1972. Michelucci, Moore e Michelangelo. La vitalità del marmo
Dal 30 Aprile 2022 al 15 Settembre 2022
Carrara | Massa-Carrara
Luogo: CARMI - Museo Carrara e Michelangelo
Indirizzo: Via di Sorgnano 42
Orari: da martedì a domenica 9.00-12.00/14.00-17.00. Dal 01.06 da martedì a domenica 9.30-12.30/17.00-20
Curatori: Marco Ciampolini e Emanuela Ferretti
Enti promotori:
- Comune di Carrara - UNESCO CREATIVE CITY NETWORK (UCCN)
Costo del biglietto: Intero Euro 5, ridotto Euro 3
Telefono per informazioni: +39 3351047450
E-Mail info: museo.carmi@comune.carrara.ms.it
Sito ufficiale: http://carmi.museocarraraemichelangelo.it
«Il CARMI torna a ospitare una mostra importante, l’ultima in ordine di tempo di una serie di esposizioni di richiamo nazionale. Grazie allo straordinario lavoro dell’assessore alla Cultura Federica Forti e del direttore Marco Ciampolini, da quando è stato riaperto nel giugno del 2018, il CARMI ha preso vita ed è diventato un punto di riferimento culturale per la città e non solo, tanto da guadagnarsi il riconoscimento di museo di interesse regionale. Con l’inaugurazione di questa mostra apriamo una nuova stagione di visite e registriamo il debutto del CARMI nel mondo dell’arte contemporanea, con un viaggio che partendo dalla riflessione sul rapporto tra Michelangelo e la nostra città ci catapulta nel presente, alla scoperta di due grandi artisti, Michelucci e Moore, che ebbero un legame profondo con il maestro del Rinascimento e la nostra città. Carrara, dunque, ancora una volta continua a essere protagonista grazie al suo marmo, alla sua storia e agli artisti che in passato come oggi la rendono unica» ha dichiarato il sindaco di Carrara Francesco De Pasquale.
«Questa mostra, attraverso tre grandi come Michelangelo, Michelucci e Moore, afferma anche il turismo culturale come valore identitario dei nostri luoghi: i musei, gli itinerari di trekking e il centro storico sono un percorso unico su cui puntare e su cui questa amministrazione ha puntato. Questa mostra intende riportare l’attenzione sui luoghi attraverso il racconto di una importante pagina della nostra storia» ha aggiunto l’assessore alla Cultura Federica Forti.
Celebrazione antiretorica del rapporto dell’artista con Carrara, il progetto è stato elaborato fra il 1972 e il 1975 da Giovanni Michelucci (1891-1990), figura di assoluto rilievo dell’architettura del Novecento. La proposta del maestro pistoiese - fra architettura e scultura, memoria e trasferimento di saperi, celebrazione delle maestranze carraresi e valorizzazione delle cave– si sarebbe dovuta arricchire con il coinvolgimento dello scultore Henry Moore (1898-1986), presenza significativa nell’area apuana fin dagli anni Cinquanta.
Raccontare un sogno ambizioso e immaginifico, che nasce a Carrara nel poliedrico contesto culturale degli anni sessanta-settanta, permette di far conoscere al grande pubblico una grandiosa idea, testimonianza di un significativo momento storico per la città e il suo territorio. Tale progetto, concepito in una prospettiva rivolta al futuro e segnato da un dialogo serrato tra arte, architettura e scienza, può costituire ancora oggi una preziosa occasione di riflessione per il presente.
Seppur irrealizzato, il Memoriale a Michelangelo è stato il culmine di iniziative che si avviano in occasione del quarto centenario della morte del Buonarroti (1964) e si dipanano fino al 1975 (ricorrenza del quinto centenario della nascita dell’artista), proiettando Carrara in uno scenario internazionale.
La narrazione espositiva si snoda su tre nuclei tematici, individuati dalla professoressa Emanuela Ferretti: lo sviluppo dell’idea iniziale di un ‘monumento’ a Michelangelo da parte del Circolo Arturo Dazzi e del suo presidente Pierantonio Balli (1904-1987); la genesi e il percorso progettuale del Memoriale a Michelangelo di Michelucci, in tutte le sue articolazioni; la focalizzazione, con materiali inediti, sulla grande mostra antologica di Moore al Forte Belvedere (1972), come tassello evocativo del contesto di riferimento.
Attraverso importanti prestiti, in particolare di opere mai presentate al pubblico, la mostra restituisce l’articolata e pluriennale evoluzione del progetto, mettendo anche in evidenza connessioni inedite fra gli elaborati grafici di Michelucci (di cui è in mostra una selezione significativa degli oltre 150 disegni realizzati, insieme al plastico del progetto) e le opere del Buonarroti, a testimoniare la ravvicinata e fertile riflessione dell’architetto sull’eredità del maestro. In questo senso spicca la presenza del Dio Fluviale di Michelangelo nei disegni di studio di Michelucci (icona della mostra), che rivela il riconoscimento da parte dell’architetto del consolidato valore didattico della scultura acquisito nei secoli. Tale nesso è evocato dall’inserimento in mostra del modello dell’opera michelangiolesca, appositamente realizzato in occasione del suo recente restauro (2017-2018).
Il viscerale rapporto tra Michelangelo e il marmo carrarese così come il senso del sublime dello scenario apuano sono motivi di ispirazione per Michelucci, e risuonano vibranti nelle forme del progetto. Il marmo e la sua vitalità si rivelano nelle loro valenze ispiratrici attraverso una selezione di foto d’arte inedite scattate da Ilario Bessi (1903-1986), che è stato testimone diretto e partecipe del dipanarsi degli eventi nel corso degli anni.
Il percorso espositivo adotta diversificati media: disegni originali, stampe, modelli, fotografie e filmati multimediali. Nello specifico vengono presentate video interviste eseguite per l’occasione, al professore emerito Giorgio Bonsanti direttore del recente restauro del Dio Fluviale (2018), e all’architetto Piero Micheli responsabile dell’allestimento della mostra di Moore del 1972. Si aggiunge a quest’ultimo il recupero di un importante video-documento curato dal professore emerito Guido Spezza, prodotto durante la mostra dal Gabinetto sperimentale per la ricerca filmata dell’Università di Firenze ed oggi conservato nel Laboratorio Multimediale dell’Ateneo fiorentino.
A completamento della mostra, all'interno del percorso museale permanente del CARMI, vengono presentate una serie di sculture, pitture e disegni - anch'essi inediti o poco conosciuti - dei secoli XVI-XIX, selezionate dal professore Marco Ciampolini con l’intento di esemplificare l'immensa fortuna del maestro e delle sue opere: l’allestimento prende in esame opere di “ispirazione” michelangiolesca, a partire dal XVI secolo, fino a dipinti di tono spiccatamente narrativo, tipici dell’età Romantica, in cui la riscoperta dei grandi artisti del passato avviene attraverso il racconto delle loro vicende biografiche. Esemplari, in questo senso, sono i dipinti dell’artista di ambito “nazareno” Peter Rittig (Papa Paolo III Farnese visita Michelangelo nel suo studio, 1834), del livornese Enrico Pollastrini (Michelangelo scopre il David, firmato e datato 1863) e del marchigiano Filippo Bigioli (Vittoria Colonna visita lo studio di Michelangelo, 1850).
Da segnalare, infine, il processo di valorizzazione della collezione stabile del CARMI, che si è arricchita di due ritratti ottocenteschi del Buonarroti e di un importante dipinto di Antonio Puccinelli (1822-1897) raffigurante Michelangelo alle cave (1864), destinato definitivamente al museo dall’Amministrazione Provinciale di Massa e Carrara. Proprio il dipinto di Puccinelli è stato utilizzato nel convegno internazionale del 1975 per la comunicazione delle iniziative collegate alla promozione del progetto del Memoriale di Michelucci, e costituisce dunque un ideale collegamento fra le due sezioni.
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