Bodies and Souls
Dal 21 Febbraio 2023 al 15 Aprile 2023
Milano
Luogo: Cassina Projects
Indirizzo: Via Mecenate 76/45
Orari: Mar - Sab 11 - 19
Curatori: Manuela Lietti, in collaborazione con Capsule Shanghai
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 02 3928 4131
E-Mail info: info@cassinaprojects.com
Sito ufficiale: http://www.cassinaprojects.com
Cassina Projects è lieta di presentare Bodies and Souls, mostra collettiva a cura di Manuela Lietti, in collaborazione con Capsule Shanghai.
Bodies and Souls presenta per la prima volta a Milano il lavoro di Liao Wen, Wang Haiyang, Pixy Liao, Huang Hai-Hsin e Feng Chen, cinque artisti contemporanei accomunati dal contesto culturale asiatico in cui sono cresciuti e dalla predilezione per il corpo in quanto significato e significante dei lavori in mostra. La collettiva è costituita da una selezione di opere della produzione più recente degli artisti, nonché pezzi creati ad hoc per questa occasione in cui il linguaggio della fotografia coesiste con la pittura, il video, la scultura, fino ad arrivare all’installazione sonora.
Il corpo con tutte le sue contraddizioni, pulsioni, declinazioni, è da sempre protagonista delle rotte estetiche e concettuali dell’arte e del pensiero occidentale, dall’antichità fino ai nostri giorni. Nell’arte classica dell’Asia orientale il corpo è stato spesso nascosto nella sua inafferrabile immaterialità od evocato in maniera indiretta. Ciò deriva dalla predilezione per una visione olistica, atta a sottolineare la perfetta aderenza tra uomo e natura in cui la continuità del corpo microscopico dell’individuo con quello macroscopico dell’ambiente si traduce nella creazione di un unicum ideale. L’arte contemporanea dell’Asia orientale, tuttavia, sin dalla sua nascita ha posto sul corpo un’enfasi inedita, rendendolo visibile, esperibile, malleabile in sé e per sé. Questa tendenza, per esempio, raggiunge all’interno del contesto specificamente cinese il suo apice durante gli anni novanta del secolo scorso grazie alla nascita e all’evoluzione delle prime esperienze di performance art. In termini generali, negli anni 2000 l’attenzione sul corpo abbraccia le complessità socio-culturali che il mondo contemporaneo dell’Asia orientale vive al suo interno e in relazione alla realtà transazionale: la nascita di un’estetica ed etica neo-femminista, la creazione di un’identità sessuale sempre più trasversale e scevra di definizioni, la commistione tra generi che rende la tecnologia un’estensione del corpo e viceversa.
I cinque artisti in mostra sono un prisma attraverso cui leggere le diverse sfaccettature di un panorama composito e che li colloca nel contesto internazionale oltre stereotipi o esotismi.
Liao Wen (nata nel 1994 a Chengdu; vive e lavora a Shenzhen) attraverso un linguaggio che integra figurazione ed astrazione, diparte dal corpo fisico, dai suoi organi e dall’epidermide per ritrarre l’invisibile. Veicolato da un approccio razionale, il suo lavoro è finalizzato a fare emergere l’irrazionale. Il corpo è concepito come strumento conoscitivo ed esplorativo di sé stessi, degli altri e del mondo. In questa occasione, oltre alle due sculture Hesitation e Uprise, Liao svela in anteprima due soggetti ideati appositamente per la mostra, parte della sua nuova serie Sensation. Questi ultimi, ispirati alla tradizione degli ex-voto della storia romana e cristiana, sono la traduzione di sensazioni attraverso un linguaggio prettamente scultoreo fatto di geometrie e volumi, materiali che omaggiano il corpo come puro mezzo di percezione.
I corpi che ritrae Wang Haiyang (nato nel 1984 nello Shandong; vive e lavora a Pechino) sono colti in una continua metamorfosi che lega il mondo vegetale, animale e umano: negli acquarelli parte della serie Human Beast Ghost si percepisce una sorta di tensione nata dall’intersecarsi di spirito apollineo e dionisiaco, di creazione e di distruzione, ma soprattutto si assiste ad uno scambio di energia a tratti sessuale, a tratti cosmica il cui fine è portare alla luce l’esistenza di una zona liminale al di là delle definizioni e per questo palcoscenico ideale per la comparsa di una terza dimensione, di un terzo sesso, uno spazio di possibilità e potenziale, come si evince anche dal nuovo dipinto Forbidden Love.
Un approccio più ironico che tuttavia scava nell’inconscio dell’artista, votato a sovvertire le comuni logiche di equilibrio tra i sessi è quello che abbracciano le fotografie ed i video di Pixy Liao (nata nel 1979 a Shanghai; vive e lavora a Brooklyn, NY). Bed Wrestling, una serie fotografica costituita da scatti realizzati in diverse camere di hotel, ritrae Pixy ed il suo compagno Moro alla fine o durante una lotta che vede vincitrice Pixy. Un ribaltamento delle consuetudini, soprattutto se viste da una prospettiva tradizionale asiatica, un gioco di ruoli che conduce la coppia a sperimentare nuove modalità di essere, amare, creare in una costante ibridazione tra arte e vita.
Huang Hai-Hsin (nata nel 1984 a Taipei dove vive e lavora tuttora) crea dei veri e propri tableaux vivants in cui il corpo diventa metonimia della personalità e dei valori del singolo ma anche di un’attitudine sociale. Presentato senza l’aura di rispettabilità e di conformismo che la società richiederebbe, il corpo dei protagonisti di Human Design, il dipinto in mostra, si distingue per i movimenti e le pose volutamente amplificate, sguaiate, come a voler ironizzare sull’ossessione contemporanea per corpi presentabili, in forma, adeguati e soprattutto ritratti nei momenti ideali della propria esistenza e non nei pochi frammenti di verità.
Feng Chen (nato nel 1986 a Wuhan; vive e lavora a Hangzhou) riflette sul corpo partendo dalla sua valenza intrinseca nello spazio, ma anche in merito alla sua capacità di creare ed attivare nuovi volumi, persino al suo semplice passaggio. La sua installazione sonora allude alla persona e alla sua fisicità catturandone le attività nello spazio: dalla sua entrata in una stanza, al movimento dell’aria al suo passaggio, agli oggetti che vengono spostati. Feng traduce i cambiamenti dovuti alla presenza del corpo stesso nello spazio in vibrazioni sonore che l’udito riesce a percepire chiaramente ma anche in modulazioni sonore sfuggenti che tuttavia colgono la fisicità che si palesa attraverso movimenti soppesati e apparentemente impercettibili.
(Testo di Manuela Lietti)
Manuela Lietti è una critica d’arte e curatrice indipendente specializzata in arte asiatica. Dal 2003 Manuela è attiva come critica, curatrice, coordinatrice di progetti in ambito pubblico e privato, in gallerie e musei. Le istituzioni con cui Manuela ha collaborato e collabora tuttora includono: La Biennale di Venezia (Venezia), The Israel Museum (Gerusalemme), CAFAM Art Museum (Pechino), Haus der Kulturen der Welt (Berlino), 2010 Biennale di Scultura di Carrara (Carrara), Il Ministero della Cultura Cinese (Pechino), Three Shadows Photography Art Centre (Pechino), The 2019 Shenzhen Bi-City Biennale of Urbanism\Architecture (Shenzhen), Galleria Continua (Pechino), Galleria Massimo De Carlo (Hong Kong), Capsule Shanghai.
Bodies and Souls presenta per la prima volta a Milano il lavoro di Liao Wen, Wang Haiyang, Pixy Liao, Huang Hai-Hsin e Feng Chen, cinque artisti contemporanei accomunati dal contesto culturale asiatico in cui sono cresciuti e dalla predilezione per il corpo in quanto significato e significante dei lavori in mostra. La collettiva è costituita da una selezione di opere della produzione più recente degli artisti, nonché pezzi creati ad hoc per questa occasione in cui il linguaggio della fotografia coesiste con la pittura, il video, la scultura, fino ad arrivare all’installazione sonora.
Il corpo con tutte le sue contraddizioni, pulsioni, declinazioni, è da sempre protagonista delle rotte estetiche e concettuali dell’arte e del pensiero occidentale, dall’antichità fino ai nostri giorni. Nell’arte classica dell’Asia orientale il corpo è stato spesso nascosto nella sua inafferrabile immaterialità od evocato in maniera indiretta. Ciò deriva dalla predilezione per una visione olistica, atta a sottolineare la perfetta aderenza tra uomo e natura in cui la continuità del corpo microscopico dell’individuo con quello macroscopico dell’ambiente si traduce nella creazione di un unicum ideale. L’arte contemporanea dell’Asia orientale, tuttavia, sin dalla sua nascita ha posto sul corpo un’enfasi inedita, rendendolo visibile, esperibile, malleabile in sé e per sé. Questa tendenza, per esempio, raggiunge all’interno del contesto specificamente cinese il suo apice durante gli anni novanta del secolo scorso grazie alla nascita e all’evoluzione delle prime esperienze di performance art. In termini generali, negli anni 2000 l’attenzione sul corpo abbraccia le complessità socio-culturali che il mondo contemporaneo dell’Asia orientale vive al suo interno e in relazione alla realtà transazionale: la nascita di un’estetica ed etica neo-femminista, la creazione di un’identità sessuale sempre più trasversale e scevra di definizioni, la commistione tra generi che rende la tecnologia un’estensione del corpo e viceversa.
I cinque artisti in mostra sono un prisma attraverso cui leggere le diverse sfaccettature di un panorama composito e che li colloca nel contesto internazionale oltre stereotipi o esotismi.
Liao Wen (nata nel 1994 a Chengdu; vive e lavora a Shenzhen) attraverso un linguaggio che integra figurazione ed astrazione, diparte dal corpo fisico, dai suoi organi e dall’epidermide per ritrarre l’invisibile. Veicolato da un approccio razionale, il suo lavoro è finalizzato a fare emergere l’irrazionale. Il corpo è concepito come strumento conoscitivo ed esplorativo di sé stessi, degli altri e del mondo. In questa occasione, oltre alle due sculture Hesitation e Uprise, Liao svela in anteprima due soggetti ideati appositamente per la mostra, parte della sua nuova serie Sensation. Questi ultimi, ispirati alla tradizione degli ex-voto della storia romana e cristiana, sono la traduzione di sensazioni attraverso un linguaggio prettamente scultoreo fatto di geometrie e volumi, materiali che omaggiano il corpo come puro mezzo di percezione.
I corpi che ritrae Wang Haiyang (nato nel 1984 nello Shandong; vive e lavora a Pechino) sono colti in una continua metamorfosi che lega il mondo vegetale, animale e umano: negli acquarelli parte della serie Human Beast Ghost si percepisce una sorta di tensione nata dall’intersecarsi di spirito apollineo e dionisiaco, di creazione e di distruzione, ma soprattutto si assiste ad uno scambio di energia a tratti sessuale, a tratti cosmica il cui fine è portare alla luce l’esistenza di una zona liminale al di là delle definizioni e per questo palcoscenico ideale per la comparsa di una terza dimensione, di un terzo sesso, uno spazio di possibilità e potenziale, come si evince anche dal nuovo dipinto Forbidden Love.
Un approccio più ironico che tuttavia scava nell’inconscio dell’artista, votato a sovvertire le comuni logiche di equilibrio tra i sessi è quello che abbracciano le fotografie ed i video di Pixy Liao (nata nel 1979 a Shanghai; vive e lavora a Brooklyn, NY). Bed Wrestling, una serie fotografica costituita da scatti realizzati in diverse camere di hotel, ritrae Pixy ed il suo compagno Moro alla fine o durante una lotta che vede vincitrice Pixy. Un ribaltamento delle consuetudini, soprattutto se viste da una prospettiva tradizionale asiatica, un gioco di ruoli che conduce la coppia a sperimentare nuove modalità di essere, amare, creare in una costante ibridazione tra arte e vita.
Huang Hai-Hsin (nata nel 1984 a Taipei dove vive e lavora tuttora) crea dei veri e propri tableaux vivants in cui il corpo diventa metonimia della personalità e dei valori del singolo ma anche di un’attitudine sociale. Presentato senza l’aura di rispettabilità e di conformismo che la società richiederebbe, il corpo dei protagonisti di Human Design, il dipinto in mostra, si distingue per i movimenti e le pose volutamente amplificate, sguaiate, come a voler ironizzare sull’ossessione contemporanea per corpi presentabili, in forma, adeguati e soprattutto ritratti nei momenti ideali della propria esistenza e non nei pochi frammenti di verità.
Feng Chen (nato nel 1986 a Wuhan; vive e lavora a Hangzhou) riflette sul corpo partendo dalla sua valenza intrinseca nello spazio, ma anche in merito alla sua capacità di creare ed attivare nuovi volumi, persino al suo semplice passaggio. La sua installazione sonora allude alla persona e alla sua fisicità catturandone le attività nello spazio: dalla sua entrata in una stanza, al movimento dell’aria al suo passaggio, agli oggetti che vengono spostati. Feng traduce i cambiamenti dovuti alla presenza del corpo stesso nello spazio in vibrazioni sonore che l’udito riesce a percepire chiaramente ma anche in modulazioni sonore sfuggenti che tuttavia colgono la fisicità che si palesa attraverso movimenti soppesati e apparentemente impercettibili.
(Testo di Manuela Lietti)
Manuela Lietti è una critica d’arte e curatrice indipendente specializzata in arte asiatica. Dal 2003 Manuela è attiva come critica, curatrice, coordinatrice di progetti in ambito pubblico e privato, in gallerie e musei. Le istituzioni con cui Manuela ha collaborato e collabora tuttora includono: La Biennale di Venezia (Venezia), The Israel Museum (Gerusalemme), CAFAM Art Museum (Pechino), Haus der Kulturen der Welt (Berlino), 2010 Biennale di Scultura di Carrara (Carrara), Il Ministero della Cultura Cinese (Pechino), Three Shadows Photography Art Centre (Pechino), The 2019 Shenzhen Bi-City Biennale of Urbanism\Architecture (Shenzhen), Galleria Continua (Pechino), Galleria Massimo De Carlo (Hong Kong), Capsule Shanghai.
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