Signorini, Fattori, Lega e i Macchiaioli del Caffè Michelangiolo. Ribelli si nasce
© Butterfly Institute Fine Art, Lugano | Luigi Bechi, Bambino al sole, olio su tavola, 35x45cm, 1875 ca.
Dal 21 Novembre 2014 al 06 Aprile 2015
Lucca
Luogo: Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
Indirizzo: via della Fratta 36
Orari: da martedì a domenica 10-19
Curatori: Maurizio Vanni, Stefano Cecchetto
Enti promotori:
- Regione Toscana
- Provincia di Lucca
- Comune di Lucca
- Opera delle Mura di Lucca
- Camera di Commercio Lucca
- Assindustria Lucca
- Confcommercio Lucca
- Confesercenti Lucca
- Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
- Fondazione Banca del Monte di Lucca
- Gesam Gas&Luce
Costo del biglietto: intero € 9, ridotto € 7
Telefono per informazioni: +39 0583 571712
E-Mail info: info@luccamuseum.com
Sito ufficiale: http://www.luccamuseum.com/it
Una lucida passione ri-evoluzionaria che ha condotto gli artisti a credere di poter mutare il futuro del proprio paese assegnando alla cultura un ruolo decisivo. I macchiaioli, da testimoni del proprio tempo, decisero di scendere in arena, rinunciando ai sogni e alle coscienti illusioni, per diventare artefici del proprio destino interpretando la vita reale e spirituale, e diventando strumento della propria vita ideologica. La mostra “Signorini, Fattori, Lega e i Macchiaioli del Caffè Michelangiolo. Ribelli si nasce”, a cura di Maurizio Vanni e Stefano Cecchetto, che sarà aperta al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art dal 21 novembre 2014 al 6 aprile 2015, nasce proprio da questo presupposto: rivedere il movimento dei macchiaioli alla luce della loro modernità, del loro essere ribelli alle regole accademiche e a ogni convenzione. “In un momento di crisi d'identità – scrive il co-curatore Maurizio Vanni –, crediamo importante analizzare un movimento che ha cercato di cambiare il mondo, e le sorti del proprio paese, anche attraverso la cultura".
Scriverà Telemaco Signorini, una delle figure più rilevanti del gruppo, nel 1889 ne “Il Gazzettino delle Arti e del Disegno”: “Sapete, secondo noi, l'arte grande qual è? È quella che esige dall'artista non cultura storica né talento immaginativo, ma osservazione coscienziosa e esatta delle infinite forme e caratteri di questa natura che vive contemporaneamente a noi”.
L’approccio verso il cambiamento e il desiderio di non rimanere indietro rispetto alle evoluzioni culturali di altri paesi ha animato questo gruppo di pittori a partire dal 1856 quando a Firenze i giovani artisti che frequentavano il Caffè Michelangiolo di via Larga – punto di ritrovo vicino all'Accademia di Belle Arti – percepirono la necessità di confrontarsi con i colleghi europei, in particolare con i francesi.
La mostra, prodotta da MVIVA con il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Lucca, Comune di Lucca, Opera delle Mura di Lucca, Camera di Commercio Lucca, Assindustria Lucca, Confcommercio Lucca, Confesercenti Lucca e con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca e Gesam Gas&Luce, ripercorre le fasi della nascita e dell’evoluzione del movimento rileggendolo con un’ottica alternativa e attuale attraverso 40 capolavori di artisti tra cui Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Giovanni Boldini, Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca, Vito D’Ancona, Raffaello Sernesi provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private. Lavori dipinti dal vero da cercatori di luce e di verità, di colori e di vita vera, che anteponevano la sperimentazione artistica al proprio interesse e che riscriveranno la storia del secondo Ottocento italiano. “Ribelli si nasce quindi – sottolinea il co-curatore Stefano Cecchetto –, per impeto, per passione, ma anche e soprattutto per un effetto della ragione. Questi artisti, dopo aver intuito in maniera limpida la visione della realtà, hanno saputo restituirla attraverso sottilissime reazioni che dichiarano una lungimirante modernità”.
Tra le opere più suggestive in mostra anche il dipinto di Giuseppe Abbati “Interno di campanile” proveniente dai Musei Civici Fiorentini, che sarà visibile per la prima volta dopo il restauro finanziato interamente dal Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art. “In un momento seppur economicamente difficile – sottolinea Angelo Parpinelli, presidente della Fondazione Lu.C.C.A. Museum onlus – credo che tra i doveri di un museo ci sia anche quello di contribuire a riportare all’originario splendore capolavori danneggiati dal tempo. La vera arte non ha età e riapprezzare un’opera restaurata significa farla rinascere e fruire quasi come fosse stata appena creata”.
Scriverà Telemaco Signorini, una delle figure più rilevanti del gruppo, nel 1889 ne “Il Gazzettino delle Arti e del Disegno”: “Sapete, secondo noi, l'arte grande qual è? È quella che esige dall'artista non cultura storica né talento immaginativo, ma osservazione coscienziosa e esatta delle infinite forme e caratteri di questa natura che vive contemporaneamente a noi”.
L’approccio verso il cambiamento e il desiderio di non rimanere indietro rispetto alle evoluzioni culturali di altri paesi ha animato questo gruppo di pittori a partire dal 1856 quando a Firenze i giovani artisti che frequentavano il Caffè Michelangiolo di via Larga – punto di ritrovo vicino all'Accademia di Belle Arti – percepirono la necessità di confrontarsi con i colleghi europei, in particolare con i francesi.
La mostra, prodotta da MVIVA con il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Lucca, Comune di Lucca, Opera delle Mura di Lucca, Camera di Commercio Lucca, Assindustria Lucca, Confcommercio Lucca, Confesercenti Lucca e con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca e Gesam Gas&Luce, ripercorre le fasi della nascita e dell’evoluzione del movimento rileggendolo con un’ottica alternativa e attuale attraverso 40 capolavori di artisti tra cui Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Giovanni Boldini, Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca, Vito D’Ancona, Raffaello Sernesi provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private. Lavori dipinti dal vero da cercatori di luce e di verità, di colori e di vita vera, che anteponevano la sperimentazione artistica al proprio interesse e che riscriveranno la storia del secondo Ottocento italiano. “Ribelli si nasce quindi – sottolinea il co-curatore Stefano Cecchetto –, per impeto, per passione, ma anche e soprattutto per un effetto della ragione. Questi artisti, dopo aver intuito in maniera limpida la visione della realtà, hanno saputo restituirla attraverso sottilissime reazioni che dichiarano una lungimirante modernità”.
Tra le opere più suggestive in mostra anche il dipinto di Giuseppe Abbati “Interno di campanile” proveniente dai Musei Civici Fiorentini, che sarà visibile per la prima volta dopo il restauro finanziato interamente dal Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art. “In un momento seppur economicamente difficile – sottolinea Angelo Parpinelli, presidente della Fondazione Lu.C.C.A. Museum onlus – credo che tra i doveri di un museo ci sia anche quello di contribuire a riportare all’originario splendore capolavori danneggiati dal tempo. La vera arte non ha età e riapprezzare un’opera restaurata significa farla rinascere e fruire quasi come fosse stata appena creata”.
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