RE. Somewhere in the abyss
Dal 14 Luglio 2021 al 21 Settembre 2021
Milazzo | Messina
Luogo: Ex Chiesa di Santa Maria - Castello di Milazzo
Indirizzo: Salita Castello
Orari: dal martedì alla domenica 9:00 - 13:30 / 16.30 – 20.30. In occasione di eventi serali al Castello, la mostra osserverà orario prolungato
Curatori: Giuseppe La Spada.
Enti promotori:
- MUMA - Museo del Mare di Milazzo
- Con il patrocinio di
- Comune di Milazzo
- Area Marina Protetta
- Capo Milazzo
- Sea Shepherd Italia
- Trasformatorio Foundation
Costo del biglietto: € 5
Sito ufficiale: http://www.mumamilazzo.com/
Il MUMA - Museo del Mare di Milazzo presenta un evento che - coniugando arte e sostenibilità ambientale - sottolinea l’impegno verso la tutela dell’ecosistema promuovendo riduzione, riuso e riciclo come azioni necessarie per la salvaguardia del mare
Giovedì 14 luglio alle 21:00 si inaugura negli spazi dell’ex Chiesa di Santa Maria all’interno del Castello di Milazzo la mostra personale di RE (Emanuela Ravidà) “Somewhere in the abyss” a cura di Giuseppe La Spada, direttore artistico del MUMA.
Il percorso espositivo della mostra è articolato su un ciclo di opere che rappresentano gli abissi del mare, che erano l’habitat di Siso, il capodoglio a cui è dedicato il museo fondato e diretto dal biologo Carmelo Isgrò.
Le opere create da RE appositamente per il MUMA hanno una doppia genesi, concettuale e materiale, in quanto sono ispirate alle nozioni dell’Ecosofia (ecologia ambientale, sociale e mentale) e sono realizzate con due tecniche inventate dall’artista: una utilizzando una particolare carta creata partendo dai comuni volantini pubblicitari e l’altra assemblando senza combustione la plastica di uso comune recuperata sulla spiaggia o fornita da aziende, attività commerciali e privati cittadini di Milazzo, coinvolti dall’artista in un processo non di mero riciclo ma di azione collettiva che attraverso la creatività vuole divulgare e aumentare la consapevolezza sulle tematiche ambientali.
A caratterizzare l’allestimento sarà la grande installazione site specific “The last abyss” dedicata a Siso, che accoglierà lo spettatore proiettandolo in un mare di plastica che inonda il MUMA, plastica che da oggetto consumistico e di scarto si trasforma in opera originale e iconica. Il tema del mare e dei suoi abissi è stato sviluppato da RE sin dal 2015, con la realizzazione di una serie di opere che materializzano non soltanto le sensazioni e le emozioni che si provano andando sott’acqua ma anche le paure ataviche dell’umanità verso l’ignoto che esiste in fondo al mare così come dentro di ognuno di noi, l’immersione in un luogo per molti aspetti sconosciuto ma al contempo fonte di vita.
Scrive il curatore Giuseppe La Spada nel catalogo multimediale della mostra: “(…) Carta e plastica, superfici ruvide, frammenti di colore e di parole che furono slogan, superfici stirate a festa ora ci avvolgono, ora diventano tondi che sembrano ingressi, fanno parte di una personale che ci porta in dimensioni profonde, metri e metri di materia e forse anche di incertezze interloquiranno con il fruitore per stimolarlo alla riflessione. Potremo redimerci attraverso le frequenze del colore blu, attraverso questo percorso che l’artista ci invita a fare? La consapevolezza di ognuno di noi sarà fondamentale per entrate in relazione con le opere, con il processo adottato dall’artista, con il tuffo coraggioso che dobbiamo compiere per raggiungere il cambiamento che ci aspetta”.
Come sottolinea lo storico dell’arte Mosè Previti in uno dei testi presenti in catalogo “(…) in questi “abissi” RE non ha mostri da combattere, non ci sono creature definitive. È lo spettatore che deve andare oltre la vera del pozzo, chi incontra l’opera deve trovare la chiave, il fondo del proprio abisso. E questo non ha nulla a che vedere con l’estetica, con il “mi piace” o “non mi piace”, è un rapporto personale che può anche scontrarsi con un abisso che inquieta, un ignoto che non riusciamo sostenere. Questo mare spumoso e increspato come la pelle di un antico mostro può ricordare la felicità bambina delle nostre estati ma anche il terribile momento in cui abbiamo capito che noi esistiamo, che siamo diversi dagli altri”.
Scrive Federico Bonelli, direttore della Trasformatorio Foundation: “(…) Con le plastiche RE ha approntato un’altra tecnica, applicando con cura il calore di un ferro da stiro, per comporre con cio' effetti sorprendenti di trasparenze che trascinano verso questa materia sistemicamente dannosa con la voglia di tuffarsi. RE non brucia (come Burri), compone e trasforma, trascinandomi verso il suo modo di vedere il mondo, panpsichista e dinamico”.
La mostra, che resterà aperta al pubblico fino al 21 settembre, è patrocinata dal Comune di Milazzo (da anni città Plastic Free), da Sea Shepherd Italia Onlus (che con l’Operazione Siso persegue l’obiettivo della protezione del delicato ecosistema dell’arcipelago delle Isole Eolie dalla pesca illegale) da AMP Area Marina Protetta Capo Milazzo (istituita nel 2019 per tutelare l’ecosistema marino del Promontorio di Capo Milazzo) e da Trasformatorio Foundation (onlus olandese impegnata da anni in progetti di innovazione tecnologica, ambientale e sociale attraverso l’arte).
RE (Emanuela Ravidà) nasce a Milazzo nel 1985 e nel 2011 si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Dal 2009 espone in mostre personali e collettive allestite in prestigiosi spazi espositivi ed è autrice di opere site specific collocate in Italia e in Europa. La sua ricerca artistica predilige l’utilizzo di supporti e materiali non convenzionali e dal 2012 affina la tecnica del reverse on glass, personale rivisitazione della pittura su vetro realizzata prevalentemente su infissi dismessi con l’assemblaggio di materiali organici come foglie, fiori, terra e cenere. Da sempre interessata alle tematiche della natura e alle mutazioni fisiche e chimiche della materia, oggi concentra la sua attività sulla carta e sulla plastica, con opere direttamente derivate dalla trasformazione degli elementi. Vive e lavora in Sicilia.
Inaugurazione: mercoledì 14 luglio ore 21:00
Giovedì 14 luglio alle 21:00 si inaugura negli spazi dell’ex Chiesa di Santa Maria all’interno del Castello di Milazzo la mostra personale di RE (Emanuela Ravidà) “Somewhere in the abyss” a cura di Giuseppe La Spada, direttore artistico del MUMA.
Il percorso espositivo della mostra è articolato su un ciclo di opere che rappresentano gli abissi del mare, che erano l’habitat di Siso, il capodoglio a cui è dedicato il museo fondato e diretto dal biologo Carmelo Isgrò.
Le opere create da RE appositamente per il MUMA hanno una doppia genesi, concettuale e materiale, in quanto sono ispirate alle nozioni dell’Ecosofia (ecologia ambientale, sociale e mentale) e sono realizzate con due tecniche inventate dall’artista: una utilizzando una particolare carta creata partendo dai comuni volantini pubblicitari e l’altra assemblando senza combustione la plastica di uso comune recuperata sulla spiaggia o fornita da aziende, attività commerciali e privati cittadini di Milazzo, coinvolti dall’artista in un processo non di mero riciclo ma di azione collettiva che attraverso la creatività vuole divulgare e aumentare la consapevolezza sulle tematiche ambientali.
A caratterizzare l’allestimento sarà la grande installazione site specific “The last abyss” dedicata a Siso, che accoglierà lo spettatore proiettandolo in un mare di plastica che inonda il MUMA, plastica che da oggetto consumistico e di scarto si trasforma in opera originale e iconica. Il tema del mare e dei suoi abissi è stato sviluppato da RE sin dal 2015, con la realizzazione di una serie di opere che materializzano non soltanto le sensazioni e le emozioni che si provano andando sott’acqua ma anche le paure ataviche dell’umanità verso l’ignoto che esiste in fondo al mare così come dentro di ognuno di noi, l’immersione in un luogo per molti aspetti sconosciuto ma al contempo fonte di vita.
Scrive il curatore Giuseppe La Spada nel catalogo multimediale della mostra: “(…) Carta e plastica, superfici ruvide, frammenti di colore e di parole che furono slogan, superfici stirate a festa ora ci avvolgono, ora diventano tondi che sembrano ingressi, fanno parte di una personale che ci porta in dimensioni profonde, metri e metri di materia e forse anche di incertezze interloquiranno con il fruitore per stimolarlo alla riflessione. Potremo redimerci attraverso le frequenze del colore blu, attraverso questo percorso che l’artista ci invita a fare? La consapevolezza di ognuno di noi sarà fondamentale per entrate in relazione con le opere, con il processo adottato dall’artista, con il tuffo coraggioso che dobbiamo compiere per raggiungere il cambiamento che ci aspetta”.
Come sottolinea lo storico dell’arte Mosè Previti in uno dei testi presenti in catalogo “(…) in questi “abissi” RE non ha mostri da combattere, non ci sono creature definitive. È lo spettatore che deve andare oltre la vera del pozzo, chi incontra l’opera deve trovare la chiave, il fondo del proprio abisso. E questo non ha nulla a che vedere con l’estetica, con il “mi piace” o “non mi piace”, è un rapporto personale che può anche scontrarsi con un abisso che inquieta, un ignoto che non riusciamo sostenere. Questo mare spumoso e increspato come la pelle di un antico mostro può ricordare la felicità bambina delle nostre estati ma anche il terribile momento in cui abbiamo capito che noi esistiamo, che siamo diversi dagli altri”.
Scrive Federico Bonelli, direttore della Trasformatorio Foundation: “(…) Con le plastiche RE ha approntato un’altra tecnica, applicando con cura il calore di un ferro da stiro, per comporre con cio' effetti sorprendenti di trasparenze che trascinano verso questa materia sistemicamente dannosa con la voglia di tuffarsi. RE non brucia (come Burri), compone e trasforma, trascinandomi verso il suo modo di vedere il mondo, panpsichista e dinamico”.
La mostra, che resterà aperta al pubblico fino al 21 settembre, è patrocinata dal Comune di Milazzo (da anni città Plastic Free), da Sea Shepherd Italia Onlus (che con l’Operazione Siso persegue l’obiettivo della protezione del delicato ecosistema dell’arcipelago delle Isole Eolie dalla pesca illegale) da AMP Area Marina Protetta Capo Milazzo (istituita nel 2019 per tutelare l’ecosistema marino del Promontorio di Capo Milazzo) e da Trasformatorio Foundation (onlus olandese impegnata da anni in progetti di innovazione tecnologica, ambientale e sociale attraverso l’arte).
RE (Emanuela Ravidà) nasce a Milazzo nel 1985 e nel 2011 si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Dal 2009 espone in mostre personali e collettive allestite in prestigiosi spazi espositivi ed è autrice di opere site specific collocate in Italia e in Europa. La sua ricerca artistica predilige l’utilizzo di supporti e materiali non convenzionali e dal 2012 affina la tecnica del reverse on glass, personale rivisitazione della pittura su vetro realizzata prevalentemente su infissi dismessi con l’assemblaggio di materiali organici come foglie, fiori, terra e cenere. Da sempre interessata alle tematiche della natura e alle mutazioni fisiche e chimiche della materia, oggi concentra la sua attività sulla carta e sulla plastica, con opere direttamente derivate dalla trasformazione degli elementi. Vive e lavora in Sicilia.
Inaugurazione: mercoledì 14 luglio ore 21:00
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