Jean Tinguely
Dal 10 Ottobre 2024 al 02 Febbraio 2025
Milano
Luogo: Pirelli HangarBicocca
Indirizzo: Via Chiese 2
Orari: lun-mer chiuse, gio-dom 10.30-20.30
Curatori: Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli
Telefono per informazioni: +39 02 66 11 15 73
E-Mail info: info@hangarbicocca.org
Sito ufficiale: http://pirellihangarbicocca.org
Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna 1991) è considerato uno dei grandi artisti pionieri del XX secolo che hanno rivoluzionato il concetto stesso di opera d’arte, e uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica. Al centro del suo lavoro vi è la ricerca attorno alla macchina con il suo funzionamento e movimento, i suoi rumori e suoni e la sua poesia intrinseca. Tinguely è tra i primi artisti ad utilizzare oggetti di scarto, ingranaggi e altri materiali che poi salda, creando macchine rumorose e cacofoniche funzionanti dotate di veri e propri motori. Le sue sculture presentano inoltre un carattere performativo grazie al loro costante movimento e alla loro peculiarità di coinvolgere il pubblico. L’ingranaggio, e in particolare la ruota, sono spesso gli elementi fondanti delle sue opere, i cui funzionamenti tradizionali sono volontariamente sgretolati dall’artista, che libera la macchina dalla tirannia dell’utilità, favorendo l’imprevisto e l’effimero all’interno dei suoi marchingegni assurdi e apparentemente esilaranti.
La mostra in Pirelli HangarBicocca sarà la più estesa retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista, e includerà più di trenta opere seminali dagli anni cinquanta agli anni ottanta, che occuperanno la quasi totalità dei 5.000 metri quadrati delle Navate. L’ultimo grande tributo a Jean Tinguely in un’istituzione italiana avvenne infatti nel 1987 con la mostra “Una magia più forte della morte” a Palazzo Grassi, curata da Pontus Hultén. Il nuovo progetto espositivo di Milano avrà uno stretto legame con l’originaria funzione industriale dell’edificio di Pirelli HangarBicocca. La mostra sarà un’occasione per riflettere sull’idea dell’artista di museo e “anti-museo”, ed evocherà al tempo stesso il suo atelier-fabbrica a La Verrerie nel cantone Friburgo: ne risulterà una scenografia sonora e visiva di opere cinetiche monumentali in cui, accanto a cacofoniche macchine, troveranno spazio opere musicali e colorate. Questa retrospettiva sarà anche l’occasione per ricordare il forte rapporto di Jean Tinguely con Milano in particolare, oggetto di alcuni dei suoi progetti più ambiziosi come La Vittoria (1970), l’iconica performance in Piazza Duomo. La mostra è realizzata in collaborazione con Museum Tinguely, Basilea.
Alcune tra le più importanti istituzioni di rilievo internazionale hanno ospitato sue esposizioni personali, tra cui Kunstpalast, Düsseldorf (2016); Stedelijk Museum, Amsterdam (2016, 1984, 1973); Centro Cultural Borges, Buenos Aires (2012); Henie Onstad Art Centre, Oslo (2009); Institut Valencià d’Art Modern (2008); Kunst Haus Wien (2008, 1991); Kunsthal Rotterdam (2007); Stadtgalerie Klagenfurt, Klagenfurt am Wörthersee, Austria (2003); Städtische Kunsthalle, Mannheim, Germania (2002); Musée Picasso, Antibes (1999); Museum für Kunst und Geschichte, Friburgo (1991); Central House of the Artist, Mosca (1990); Centre Pompidou, Parigi (1988); Palazzo Grassi, Venezia (1987); Louisiana Museum, Humlebaek, Danimarca (1986, 1973, 1961); Museum of Modern art of Shiga, Giappone (1984); Musée Rath, Ginevra (1983); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, Tate Gallery, Londra, Kunsthaus, Zurigo (1982); Wilhelm Lehmbruck Museum, Duisburg, Germania (1978); Kunstmuseum Basel (1976, 1972); Museum of Modern Art, New York, (1975, 1961); Moderna Museet, Stoccolma (1972, 1966); Centre National d’Art Contemporain, Parigi (1971); Museum of Contemporary Art, Chicago (1968); Dayton Art Institute, Ohio (1966); The Museum of Fine Arts, Houston (1965); Kunsthalle, Baden-Baden, Germania (1964).
Le opere dell’artista sono state incluse anche in numerose rassegne e mostre collettive, quali Biennale de la sculpture, Yonne, Francia (1991); Biennale Monumenta, Middelheim, Antwerp (1987); Biennale de Paris (1982); documenta, Kassel (1968); Expo — International and Universal Exposition, Montréal (1967); Expo — Exposition Nationale Suisse, Lausanne (1964); Biennale di Venezia (1964); Salon de Mai, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1966, 1964).
A Jean Tinguely è inoltre dedicato l’intero Museum Tinguely di Basilea, istituzione inaugurata nel 1996 che raccoglie la più grande collezione di opere dell’artista, in larga parte donata da Niki de Saint Phalle.
La mostra in Pirelli HangarBicocca sarà la più estesa retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista, e includerà più di trenta opere seminali dagli anni cinquanta agli anni ottanta, che occuperanno la quasi totalità dei 5.000 metri quadrati delle Navate. L’ultimo grande tributo a Jean Tinguely in un’istituzione italiana avvenne infatti nel 1987 con la mostra “Una magia più forte della morte” a Palazzo Grassi, curata da Pontus Hultén. Il nuovo progetto espositivo di Milano avrà uno stretto legame con l’originaria funzione industriale dell’edificio di Pirelli HangarBicocca. La mostra sarà un’occasione per riflettere sull’idea dell’artista di museo e “anti-museo”, ed evocherà al tempo stesso il suo atelier-fabbrica a La Verrerie nel cantone Friburgo: ne risulterà una scenografia sonora e visiva di opere cinetiche monumentali in cui, accanto a cacofoniche macchine, troveranno spazio opere musicali e colorate. Questa retrospettiva sarà anche l’occasione per ricordare il forte rapporto di Jean Tinguely con Milano in particolare, oggetto di alcuni dei suoi progetti più ambiziosi come La Vittoria (1970), l’iconica performance in Piazza Duomo. La mostra è realizzata in collaborazione con Museum Tinguely, Basilea.
Alcune tra le più importanti istituzioni di rilievo internazionale hanno ospitato sue esposizioni personali, tra cui Kunstpalast, Düsseldorf (2016); Stedelijk Museum, Amsterdam (2016, 1984, 1973); Centro Cultural Borges, Buenos Aires (2012); Henie Onstad Art Centre, Oslo (2009); Institut Valencià d’Art Modern (2008); Kunst Haus Wien (2008, 1991); Kunsthal Rotterdam (2007); Stadtgalerie Klagenfurt, Klagenfurt am Wörthersee, Austria (2003); Städtische Kunsthalle, Mannheim, Germania (2002); Musée Picasso, Antibes (1999); Museum für Kunst und Geschichte, Friburgo (1991); Central House of the Artist, Mosca (1990); Centre Pompidou, Parigi (1988); Palazzo Grassi, Venezia (1987); Louisiana Museum, Humlebaek, Danimarca (1986, 1973, 1961); Museum of Modern art of Shiga, Giappone (1984); Musée Rath, Ginevra (1983); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, Tate Gallery, Londra, Kunsthaus, Zurigo (1982); Wilhelm Lehmbruck Museum, Duisburg, Germania (1978); Kunstmuseum Basel (1976, 1972); Museum of Modern Art, New York, (1975, 1961); Moderna Museet, Stoccolma (1972, 1966); Centre National d’Art Contemporain, Parigi (1971); Museum of Contemporary Art, Chicago (1968); Dayton Art Institute, Ohio (1966); The Museum of Fine Arts, Houston (1965); Kunsthalle, Baden-Baden, Germania (1964).
Le opere dell’artista sono state incluse anche in numerose rassegne e mostre collettive, quali Biennale de la sculpture, Yonne, Francia (1991); Biennale Monumenta, Middelheim, Antwerp (1987); Biennale de Paris (1982); documenta, Kassel (1968); Expo — International and Universal Exposition, Montréal (1967); Expo — Exposition Nationale Suisse, Lausanne (1964); Biennale di Venezia (1964); Salon de Mai, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1966, 1964).
A Jean Tinguely è inoltre dedicato l’intero Museum Tinguely di Basilea, istituzione inaugurata nel 1996 che raccoglie la più grande collezione di opere dell’artista, in larga parte donata da Niki de Saint Phalle.
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