Gianni Turillazzi. Synthesis 1960-1970. Fotografie di alta moda
Dal 15 Febbraio 2023 al 15 Marzo 2023
Milano
Luogo: Archivio Iginio Balderi
Indirizzo: Via Ausonio 20
Orari: dal giovedì al sabato dalle 15.30 alle 20
Curatori: Rosanna Frasson, Ivo Balderi
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: archivio@iginiobalderi.org
Sito ufficiale: http://www.archivioiginiobalderi.org
Da mercoledì 15 febbraio – opening alle 18.30 - fino al 15 marzo, lo spazio espositivo Atelier Balderi dell'Archivio Iginio Balderi di Milano, Via Ausonio 20, ospita la mostra fotografica di Gianni Turillazzi intitolata "Synthesis 1960-1970. Fotografie di alta moda”, a cura di Rosanna Frassoni dell'Archivio Turillazzi, e Ivo Balderi. Il percorso espositivo comprende una selezione di oltre 50 fotografie, alcune di grande formato, provenienti dall'Archivio Turillazzi, che descrivono il percorso creativo di Gianni Turillazzi nell'ambito della fotografia di alta moda degli anni '60 -'70.
“L'archivio di questo fotografo – spiega Renato Corsini, direttore del Ma.Co.F – Centro della Fotografia Italiana -, amorevolmente e sapientemente gestito dalla moglie Rosanna Frassoni, appartiene alla cultura dei grandi archivi, di quei patrimoni che sanno restituirci letture differenti e trasversali all'interno dello stesso ambito. Quando Turillazzi interpreta la moda non si limita a riprodurre, nella maniera più convenzionale al mercato, il capo indossato dalla modella ma va ben oltre e con le luci, con la scelta delle pose e dei fondali, percorre l'evolversi dei costumi e della società che li fa propri. Quando si dedica al reportage – prosegue -, il suo racconto è un progetto a tutto campo, inclusivo della totalità degli elementi necessari alla narrazione, non solo iconica, di un ambiente, di un avvenimento e degli attori che lo compongono. Ecco perchè è necessario e doveroso, per rendere il giusto omaggio storico a un autore, attingere allo studio del suo archivio. Gianni Turillazzi questo archivio, queste tracce indelebili di un passaggio importante nella storia della fotografia italiana, ce lo ha lasciato e la sua valenza è fuori da ogni discussione”.
In mostra anche dieci stampe vintage in bianco e nero ai sali d'argento, una sintesi del reportage“Trastevere” realizzato dal fotografo trasferitosi a Roma negli anni '60, una serie di scatti che fotografano uno spaccato neorealista del famoso rione medioevale di Roma e del suo popolo, dove usi, costumi e credenze sono rimasti fedeli ad una secolare tradizione.
Gianni Turillazzi (1939-2012), ha dedicato tutta la sua esistenza all'arte dell'immagine, trasformando un’amore infantile in una vera e propria professione. Giovanissimo collabora come operatore con la Record Film di Angio Zane di Salò (Brescia), alla realizzazione di documentari e cortometraggi didattici e industriali. Nel 1964 si trasferisce a Roma dove lavora come fotografo sui set cinematografici di alcuni dei principali registi della Nouvelle Vague italiana come Liliana Cavani, (Francesco d'Assisi, 1966), Marco Bellocchio, (I pugni in tasca, 1965) e Tinto Brass (Nerosubianco, 1969). Tra il 1964 e il 1965 Turillazzi realizza un ricco documentario per immagini di Trastevere, caratteristico e vivace rione della Capitale. Una straordinaria serie di scatti che incantano Gina Lollobrigida, grande appassionata di fotografia, e che segnano un importante punto di svolta. L’attrice, entusiasta del suo lavoro, prima lo sceglie come fotografo personale per alcuni dei suoi viaggi all'estero e poi apre con lui, sempre a Roma, uno studio fotografico presso l'agenzia Giornalistica Pierluigi. È un periodo professionalmente molto proficuo che lo vede impegnato nella realizzazione di numerosi e importanti servizi di moda. In particolare, un portfolio di immagini, pubblicate sulle principali riviste nazionali e internazionali, che hanno per protagoniste le più famose attrici italiane del momento, tra cui la stessa Lollobrigida, Claudia Cardinale, Virna Lisi, Rosanna Schiaffino e Ewa Aulin, ritratte insieme ai loro figli. Ormai lanciato nel mondo dell’Haute Couture, collabora con grandi atelier come Valentino, Fendi, Sorelle Fontana, Barocco, Andrè Laug, Capucci, Laura Biagiotti e molti altri. I suoi scatti verranno pubblicati sulle pagine di Vogue America, Vogue Italia e Harper’s Bazaar. Nel 1972 lascia Roma e si trasferisce a Milano, apre un suo studio fotografico, dove fino al termine della sua carriera lavora per le più quotate agenzie di pubblicità e collabora con i principali magazine femminili. Inoltre, i suoi lavori compaiono sulle testate più glamour del momento: Elle in Francia, Freundin e Brigitte in Germania, Woman in Spagna. L'eredità che lascia è oggi patrimonio non solo della sua famiglia, ma anche un prezioso documento di cinquant'anni del costume e della moda italiani, immortalati con arte, dal lucido sguardo del fotografo.
“L'archivio di questo fotografo – spiega Renato Corsini, direttore del Ma.Co.F – Centro della Fotografia Italiana -, amorevolmente e sapientemente gestito dalla moglie Rosanna Frassoni, appartiene alla cultura dei grandi archivi, di quei patrimoni che sanno restituirci letture differenti e trasversali all'interno dello stesso ambito. Quando Turillazzi interpreta la moda non si limita a riprodurre, nella maniera più convenzionale al mercato, il capo indossato dalla modella ma va ben oltre e con le luci, con la scelta delle pose e dei fondali, percorre l'evolversi dei costumi e della società che li fa propri. Quando si dedica al reportage – prosegue -, il suo racconto è un progetto a tutto campo, inclusivo della totalità degli elementi necessari alla narrazione, non solo iconica, di un ambiente, di un avvenimento e degli attori che lo compongono. Ecco perchè è necessario e doveroso, per rendere il giusto omaggio storico a un autore, attingere allo studio del suo archivio. Gianni Turillazzi questo archivio, queste tracce indelebili di un passaggio importante nella storia della fotografia italiana, ce lo ha lasciato e la sua valenza è fuori da ogni discussione”.
In mostra anche dieci stampe vintage in bianco e nero ai sali d'argento, una sintesi del reportage“Trastevere” realizzato dal fotografo trasferitosi a Roma negli anni '60, una serie di scatti che fotografano uno spaccato neorealista del famoso rione medioevale di Roma e del suo popolo, dove usi, costumi e credenze sono rimasti fedeli ad una secolare tradizione.
Gianni Turillazzi (1939-2012), ha dedicato tutta la sua esistenza all'arte dell'immagine, trasformando un’amore infantile in una vera e propria professione. Giovanissimo collabora come operatore con la Record Film di Angio Zane di Salò (Brescia), alla realizzazione di documentari e cortometraggi didattici e industriali. Nel 1964 si trasferisce a Roma dove lavora come fotografo sui set cinematografici di alcuni dei principali registi della Nouvelle Vague italiana come Liliana Cavani, (Francesco d'Assisi, 1966), Marco Bellocchio, (I pugni in tasca, 1965) e Tinto Brass (Nerosubianco, 1969). Tra il 1964 e il 1965 Turillazzi realizza un ricco documentario per immagini di Trastevere, caratteristico e vivace rione della Capitale. Una straordinaria serie di scatti che incantano Gina Lollobrigida, grande appassionata di fotografia, e che segnano un importante punto di svolta. L’attrice, entusiasta del suo lavoro, prima lo sceglie come fotografo personale per alcuni dei suoi viaggi all'estero e poi apre con lui, sempre a Roma, uno studio fotografico presso l'agenzia Giornalistica Pierluigi. È un periodo professionalmente molto proficuo che lo vede impegnato nella realizzazione di numerosi e importanti servizi di moda. In particolare, un portfolio di immagini, pubblicate sulle principali riviste nazionali e internazionali, che hanno per protagoniste le più famose attrici italiane del momento, tra cui la stessa Lollobrigida, Claudia Cardinale, Virna Lisi, Rosanna Schiaffino e Ewa Aulin, ritratte insieme ai loro figli. Ormai lanciato nel mondo dell’Haute Couture, collabora con grandi atelier come Valentino, Fendi, Sorelle Fontana, Barocco, Andrè Laug, Capucci, Laura Biagiotti e molti altri. I suoi scatti verranno pubblicati sulle pagine di Vogue America, Vogue Italia e Harper’s Bazaar. Nel 1972 lascia Roma e si trasferisce a Milano, apre un suo studio fotografico, dove fino al termine della sua carriera lavora per le più quotate agenzie di pubblicità e collabora con i principali magazine femminili. Inoltre, i suoi lavori compaiono sulle testate più glamour del momento: Elle in Francia, Freundin e Brigitte in Germania, Woman in Spagna. L'eredità che lascia è oggi patrimonio non solo della sua famiglia, ma anche un prezioso documento di cinquant'anni del costume e della moda italiani, immortalati con arte, dal lucido sguardo del fotografo.
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