Gianni Asdrubali. Interazione inconsulta

© A arte Invernizzi, Milano | Gianni Asdrubali, Zakeusse, 2020. Acrilico su plexiglas e legno, 100x70x5 cm. (particolare) I Ph. originale Mattia Mognetti, Milano
Dal 13 Maggio 2021 al 07 Luglio 2021
Milano
Luogo: Galleria A arte Invernizzi
Indirizzo: Via D. Scarlatti 12
Orari: DA LUNEDÌ A VENERDÌ 10-13 / 15-19, SABATO SU APPUNTAMENTO
Telefono per informazioni: +39 02 29402855
E-Mail info: info@aarteinvernizzi.it
Sito ufficiale: http://www.aarteinvernizzi.it
La galleria A arte Invernizzi inaugura giovedì 13 maggio 2021 dalle ore 17 alle ore 20.30 una mostra personale di Gianni Asdrubali pensata come uno spazio da percorrere che attiva gli ambienti della galleria.
A partire dal 1979 Gianni Asdrubali realizza opere che essendo fortemente indipendenti non necessitano di relazionarsi con lo spazio espositivo in quanto sono interattive, si rafforzano a vicenda e, se anche differenti, possono avere disposizioni infinite e casuali, possono essere esposte da sole o divenire un corpo unico.
“Per far sì che un’opera possa fare spazio, cioè possa attivare lo spazio circostante da passivo ad attivo, c’è bisogno che questa sia fortemente autonoma, indipendente, una singolarità insomma. Occorre cioè che l’opera non sia agganciata ad alcun contesto ma che sia essa stessa il contesto. Tutte le informazioni del mondo che passano nella mente dell’artista e che originano la forma/antiforma dell’opera sono solo strumentali e non protagoniste sull’opera. Tutte le informazioni/interazioni, durante il processo di lavoro, devono annullarsi in funzione di una nascita, di un risultato ultimo che è “altro” rispetto alle informazioni iniziali. Solo se l’opera è “sola” potrà fare mondo, altrimenti racconta del mondo.” (Gianni Asdrubali)
La mostra ripercorre gli ultimi quindici anni del lavoro di Gianni Asdrubali sia attraverso opere su tela come Stoide (2007), Stresse (2017) che opere in plexiglass e legno dal nome Zakeusse (2019) e Stenkanibale (2021).
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio di Paolo Bolpagni, la riproduzione delle opere in mostra e un aggiornato apparato bio-bibliografico.
La mostra viene presentata in contemporanea alla galleria Artra di Milano.
A partire dal 1979 Gianni Asdrubali realizza opere che essendo fortemente indipendenti non necessitano di relazionarsi con lo spazio espositivo in quanto sono interattive, si rafforzano a vicenda e, se anche differenti, possono avere disposizioni infinite e casuali, possono essere esposte da sole o divenire un corpo unico.
“Per far sì che un’opera possa fare spazio, cioè possa attivare lo spazio circostante da passivo ad attivo, c’è bisogno che questa sia fortemente autonoma, indipendente, una singolarità insomma. Occorre cioè che l’opera non sia agganciata ad alcun contesto ma che sia essa stessa il contesto. Tutte le informazioni del mondo che passano nella mente dell’artista e che originano la forma/antiforma dell’opera sono solo strumentali e non protagoniste sull’opera. Tutte le informazioni/interazioni, durante il processo di lavoro, devono annullarsi in funzione di una nascita, di un risultato ultimo che è “altro” rispetto alle informazioni iniziali. Solo se l’opera è “sola” potrà fare mondo, altrimenti racconta del mondo.” (Gianni Asdrubali)
La mostra ripercorre gli ultimi quindici anni del lavoro di Gianni Asdrubali sia attraverso opere su tela come Stoide (2007), Stresse (2017) che opere in plexiglass e legno dal nome Zakeusse (2019) e Stenkanibale (2021).
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue contenente un saggio di Paolo Bolpagni, la riproduzione delle opere in mostra e un aggiornato apparato bio-bibliografico.
La mostra viene presentata in contemporanea alla galleria Artra di Milano.
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