Conversazione fra Dennis Oppenheim e Alberto Fiz
Dal 15 Aprile 2020 al 30 Maggio 2020
Milano
Luogo: Vimeo
Indirizzo: streaming
Proseguiamo con il nostro palinsesto di appuntamenti online proponendovi in streaming il video della conversazione fra Dennis Oppenheim e Alberto Fiz, tenutasi nel 2010 nell'ex sede della galleria a Bergamo.
«È la prima volta che un numero tale di marionette è riunito in una sola installazione». Così Dennis Oppenheim introduce l'opera Theme for a Major Hit (Tema per una canzone di successo) al curatore Alberto Fiz, allestita al piano superiore della Galleria Fumagalli nel 2010 in occasione della mostra personale Material Interchange. Works 1968/1974.
Ideata nel 1974, l'opera si compone di 25 marionette con il volto dell'artista. Vestite con camicia bianca, completi di feltro colorato e azionate da motori, danzano incessantemente sulle note del motivetto "It ain't what you make, it's what makes you do it" ("Non è che cosa fai, è che cosa te lo fa fare"). Con quest'opera, Oppenheim si interroga sul significato del processo dell'arte, su quali siano i motivi che spingono gli artisti a fare ciò che fanno: può essere il denaro o il successo, in ogni caso sono obiettivi che tendono a condizionare l'artista stesso. «L'opera ha a che fare con la manipolazione (dell'artista) e propone il grande quesito: gli artisti sono manipolati? Il fatto che vogliano essere famosi può condizionarli. Sono tenuti sotto controllo, dall'esterno.»
La conversazione prosegue al piano inferiore della galleria concentrandosi sulle altre opere presenti in mostra, a partire da Aging realizzata sempre nel 1974, anno in cui l'artista sperimenta la figura umana, qui in un atto di dematerializzazione, metafora della morte. Altra testimonianza dell'evoluzione della Body Art di Dennis Oppenheim è l'opera Gingerbread Man (1970-1971), che presenta un video in cui l'artista mangia voracemente dei biscotti allo zenzero contenenti materiale organico, e accanto una serie di microscopi mostrano campioni delle sue feci: in questo modo viene esaminato il ciclo delle funzioni corporali legate alla digestione. Nelle opere Reading Position for Second Degree Burn (1970) e Forming Sounds (1971), invece, il corpo è inteso come un materiale sottoposto a un forte condizionamento esterno.
La mostra riunisce anche alcuni esempi di Land Art di fine anni '60 come l'opera scultorea Condensed 220 Yard Dash, dove una lunga corsa è ripresa dalle immagini fotografiche in bianco e nero poste a parete, mentre a terra si materializza e si condensa metaforicamente nelle impronte impresse sulle piastrelle di terracotta poste una accanto all'altra e sovrapposte. Annual Rings (1968) e Ground Mutations (1969) sono grandi lavori fotografici derivanti da interventi site-specific, che registrano rispettivamente anelli simili a quelli degli alberi, dal significato politico e temporale, che tagliano il confine tra Stati Uniti e Canada, e le orme dell'artista sulla neve come un marchio universale della presenza umana sul terreno.
A proposito delle sue esperienze di Land Art, Oppenheim afferma che si tratta di imprimere delle modifiche all'ambiente, ma «è anche qualcosa di molto grafico, che ha a che fare con la geometria, perché non ti dimentichi mai di essere un artista.»
https://vimeo.com/406877151
Password: Marionettes
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