Chi non salta. Calcio. Cultura. Identità
Dal 12 Giugno 2021 al 28 Novembre 2021
Cinisello Balsamo | Milano
Luogo: Museo di Fotografia Contemporanea
Indirizzo: Via Frova 10
Orari: da mercoledì a venerdì 16-19; sabato e domenica 10-19 con prenotazione obbligatoria. Chiuso il mese di agosto
Curatori: Matteo Balduzzi
Prolungata: fino al 28 novembre 2021
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02.6605661
E-Mail info: info@mufoco.org
Sito ufficiale: http://www.mufoco.org
Il Museo di Fotografia Contemporanea presenta la mostra collettiva Chi non salta. Calcio. Cultura. Identità, a cura di Matteo Balduzzi, una riflessione sul gioco del calcio come espressione dell'identità individuale e collettiva. Si tratta di un progetto espositivo articolato che prende il via con lo svolgersi del Campionato europeo di calcio e che sarà aperto al pubblico negli spazi del Museo a Cinisello Balsamo-Milano da sabato 12 giugno a domenica 24 ottobre 2021.
La mostra indaga il ruolo del calcio nella cultura italiana presentando una panoramica per immagini della sua presenza nella società, nel paesaggio, nella memoria e nella cultura del nostro Paese. Protagonisti dell’esposizione saranno i lavori di oltre venti artisti di generazioni, discipline e linguaggi diversi – tra fotografie, installazioni e video – presentati in dialogo con le collezioni del Museo, alcune produzioni artistiche recenti, raccolte di immagini di taglio antropologico, progetti partecipati.
Gli artisti selezionati sono Andrea Abati, Gianpietro Agostini, Giovanni Ambrosio e Sébastien Louis, Autopalo/Gli impresari, Davide Baldrati, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Walter Battistessa, Ruth Beraha, Gianni Berengo Gardin, Mario Cattaneo, Giovanni Chiaramonte, Cesare Colombo, Mario Cresci, Matteo de Mayda, Emilio Deodato, Paola Di Bello, Vittore Fossati, Federico Garolla, Ando Gilardi, Carlo Garzia, Giulia Iacolutti, Giuseppe Iannello, Mimmo Jodice, Martino Marangoni, Paola Pagliuca, Piero Pozzi, Marco Previdi, Daniele Segre, The Cool Couple, Hans van der Meer, Fulvio Ventura, Manfred Willmann.
Molti intellettuali, da Jean-Paul Sartre a Umberto Saba, da Dino Buzzati sino a Carmelo Bene o a scrittori del nostro tempo come Stefano Benni si sono interessati al gioco del calcio in quanto espressione viva e pulsante della società. Tra questi, Pier Paolo Pasolini è probabilmente colui per il quale la condivisione di questa passione popolare è stata talmente autentica e ancestrale da indurlo ad accostarla alle rappresentazioni del sacro nella società contemporanea. Al contempo Pasolini non perdeva occasione per togliersi la giacca e buttarsi personalmente dietro a un pallone in partite improvvisate con i ragazzi nei campetti di periferia o in occasione di incontri più ufficiali caratterizzati da grande organizzazione e agonismo.
La mostra Chi non salta analizza il gioco del calcio in relazione alla costruzione dell’identità individuale - la formazione della persona, il senso del gruppo, la squadra – ma anche a una dimensione più collettiva, dove il tifo contribuisce a definire il senso di appartenenza e ne fornisce al contempo una rappresentazione sempre in tensione tra due poli: i mondi degli “attori” e degli “spettatori”, della pratica quotidiana e del tifo più o meno organizzato.
A partire da questa suggestione la mostra si apre con una introduzione dedicata al rapporto tra arte e calcio e prosegue poi con due sezioni principali: il calcio guardato, come tifo e rappresentazione di un’identità collettiva nella sala al primo piano; il calcio giocato, come pratica, momento di incontro e formazione al secondo piano. Il progetto espositivo, articolato e dinamico, è completato da una mostra all’aperto dedicata al calcio nella città di Cinisello Balsamo, risultato di un progetto speciale prodotto per l’occasione e da un’attività di ricerca specifica e partecipata svolta sul territorio.
Il progetto interseca due delle linee di ricerca privilegiate del Museo: la valorizzazione delle collezioni e il rapporto con il pubblico, mettendo in dialogo tra loro opere differenti per natura – artistica, antropologica, culturale – e linguaggi, sempre in una logica di partecipazione attiva del Museo alla vita e al dialogo con il territorio.
In un’idea di Museo come luogo di sperimentazione e di relazioni tra pubblico, artisti, comunità e territorio, la mostra è il nucleo da cui prendono vita una serie di progetti partecipati e condivisi, tra cui laboratori didattici/sportivi di calcio e fotografia, proposte educative per giovani calciatori, visite guidate, bookshop dedicato al rapporto tra arte e calcio, incontri, talk, presentazioni.
Il fitto programma di attività legate alla mostra sarà possibile grazie alla collaborazione di numerose realtà nazionali e internazionali, tra cui: MUCEM Marseille; Fondazione Nuovi Mecenati; Institut Français Milan; Comune di Cinisello Balsamo; B-R-U-N-O Venezia; Codici Ricerca Sociale Milano; Associazione Culturale Antermoia (Trento); Brera F.C. Milano.
La mostra indaga il ruolo del calcio nella cultura italiana presentando una panoramica per immagini della sua presenza nella società, nel paesaggio, nella memoria e nella cultura del nostro Paese. Protagonisti dell’esposizione saranno i lavori di oltre venti artisti di generazioni, discipline e linguaggi diversi – tra fotografie, installazioni e video – presentati in dialogo con le collezioni del Museo, alcune produzioni artistiche recenti, raccolte di immagini di taglio antropologico, progetti partecipati.
Gli artisti selezionati sono Andrea Abati, Gianpietro Agostini, Giovanni Ambrosio e Sébastien Louis, Autopalo/Gli impresari, Davide Baldrati, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Walter Battistessa, Ruth Beraha, Gianni Berengo Gardin, Mario Cattaneo, Giovanni Chiaramonte, Cesare Colombo, Mario Cresci, Matteo de Mayda, Emilio Deodato, Paola Di Bello, Vittore Fossati, Federico Garolla, Ando Gilardi, Carlo Garzia, Giulia Iacolutti, Giuseppe Iannello, Mimmo Jodice, Martino Marangoni, Paola Pagliuca, Piero Pozzi, Marco Previdi, Daniele Segre, The Cool Couple, Hans van der Meer, Fulvio Ventura, Manfred Willmann.
Molti intellettuali, da Jean-Paul Sartre a Umberto Saba, da Dino Buzzati sino a Carmelo Bene o a scrittori del nostro tempo come Stefano Benni si sono interessati al gioco del calcio in quanto espressione viva e pulsante della società. Tra questi, Pier Paolo Pasolini è probabilmente colui per il quale la condivisione di questa passione popolare è stata talmente autentica e ancestrale da indurlo ad accostarla alle rappresentazioni del sacro nella società contemporanea. Al contempo Pasolini non perdeva occasione per togliersi la giacca e buttarsi personalmente dietro a un pallone in partite improvvisate con i ragazzi nei campetti di periferia o in occasione di incontri più ufficiali caratterizzati da grande organizzazione e agonismo.
La mostra Chi non salta analizza il gioco del calcio in relazione alla costruzione dell’identità individuale - la formazione della persona, il senso del gruppo, la squadra – ma anche a una dimensione più collettiva, dove il tifo contribuisce a definire il senso di appartenenza e ne fornisce al contempo una rappresentazione sempre in tensione tra due poli: i mondi degli “attori” e degli “spettatori”, della pratica quotidiana e del tifo più o meno organizzato.
A partire da questa suggestione la mostra si apre con una introduzione dedicata al rapporto tra arte e calcio e prosegue poi con due sezioni principali: il calcio guardato, come tifo e rappresentazione di un’identità collettiva nella sala al primo piano; il calcio giocato, come pratica, momento di incontro e formazione al secondo piano. Il progetto espositivo, articolato e dinamico, è completato da una mostra all’aperto dedicata al calcio nella città di Cinisello Balsamo, risultato di un progetto speciale prodotto per l’occasione e da un’attività di ricerca specifica e partecipata svolta sul territorio.
Il progetto interseca due delle linee di ricerca privilegiate del Museo: la valorizzazione delle collezioni e il rapporto con il pubblico, mettendo in dialogo tra loro opere differenti per natura – artistica, antropologica, culturale – e linguaggi, sempre in una logica di partecipazione attiva del Museo alla vita e al dialogo con il territorio.
In un’idea di Museo come luogo di sperimentazione e di relazioni tra pubblico, artisti, comunità e territorio, la mostra è il nucleo da cui prendono vita una serie di progetti partecipati e condivisi, tra cui laboratori didattici/sportivi di calcio e fotografia, proposte educative per giovani calciatori, visite guidate, bookshop dedicato al rapporto tra arte e calcio, incontri, talk, presentazioni.
Il fitto programma di attività legate alla mostra sarà possibile grazie alla collaborazione di numerose realtà nazionali e internazionali, tra cui: MUCEM Marseille; Fondazione Nuovi Mecenati; Institut Français Milan; Comune di Cinisello Balsamo; B-R-U-N-O Venezia; Codici Ricerca Sociale Milano; Associazione Culturale Antermoia (Trento); Brera F.C. Milano.
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