A Venezia dal 10 maggio al 23 novembre
Le intelligenze dell’abitare. Al via la Biennale Architettura 2025

19° Mostra Internazionale di Architettura. Foto Andrea Avezzù I Courtesy La Biennale di Venezia
Francesca Grego
09/05/2025
Venezia - Come reagire efficacemente alle rapide trasformazioni dell’ambiente intorno a noi? Come risponde l’architettura alle sfide più urgenti del futuro? In che modo l’intelligenza umana può adattarsi a un cambiamento globale e pervasivo, eppure altamente differenziato in base ai contesti locali? Da domani, sabato 10 maggio, fino al prossimo 23 novembre, la 19° Mostra Internazionale di Architettura riflette su questi interrogativi con un caleidoscopio di idee e possibili soluzioni. Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva è il titolo della Biennale Architettura 2025, curata di Carlo Ratti, alla ricerca di forme inedite di pensiero - e non soltanto di azione - che rispondano efficacemente a scenari radicalmente nuovi. Protagonista di questa avventura è l’intelligenza, che da millenni ci aiuta ad abitare un mondo irto di difficoltà ogni volta diverse. Ma di fronte al cambiamento climatico e alle sue conseguenze, l’architettura è chiamata a un cambio di paradigma.
“La Mostra di quest’anno, Intelligens. Natural. Artificial. Collective è un invito a sperimentare l’intelligenza al di là dell’attuale attenzione limitata all’AI e alle tecnologie digitali e a dimostrare come possiamo adattarci al mondo di domani con fiducia e ottimismo“, spiega Ratti: “Per la prima volta, la Mostra presenta oltre 300 contributi di più di 750 partecipanti: architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e codificatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti, e molti altri. In tempi di adattamento, l’architettura è al centro. In tempi di adattamento, l’architettura deve attingere a molteplici forme di intelligenza: naturale, artificiale e collettiva. In tempi di adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze tecnologiche alle arti. In tempi di adattamento, l’architettura deve ripensare l’autorialità e diventare più inclusiva. Deve farsi flessibile e dinamica come il mondo per cui stiamo progettando”.

Soft Infrastructure. Foto Marco Zorzanello I Courtesy La Biennale di Venezia
Intelligenza naturale, artificiale e collettiva sono i tre mondi tematici protagonisti del percorso alle Corderie, punto di partenza di un itinerario “modulare e frattale” che si dipana tra progetti grandi e piccoli, invitando ogni visitatore a trovare la propria strada. Con il Padiglione Centrale in ristrutturazione, Venezia stessa diventa un “Living Lab” con installazioni, prototipi ed esperimenti disseminati negli spazi della città. Sono 66 i padiglioni nazionali da scoprire tra i Giardini, l’Arsenale e il centro storico di Venezia, con quattro nuove partecipazioni: la Repubblica dell’Azerbaijan, il Sultanato dell’Oman, il Qatar e il Togo. Il progetto del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare curato da Guendalina Salimei, guarda alla penisola dalla prospettiva del Mediterraneo, ripensando il confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio.
Tante le collaborazioni messe in campo dal Gens Public Programme, tra conferenze e workshop in partnership con istituzioni globali come la COP30 dell’ONU a Belem, C40, la Baukultur Alliance di Davos, il Soft Power Club, che affiancheranno la mostra per tutta la sua durata, così come i progetti speciali Margherissima ospitato nella Polveriera Austriaca di Forte Marghera per ripensare il quartiere industriale, e Intelligent Venice: la più antica città del futuro, un viaggio millenario nell’inventiva resilienza della città lagunare da scoprire alla Tesa dell’Isolotto, presso la Darsena Grande dell’Arsenale. Gli otto progetti del Biennale College di Architettura, un nutrito programma di eventi collaterali e iniziative didattiche per ogni fascia di pubblico arricchiranno di stimoli i sei mesi della Biennale, mentre i Leoni d’Oro sono stati attribuiti alla filosofa statunitense Donna Haraway (Leone d’Oro alla Carriera) e all’architetto Italo Rota (Leone d’Oro Speciale alla Memoria).

19° Mostra Internazionale di Architettura. Foto Andrea Avezzù I Courtesy La Biennale di Venezia
“Costruire con intelligenza il mondo, ascoltando l’intelligenza della terra. Ecco Intelli/Gens, ed è quel che Carlo Ratti edifica con la sua visionaria Mostra, che già dal titolo si annuncia come riflessione fondativa per i futuri prossimi, materia di studio e dibattito per la comunità scientifica e artistica e per il pubblico che la visiterà”, ha dichiarato il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco: “E se l’intelligenza è alla base del processo evolutivo dell’individuo, nel senso più nobile del suo essere civis (sostantivo di terza declinazione, quindi sia maschile che femminile), l’architettura è lo spazio in cui essa può dispiegarsi, in una negoziazione costante con il territorio. Attraverso funzioni, simboli e relazioni, l’intelligenza genera architetture guidate da principi etici, estetici ed ecologici. Non a caso, la parola greca oikos significa sia ‘casa’ da abitare che ‘ambiente’ dove immergersi”.

Soft Infrastructure. Foto Marco Zorzanello I Courtesy La Biennale di Venezia
“La Mostra di quest’anno, Intelligens. Natural. Artificial. Collective è un invito a sperimentare l’intelligenza al di là dell’attuale attenzione limitata all’AI e alle tecnologie digitali e a dimostrare come possiamo adattarci al mondo di domani con fiducia e ottimismo“, spiega Ratti: “Per la prima volta, la Mostra presenta oltre 300 contributi di più di 750 partecipanti: architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e codificatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti, e molti altri. In tempi di adattamento, l’architettura è al centro. In tempi di adattamento, l’architettura deve attingere a molteplici forme di intelligenza: naturale, artificiale e collettiva. In tempi di adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze tecnologiche alle arti. In tempi di adattamento, l’architettura deve ripensare l’autorialità e diventare più inclusiva. Deve farsi flessibile e dinamica come il mondo per cui stiamo progettando”.

Soft Infrastructure. Foto Marco Zorzanello I Courtesy La Biennale di Venezia
Intelligenza naturale, artificiale e collettiva sono i tre mondi tematici protagonisti del percorso alle Corderie, punto di partenza di un itinerario “modulare e frattale” che si dipana tra progetti grandi e piccoli, invitando ogni visitatore a trovare la propria strada. Con il Padiglione Centrale in ristrutturazione, Venezia stessa diventa un “Living Lab” con installazioni, prototipi ed esperimenti disseminati negli spazi della città. Sono 66 i padiglioni nazionali da scoprire tra i Giardini, l’Arsenale e il centro storico di Venezia, con quattro nuove partecipazioni: la Repubblica dell’Azerbaijan, il Sultanato dell’Oman, il Qatar e il Togo. Il progetto del Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare curato da Guendalina Salimei, guarda alla penisola dalla prospettiva del Mediterraneo, ripensando il confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio.
Tante le collaborazioni messe in campo dal Gens Public Programme, tra conferenze e workshop in partnership con istituzioni globali come la COP30 dell’ONU a Belem, C40, la Baukultur Alliance di Davos, il Soft Power Club, che affiancheranno la mostra per tutta la sua durata, così come i progetti speciali Margherissima ospitato nella Polveriera Austriaca di Forte Marghera per ripensare il quartiere industriale, e Intelligent Venice: la più antica città del futuro, un viaggio millenario nell’inventiva resilienza della città lagunare da scoprire alla Tesa dell’Isolotto, presso la Darsena Grande dell’Arsenale. Gli otto progetti del Biennale College di Architettura, un nutrito programma di eventi collaterali e iniziative didattiche per ogni fascia di pubblico arricchiranno di stimoli i sei mesi della Biennale, mentre i Leoni d’Oro sono stati attribuiti alla filosofa statunitense Donna Haraway (Leone d’Oro alla Carriera) e all’architetto Italo Rota (Leone d’Oro Speciale alla Memoria).

19° Mostra Internazionale di Architettura. Foto Andrea Avezzù I Courtesy La Biennale di Venezia
“Costruire con intelligenza il mondo, ascoltando l’intelligenza della terra. Ecco Intelli/Gens, ed è quel che Carlo Ratti edifica con la sua visionaria Mostra, che già dal titolo si annuncia come riflessione fondativa per i futuri prossimi, materia di studio e dibattito per la comunità scientifica e artistica e per il pubblico che la visiterà”, ha dichiarato il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco: “E se l’intelligenza è alla base del processo evolutivo dell’individuo, nel senso più nobile del suo essere civis (sostantivo di terza declinazione, quindi sia maschile che femminile), l’architettura è lo spazio in cui essa può dispiegarsi, in una negoziazione costante con il territorio. Attraverso funzioni, simboli e relazioni, l’intelligenza genera architetture guidate da principi etici, estetici ed ecologici. Non a caso, la parola greca oikos significa sia ‘casa’ da abitare che ‘ambiente’ dove immergersi”.

Soft Infrastructure. Foto Marco Zorzanello I Courtesy La Biennale di Venezia
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