Suburbia
![Bill Owen, Suburbia Bill Owen, Suburbia](http://www.arte.it/foto/600x450/a1/11010-bill_owens.jpg)
Bill Owen, Suburbia
Bill Owens, Suburbia, AREA LINA ovunqueartecontemporanea, Milano
Dal 30 Maggio 2012 al 30 Giugno 2012
Milano
Luogo: AREA LINA ovunqueartecontemporanea
Indirizzo: via Carmagnola 8
Orari: dal martedì al venerdì 15.30-19.30
Curatori: Claudia Zanfi
Enti promotori:
- Archivio Bill Owens Milano/USA - Associazione Culturale aMAZElab Milano
Telefono per informazioni: +39 392 9892625
E-Mail info: info@arealina.com
Sito ufficiale: http://www.arealina.com
Primavera 1972, Bay Area, California: un giovane fotografo sta iniziando quello che sarebbe diventato
uno dei progetti fotografici più influenti nell’immaginario collettivo del Novecento.
30 Maggio 2012, Zona Isola Milano: a quarant’anni da quella indimenticabile esperienza nasce AREA
LINA ovunqueartecontemporanea, che inaugura dedicando la prima mostra monografica al ciclo di
opere SUBURBIA di Bill Owens, uno dei massimi fotografi americani del dopoguerra.
Sarà solo l’inizio di una serie di celebrazioni dedicate a questo 40° anniversario, attraverso mostre
in varie città europee e americane.
AREA LINA ovunqueartecontemporanea, è un nuovo progetto espositivo mobile, senza fissa dimora,
diretto da Gianmaria Conti, che prevede la realizzazione di un programma annuale di mostre sui
linguaggi del contemporaneo, che di volta in volta, verranno ospitate in spazi differenti, in Italia e
all’estero. Sull’esempio di pratiche espositive ampiamente in uso a livello internazionale, sono stati
scelti spazi normalmente adibiti ad altre attività o totalmente in disuso.
In questo caso specifico, un locale artigianale non utilizzato nel quartiere Isola di Milano.
La zona della Stazione Porta Garibaldi, di cui l’Isola è parte, è infatti teatro di una profonda
trasformazione urbanistica e sociale, simile a quella che vide trasformarsi la Bay Area negli Stati Uniti
dal secondo dopo guerra fino agli anni ’80, con la nascita delle famose Levitt Towns descritte nelle
immagini di Owens.
In mostra sarà presentata una selezione di circa 50 opere tra le più significative del ciclo Suburbia,
immagini che hanno reso Bill Owens il fotografo dell’American way of life, ossia di quello stile di vita
che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale diverrà parametro di riferimento simbolico e culturale
per il resto del mondo. Vicini di casa, amici, parenti, insegnanti, alunni, commercianti, sono i personaggi
del nuovo affresco della società americana che l’autore compone col proprio lavoro.
Quella di Owens è una “antropologia visiva” che si realizza nell’ineluttabile urgenza della necessità.
All’autore dobbiamo molto più di semplici fotografie, le sue - allo stesso modo di quelle sullo Sbarco
in Normandia di Robert Capa o quelle sulla Grande Depressione degli anni ‘30 di Walker Evans - sono
gli strumenti concettuali, i riferimenti visivi e i panorami attraverso i quali possiamo immaginare e
conoscere quel particolare universo di senso, quel modo di vivere e di fare società che è l’inurbamento
della costa Ovest degli Stati Uniti in quegli anni. Cinema, architettura, sociologia e politica devono
il proprio linguaggio sull’argomento alle immagini di Bill Owens.
Sofia Coppola, David Byrne e Martin Parr sono solo alcuni esempi di autori il cui immaginario si ispira
dichiaratamente alle fotografie di Owens.
Bill Owens nasce nel 1938 a San Josè in California e ha raggiunto la notorietà nel 1972 grazie a Suburbia e a
numerose altre pubblicazioni monografiche sui costumi della middle class americana. Collezionista di folk art
e memorabilia pop, è appassionato di cibo, automobili d’epoca e dirige da tempo American Brewer, periodico
dedicato ai distillati. Owens è tra i primi autori di fotografia ad ottenere il prestigioso Guggenheim Fellow
Ship. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo.
Tra le principali mostre ricordiamo: San Francisco MOMA; San Josè Museum of Art; Salon de la Photo, Paris;
Centre Photographic de l’Ile de France; Robert Koch Gallery, San Francisco; Greg Kucera Gallery, Seattle;
Howard Greenberg and Matthew Marks Galleries, New York; Eyestorm Gallery, London; PhotoEspana, Madrid;
International Center for Photography, New York; Galleria Carla Sozzani, Milano; San Francisco MOMA; Museum
of Contemporary Art, Los Angeles; James Cohan Gallery, New York; Stedelijk Museum, Amsterdam; Moderna
Museet, Stockholm; Centre Pompidou, Paris.
uno dei progetti fotografici più influenti nell’immaginario collettivo del Novecento.
30 Maggio 2012, Zona Isola Milano: a quarant’anni da quella indimenticabile esperienza nasce AREA
LINA ovunqueartecontemporanea, che inaugura dedicando la prima mostra monografica al ciclo di
opere SUBURBIA di Bill Owens, uno dei massimi fotografi americani del dopoguerra.
Sarà solo l’inizio di una serie di celebrazioni dedicate a questo 40° anniversario, attraverso mostre
in varie città europee e americane.
AREA LINA ovunqueartecontemporanea, è un nuovo progetto espositivo mobile, senza fissa dimora,
diretto da Gianmaria Conti, che prevede la realizzazione di un programma annuale di mostre sui
linguaggi del contemporaneo, che di volta in volta, verranno ospitate in spazi differenti, in Italia e
all’estero. Sull’esempio di pratiche espositive ampiamente in uso a livello internazionale, sono stati
scelti spazi normalmente adibiti ad altre attività o totalmente in disuso.
In questo caso specifico, un locale artigianale non utilizzato nel quartiere Isola di Milano.
La zona della Stazione Porta Garibaldi, di cui l’Isola è parte, è infatti teatro di una profonda
trasformazione urbanistica e sociale, simile a quella che vide trasformarsi la Bay Area negli Stati Uniti
dal secondo dopo guerra fino agli anni ’80, con la nascita delle famose Levitt Towns descritte nelle
immagini di Owens.
In mostra sarà presentata una selezione di circa 50 opere tra le più significative del ciclo Suburbia,
immagini che hanno reso Bill Owens il fotografo dell’American way of life, ossia di quello stile di vita
che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale diverrà parametro di riferimento simbolico e culturale
per il resto del mondo. Vicini di casa, amici, parenti, insegnanti, alunni, commercianti, sono i personaggi
del nuovo affresco della società americana che l’autore compone col proprio lavoro.
Quella di Owens è una “antropologia visiva” che si realizza nell’ineluttabile urgenza della necessità.
All’autore dobbiamo molto più di semplici fotografie, le sue - allo stesso modo di quelle sullo Sbarco
in Normandia di Robert Capa o quelle sulla Grande Depressione degli anni ‘30 di Walker Evans - sono
gli strumenti concettuali, i riferimenti visivi e i panorami attraverso i quali possiamo immaginare e
conoscere quel particolare universo di senso, quel modo di vivere e di fare società che è l’inurbamento
della costa Ovest degli Stati Uniti in quegli anni. Cinema, architettura, sociologia e politica devono
il proprio linguaggio sull’argomento alle immagini di Bill Owens.
Sofia Coppola, David Byrne e Martin Parr sono solo alcuni esempi di autori il cui immaginario si ispira
dichiaratamente alle fotografie di Owens.
Bill Owens nasce nel 1938 a San Josè in California e ha raggiunto la notorietà nel 1972 grazie a Suburbia e a
numerose altre pubblicazioni monografiche sui costumi della middle class americana. Collezionista di folk art
e memorabilia pop, è appassionato di cibo, automobili d’epoca e dirige da tempo American Brewer, periodico
dedicato ai distillati. Owens è tra i primi autori di fotografia ad ottenere il prestigioso Guggenheim Fellow
Ship. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo.
Tra le principali mostre ricordiamo: San Francisco MOMA; San Josè Museum of Art; Salon de la Photo, Paris;
Centre Photographic de l’Ile de France; Robert Koch Gallery, San Francisco; Greg Kucera Gallery, Seattle;
Howard Greenberg and Matthew Marks Galleries, New York; Eyestorm Gallery, London; PhotoEspana, Madrid;
International Center for Photography, New York; Galleria Carla Sozzani, Milano; San Francisco MOMA; Museum
of Contemporary Art, Los Angeles; James Cohan Gallery, New York; Stedelijk Museum, Amsterdam; Moderna
Museet, Stockholm; Centre Pompidou, Paris.
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