Claudio Olivieri. Luce propria
Claudio Olivieri, Luce propria, Museo Diocesano, Milano
Claudio Olivieri, Musa in esilio, 2009, 200x130 cm
Dal 26 June 2012 al 6 September 2012
Milano
Luogo: Museo Diocesano
Indirizzo: corso di Porta Ticinese 95
Orari: da martedì a sabato 19-24
Curatori: Paolo Biscottini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 89420019
E-Mail info: info@museodiocesano.it
Sito ufficiale: http://www.museodiocesano.it
Dal 26 giugno al 6 settembre 2012, al Museo Diocesano di Milano, si tiene la personale di Claudio Olivieri (Roma, 1934).
L’esposizione, curata da Paolo Biscottini, è una delle proposte culturali delle Sere d’Estate del Museo Diocesano che per tutto il periodo estivo chiude di giorno per aprirsi, dal martedì al sabato, dalle 19 alle 24. Il Museo proporrà, ogni sera, una diversa forma d’intrattenimento, spaziando dalla musica classica e jazz, alle conferenze d’arte, dagli spettacoli dei comici di Zelig, alle animazioni per i più piccoli.
Il percorso espositivo, composto da 40 opere, si distingue in due sezioni: nella prima, s’incontrerà la produzione recente (2009-2012) dell’artista romano; nella seconda, le grandi tele e le carte realizzate negli anni Settanta.
Gli anni Settanta hanno rappresentato per Olivieri l’inizio di una nuova fase di sperimentazione in cui, ai segni si sostituiscono le superfici cromatiche, realizzate tecnicamente, così com’ebbe modo di dichiarare lo stesso artista, con un costante “sforzo di non lasciare residui dopo l’operare”.
Gli anni Settanta vedono, accanto all’affermarsi del concettualismo, la nascita della cosiddetta Nuova pittura o Pittura-pittura. L’aver preso parte alle grandi collettive del decennio, che cercavano di fare il punto su una situazione di per sé difficilmente classificabile, non determina la possibilità di esaurire il lavoro di Olivieri all’interno di una di queste sigle. Le opere del decennio, infatti, esulano dalla possibilità di alcuna catalogazione, portando l’artista stesso a confessare, malgrado tutto, “che mi trovavo in un posto non mio e a darmi una ragione del mio disagio”.
La luce è uno dei punti fondanti della poetica di Olivieri negli anni compresi tra il 1970 e il 1980; luce che si fa protagonista cognitiva, e permette al visibile di sorgere in quanto tale. Ciò avviene anche quando è luce cupa, scura, luce nera, quando è chiamata a indagare l’invisibile, o meglio l’oltre il visibile.
E proprio il mistero della luce è quello che domina nelle opere recenti, apice di un processo di ricerca iniziato un decennio prima. Sul finire degli anni Ottanta, infatti, la luce ha assunto importanza sempre crescente. Con gli anni Novanta trasparenza e luminosità catturano l’attenzione dell’artista, sino a giungere alla suprema sintesi luce-bellezza con i lavori realizzati a partire dal 2000.
Accompagna la mostra un catalogo edito dal Museo Diocesano, con testo di Paolo Biscottini.
L’esposizione, curata da Paolo Biscottini, è una delle proposte culturali delle Sere d’Estate del Museo Diocesano che per tutto il periodo estivo chiude di giorno per aprirsi, dal martedì al sabato, dalle 19 alle 24. Il Museo proporrà, ogni sera, una diversa forma d’intrattenimento, spaziando dalla musica classica e jazz, alle conferenze d’arte, dagli spettacoli dei comici di Zelig, alle animazioni per i più piccoli.
Il percorso espositivo, composto da 40 opere, si distingue in due sezioni: nella prima, s’incontrerà la produzione recente (2009-2012) dell’artista romano; nella seconda, le grandi tele e le carte realizzate negli anni Settanta.
Gli anni Settanta hanno rappresentato per Olivieri l’inizio di una nuova fase di sperimentazione in cui, ai segni si sostituiscono le superfici cromatiche, realizzate tecnicamente, così com’ebbe modo di dichiarare lo stesso artista, con un costante “sforzo di non lasciare residui dopo l’operare”.
Gli anni Settanta vedono, accanto all’affermarsi del concettualismo, la nascita della cosiddetta Nuova pittura o Pittura-pittura. L’aver preso parte alle grandi collettive del decennio, che cercavano di fare il punto su una situazione di per sé difficilmente classificabile, non determina la possibilità di esaurire il lavoro di Olivieri all’interno di una di queste sigle. Le opere del decennio, infatti, esulano dalla possibilità di alcuna catalogazione, portando l’artista stesso a confessare, malgrado tutto, “che mi trovavo in un posto non mio e a darmi una ragione del mio disagio”.
La luce è uno dei punti fondanti della poetica di Olivieri negli anni compresi tra il 1970 e il 1980; luce che si fa protagonista cognitiva, e permette al visibile di sorgere in quanto tale. Ciò avviene anche quando è luce cupa, scura, luce nera, quando è chiamata a indagare l’invisibile, o meglio l’oltre il visibile.
E proprio il mistero della luce è quello che domina nelle opere recenti, apice di un processo di ricerca iniziato un decennio prima. Sul finire degli anni Ottanta, infatti, la luce ha assunto importanza sempre crescente. Con gli anni Novanta trasparenza e luminosità catturano l’attenzione dell’artista, sino a giungere alla suprema sintesi luce-bellezza con i lavori realizzati a partire dal 2000.
Accompagna la mostra un catalogo edito dal Museo Diocesano, con testo di Paolo Biscottini.
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