Silvia Bächli. Verso
Dal 20 Maggio 2021 al 28 Agosto 2021
Milano
Luogo: Galleria Raffaella Cortese
Indirizzo: Via A. Stradella 7
Telefono per informazioni: +39 02 2043555
E-Mail info: galleria@raffaellacortese.com
Sito ufficiale: http://raffaellacortese.com
Il disegno è protagonista e trait d’union fra le tre mostre personali di Silvia Bächli, Jessica Stockholder e Allyson Strafella negli spazi di Galleria Raffaella Cortese dal 20 maggio 2021. Il medium viene esercitato da ciascun artista differentemente, ma con il desiderio condiviso di varcare i confini del foglio di carta e superare i limiti della cornice e della bidimensionalità.
Il disegno, in tutte e tre le mostre, assume una dimensione installativa ed esprime un desiderio di osmosi con lo spazio che abita.
Dopo aver trasferito per decenni la sua visione del mondo su fogli di carta bianca di dimensioni ricorrenti, testandone i bordi e le superfici, Silvia Bächli ha costruito un vocabolario di pennellate che esplorano gli infiniti gradi del nero e del bianco e che si addentrano nel mondo della specificità del colore. Mentre i segni sulla parete hanno sempre avuto tanta importanza quanto gli spazi vuoti, in questa mostra Bächli indaga ancora più a fondo la superficie del muro che accoglie il suo linguaggio: per la prima volta in galleria e fra le prime in assoluto nella sua pratica artistica, libera i suoi disegni dalle cornici e li orchestra in nuove composizioni. Le linee e campiture di colore più grandi sembrano oltrepassare la dimensione dei disegni e fondersi con il muro bianco. I suoi disegni sono azioni, le sue linee raccontano storie. Cosa succede quando questi si incontrano? Quali parole possono descrivere questi incontri? Quali partiture musicali potrebbero comporre?
I visitatori che si muovono nello spazio espositivo sono invitati a ricostruirlo mentre camminano e osservano i dettagli delle pennellate. “Il mio visitatore ideale, se avesse del gesso sulle suole delle scarpe” – racconta Silvia Bächli – “definirebbe lo spazio del pavimento disegnando attraverso la stanza, come nel pattinaggio sul ghiaccio, curve e arcate, avvicinandosi a un dettaglio, roteando per poi indietreggiare e ristabilire una visione d’insieme della parete, lasciando vagare gli occhi, ancora e ancora, sempre più lontano”.1 La coreografia immaginata da Bächli esiste solo nello spazio, che non solo è abitato ma viene ridisegnato dalle linee e superfici sulla carta.
Le lunghe pennellate rosse che corrono orizzontalmente sulla parete frontale della galleria ci conducono, attraverso fogli di carta, ad altri disegni definiti da spettri di colori intensi quali verdi accesi, azzurri naturali, tonalità calde e terrose, per accompagnarci verso oggetti che occupano una tipologia diversa di spazio fisico.
Cinque sculture, piccoli oggetti angolari di gesso, tagliati lungo linee erette, sono poste su un tavolo di legno chiaro ed emergono come profili di teste umane. Sono parte della produzione più recente dell’artista e sono state esposte per la prima volta nella sua personale alla Kunsthalle di Karlsruhe nel 2019: composte da superfici piatte e porose, le cui imperfette congiunzioni limitano i campi di colore, richiamano le stesse tavolozze che occupano le pareti e presentano le stesse qualità pittoriche che possiedono sulla carta.
Silvia Bächli è nata nel 1956 a Baden, Svizzera. Vive e lavora a Basilea. Bächli ha sviluppato la sua tecnica di disegno lavorando su fogli di carta bianca, di diverse dimensioni e qualità, utilizzando inchiostro indiano, carboncino, gouache o pastelli. Usando il corpo e i suoi movimenti come punto di partenza, il suo lavoro prende forma inorno a espressioni considerate parte della sfera del sensibile. In questo modo Bächli presenta una realtà fatta di frammenti e impressioni. Il risultato non sono solo ‘momenti pittorici’; ma questi sembrano avere una predisposizione cinematica nel catturare corpi, oggetti e i loro dettagli ma anche paesaggi, gesti, strutture e processi. Sono storie senza un inizio o una fine, ma che catturano un determinato momento.
All’artista sono state dedicate importanti mostre personali come: Interstices, LaBF15, Lione (2021); Shift, Kunsthalle Karlsruhe, Karlsruhe, Germania (2019); Situer la différence, Centre culturel suisse, Parigi (2017, con Eric Hattan); weiter.wird.Les abords, Frac Franche-Comté, Besançon (2015); Brombeeren, Pinakothek der Moderne, Monaco (2014); Far apart - close together, Kunstmuseum St.Gallen, St. Gallen, Svizzera (2012). Silvia Bächli è stata inclusa in una serie di mostre collettive tra cui: Resonating Spaces, Fondation Beyeler, Basilea (2019); Mask: In Present-Day Art, Aargauer Kunsthaus, Aarau, Svizzera (2019); To have a shelf live, Eric Hattan & Silvia Bächli, Art Basel | Parcours (2018); Drawing Now, Albertina, Vienna (2015); Biens communs I, acquisitions récentes, Mamco, Musée d‘art moderne et contemporain, Ginevra (2011); elles@ centrepompidou, artistes femmes dans les collections du Centre Pompidou, Centre Pompidou, Parigi (2010). Bächli ha rappresentato la Svizzera alla 53° Biennale di Venezia e le sue opere sono presenti in numerose collezioni di prestigio, incluse quelle del MoMA Museum of Modern Art, New York, il Museum für Moderne Kunst di Francoforte, il Centre Pompidou di Parigi, il Kunstmuseum di Basilea, il Kunstmuseum di St. Gallen, la Staatliche Graphische Sammlung e la Neue Pinakothek a Monaco di Baviera, Mamco, Gèneve e l’Art Institute of Chicago.
Il disegno, in tutte e tre le mostre, assume una dimensione installativa ed esprime un desiderio di osmosi con lo spazio che abita.
Dopo aver trasferito per decenni la sua visione del mondo su fogli di carta bianca di dimensioni ricorrenti, testandone i bordi e le superfici, Silvia Bächli ha costruito un vocabolario di pennellate che esplorano gli infiniti gradi del nero e del bianco e che si addentrano nel mondo della specificità del colore. Mentre i segni sulla parete hanno sempre avuto tanta importanza quanto gli spazi vuoti, in questa mostra Bächli indaga ancora più a fondo la superficie del muro che accoglie il suo linguaggio: per la prima volta in galleria e fra le prime in assoluto nella sua pratica artistica, libera i suoi disegni dalle cornici e li orchestra in nuove composizioni. Le linee e campiture di colore più grandi sembrano oltrepassare la dimensione dei disegni e fondersi con il muro bianco. I suoi disegni sono azioni, le sue linee raccontano storie. Cosa succede quando questi si incontrano? Quali parole possono descrivere questi incontri? Quali partiture musicali potrebbero comporre?
I visitatori che si muovono nello spazio espositivo sono invitati a ricostruirlo mentre camminano e osservano i dettagli delle pennellate. “Il mio visitatore ideale, se avesse del gesso sulle suole delle scarpe” – racconta Silvia Bächli – “definirebbe lo spazio del pavimento disegnando attraverso la stanza, come nel pattinaggio sul ghiaccio, curve e arcate, avvicinandosi a un dettaglio, roteando per poi indietreggiare e ristabilire una visione d’insieme della parete, lasciando vagare gli occhi, ancora e ancora, sempre più lontano”.1 La coreografia immaginata da Bächli esiste solo nello spazio, che non solo è abitato ma viene ridisegnato dalle linee e superfici sulla carta.
Le lunghe pennellate rosse che corrono orizzontalmente sulla parete frontale della galleria ci conducono, attraverso fogli di carta, ad altri disegni definiti da spettri di colori intensi quali verdi accesi, azzurri naturali, tonalità calde e terrose, per accompagnarci verso oggetti che occupano una tipologia diversa di spazio fisico.
Cinque sculture, piccoli oggetti angolari di gesso, tagliati lungo linee erette, sono poste su un tavolo di legno chiaro ed emergono come profili di teste umane. Sono parte della produzione più recente dell’artista e sono state esposte per la prima volta nella sua personale alla Kunsthalle di Karlsruhe nel 2019: composte da superfici piatte e porose, le cui imperfette congiunzioni limitano i campi di colore, richiamano le stesse tavolozze che occupano le pareti e presentano le stesse qualità pittoriche che possiedono sulla carta.
Silvia Bächli è nata nel 1956 a Baden, Svizzera. Vive e lavora a Basilea. Bächli ha sviluppato la sua tecnica di disegno lavorando su fogli di carta bianca, di diverse dimensioni e qualità, utilizzando inchiostro indiano, carboncino, gouache o pastelli. Usando il corpo e i suoi movimenti come punto di partenza, il suo lavoro prende forma inorno a espressioni considerate parte della sfera del sensibile. In questo modo Bächli presenta una realtà fatta di frammenti e impressioni. Il risultato non sono solo ‘momenti pittorici’; ma questi sembrano avere una predisposizione cinematica nel catturare corpi, oggetti e i loro dettagli ma anche paesaggi, gesti, strutture e processi. Sono storie senza un inizio o una fine, ma che catturano un determinato momento.
All’artista sono state dedicate importanti mostre personali come: Interstices, LaBF15, Lione (2021); Shift, Kunsthalle Karlsruhe, Karlsruhe, Germania (2019); Situer la différence, Centre culturel suisse, Parigi (2017, con Eric Hattan); weiter.wird.Les abords, Frac Franche-Comté, Besançon (2015); Brombeeren, Pinakothek der Moderne, Monaco (2014); Far apart - close together, Kunstmuseum St.Gallen, St. Gallen, Svizzera (2012). Silvia Bächli è stata inclusa in una serie di mostre collettive tra cui: Resonating Spaces, Fondation Beyeler, Basilea (2019); Mask: In Present-Day Art, Aargauer Kunsthaus, Aarau, Svizzera (2019); To have a shelf live, Eric Hattan & Silvia Bächli, Art Basel | Parcours (2018); Drawing Now, Albertina, Vienna (2015); Biens communs I, acquisitions récentes, Mamco, Musée d‘art moderne et contemporain, Ginevra (2011); elles@ centrepompidou, artistes femmes dans les collections du Centre Pompidou, Centre Pompidou, Parigi (2010). Bächli ha rappresentato la Svizzera alla 53° Biennale di Venezia e le sue opere sono presenti in numerose collezioni di prestigio, incluse quelle del MoMA Museum of Modern Art, New York, il Museum für Moderne Kunst di Francoforte, il Centre Pompidou di Parigi, il Kunstmuseum di Basilea, il Kunstmuseum di St. Gallen, la Staatliche Graphische Sammlung e la Neue Pinakothek a Monaco di Baviera, Mamco, Gèneve e l’Art Institute of Chicago.
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