Marco Bellocchio. La pittura dietro l’Obiettivo
Dal 09 Aprile 2016 al 01 Maggio 2016
Viareggio | Lucca
Luogo: Villa Argentina
Indirizzo: via A. Fratti angolo via A.Vespucci
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0584 48881
E-Mail info: segreteria@luccafilmfestival.it
Sito ufficiale: http://www.luccafilmfestival.it/
Quarta ed ultima mostra per il Lucca Film Festival e Europa Cinema 2016. Sabato 9 aprile, alle ore 17.30, in anteprima italiana, a Villa Argentina a Viareggio,si inaugura Marco Bellocchio. La pittura dietro l'obiettivo, a cura di Alessandro Romanini, con una serie inedita di dipinti e disegni realizzati dal grande maestro del cinema italiano, ospite d’onore di questa edizione. L’esposizione è organizzata dalComitato Nuovi Eventi per Lucca in collaborazione con il festival e la Provincia di Lucca, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e di Banca Société Générale.
Bellocchio è regista di documentari, cortometraggi e lungometraggi cinematografici, di pieces teatrali (tra cui si ricorda il celebre Rigoletto del 2010 a Mantova con Placido Domingo, tramesso in diretta tv RAI in 148 paesi), attore, sceneggiatore e produttore ma anche un artista visivo nel senso pieno del termine come ci permetterà di scoprire la mostra a Villa Argentina.
Marco Bellocchio. La pittura dietro l'obiettivo raccoglie oltre 100 opere del maestro. Le sale al piano terra della Villa ospitano un nucleo di 15 dipinti ad olio e tecnica mista, realizzati in età giovanile, fra i 20 e i 23 anni, quando già pensava al Cinema, lo studiava, prima al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e poi a Londra. Il suo sguardo iniziava e concepire il mondo in termini cinematografici ma ancora lo esprimeva con il pennello. Sono dipinti puramente espressivi, realizzati mentre, fra gli anni ’50 e ’60, si affermavano a livello internazionale movimenti come la Pop Art - consacrata definitivamente in Italia nel 1964 alla Biennale di Venezia - e il Realismo Esistenziale di Guareschi & Co., con epicentro a Milano.
La figura umana è allo stesso tempo fulcro e impalcatura filosofica e formale di queste prime opere. Quella di Bellocchio è una pittura anticonformista e cerebrale, è strumento d'indagine sociale e introspezione psicologica, come molti dei suoi film successivi.
A questo nucleo si aggiungono circa 100 opere su carta, nate durante la realizzazione dei suoi film. Con il debutto al cinema, la sua passione pittorica viene convertita in maniera funzionale e Bellocchio, come possiamo vedere in questa mostra, non ha mai smesso di utilizzare il segno e il colore durante tutta la sua carriera. Sono schizzi, bozzetti, disegni, abbozzi, gouache, acquarelli, tecniche miste realizzate dal regista-artista - premiato con il Leone alla Carriera al Festival di Venezia 2013 - per “pre-visualizzare” su carta tutte le componenti visive dei film: i personaggi e i loro tic comportamentali, il loro profilo psicologico ma anche i costumi e gli ambienti, le scenografie e le condizioni illuminotecniche, atmosferiche e cromatiche. La maggior parte di queste opere sono corredate da appunti e frasi stese con tratto rapido, note tecniche di ripresa o destinate ai collaboratori (scenografi, direttori della fotografia, costumisti). L’articolato apparato grafico ha accompagnato tutta la produzione di Bellocchio, a partire dal suo lungometraggio di esordio “I pugni in tasca” del 1965 e “La Cina è vicina” del 1967 (premiato nello stesso anno al Festival di Venezia con il Leone d’Argento), al complesso film in costume con Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale, “Enrico Quarto” del 1984, fino ad arrivare a film recenti come “La Bella Addormentata” (con cui ha vinto nel 2013 il Premio Monicelli) e al pluripremiato “Sangue del mio sangue” del 2015.
Sempre sabato 9 aprile, Marco Bellocchio riceverà il premio alla carriera al Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago e in quell’occasione presenterà al pubblico il suo “Addio al passato” del 2002 (ore 21,00 -ingresso libero). Saluterà il pubblico, domenica 10 aprile, alle ore 15.00, dopo la proiezione di “Sangue del mio sangue” che si terrà sempre al Gran Teatro Puccini di Torre del Lago (ingresso libero).
Durante tutto il periodo della mostra, a Villa Argentina a Viareggio, si terrà un ciclo d’incontri e proiezioni dedicati alle molteplici relazioni che intercorrono fra cinema, design, architettura e arte contemporanea. Come dimostrano le opere di Marco Bellocchio, qui esposte, le arti visive nelle loro molteplici declinazioni, sono legate da profondi legami. Il ciclo, progettato e curato da Alessandro Romanini, con il contributo dell’architetto Mauro Lovi e il sostegno della Fondazione Centro Arti Visive, è costituito da 3 incontri che esploreranno questi legami e saranno accompagnati da proiezioni di filmati di repertorio, immagini d’archivio e documentari.
Il primo, giovedì 14 aprile, alle ore 17, sarà dedicato all’architettura e alle corrispondenze con l’immaginario cinematografico (in particolare quello dello sci-fi generato dalle utopie futuriste) e coglierà l’occasione per rendere omaggio a Zaha Hadid, l’architetto anglo-iraniana recentemente scomparsa.
L’incontro di giovedì 21 aprile (ore 17), che si avvale del contributo dell’architetto Mauro lovi, sarà sulle relazioni fra moda e cinema, binomio inscindibile, che spazia dai costumi di scena fino alla dimensione del glamour, contesti nei quali, come vedremo, l’Italia è stata sempre all’avanguardia, sin dagli inizi del XIX° secolo. Documenti audiovisivi aiuteranno a tracciare questa storia lunga un secolo e ci mostreranno alcuni protagonisti del mondo del design.
Giovedì 28 aprile (ore 17.00), l’ultimo degli appuntamenti sarà con un focus sull’arte contemporanea che, a partire dalle avanguardie storiche, ha stretto legami indissolubili con il cinema ma anche con la televisione e con il video in generale. Una parte dell’incontro sarà dedicata alla figura controversa di Mario Schifano, artista eclettico di fama internazionale, tra i protagonisti della Pop Art italiana, figura centrale del cinema sperimentale, che collaborò anche con il regista Marco Ferreri, al quale era legato da un rapporto di amicizia e di stima, oltre che professionale. L’Arte Povera, uno dei movimenti artistici italiani che hanno avuto maggior impatto e diffusione a livello internazionale, sarà invece la protagonista di un bel documentario curato da Beatrice Merz.
Da martedì a domenica ore 10-13 / 15-18.
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