Sanford Biggers. Sugar, Pork, Bourbon
Dal 05 Aprile 2013 al 18 Maggio 2013
Milano
Luogo: Galleria Massimo De Carlo
Indirizzo: via Giovanni Ventura 5
Orari: da martedì a sabato 11.30-19.30
Telefono per informazioni: +39 02 70003987
E-Mail info: info@massimodecarlo.it
Sito ufficiale: http://www.massimodecarlo.it
Il 5 aprile Massimo De Carlo presenta la prima mostra personale in Italia dell'artista americano Sanford Biggers Sugar, Pork, Bourbon.
Sanford Biggers è il cantore degli afro-americani: newyorkese di adozione, ma nato a Los Angeles, Biggers è una delle voci più interessanti dell’arte di oggi. Le opere di Sanford Biggers sono un crogiuolo di culture e sono capaci di intersecare la tradizione afro-americana con i simbolismi giapponesi, l’eleganza mitteleuropea con le esperienze urbane contemporanee, la tecnica italiana con i ritmi della musica hip-hop.
Con Sugar, Pork, Bourbon, Sanford Biggers porta a Milano una serie di nuove opere che sono una sintesi del suo percorso artistico e culturale.
Al centro della mostra di Sanford Biggers sono i quilts, trapunte patchwork, sulle quali l’artista dipinge motivi decorativi e complessi sistemi di immagini fortemente simboliche. Per realizzare i suoi quilts Sanford Biggers ha recuperato le trapunte originali realizzate nel secolo scorso dagli schiavi d’America con pezzi di tessuto ricavati da abiti dismessi e poi cuciti insieme. I quilts, con i loro diversi motivi decorativi, erano usati dagli schiavi per raccontare con un linguaggio in codice la storia di una comunità o di una persona, il proprio status sociale o la religione di appartenenza. Nel profondo Sud si potevano vedere appesi fuori dalle case, nelle stazioni, sulle facciate delle chiese.
Sanford Biggers amplifica questi temi dipingendo direttamente sul tessuto elementi simbolici come il fiore di loto – che proviene dalla tradizione figurativa giapponese – i cui petali riproducono minuziosamente lo schema di posizionamento degli schiavi nelle stive delle navi che dall’Africa li deportavano nel Nuovo Continente.
Grandi nuvole di cotone sospese nell’aria – che assurgono a simbolo di ritrovata libertà - e frammenti degli antichi mobili delle case coloniali, sono un’ulteriore esortazione di Sanford Biggers a rileggere la storia americana dalla prospettiva degli ultimi e a liberarsi da tutte le oppressioni.
Sanford Biggers è il cantore degli afro-americani: newyorkese di adozione, ma nato a Los Angeles, Biggers è una delle voci più interessanti dell’arte di oggi. Le opere di Sanford Biggers sono un crogiuolo di culture e sono capaci di intersecare la tradizione afro-americana con i simbolismi giapponesi, l’eleganza mitteleuropea con le esperienze urbane contemporanee, la tecnica italiana con i ritmi della musica hip-hop.
Con Sugar, Pork, Bourbon, Sanford Biggers porta a Milano una serie di nuove opere che sono una sintesi del suo percorso artistico e culturale.
Al centro della mostra di Sanford Biggers sono i quilts, trapunte patchwork, sulle quali l’artista dipinge motivi decorativi e complessi sistemi di immagini fortemente simboliche. Per realizzare i suoi quilts Sanford Biggers ha recuperato le trapunte originali realizzate nel secolo scorso dagli schiavi d’America con pezzi di tessuto ricavati da abiti dismessi e poi cuciti insieme. I quilts, con i loro diversi motivi decorativi, erano usati dagli schiavi per raccontare con un linguaggio in codice la storia di una comunità o di una persona, il proprio status sociale o la religione di appartenenza. Nel profondo Sud si potevano vedere appesi fuori dalle case, nelle stazioni, sulle facciate delle chiese.
Sanford Biggers amplifica questi temi dipingendo direttamente sul tessuto elementi simbolici come il fiore di loto – che proviene dalla tradizione figurativa giapponese – i cui petali riproducono minuziosamente lo schema di posizionamento degli schiavi nelle stive delle navi che dall’Africa li deportavano nel Nuovo Continente.
Grandi nuvole di cotone sospese nell’aria – che assurgono a simbolo di ritrovata libertà - e frammenti degli antichi mobili delle case coloniali, sono un’ulteriore esortazione di Sanford Biggers a rileggere la storia americana dalla prospettiva degli ultimi e a liberarsi da tutte le oppressioni.
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