumberaz che ha scelto i Granai di Villa Mimbelli per una antologica di opere appartenenti a diversi periodi della sua produzione artistica.
Il filo conduttore è la sensibilità del maestro nell’esaltazione del bello e nella percezione dell’armonia del tutto, elementi che traspaiono dalla sua produzione artistica. Protagonisti il mare e il fascino delle sue profondità, simboli di libertà assoluta e leggerezza; la Vespucci che affronta la forza del vento; la mitologia con il Vaso di Pandora; la letteratura e la filosofia; il mistero dell’introspezione; il mondo magico e incantato della danza; la solennità del sacro.
Una mostra non solo da visitare con curiosità e rispetto, ma anche da vivere e interpretare con il proprio immaginario, senza condizionamenti e a mente libera.
Franco Sumberaz nasce nel 1939 a Fiume, già città italiana di antica storia romana e cultura mitteleuropea. Dal 1946 vive e lavora a Livorno, in Toscana. Si è diplomato all’Istituto d’Arte di Lucca e laureato in Storia dell’Arte all’Università di Firenze.
L’attività pittorica di Franco Sumberaz si esprime con una solida preparazione tecnico-formale attraverso il recupero storico dell’immagine figurativa e di esperienze informali.
L'esposizione, promossa dal Comune di Livorno in collaborazione con Fondazione Livorno- Arte e Cultura, è stata inaugurata venerdì 15 ottobre alle ore 17.00 alla presenza dell'artista.
L'allestimento si articolerà tra o circa 50 opere, distribuite in grandi quattro sale espositive, che ospiteranno alcuni percorsi a tema, corrispondenti ad altrettanti momenti creativi della carriera artistica di Sumberaz, livornese nato a Fiume nel 1939: momento figurativo, due o tre evasioni importanti e profonde sul tema del respiro divino, alchimia del suono, gli otto immortali, il vaso di Pandora, il mare, la danza.
In mostra anche alcune opere sulla Divina Commedia, ispirate al Canto 26, ultimo viaggio di Ulisse.
“Come artista – scrive sul catalogo Franco Sumberaz - ho consolidato una lunga preparazione formale sulla linea dei grandi maestri del passato dai quali ho imparato il rifiuto del “gergo” sperimentale per un linguaggio di sicura garanzia. Le esperienze vissute nei restauri degli affreschi di Piero della Francesca (Arezzo-Storie della Vera Croce), Paolo Veronese (Chiesa di S. Sebastiano - Le Zattere -Venezia), Il Bronzino (Pesaro - Villa Imperiale). Dall’antica storia ho ereditato la manualità di esprimere, per forme e colori, ciò che ancora oggi si chiama pittura.
Percepisco e cerco di descrivere la realtà, la complicata situazione dell’esistenza, l’amore della vita, con rigore e metodo, senza i quali l’opera pittorica non si costruisce né si regge”.
La mia opera è l’impresa di un visionario della realtà – scrive di me Mario De Micheli – senza la realtà e la capacità di decifrare i suoi più penetranti misteri, non sarei in alcun modo capace di trarne conseguenze pittoriche di grande rilievo. E infatti, quando la radio e la televisione annunciarono la tragedia di Chernobyl, avevo in mano un vaso ceramico che mi cadde e andò in pezzi; quella coincidenza si affiancava ad un’altra non meno sconvolgente, dalla libreria del mio studio era caduto un libro di Mitologia Greco-Romana sulla pagina di Pandora. Troppe coincidenze per non essere raccolte e trarre da ciò l’ispirazione per la ricca sequenza del mitico vaso. Dalla realtà attingo emozioni, cerco analogie e presentimenti, evocazioni e rimandi culturali, per dare testimonianza di situazioni socio-ambientali in forte degrado che minacciano i nostri futuri destini. Il mio racconto vuole essere un messaggio forte, costruttivo, saggio, teso a riportare ordine nella natura, il solo campo di applicazione della ragione, anche se le mie ultime esperienze sul Tao aprono le porte su una visione “olistica”, cara a Gustav Jung e alle affascinanti teorie quantistiche. ...la creatività è la naturale ambizione dell’anima...quando le porte della percezione sono spalancate le cose appaiono come veramente sono: infinite...”.
“L’arte, la ricerca della bellezza e la valorizzazione dei livornesi che hanno portato lustro alla nostra città – scrive il sindaco Luca Salvetti in apertura del catalogo - sono alcuni degli obiettivi che si è posta l’attuale Amministrazione da me guidata.
La mostra dedicata a Franco Sumberaz rientra in questo filone di riconoscimento e apprezzamento di figure importanti stimate non solo in Italia, ma anche all’estero.
Ringrazio la Fondazione Livorno che ha collaborato con il Comune di Livorno e soprattutto sono grato al maestro Sumberaz che ha scelto i Granai di Villa Mimbelli per una antologica di opere appartenenti a diversi periodi della sua produzione artistica.
Il filo conduttore è la sensibilità del maestro nell’esaltazione del bello e nella percezione dell’armonia del tutto, elementi che traspaiono dalla sua produzione artistica. Protagonisti il mare e il fascino delle sue profondità, simboli di libertà assoluta e leggerezza; la Vespucci che affronta la forza del vento; la mitologia con il Vaso di Pandora; la letteratura e la filosofia; il mistero dell’introspezione; il mondo magico e incantato della danza; la solennità del sacro.
Una mostra non solo da visitare con curiosità e rispetto, ma anche da vivere e interpretare con il proprio immaginario, senza condizionamenti e a mente libera.
Franco Sumberaz nasce nel 1939 a Fiume, già città italiana di antica storia romana e cultura mitteleuropea. Dal 1946 vive e lavora a Livorno, in Toscana. Si è diplomato all’Istituto d’Arte di Lucca e laureato in Storia dell’Arte all’Università di Firenze.
L’attività pittorica di Franco Sumberaz si esprime con una solida preparazione tecnico-formale attraverso il recupero storico dell’immagine figurativa e di esperienze informali.
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