Grey. Martin Erik Andersen / Chris Bradley / Jesse Darling / Keith Karquhar / Anders Holen / Daniel Keller / Yves Scherer

Grey, Brand New Gallery, Milano

 

Dal 14 Gennaio 2016 al 20 Febbraio 2016

Milano

Luogo: Brand New Gallery

Indirizzo: via Carlo Farini 32

Orari: da martedì a sabato 11-13 / 14.30-19

Curatori: Domenico de Chirico

Telefono per informazioni: +39.02.89.05.30.83

E-Mail info: info@brandnew-gallery.com

Sito ufficiale: http://www.brandnew-gallery.com



Il grigio è un colore comune in natura. In base alla luce presente, l’occhio umano può riconoscere lo stesso oggetto come grigio o come di un altro colore. Il globo oculare è in grado di distinguere nettamente in media 16 livelli di grigio. È il colore complementare di se stesso.
Nell’ambito pittorico, la creazione del colore è stata per secoli sottoposta a teorie e a sperimentazioni. La concezione classica considera il grigio come un “bianco sporco”, ottenuto quindi aggiungendo al bianco quantità variabili di nero. Tuttavia, esistono altri metodi per ottenere la nuance: è il caso del grigio neutro, ottenuto mescolando in quantità uguali i tre colori primari: blu, rosso e giallo. L’utilizzo di questo tono “speciale” permette di scurire un colore simulando l’ombra naturale molto più efficacemente di quanto potrebbe fare il nero, il cui utilizzo per le ombre è considerato, tra l’altro, errato. Un altro metodo per creare il grigio è mescolare in parti uguali i tre colori primari di stampa: ciano, magenta e giallo.
Nelle espressioni colloquiali e di uso comune così come secondo i precetti basilari del simbolismo, questo colore stabilisce, senza ombra di dubbio, una relazione tra il sensibile e il sovrasensibile, poiché come scriveva Hegel(Enciclopedia, p. 458.)1 : «Il simbolo è più o meno il contenuto che esso esprime come simbolo.» Dunque, per esempio, la sostanza che compone il cervello è comunemente detta “materia grigia”, per tale motivo il colore è anche associato alla sfera intellettuale.
Inoltre, rappresenta una mentalità caratterizzata dall’oggettività e dall’equilibrio perché viene visto come il colore che contiene sia il “bianco” sia il “nero” intesi come bene e male.
Come scriveva David Batchelor in Cromofobia (p. 89-90)2 : «perché questo colore - intenso, elevato, puro, senza qualificazioni - offriva uno sguardo sull’”Altro Mondo”, un mondo al di là della Natura e della Legge, un mondo non offuscato dal linguaggio, dai concetti, da significati e utilità.» Aggiungeva: «Il Kansas di Dorothy, come sappiamo, è grigio.» 

Domeico De Chirico

1 G.W.F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, trad. it., p.458
2 David Batchelor, Cromofobia. Storia della paura del colore, trad. it., pp. 89-90   
Martin Erik Andersen   (1964, Copenaghen, Danimarca) vive e lavora a Copenaghen, Danimarca.
Ha recentemente avuto personali presso il Horsens Kunstmuseum (Horsens, DK), Gl. Holtegaard (Holte, DK) e Croy Nielsen (Berlino). Tra le mostre collettive: “Det stille liv – illusion og virkelighed” presso Holstebro Kunstmuseum (Holstebro, DK) e “FORÅRSUDSTILLINGEN” presso Den Frie Centre of Contemporary (Copenaghen).

Chris Bradley
(1982, Denville, New York) vive e lavora a Chicago, Illinois.
Dopo essersi diplomato presso l’Art Institute di Chicago, ha presentato alcune personali tra le quali: “Freezer Fever” da Roberto Paradise (San Juan) e “Close One” al Contemporary Art Museum (Raleigh). Le sue opere sono state esposte in mostre collettive presso Shane Campbell Gallery (Chicago), presso il museo d’arte contemporanea di Santa Barbara (CA) e presso l’Atlanta Contemporary Art Center (GA). Nel 2017 è stato invitato a presentare una sua personale presso il Museum of Contemporary art di Chicago.

Jesse Darling
(1988, Melbourne, Australia) vive e lavora a Londra, Regno Unito.
Quest’anno l’artista presenterà la sua personale presso Arcadia Missa a Londra mentre nel 2015 ha presentato la personale “NTGNE” presso il Serpentine Pavillion. L’artista è stata invitata ad esporre nella collettiva “Bread and Roses” il prossimo febbraio presso il Museum of Modern Art di Varsavia. Tra le collettive recenti: “Alive for an Instant” alla Galleria Stereo si Varsavia; “The Shadow of the Dome of Pleasure” a Newton in Nuova Zelanda e alla Salzburger Kunstverein nella mostra “Überschönheit”.

Keith Farquhar
(1988, Edinburgh, Scotland, UK) Lives and works in Edinburgh, Scotland
Keith Farquhar ha presentato recentemente alcune personali presso Office Braroque (Bruxelles), High Art (Parigi) e Piper Keys (Londra). Tra le ultime mostre collettive a cui ha partecipato vi sono: “Mirror Effect” da The Box (Los Angeles), “Panda Sex” da State of Concept (Atene) e “Let’s Destroy the Earth but Keep Humans” da Gregor Staiger (Zurigo).

Anders Holen
(1986, Skien, Norvegia) vive e lavora a Oslo, Norvegia.
Tra le personali recenti di Anders Holen vi sono: “Aid for a 2nd Impending Quagmire” presso Lynx (Oslo), “Aid for Impending Quagmire” da Helper Projects (New York) e “Now Usually I Dont do This But Uh..” presso Grunerløkka Kunsthall (Oslo). Ha esposto presso il Contemporary Art Center Vilnius (Vinius), presso la Kunsthall Oslo e presso Malmø Konsthall (Malmø).

Daniel Keller
(1986, Detroit, Michigan) vive e lavora a Berlino, Germania.
Nel 2016 Daniel Keller avrà una personale all’ Auditorium Parco Della Musica di Roma. Tra le mostre recenti: “Aujourd’hui je dis oui”, Galeria da Boavista (Lisbona); “Emotional Supply Chains”, Zabludowicz Collection (Londra) e “Hacking Habitat” a New York.

Yves Scherer
(1986, Solothurn, CH) vive e lavora a New York e Berlono.
Nel 2015 ha presentato la sua personale a New York presso l’Istituto Svizzero. Tra i progetti del 2015 anche Art  Parcours nell’ambito di Art Basel. Ha partecipato a numerose mostre collettive tra cui: “Nimm‘s mal Easy” presso Ausstellungsraum Klingental di Basilea; “Cookie Gate” da Ellis King a Dublino e “Last Night” presso Parallel Oaxaca a Città del Messico.   

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