Addio Anni 70. Arte a Milano 1969-1980
Alfa Castaldi, La machine à manger le huitres, Milano, 1972, Addio Anni 70. Arte a Milano 1969-1980, Palazzo Reale, Milano
Dal 31 Maggio 2012 al 02 Settembre 2012
Milano
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: piazza Duomo 12
Orari: lun. 14.30-19.30; mar. mer. ven. dom. 9.30-19.30; giov. sab. 9.30-22.30
Enti promotori:
- Comune di Milano– Cultura
- Palazzo Reale
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 0202
E-Mail info: giulia.zanichelli@24orecultura.com
Sito ufficiale: http://www.comune.milano.it
Palazzo Reale prosegue il suo dialogo con l’arte contemporanea con Addio Anni 70. Arte a Milano 1969-1980, dal 31 maggio al 2 settembre 2012: un viaggio attraverso opere, artisti e situazioni protagonisti a Milano nel decennio compreso tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta. La mostra, a ingresso gratuito, é ideata e prodotta dal Comune di Milano– Cultura e Palazzo Reale, su un progetto di Francesco Bonami e Paola Nicolin, con il sostegno di 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e pone l’accento sul sistema dell’arte a Milano e sulla produzione culturale legata alle arti visive che caratterizzò la scena cittadina di quegli anni, attraversati dalla tempesta della politica.
«Dopo 'Bramantino a Milano' ecco il secondo esperimento di autoproduzione del Comune di Milano - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Stefano Boeri - Una mostra di grande qualità espositiva e di assoluto rigore scientifico, con opere e testi ri-esposti oggi per la prima volta dagli anni Settanta, in un contesto di assoluta gratuità che dà il senso del nuovo corso della politica culturale milanese. Una grande mostra, con oltre 2500 mq espositivi per oltre 70 artisti rappresentati, che racconta in modo inequivocabile come negli anni Settanta Milano sia stata una delle capitali europee dell'arte e della cultura. Oggi possiamo dire che le esperienze artistiche milanesi hanno trasformato il decennio più vitale e controverso del ventesimo secolo in un momento fondamentale della storia della cultura internazionale. In quel decennio così complesso e difficile, infatti, a Milano sono nati - e da Milano sono partiti - spunti estetici e di ricerca che hanno poi influenzato le esperienze di molti dei più noti artisti contemporanei».
Il percorso espositivo è strutturato non tanto come una ricostruzione storica, una rassegna o una mappa cronologica, quanto piuttosto come una delle letture possibili di quegli anni, una sequenza di opere e voci che diventano progressivamente rivelatori di una situazione viva, mettendo a confronto opere di pittura, scultura, fotografia, video e film d’artista, installazioni, documentazione video e sonora legata ad azioni irripetibili come performance, happening, concerti, spettacoli teatrali e di teatro danza, completate da una selezione di materiale editoriale, proveniente da archivi privati e pubblici. Dalla Milano di Ugo Mulas a quella di Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, dalle installazioni di Luciano Fabro e di Luise Nevelson alle sculture di Arnaldo Pomodoro, da Christo alla biro su carta di Alighiero Boetti.
«Addio Anni 70 desidera restituire una situazione complessa, una solida polifonia di voci di un decennio irregolare, caratterizzato dalla coincidenza degli opposti, compreso tra l’esaurirsi della stagione delle speranze, delle utopie, del protagonismo dei soggetti collettivi e delle grandi trasformazioni del’68 e la corsa al benessere diffuso e protetto, al consolidarsi dell’individuo attorno alle categorie del mercato e dello sviluppo economico» spiegano Francesco Bonami e Paola Nicolin, curatori della mostra «In mezzo ci sono dieci anni che hanno fatto di Milano una delle città più insanguinate dalla strategia della tensione e del terrorismo, una città simbolo per il Paese, dove convivono due anime: l’anima violenta della guerriglia e l’anima post-moderna, gaudente, che sboccerà nei successivi anni Ottanta. Queste due anime convivono per tutto il decennio e contribuiscono a connotarlo come un periodo “doppio”, come un “gemello”. Così facendo del decennio la mostra desidera sottolineare quella condizione di compresenza di due anime e insieme riflettere un preciso modo di intendere il ruolo dell’artista e il processo creativo come sintesi di dualismo d’intenti”.
Sospesi tra lo sguardo del testimone e il “senno di poi” del curatore, la mostra coinvolge direttamente anche alcuni protagonisti del tempo, come per esempio Nanni Balestrini, Gianni Emilio Simonetti, Sergio Dangelo con Arturo Schwarz e Daniel Spoerri con Gino Di Maggio, chiamati a curare alcune delle sale della mostra sulla base di esperienze che hanno vissuto in quel periodo.
In questo senso si muove anche il progetto editoriale concepito come integrazione della mostra, di uguale importanza e rilievo nella economia del racconto. Il libro che accompagna l’esposizione, realizzato da Mousse, è infatti un’antologia di testi e immagini d’epoca, selezionati e ristampati per l’occasione. Si tratta di documenti introvabili, provenienti da archivi, gallerie, fondazioni e biblioteche, utile punto di partenza per chiunque fosse interessato ad ulteriori sviluppi e analisi della storia artistica milanese.
Apre e chiude il percorso una reading room, progettata grazie alla collaborazione di Artek e Domus e realizzata con tavoli e sedie di Enzo Mari, legate all’esperienza dell’Autoprogettazione che egli presentò per la prima volta alla Galleria Milano nel 1974. Nella sala saranno visibili anche le interviste a critici e protagonisti del decennio realizzate appositamente per la mostra insieme alla documentazione editoriale d’epoca. Completa l’esposizione una sezione dedicata al libro d’artista e alle riviste indipendenti, allestita, dal 22 giugno 2012, nella sala degli Archivi Gianferrari del Museo del 900 a cura di Giorgio Maffei.
Per restituire la complessità del periodo di riferimento affiancheranno la mostra una serie di attività e momenti di approfondimento tematico pubblici e gratuiti.
Un ciclo di lezioni sugli stessi anni Settanta a cura di Doppiozero, ad ingresso libero (ore 19.00), a partire dal 21 giugno 2012 dalla Politica con Giorgio Boatti, il 28 giugno Sesso e moda con Luca Scarlini, il 5 luglio Grafica e poesia visiva con Giovanni Anceschi, il 12 luglio Letteratura con Marco Belpoliti e il 19 luglio Cinema con Luca Mosso.
In programma il 13 giugno 2012 a Palazzo Reale un seminario “Noi non c’eravamo, studi di nuova generazione sull’arte a Milano negli anni ‘70” realizzato in collaborazione con il dipartimento di Storia delle Arti, Musica e Spettacolo Arte dell’Università Statale degli Studi di Milano a cura di Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti. Otto giovani studiosi, provenienti da diverse Università italiane, approfondiscono attraverso esemplari casi di studio alcuni snodi del sistema dell’arte a Milano negli anni Settanta. Il panorama complesso e ricco di spunti di quel decennio — ancora in attesa di una più sistematica e capillare ricostruzione storico-filologica — è inquadrato attraverso una serie di “flash” che illuminano l’attività di alcuni artisti anche nei loro rapporti col mercato, le istituzioni e l’editoria.
«Dopo 'Bramantino a Milano' ecco il secondo esperimento di autoproduzione del Comune di Milano - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Stefano Boeri - Una mostra di grande qualità espositiva e di assoluto rigore scientifico, con opere e testi ri-esposti oggi per la prima volta dagli anni Settanta, in un contesto di assoluta gratuità che dà il senso del nuovo corso della politica culturale milanese. Una grande mostra, con oltre 2500 mq espositivi per oltre 70 artisti rappresentati, che racconta in modo inequivocabile come negli anni Settanta Milano sia stata una delle capitali europee dell'arte e della cultura. Oggi possiamo dire che le esperienze artistiche milanesi hanno trasformato il decennio più vitale e controverso del ventesimo secolo in un momento fondamentale della storia della cultura internazionale. In quel decennio così complesso e difficile, infatti, a Milano sono nati - e da Milano sono partiti - spunti estetici e di ricerca che hanno poi influenzato le esperienze di molti dei più noti artisti contemporanei».
Il percorso espositivo è strutturato non tanto come una ricostruzione storica, una rassegna o una mappa cronologica, quanto piuttosto come una delle letture possibili di quegli anni, una sequenza di opere e voci che diventano progressivamente rivelatori di una situazione viva, mettendo a confronto opere di pittura, scultura, fotografia, video e film d’artista, installazioni, documentazione video e sonora legata ad azioni irripetibili come performance, happening, concerti, spettacoli teatrali e di teatro danza, completate da una selezione di materiale editoriale, proveniente da archivi privati e pubblici. Dalla Milano di Ugo Mulas a quella di Gianni Berengo Gardin e Gabriele Basilico, dalle installazioni di Luciano Fabro e di Luise Nevelson alle sculture di Arnaldo Pomodoro, da Christo alla biro su carta di Alighiero Boetti.
«Addio Anni 70 desidera restituire una situazione complessa, una solida polifonia di voci di un decennio irregolare, caratterizzato dalla coincidenza degli opposti, compreso tra l’esaurirsi della stagione delle speranze, delle utopie, del protagonismo dei soggetti collettivi e delle grandi trasformazioni del’68 e la corsa al benessere diffuso e protetto, al consolidarsi dell’individuo attorno alle categorie del mercato e dello sviluppo economico» spiegano Francesco Bonami e Paola Nicolin, curatori della mostra «In mezzo ci sono dieci anni che hanno fatto di Milano una delle città più insanguinate dalla strategia della tensione e del terrorismo, una città simbolo per il Paese, dove convivono due anime: l’anima violenta della guerriglia e l’anima post-moderna, gaudente, che sboccerà nei successivi anni Ottanta. Queste due anime convivono per tutto il decennio e contribuiscono a connotarlo come un periodo “doppio”, come un “gemello”. Così facendo del decennio la mostra desidera sottolineare quella condizione di compresenza di due anime e insieme riflettere un preciso modo di intendere il ruolo dell’artista e il processo creativo come sintesi di dualismo d’intenti”.
Sospesi tra lo sguardo del testimone e il “senno di poi” del curatore, la mostra coinvolge direttamente anche alcuni protagonisti del tempo, come per esempio Nanni Balestrini, Gianni Emilio Simonetti, Sergio Dangelo con Arturo Schwarz e Daniel Spoerri con Gino Di Maggio, chiamati a curare alcune delle sale della mostra sulla base di esperienze che hanno vissuto in quel periodo.
In questo senso si muove anche il progetto editoriale concepito come integrazione della mostra, di uguale importanza e rilievo nella economia del racconto. Il libro che accompagna l’esposizione, realizzato da Mousse, è infatti un’antologia di testi e immagini d’epoca, selezionati e ristampati per l’occasione. Si tratta di documenti introvabili, provenienti da archivi, gallerie, fondazioni e biblioteche, utile punto di partenza per chiunque fosse interessato ad ulteriori sviluppi e analisi della storia artistica milanese.
Apre e chiude il percorso una reading room, progettata grazie alla collaborazione di Artek e Domus e realizzata con tavoli e sedie di Enzo Mari, legate all’esperienza dell’Autoprogettazione che egli presentò per la prima volta alla Galleria Milano nel 1974. Nella sala saranno visibili anche le interviste a critici e protagonisti del decennio realizzate appositamente per la mostra insieme alla documentazione editoriale d’epoca. Completa l’esposizione una sezione dedicata al libro d’artista e alle riviste indipendenti, allestita, dal 22 giugno 2012, nella sala degli Archivi Gianferrari del Museo del 900 a cura di Giorgio Maffei.
Per restituire la complessità del periodo di riferimento affiancheranno la mostra una serie di attività e momenti di approfondimento tematico pubblici e gratuiti.
Un ciclo di lezioni sugli stessi anni Settanta a cura di Doppiozero, ad ingresso libero (ore 19.00), a partire dal 21 giugno 2012 dalla Politica con Giorgio Boatti, il 28 giugno Sesso e moda con Luca Scarlini, il 5 luglio Grafica e poesia visiva con Giovanni Anceschi, il 12 luglio Letteratura con Marco Belpoliti e il 19 luglio Cinema con Luca Mosso.
In programma il 13 giugno 2012 a Palazzo Reale un seminario “Noi non c’eravamo, studi di nuova generazione sull’arte a Milano negli anni ‘70” realizzato in collaborazione con il dipartimento di Storia delle Arti, Musica e Spettacolo Arte dell’Università Statale degli Studi di Milano a cura di Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti. Otto giovani studiosi, provenienti da diverse Università italiane, approfondiscono attraverso esemplari casi di studio alcuni snodi del sistema dell’arte a Milano negli anni Settanta. Il panorama complesso e ricco di spunti di quel decennio — ancora in attesa di una più sistematica e capillare ricostruzione storico-filologica — è inquadrato attraverso una serie di “flash” che illuminano l’attività di alcuni artisti anche nei loro rapporti col mercato, le istituzioni e l’editoria.
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