Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso
Dal 13 Luglio 2023 al 24 Settembre 2023
Milano
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: Piazza Duomo
Orari: da martedì a domenica ore 12:00 -19:30 Giovedì chiusura alle 22:30. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Martedì 15 agosto ore 12:00-19:30 Lunedì chiuso
Curatori: Flavio Caroli e Vera Agosti
Enti promotori:
- Comune di Milano-Cultura
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: c.mostre@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.palazzorealemilano.it
"Se tutti i disegni tornassero a casa ripiegandosi l'uno sull'altro e nel guardarsi ripercorressero le trame del tempo; a quale tempo riandrebbero? In quale delle tante geografie della carta individuare i confini?"
Omar Galliani
Il 13 luglio Palazzo Reale a Milano presenta una mostra monografica di Omar Galliani, maestro riconosciuto del disegno, che resterà aperta al pubblico ad ingresso gratuito fino al 24 settembre 2023.
L’esposizione Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso, a cura di Flavio Caroli e Vera Agosti, è promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Archivio Omar Galliani.
Omar Galliani (Montecchio Emilia, Reggio Emilia, 1954) crede nell’eternità del disegno, che sopravvive al suo creatore e resiste nel tempo. Un “disegno infinitissimo”, che diventa opera unica, assoluta, immensa, che dispone di un proprio tempo, dilatato come le sue dimensioni, che si fa religione e viene “recitato” quotidianamente come un mantra; un disegno che l’artista ha saputo reinventare e rinnovare.
Il titolo della mostra – Diacronica– è mutuato dalla linguistica e si riferisce allo studio delle lingue nel loro sviluppo storico. Il sottotitolo – Il tempo sospeso – allude alla resistenza del fare dell’artista, che in un mondo sempre più digitalizzato e smaterializzato, sostiene la bellezza della fisicità dell’opera d’arte.
Il percorso espositivo, sviluppato al piano nobile di Palazzo Reale, comprende oltre 100 opere, dalla fine degli anni Settanta ad oggi. Un excursus attraverso i lavori di Galliani presentati nelle Biennali di Venezia, Parigi, San Paolo, Praga, Tokyo, Pechino, nell’ambito di mostre museali, con l’aggiunta di una selezione di inediti, realizzati appositamente per l’esposizione milanese. Oltre ai disegni, calati nel nero scintillante della grafite e veicolati nella dimensione intima della carta o nella monumentalità della tavola di pioppo incisa o graffiata, sono presenti in mostra anche alcune opere ad olio su tela che, nonostante la scelta radicale del disegno, l’artista ha dipinto negli anni Ottanta e, a seguire, ogni inverno, dando vita ad una sola grande opera pittorica all’anno, quando la neve cade sulla pianura padana.
A fare da guida, all’interno di un itinerario non cronologico, che consentirà tuttavia al visitatore di seguire il divenire delle opere nel tempo, saranno principalmente suggestioni tematiche ed emotive, che Flavio Caroli suddivide in “universi mondi”, capaci di nutrire il pensiero e la fantasia dell’artista: Universo simbolico, Universo mitico, Universo psicologico, Universo erotico, Universo scientifico, Universo paesistico.
“La poetica di Galliani oggi – scrive Vera Agosti – prende ispirazione dalla storia dell’arte, dalla moda, dal cinema o dalla semplice quotidianità, grazie a immagini incontrate per caso, sulla strada, in aeroporti d’oriente e occidente. E ancora i viaggi intorno al mondo, in particolare in Asia, che contaminano il suo immaginario e a cui è dedicata una grande sala di Palazzo Reale”.
L’immagine guida dell’esposizione è De rerum natura (2020), una grande tavola che trae il titolo dal poema di Tito Lucrezio Caro. L’opera raffigura una giovane donna e un colibrì, simbolo di congiunzione tra cielo e terra, tra mondo fisico e spirituale.
Tra le principali opere in mostra, Omar Roma Amor del 2012 – una testa femminile siamese, una spina dorsale bifida, un Colosseo speculare – e La Principessa Lyu Ji nel suo quindicesimo anno di età, esposta nella personale promossa dal Caffè Florian di Venezia nel 2014. Quest’ultima tavola si basa su un’antica leggenda di cui Galliani è venuto a conoscenza nella località di Xi’an. Della fanciulla restano rose e forbici, scarpette e coltelli, una sineddoche visiva della femminilità e della narrazione. In Cina l’artista ha esposto nei principali Musei del Paese, in dodici città, e il suo legame con l’Oriente unito all’influenza di quei luoghi e di quelle culture sul suo lavoro, sono ben presenti in mostra.
Si prosegue con un grande Mantra degli anni Novanta, giocato tra il mistero del nero della grafite e la sacralità della foglia d’oro incisa. A seguire, NGC/7419 del 2020-2021, lavoro particolarmente sentito, nato da un sogno ricorrente a seguito della perdita del figlio Massimiliano, anche lui artista. Un numero tornava costante nella mente: 7419; cercando in rete risultò essere un insieme di stelle nella costellazione di Cefeo, a forma di matita. Le stelle, di carbonio ed oro, splendono nell’opera a matita su tavola, silenti e liriche testimoni di quei misteri che non ci è dato sapere. Realizzata nei giorni del lockdown, invece, la grande installazione Baci rubati / Covid 19, composta da sessanta disegni di 50x50 centimetri. Sono i baci venuti a mancare nel periodo della chiusura forzata e del distanziamento sociale. Baci passionali e sensuali, come quelli cinematografici, immagini prese dal web rese delicate e oniriche dalla morbidezza del carboncino e dalla grafite cangiante in base alla rifrazione della luce. E proprio alla luce, il Maestro dedica il suo grande trittico Riflessi del 2022-2023, opera inedita nella sua interezza, che sancisce la sua relazione con il paesaggio. Infine Grande disegno italiano, un’opera monumentale a matita su tavola di pioppo (cm 500x630), esposta all’Archivio di Stato di Torino nel 2005, in dialogo con un piccolo Angelo annunciante di Leonardo (presente nello studio preparatorio per la Vergine delle Rocce), esposto alla Biblioteca Reale.
Con questa esposizione, Omar Galliani evidenzia i contatti con il passato, senza sottrarsi tuttavia al presente, con uno sguardo proiettato al futuro.
La mostra è accompagnata da un catalogo corsiero editore, a cura di Vera Agosti, con testi inediti di Flavio Caroli, Vera Agosti, Italo Tomassoni e Alessandra Tiddia, un contributo critico di Eleonora Frattarolo, poesie di Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Seamus Heaney, Guido Oldani, Gian Ruggero Manzoni, Alda Merini, Roberto Mussapi, Alban Nikolai, Davide Rondoni, Massimo Silvotti e note personali di Omar Galliani.
Nell’ambito della mostra, si terranno a settembre alcune conferenze di approfondimento al Museo di Storia Naturale e al Planetario.
Omar Galliani nasce a Montecchio Emilia (RE) nel 1954. Frequenta, laureandosi, l’Accademia di Belle Arti di Bologna con Concetto Pozzati. Viene invitato alla prima Triennale Internazionale del Disegno di Norimberga nel 1979. Partecipa a tre Biennali di Venezia, nel 1982, nel 1984 e nel 1986. È invitato a due Quadriennali di Roma, nel 1986 e nel 1996. Nel 1981 è presente alla Biennale di San Paolo del Brasile e a quella di Tokyo, nel 1982 a quella di Parigi. Nel 1982-83 partecipa ad Arte italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra, a cura di Renato Barilli, Flavio Caroli e Roberto Sanesi. Nel 1985 espone nei musei d’arte contemporanea di Francoforte, Berlino, Hannover e Vienna in occasione di 1960-1985 Aspekte der Italienischen Kunst, a cura di Peter Weiermair. Nel 1998 la New York University gli dedica una personale. È del 2003 l’invito alla prima Biennale di Pechino vinta ex aequo con George Baselitz. Successivamente partecipa alla Biennale del 2005 e prosegue il suo tour cinese toccando le città di Shanghai, Chengdu, Suzhou, Dalian, Xi’an, Wuhan, Hangzhou, Ningbo. Il tour culmina poi con l’esposizione del 2007 Omar Galliani tra Oriente e Occidente alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, quale evento speciale della Biennale Arte. Le Gallerie degli Uffizi di Firenze nel 2008 acquisiscono per le proprie collezioni il trittico Notturno. Nel 2017 il Direttore degli Uffizi, Prof. Eike Schmidt, gli commissiona un autoritratto per la collezione del Corridoio Vasariano. Nell’ottobre 2018 si è tenuta la presentazione ufficiale dell’opera nell’Auditorium Vasari. Sempre nel 2017, alle Gallerie d’Italia - Banca Intesa Sanpaolo, a Milano, si inaugura la personale Intorno a Caravaggio. Nel 2018 l’Accademia Carrara di Bergamo apre Raffaello e l’eco del Mito, nel Monastero delle Clarisse di Grosseto viene inaugurata Teofanie e nel 2019 il CIAC di Foligno presenta Il corpo del Disegno. Sempre nel 2019 Tornabuoni Art di Londra inaugura A Symphony in Graphite. La Fondazione Bevilacqua La Masa propone Dipinta - La mètis dell’Acqua. La Galleria Tornabuoni Art, nel 2021, apre la grande mostra Baci rubati / Covid 19 prodotta durante l’anno di pandemia. Sempre nel 2021 The Art Museum Riga Bourse, sezione del Latvian National Museum of Art, specializzato nella promozione dell’arte internazionale, inaugura la mostra Self-Reflections con la collaborazione delle Gallerie degli Uffizi. Negli ultimi mesi dello stesso anno, il Museo Marca di Catanzaro ospita la personale Omar Galliani. Il disegno non ha tempo. Nel 2022 l’artista partecipa alla storica mostra Giotto e il Novecento al Mart di Rovereto. Lo stesso Mart acquisisce per le proprie collezioni una tavola del trittico Riflessi. Nel 2023 il Teatro Galli e il Part di Rimini, in collaborazione con Augeo, presentano l’opera Per Santa Teresa. È docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Il 13 luglio Palazzo Reale a Milano presenta una mostra monografica di Omar Galliani, maestro riconosciuto del disegno, che resterà aperta al pubblico ad ingresso gratuito fino al 24 settembre 2023.
L’esposizione Omar Galliani. Diacronica. Il tempo sospeso, a cura di Flavio Caroli e Vera Agosti, è promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Archivio Omar Galliani.
Omar Galliani (Montecchio Emilia, Reggio Emilia, 1954) crede nell’eternità del disegno, che sopravvive al suo creatore e resiste nel tempo. Un “disegno infinitissimo”, che diventa opera unica, assoluta, immensa, che dispone di un proprio tempo, dilatato come le sue dimensioni, che si fa religione e viene “recitato” quotidianamente come un mantra; un disegno che l’artista ha saputo reinventare e rinnovare.
Il titolo della mostra – Diacronica– è mutuato dalla linguistica e si riferisce allo studio delle lingue nel loro sviluppo storico. Il sottotitolo – Il tempo sospeso – allude alla resistenza del fare dell’artista, che in un mondo sempre più digitalizzato e smaterializzato, sostiene la bellezza della fisicità dell’opera d’arte.
Il percorso espositivo, sviluppato al piano nobile di Palazzo Reale, comprende oltre 100 opere, dalla fine degli anni Settanta ad oggi. Un excursus attraverso i lavori di Galliani presentati nelle Biennali di Venezia, Parigi, San Paolo, Praga, Tokyo, Pechino, nell’ambito di mostre museali, con l’aggiunta di una selezione di inediti, realizzati appositamente per l’esposizione milanese. Oltre ai disegni, calati nel nero scintillante della grafite e veicolati nella dimensione intima della carta o nella monumentalità della tavola di pioppo incisa o graffiata, sono presenti in mostra anche alcune opere ad olio su tela che, nonostante la scelta radicale del disegno, l’artista ha dipinto negli anni Ottanta e, a seguire, ogni inverno, dando vita ad una sola grande opera pittorica all’anno, quando la neve cade sulla pianura padana.
A fare da guida, all’interno di un itinerario non cronologico, che consentirà tuttavia al visitatore di seguire il divenire delle opere nel tempo, saranno principalmente suggestioni tematiche ed emotive, che Flavio Caroli suddivide in “universi mondi”, capaci di nutrire il pensiero e la fantasia dell’artista: Universo simbolico, Universo mitico, Universo psicologico, Universo erotico, Universo scientifico, Universo paesistico.
“La poetica di Galliani oggi – scrive Vera Agosti – prende ispirazione dalla storia dell’arte, dalla moda, dal cinema o dalla semplice quotidianità, grazie a immagini incontrate per caso, sulla strada, in aeroporti d’oriente e occidente. E ancora i viaggi intorno al mondo, in particolare in Asia, che contaminano il suo immaginario e a cui è dedicata una grande sala di Palazzo Reale”.
L’immagine guida dell’esposizione è De rerum natura (2020), una grande tavola che trae il titolo dal poema di Tito Lucrezio Caro. L’opera raffigura una giovane donna e un colibrì, simbolo di congiunzione tra cielo e terra, tra mondo fisico e spirituale.
Tra le principali opere in mostra, Omar Roma Amor del 2012 – una testa femminile siamese, una spina dorsale bifida, un Colosseo speculare – e La Principessa Lyu Ji nel suo quindicesimo anno di età, esposta nella personale promossa dal Caffè Florian di Venezia nel 2014. Quest’ultima tavola si basa su un’antica leggenda di cui Galliani è venuto a conoscenza nella località di Xi’an. Della fanciulla restano rose e forbici, scarpette e coltelli, una sineddoche visiva della femminilità e della narrazione. In Cina l’artista ha esposto nei principali Musei del Paese, in dodici città, e il suo legame con l’Oriente unito all’influenza di quei luoghi e di quelle culture sul suo lavoro, sono ben presenti in mostra.
Si prosegue con un grande Mantra degli anni Novanta, giocato tra il mistero del nero della grafite e la sacralità della foglia d’oro incisa. A seguire, NGC/7419 del 2020-2021, lavoro particolarmente sentito, nato da un sogno ricorrente a seguito della perdita del figlio Massimiliano, anche lui artista. Un numero tornava costante nella mente: 7419; cercando in rete risultò essere un insieme di stelle nella costellazione di Cefeo, a forma di matita. Le stelle, di carbonio ed oro, splendono nell’opera a matita su tavola, silenti e liriche testimoni di quei misteri che non ci è dato sapere. Realizzata nei giorni del lockdown, invece, la grande installazione Baci rubati / Covid 19, composta da sessanta disegni di 50x50 centimetri. Sono i baci venuti a mancare nel periodo della chiusura forzata e del distanziamento sociale. Baci passionali e sensuali, come quelli cinematografici, immagini prese dal web rese delicate e oniriche dalla morbidezza del carboncino e dalla grafite cangiante in base alla rifrazione della luce. E proprio alla luce, il Maestro dedica il suo grande trittico Riflessi del 2022-2023, opera inedita nella sua interezza, che sancisce la sua relazione con il paesaggio. Infine Grande disegno italiano, un’opera monumentale a matita su tavola di pioppo (cm 500x630), esposta all’Archivio di Stato di Torino nel 2005, in dialogo con un piccolo Angelo annunciante di Leonardo (presente nello studio preparatorio per la Vergine delle Rocce), esposto alla Biblioteca Reale.
Con questa esposizione, Omar Galliani evidenzia i contatti con il passato, senza sottrarsi tuttavia al presente, con uno sguardo proiettato al futuro.
La mostra è accompagnata da un catalogo corsiero editore, a cura di Vera Agosti, con testi inediti di Flavio Caroli, Vera Agosti, Italo Tomassoni e Alessandra Tiddia, un contributo critico di Eleonora Frattarolo, poesie di Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Seamus Heaney, Guido Oldani, Gian Ruggero Manzoni, Alda Merini, Roberto Mussapi, Alban Nikolai, Davide Rondoni, Massimo Silvotti e note personali di Omar Galliani.
Nell’ambito della mostra, si terranno a settembre alcune conferenze di approfondimento al Museo di Storia Naturale e al Planetario.
Omar Galliani nasce a Montecchio Emilia (RE) nel 1954. Frequenta, laureandosi, l’Accademia di Belle Arti di Bologna con Concetto Pozzati. Viene invitato alla prima Triennale Internazionale del Disegno di Norimberga nel 1979. Partecipa a tre Biennali di Venezia, nel 1982, nel 1984 e nel 1986. È invitato a due Quadriennali di Roma, nel 1986 e nel 1996. Nel 1981 è presente alla Biennale di San Paolo del Brasile e a quella di Tokyo, nel 1982 a quella di Parigi. Nel 1982-83 partecipa ad Arte italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra, a cura di Renato Barilli, Flavio Caroli e Roberto Sanesi. Nel 1985 espone nei musei d’arte contemporanea di Francoforte, Berlino, Hannover e Vienna in occasione di 1960-1985 Aspekte der Italienischen Kunst, a cura di Peter Weiermair. Nel 1998 la New York University gli dedica una personale. È del 2003 l’invito alla prima Biennale di Pechino vinta ex aequo con George Baselitz. Successivamente partecipa alla Biennale del 2005 e prosegue il suo tour cinese toccando le città di Shanghai, Chengdu, Suzhou, Dalian, Xi’an, Wuhan, Hangzhou, Ningbo. Il tour culmina poi con l’esposizione del 2007 Omar Galliani tra Oriente e Occidente alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, quale evento speciale della Biennale Arte. Le Gallerie degli Uffizi di Firenze nel 2008 acquisiscono per le proprie collezioni il trittico Notturno. Nel 2017 il Direttore degli Uffizi, Prof. Eike Schmidt, gli commissiona un autoritratto per la collezione del Corridoio Vasariano. Nell’ottobre 2018 si è tenuta la presentazione ufficiale dell’opera nell’Auditorium Vasari. Sempre nel 2017, alle Gallerie d’Italia - Banca Intesa Sanpaolo, a Milano, si inaugura la personale Intorno a Caravaggio. Nel 2018 l’Accademia Carrara di Bergamo apre Raffaello e l’eco del Mito, nel Monastero delle Clarisse di Grosseto viene inaugurata Teofanie e nel 2019 il CIAC di Foligno presenta Il corpo del Disegno. Sempre nel 2019 Tornabuoni Art di Londra inaugura A Symphony in Graphite. La Fondazione Bevilacqua La Masa propone Dipinta - La mètis dell’Acqua. La Galleria Tornabuoni Art, nel 2021, apre la grande mostra Baci rubati / Covid 19 prodotta durante l’anno di pandemia. Sempre nel 2021 The Art Museum Riga Bourse, sezione del Latvian National Museum of Art, specializzato nella promozione dell’arte internazionale, inaugura la mostra Self-Reflections con la collaborazione delle Gallerie degli Uffizi. Negli ultimi mesi dello stesso anno, il Museo Marca di Catanzaro ospita la personale Omar Galliani. Il disegno non ha tempo. Nel 2022 l’artista partecipa alla storica mostra Giotto e il Novecento al Mart di Rovereto. Lo stesso Mart acquisisce per le proprie collezioni una tavola del trittico Riflessi. Nel 2023 il Teatro Galli e il Part di Rimini, in collaborazione con Augeo, presentano l’opera Per Santa Teresa. È docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera.
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