Bizhan Bassiri. Creazione
Dal 29 Gennaio 2025 al 22 Marzo 2025
Milano
Luogo: BUILDING Gallery
Indirizzo: Via Monte di Pietà 23
Orari: martedì - sabato 10-19
Curatori: Bruno Corà
Telefono per informazioni: +39 02 89094995
Sito ufficiale: http://www.building-gallery.com
Bizhan Bassiri. Creazione,a cura di Bruno Corà, è la prima importante mostra personale dell’artista italo-persiano (Teheran, 1954) che BUILDING Gallery ospita nei suoi spazi dal 30 gennaio al 22 marzo 2025.
L’esposizione, sviluppata su tre piani espositivi della galleria, trasporta il visitatore in una dimensione ancestrale e senza tempo, in cui le opere, che sembrano emergere da un universo magmatico, prendono forma di volta in volta in sculture e dipinti contraddistinti da specifici materiali e cromie. Dalla dominante rossa del piano terra, passando per il pigmento blu impiegato nelle opere del primo piano, fino a giungere all'oscurità nera del secondo piano, in cui - ci suggerisce l'artista - "Osservando nel buio, il buio Vedo”.
Esordendo a Roma nel 1981, dopo aver compiuto gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di quella città alla scuola di Toti Scialoja tra il 1976 e il 1980, Bassiri si è distinto tra i protagonisti della generazione che negli anni Ottanta ha sviluppato in Europa una propria Weltanschauung all'insegna di un “pensiero magmatico”, autentica esperienza pittorico-plastica idonea a coniugare fondamenti e proposizioni innovative dell'arte occidentale e orientale, costruendo un proprio lessico originale di ampia risonanza poetica.
Con un solido percorso alle spalle, esito di eventi memorabili e importanti confronti con i maggiori artisti italiani e internazionali (Kounellis, Boetti, West, Chiari, Anselmo, Kirkeby, Kosuth, Castellani e altri), Bassiri con questa prima mostra personale a Milano evidenzia la maturità linguistica della sua arte, sempre tenuta entro i registri di forme enunciative di una spazio-temporalità che elude gli epifenomeni dell'attualità, orientandosi piuttosto verso dimensioni dove visione palingenetica, intuizione poetica e formalizzazione di un sistema iconografico basato su archetipi cosmologici e mitici assume il carattere di 'summa immaginaria'.
In tale drammaturgia visiva, Bassiri esibisce le figure essenziali della sua poetica: l'incessante trasformazione della materia, da lui considerata 'tempesta' permanente; lo stupore della luce ricavata dall'opera e offerta come entità correlata allo sguardo individuale; l'ineludibile presenza testimone della cifra antropologica; il rischio serpentino dell'imprevisto; la sorte, invisibile ma attiva forza regolatrice e registro supremo dell'arte che perpetua la tensione vivente, assumendo forme senza tempo. Protesa in uno spazio-tempo indeterminabile, considerato eterno come l'esistenza, l'opera appare immagine autonoma destinata a mostrare l'enigmatico inarrestabile processo del pensiero magmatico, sorgente da cui scaturisce l'arte.
La mostra Bizhan Bassiri. Creazione è dunque un paradigma di morfologie fondamentali dell'artista, caratterizzato da vere e proprie stazioni di opere dislocate negli ambienti di BUILDING Gallery, scanditi dalle dominanti cromatiche riferibili a uno spettro di colori distintivo della sua poetica. Diversi i cicli di opere presentati in mostra, tra cui: gli Specchi Solari(2024), superfici in acciaio attraversate da abrasioni fulminee come lampi, che negano la tradizionale funzione dello specchio come oggetto che riflette il mondo e rivelano, invece, la loro stessa natura come sorgente di luce; le Particelle della Tempesta (2024), dipinti materici simili a stratificazioni geologiche, che l'artista ottiene facendo macerare carta di quotidiani in vasche piene di acqua colorata con pigmenti naturali e l'aggiunta di colle; le Erme (2000-2024), che, mutuando la loro morfologia dall'erma classica antica, si compongono di una base metallica tronco-piramidale rovesciata su cui si innestano le masse informi delle teste di pietra lavica.
Questa mostra, concepita in stretta relazione con l’architettura della galleria, è tra i progetti più significativi degli ultimi anni, concepita da Bassiri per presentare a Milano un episodio del suo lavoro, tenendo conto della significativa storia culturale e artistica avvenuta nella città.
Le sue opere, presenti in musei e collezioni private internazionali, hanno rappresentato nel 2017 il Padiglione iraniano alla 57ª Esposizione Internazionale d'Arte Biennale di Venezia.
Testo di Bruno Corà
Bizhan Bassiri, nato a Teheran nel 1954, si è stabilito a Roma nel 1975. Vive tra Roma, la Toscana e l'Umbria. La sua ricerca artistica parte dall'utilizzo di materiali diversi: superfici in cartapesta e acciaio e bronzo, elementi lavici, elaborazioni fotografiche. È autore di Pensiero Magmatico (1984) e Manifesto del Pensiero Magmatico (1984-2023).
Nel 2020 ha istituito a Fabro la Fondazione Bassiri, che ha ottenuto il riconoscimento dello Stato italiano e che si propone di gestire e promuovere il suo lavoro, offrendosi anche come punto di riferimento nella promozione dell’arte e della cultura attraverso iniziative multidisciplinari che spaziano dall’arte visiva, alla musica, al teatro, alla letteratura e alla scrittura.
Bassiri comincia ad esporre nel 1981 partecipando a mostre personali e collettive. Tra i principali musei e istituzioni culturali in cui ha esposto si ricordano: Accademia di Francia, Villa Medici, Roma; Arsaevi, Collegiumartisticum, Sarajevo (Bosnia); Borholms Kunstmuseum, Borholms (Danimarca); Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia; Centre d’Art Contemporain, Thiers (Francia); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Centro Arte Contemporanea BM, Tophane-i Amire, Istanbul (Turchia); Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia; Kunsthalle, Vienna (Austria); Macro Testaccio, Roma; Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Museum van Hedendaagse Kunst, Gand (Belgio); Sala dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze; S.M.A.K, Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gand (Belgio); Tehran (Iran) Contemporary Art Museum, Tehran (Iran).
Nel 2017 è stato invitato, come unico artista, a rappresentare l’Iran alla 57ª Biennale di Venezia con la mostra Tapesh, The Golden Reserve of Magmatic Thought, a cura di Majid Mollanoruzi. Nel 2019 ha presentato la mostra personale Meteorite Narvalo, a cura di Gabriella Belli, presso Ca' Pesaro Galleria Internazionale d'Arte Moderna, Venezia e la mostra personale Il Nottambulo, a cura di Bruno Corà, presso il National Museum of Iran, Teheran. Nel 2022 ha partecipato alle mostre collettive: Il Numinoso, a cura di Giorgio Verzotti, presso BUILDING, Milano e la Basilica di San Celso, Milano; La Luce del Nero, a cura di Bruno Corà, presso la Fondazione Burri, Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello (Perugia). Nel 2023 ha presentato la mostra personale Sokut, presso l’Hash Cheshme Art Space, Kashan (Iran).
Opening: mercoledì 29 gennaio 2025 dalle 17 alle 20
L’esposizione, sviluppata su tre piani espositivi della galleria, trasporta il visitatore in una dimensione ancestrale e senza tempo, in cui le opere, che sembrano emergere da un universo magmatico, prendono forma di volta in volta in sculture e dipinti contraddistinti da specifici materiali e cromie. Dalla dominante rossa del piano terra, passando per il pigmento blu impiegato nelle opere del primo piano, fino a giungere all'oscurità nera del secondo piano, in cui - ci suggerisce l'artista - "Osservando nel buio, il buio Vedo”.
Esordendo a Roma nel 1981, dopo aver compiuto gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di quella città alla scuola di Toti Scialoja tra il 1976 e il 1980, Bassiri si è distinto tra i protagonisti della generazione che negli anni Ottanta ha sviluppato in Europa una propria Weltanschauung all'insegna di un “pensiero magmatico”, autentica esperienza pittorico-plastica idonea a coniugare fondamenti e proposizioni innovative dell'arte occidentale e orientale, costruendo un proprio lessico originale di ampia risonanza poetica.
Con un solido percorso alle spalle, esito di eventi memorabili e importanti confronti con i maggiori artisti italiani e internazionali (Kounellis, Boetti, West, Chiari, Anselmo, Kirkeby, Kosuth, Castellani e altri), Bassiri con questa prima mostra personale a Milano evidenzia la maturità linguistica della sua arte, sempre tenuta entro i registri di forme enunciative di una spazio-temporalità che elude gli epifenomeni dell'attualità, orientandosi piuttosto verso dimensioni dove visione palingenetica, intuizione poetica e formalizzazione di un sistema iconografico basato su archetipi cosmologici e mitici assume il carattere di 'summa immaginaria'.
In tale drammaturgia visiva, Bassiri esibisce le figure essenziali della sua poetica: l'incessante trasformazione della materia, da lui considerata 'tempesta' permanente; lo stupore della luce ricavata dall'opera e offerta come entità correlata allo sguardo individuale; l'ineludibile presenza testimone della cifra antropologica; il rischio serpentino dell'imprevisto; la sorte, invisibile ma attiva forza regolatrice e registro supremo dell'arte che perpetua la tensione vivente, assumendo forme senza tempo. Protesa in uno spazio-tempo indeterminabile, considerato eterno come l'esistenza, l'opera appare immagine autonoma destinata a mostrare l'enigmatico inarrestabile processo del pensiero magmatico, sorgente da cui scaturisce l'arte.
La mostra Bizhan Bassiri. Creazione è dunque un paradigma di morfologie fondamentali dell'artista, caratterizzato da vere e proprie stazioni di opere dislocate negli ambienti di BUILDING Gallery, scanditi dalle dominanti cromatiche riferibili a uno spettro di colori distintivo della sua poetica. Diversi i cicli di opere presentati in mostra, tra cui: gli Specchi Solari(2024), superfici in acciaio attraversate da abrasioni fulminee come lampi, che negano la tradizionale funzione dello specchio come oggetto che riflette il mondo e rivelano, invece, la loro stessa natura come sorgente di luce; le Particelle della Tempesta (2024), dipinti materici simili a stratificazioni geologiche, che l'artista ottiene facendo macerare carta di quotidiani in vasche piene di acqua colorata con pigmenti naturali e l'aggiunta di colle; le Erme (2000-2024), che, mutuando la loro morfologia dall'erma classica antica, si compongono di una base metallica tronco-piramidale rovesciata su cui si innestano le masse informi delle teste di pietra lavica.
Questa mostra, concepita in stretta relazione con l’architettura della galleria, è tra i progetti più significativi degli ultimi anni, concepita da Bassiri per presentare a Milano un episodio del suo lavoro, tenendo conto della significativa storia culturale e artistica avvenuta nella città.
Le sue opere, presenti in musei e collezioni private internazionali, hanno rappresentato nel 2017 il Padiglione iraniano alla 57ª Esposizione Internazionale d'Arte Biennale di Venezia.
Testo di Bruno Corà
Bizhan Bassiri, nato a Teheran nel 1954, si è stabilito a Roma nel 1975. Vive tra Roma, la Toscana e l'Umbria. La sua ricerca artistica parte dall'utilizzo di materiali diversi: superfici in cartapesta e acciaio e bronzo, elementi lavici, elaborazioni fotografiche. È autore di Pensiero Magmatico (1984) e Manifesto del Pensiero Magmatico (1984-2023).
Nel 2020 ha istituito a Fabro la Fondazione Bassiri, che ha ottenuto il riconoscimento dello Stato italiano e che si propone di gestire e promuovere il suo lavoro, offrendosi anche come punto di riferimento nella promozione dell’arte e della cultura attraverso iniziative multidisciplinari che spaziano dall’arte visiva, alla musica, al teatro, alla letteratura e alla scrittura.
Bassiri comincia ad esporre nel 1981 partecipando a mostre personali e collettive. Tra i principali musei e istituzioni culturali in cui ha esposto si ricordano: Accademia di Francia, Villa Medici, Roma; Arsaevi, Collegiumartisticum, Sarajevo (Bosnia); Borholms Kunstmuseum, Borholms (Danimarca); Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia; Centre d’Art Contemporain, Thiers (Francia); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Centro Arte Contemporanea BM, Tophane-i Amire, Istanbul (Turchia); Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia; Kunsthalle, Vienna (Austria); Macro Testaccio, Roma; Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Museum van Hedendaagse Kunst, Gand (Belgio); Sala dei Cinquecento, Palazzo Vecchio, Firenze; S.M.A.K, Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gand (Belgio); Tehran (Iran) Contemporary Art Museum, Tehran (Iran).
Nel 2017 è stato invitato, come unico artista, a rappresentare l’Iran alla 57ª Biennale di Venezia con la mostra Tapesh, The Golden Reserve of Magmatic Thought, a cura di Majid Mollanoruzi. Nel 2019 ha presentato la mostra personale Meteorite Narvalo, a cura di Gabriella Belli, presso Ca' Pesaro Galleria Internazionale d'Arte Moderna, Venezia e la mostra personale Il Nottambulo, a cura di Bruno Corà, presso il National Museum of Iran, Teheran. Nel 2022 ha partecipato alle mostre collettive: Il Numinoso, a cura di Giorgio Verzotti, presso BUILDING, Milano e la Basilica di San Celso, Milano; La Luce del Nero, a cura di Bruno Corà, presso la Fondazione Burri, Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello (Perugia). Nel 2023 ha presentato la mostra personale Sokut, presso l’Hash Cheshme Art Space, Kashan (Iran).
Opening: mercoledì 29 gennaio 2025 dalle 17 alle 20
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