La città e la memoria
Dal 21 Novembre 2014 al 22 Febbraio 2015
San Donato Milanese | Milano
Luogo: Galleria d'Arte Moderna Virgilio Guidi
Indirizzo: piazza delle Arti 7
Orari: da lunedì a sabato 9.30-12.30/14.30-18.30 domenica 10.00-12.30/16.30-19
Curatori: Monica Loffredo
Telefono per informazioni: +39 02 52772409
Sito ufficiale: http://www.comune.sandonatomilanese.mi.it
«...la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole».
(Italo Calvino, Le città invisibili)
Spazi urbani, architetture, punti di fuga, volumi di metropoli oniriche, sky-line di periferie. Progettare città e costruire nuovi paesaggi è in parte la storia di Eni, simbolo del dirompente boom economico italiano. Ed Eni, con la scelta di creare il proprio Centro Direzionale a San Donato, ne ha determinato lo sviluppo nel secondo dopoguerra, creando posti di lavoro e segnandone di conseguenza l’espansione urbanistica. Da allora Eni e San Donato sono “cresciute” insieme, condividendo eventi, luoghi e persone: un sodalizio che le vede unite anche nell’attenzione alla cultura, in particolare all’arte visiva contemporanea, che negli anni si è tradotta nella creazione di due significative collezioni di arte figurativa.
Ecco perché oggi Eni e la città di San Donato, in occasione dei venti anni dello spazio espositivo di Cascina Roma (oggi Galleria d’Arte Moderna Virgilio Guidi), uno dei più significativi della Lombardia, asse di riferimento per moltissimi artisti, danno vita a un progetto di largo respiro che si svilupperà in un arco temporale di circa due anni lungo quattro differenti esposizioni, la prima delle quali dedicata al tema della “Città”.
Si inizia venerdì 21 novembre con la mostra “La città e la memoria” a cura della giovane storica d’arte Monica Loffredo.
In esposizione tredici opere della collezione della città di San Donato, tra cui anche il dipinto di Virgilio Guidi Il Bacino di San Marco (il primo della collezione come testimonia la scritta autografa sul retro del quadro), che sino al prossimo 22 febbraio 2015 dialogheranno con uno dei capolavori della collezione Eni, tavola & città di Valerio Adami, acrilico su tela del 1991.
In tutto 14 opere per 13 artisti a confronto, visto che di Marcello Nizzoli saranno presentati due quadri: un dialogo intenso che svela tredici visioni differenti, tredici sguardi, tredici modi di sentire e interpretare la città, tredici concezioni - tutte vere - che permettono di analizzare il rapporto con il territorio, il tessuto cittadino come spazio animato da persone e avvenimenti.
«È stato Enrico Mattei – spiega Eni – a trasmettere fin dalle origini la passione per l’arte e per la cultura. Al fondatore risalgono infatti le prime acquisizioni della collezione d’arte aziendale, arrivata oggi a contare 373 dipinti, 213 litografie, 30 sculture e 50 tra mobili, tappeti e oggetti d’arte. Alcune delle opere firmate da grandi artisti del Novecento vennero da subito destinate, fin dai primi anni Cinquanta, a impreziosire locali, uffici e sale di rappresentanza. Il primo presidente, collezionista e frequentatore di gallerie (come quella dell’Annunciata a Milano), era convinto che le opere d’arte acquisiste non dovessero rimanere nascoste, ma anzi promosse, conosciute e condivise. Prima di tutto con i propri dipendenti, molti dei quali vivevano e lavoravano a San Donato».
«L’esposizione propone una serie di “ritratti di città” che, come i luoghi immaginari descritti dallo scrittore Italo Calvino, si fanno simbolo della complessità del reale – sottolinea Monica Loffredo nel suo testo in catalogo - La dimensione della complessità urbana si ritrova figurativamente nella diversità e nella ricchezza delle opere d’arte esposte. Tra le città immaginate da Calvino, quella di Zaira è la più vicina al concetto-chiave di questa esposizione. La descrizione della città non procede secondo l’oggettività dei suoi edifici, ma attraverso il suo carattere, che si sviluppa grazie agli abitanti e agli avvenimenti che lo plasmano. Nelle parole di Calvino, si tratta delle relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato».
Il percorso della mostra si snoda lungo tre delle sale della galleria posta al secondo piano per raccontare il rapporto tra città reale e città ideale secondo la visione di alcuni dei maggiori artisti del Novecento. Poeti dell’immagine a confronto su uno dei temi che finisce prima o poi per coinvolgere ogni artista: la città e i suoi contorni, la periferia e i volti che la popolano.
Artisti diversi per formazione e per periodo storico, singole prospettive di memoria e storia delle città: complessità urbane nell’insieme o nei particolari, nella scelta dei colori o nella pennellata, luoghi dell’immaginario, reali oppure no, tra sintesi cromatiche e segni artistici.
Partendo da questo orientamento, della collezione Eni è stata scelta l’opera di Valerio Adami Tavola & città (1991), mentre dalla collezione di Cascina Roma sono state selezionate tredici opere, realizzate tra gli anni Quaranta e Novanta del Novecento da dodici artisti: Augusto Alvini (Periferia, 1948), Anna Valeria Borsari (Spaccato urbano, 1999), Domenico Cantatore (Finestre di Corso Garibaldi, 1931), Gino Brogi (Case sotto la neve, 1969), Angelo Del Bon (Laguna veneta. Ponticello, 1947), Renato Galbusera (Città, 2003), Giuseppe Guarino (Relitto – luoghi dell’abbandono, 1987), Virgilio Guidi (Bacino di San Marco, 1969), Mitchell Johnson (To Buonconvento, 1996), Marcello Nizzoli (Figure nel paesaggio, 1942; Bombardamento, 1943), Maurizio Simonetta (Tra gli ulivi, 1948), Emilio Tadini (Fiaba, 2000).
Sulle pareti di Cascina Roma (oggi Galleria d’Arte Moderna “Virgilio Guidi”) sono affiancate opere molto diverse tra loro per composizione: dalla pittura delle periferie rappresentate nel 1948 da Augusto Alvini, allo “Spaccato urbano” di Anna Valeri Borsari, fotografia che si fa documento dell’effimero di geometrie cittadine che cambiano e unica traccia visibile dell’opera stessa. Quanto ai temi, invece, si va da una visione eterea di Venezia nell’opera del maestro Virginio Guidi alla città come tragico scenario di un bombardamento nell’opera di Marcello Nizzoli.
«Sono passati vent’anni – chiosa il Sindaco di San Donato Andrea Checchi – da quando Cascina Roma è stata riqualificata e possiamo ben dire, come questa mostra testimonia, che l’auspicio dell’allora primo cittadino Oreste Lupi si è pienamente concretizzato: la struttura è effettivamente diventata un “centro di cultura e di rappresentanza della Città di San Donato Milanese, in una dimensione di servizio alla collettività che deve essere espressione di libertà di pensiero, di rapporti civili e di arte”».
(Italo Calvino, Le città invisibili)
Spazi urbani, architetture, punti di fuga, volumi di metropoli oniriche, sky-line di periferie. Progettare città e costruire nuovi paesaggi è in parte la storia di Eni, simbolo del dirompente boom economico italiano. Ed Eni, con la scelta di creare il proprio Centro Direzionale a San Donato, ne ha determinato lo sviluppo nel secondo dopoguerra, creando posti di lavoro e segnandone di conseguenza l’espansione urbanistica. Da allora Eni e San Donato sono “cresciute” insieme, condividendo eventi, luoghi e persone: un sodalizio che le vede unite anche nell’attenzione alla cultura, in particolare all’arte visiva contemporanea, che negli anni si è tradotta nella creazione di due significative collezioni di arte figurativa.
Ecco perché oggi Eni e la città di San Donato, in occasione dei venti anni dello spazio espositivo di Cascina Roma (oggi Galleria d’Arte Moderna Virgilio Guidi), uno dei più significativi della Lombardia, asse di riferimento per moltissimi artisti, danno vita a un progetto di largo respiro che si svilupperà in un arco temporale di circa due anni lungo quattro differenti esposizioni, la prima delle quali dedicata al tema della “Città”.
Si inizia venerdì 21 novembre con la mostra “La città e la memoria” a cura della giovane storica d’arte Monica Loffredo.
In esposizione tredici opere della collezione della città di San Donato, tra cui anche il dipinto di Virgilio Guidi Il Bacino di San Marco (il primo della collezione come testimonia la scritta autografa sul retro del quadro), che sino al prossimo 22 febbraio 2015 dialogheranno con uno dei capolavori della collezione Eni, tavola & città di Valerio Adami, acrilico su tela del 1991.
In tutto 14 opere per 13 artisti a confronto, visto che di Marcello Nizzoli saranno presentati due quadri: un dialogo intenso che svela tredici visioni differenti, tredici sguardi, tredici modi di sentire e interpretare la città, tredici concezioni - tutte vere - che permettono di analizzare il rapporto con il territorio, il tessuto cittadino come spazio animato da persone e avvenimenti.
«È stato Enrico Mattei – spiega Eni – a trasmettere fin dalle origini la passione per l’arte e per la cultura. Al fondatore risalgono infatti le prime acquisizioni della collezione d’arte aziendale, arrivata oggi a contare 373 dipinti, 213 litografie, 30 sculture e 50 tra mobili, tappeti e oggetti d’arte. Alcune delle opere firmate da grandi artisti del Novecento vennero da subito destinate, fin dai primi anni Cinquanta, a impreziosire locali, uffici e sale di rappresentanza. Il primo presidente, collezionista e frequentatore di gallerie (come quella dell’Annunciata a Milano), era convinto che le opere d’arte acquisiste non dovessero rimanere nascoste, ma anzi promosse, conosciute e condivise. Prima di tutto con i propri dipendenti, molti dei quali vivevano e lavoravano a San Donato».
«L’esposizione propone una serie di “ritratti di città” che, come i luoghi immaginari descritti dallo scrittore Italo Calvino, si fanno simbolo della complessità del reale – sottolinea Monica Loffredo nel suo testo in catalogo - La dimensione della complessità urbana si ritrova figurativamente nella diversità e nella ricchezza delle opere d’arte esposte. Tra le città immaginate da Calvino, quella di Zaira è la più vicina al concetto-chiave di questa esposizione. La descrizione della città non procede secondo l’oggettività dei suoi edifici, ma attraverso il suo carattere, che si sviluppa grazie agli abitanti e agli avvenimenti che lo plasmano. Nelle parole di Calvino, si tratta delle relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato».
Il percorso della mostra si snoda lungo tre delle sale della galleria posta al secondo piano per raccontare il rapporto tra città reale e città ideale secondo la visione di alcuni dei maggiori artisti del Novecento. Poeti dell’immagine a confronto su uno dei temi che finisce prima o poi per coinvolgere ogni artista: la città e i suoi contorni, la periferia e i volti che la popolano.
Artisti diversi per formazione e per periodo storico, singole prospettive di memoria e storia delle città: complessità urbane nell’insieme o nei particolari, nella scelta dei colori o nella pennellata, luoghi dell’immaginario, reali oppure no, tra sintesi cromatiche e segni artistici.
Partendo da questo orientamento, della collezione Eni è stata scelta l’opera di Valerio Adami Tavola & città (1991), mentre dalla collezione di Cascina Roma sono state selezionate tredici opere, realizzate tra gli anni Quaranta e Novanta del Novecento da dodici artisti: Augusto Alvini (Periferia, 1948), Anna Valeria Borsari (Spaccato urbano, 1999), Domenico Cantatore (Finestre di Corso Garibaldi, 1931), Gino Brogi (Case sotto la neve, 1969), Angelo Del Bon (Laguna veneta. Ponticello, 1947), Renato Galbusera (Città, 2003), Giuseppe Guarino (Relitto – luoghi dell’abbandono, 1987), Virgilio Guidi (Bacino di San Marco, 1969), Mitchell Johnson (To Buonconvento, 1996), Marcello Nizzoli (Figure nel paesaggio, 1942; Bombardamento, 1943), Maurizio Simonetta (Tra gli ulivi, 1948), Emilio Tadini (Fiaba, 2000).
Sulle pareti di Cascina Roma (oggi Galleria d’Arte Moderna “Virgilio Guidi”) sono affiancate opere molto diverse tra loro per composizione: dalla pittura delle periferie rappresentate nel 1948 da Augusto Alvini, allo “Spaccato urbano” di Anna Valeri Borsari, fotografia che si fa documento dell’effimero di geometrie cittadine che cambiano e unica traccia visibile dell’opera stessa. Quanto ai temi, invece, si va da una visione eterea di Venezia nell’opera del maestro Virginio Guidi alla città come tragico scenario di un bombardamento nell’opera di Marcello Nizzoli.
«Sono passati vent’anni – chiosa il Sindaco di San Donato Andrea Checchi – da quando Cascina Roma è stata riqualificata e possiamo ben dire, come questa mostra testimonia, che l’auspicio dell’allora primo cittadino Oreste Lupi si è pienamente concretizzato: la struttura è effettivamente diventata un “centro di cultura e di rappresentanza della Città di San Donato Milanese, in una dimensione di servizio alla collettività che deve essere espressione di libertà di pensiero, di rapporti civili e di arte”».
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