Kaleido. Giorgio Piccaia solo exhibition

Kaleido. Giorgio Piccaia solo exhibition, MA-EC Milan Art & Events Center

 

Dal 04 Ottobre 2016 al 04 Novembre 2016

Milano

Luogo: MA-EC Milan Art & Events Center

Indirizzo: via Lupetta 3

Orari: da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19 / sabato ore 15-19

Curatori: Claudio Bonvecchio

Enti promotori:

  • Consorzio di Imprese cinesi
  • Golf People Magazine
  • Con il patrocinio di Mediolanum Private Banking

Telefono per informazioni: +39 02 39831335

E-Mail info: info.milanart@gmail.com



Dal 4 ottobre al 4 novembre 2016, Milan Art & Events Center è lieta di ospitare nella propria sede la personale di Giorgio Piccaia dal titolo Kaleido.
Kaleido è la mostra milanese di Piccaia che precede l’importante esposizione che l'artista terrà a maggio del prossimo anno presso Wison Art Museum di Shanghai.
E’ la prima volta che un artista italiano contemporaneo espone i propri lavori prima a Milano e poi in un museo d’arte in Cina: si tratta di un progetto di ampio respiro che include due importanti mostre gemelle e getta luce sugli aspetti chiave del suo pensiero artistico.Kaleido evoca i due termini greci kalos (bello) e eidos (forma) perché è proprio la forma nella sua bellezza intrinseca che caratterizza la poetica espressiva di Giorgio Piccaia. Per la prima volta al MA-EC di Milano verranno esposti dipinti su tela, opere su carta, ceramiche, installazioni e sculture che svelano le potenzialità insite nei segni e delineano un itinerario appassionato e appassionante alla riscoperta della interiorità. La ricerca di Piccaia del fondamento estetico e la mediazione tra l’irruenza dell’idea e il vincolo del mezzo espressivo si manifestano in un simposio creativo che priva la forma di ogni elemento superfluo per restituirla in tutta la sua forza ora sulla tela ora sulla carta. Composizioni fluide e armoniose che disegnano lo spazio e alternano colori primari a bianchi e neri, elementi dorati e grigi sfumati, sintesi finale di un lavoro pittorico non casuale ma dettato da una profondità concettuale e tecnica di forte impatto emozionale e visivo. Le forme talvolta definite, talvolta speculari danno vita ad elaborazioni dinamiche ed evocative che alludono a principi archetipici e si prestano a molteplici chiavi interpretative. Perché per dirla con Hans Urs von Balthasar, Un’opera di bellezza è più di se stessa.

Giorgio Piccaia nasce a Ginevra nel 1955, ed attualmente vive e lavora ad Agrate Conturbia (Navara) e in Versilia al Lido di Camaiore (Lucca).
Figlio d’arte, suo padre Matteo è un Maestro del Novecento, si forma al Politecnico di MIlano, facoltà di Architettura.
Tra le figure che segnano il suo percorso umano ed artistico, Corrado Levi, artista, architetto, critico d’arte, e Jerzy Grotowski, regista e teorico teatrale tra i più innovativi del Novecento. Sono incontri straordinari che alimentano la poliedrica sensibilità creativa di Piccaia. Giorgio Piccaia crea prolificamente con varietà di mezzi espressivi che vanno dalla pittura alla ceramica, dalle installazioni ai disegni su carta. Linguaggio visivo fluido ed eleganza cromatica sono i tratti distintivi del suo lavoro, quasi rarefatto tra simbologia e visioni archetipiche, tra forme astratte e nel contempo pregne di significati altri. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono agli anni 70. Organizza performance ed happening e fonda con altri artisti “Un’altra rosa” e “Anastasia”, due giornali di propaganda creativa. Sue opere sono pre- senti in importanti collezioni private.
Note critiche
L’opera di Piccaia, va da sé, che è una opera iniziatica: lo si capisce immediatamente: senza esitazioni o preamboli. Lo è non soltanto per i molti e colti riferimenti alla tradizione esoterica, ma perché richiede a colui che ad essa vuole accostarsi un atto di estrema umiltà. È quello di lasciarsi con durre per mano dall’artista, Maestro Iniziatore, nell’atmosfera magica dell’inizio, dove forme, figure e colori si uniscono nella Totalità e si separano nella diversità: in un gioco di rimandi che altro non è che il gioco dell’esistere. Quello che Giorgio Piccaia vuol farci cogliere, insieme a lui, per partecipare della medesima estesi: quella dell’Uno nel Molteplice e del Molteplice nell’Uno.
Claudio Bonvecchio
Le opere sono dense, profonde ma altrettanto sobrie e scattanti. Dal tratto deciso, universalizzano nella loro essenza ogni equilibrio temporale e si concentrano sulla ricerca di una perfezione interiore, trasmessa attraverso un gioco di musica e colore, materia e riflesso.
Gira la forma, gira in tondo e le increspature aguzze del gesto rapace, scattante, nervoso e fibroso che sostiene l'idea e la figura, si pareggiano in un equilibrio perfetto. Parentesi immobile e linguaggio atemporale condizionano i colori che si susseguono in una medesima alternanza, tra caldi e freddi, chiari e scuri. Parentesi piatte, bifocali, sagome e icone, misticismo celato dalla più totale e amplia serenità d'animo, fluente sotto lo sguardo, al quale ritorna soltanto una sensazione di pacato piacere.
Manuela Boscolo

Un ritorno al pensiero elementare per ricominciare ad apprezzare la vita. Un segno, una traccia, un’impronta per non dimenticare l’origine di tutto e cancellare il superfluo. Le opere in ceramica di Giorgio Piccaia partono da questa premessa. Un’impresa titanica, direi, un viaggio impervio, imprevisto, difficile ma proprio per questo avvincente...
...L’opera (di Piccaia) diventa una grande metafora della vita e della ricerca della verità. L’attenzione all’uomo e alla sua libertà diventa fondamentale e la meditazione sente l’eco delle riflessioni sulla condizione esistenziale che Friedrich Nietzsche scriveva nel suo primo saggio filosofico Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi, che Giorgio Piccaia fa proprio. L’acuta e attenta riflessione nietzcheiana sulla Krisis condizionerà tutto il pensiero filosofico contemporaneo e risulta ancora oggi quanto mai attuale, tanto che l’artista ne rimane profondamente colpito durante la lettura e lo trasferisce prepotentemente nelle sue opere...
Erika La Rosa (dal Catalogo della Mostra Piccaia al MIDeC, 2013)

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