The Beats and The Vanities. Larry Fink

C. B. Vance, A. L. Talley, A. Bassett, K. L. Simmons, C. Gooding Jr., R. Simmons, LA, 03-2002 | Foto © Larry Fink

 

Dal 29 Marzo 2017 al 30 Luglio 2017

Milano

Luogo: Armani/Silos

Indirizzo: Via Bergognone 40

Orari: Mer - Dom 11 - 19

Enti promotori:

  • Comune di Milano

Costo del biglietto: Intero 12 € | Intero + Audioguida 15 € | Ridotti/Studenti 8.40 €

Telefono per informazioni: +39 02 91630010

E-Mail info: info@armanisilos.com

Sito ufficiale: http://www.armanisilos.com/



Giorgio Armani ha il piacere di annunciare una nuova mostra fotografica che verrà allestita presso Armani/Silos: The Beats and The Vanities, Larry Fink.

Dopo il cocktail di apertura di martedì 28 MARZO, la mostra sarà aperta al pubblico dal giorno successivo, mercoledì 29 MARZO.

L’esposizione, che comprenderà 125 fotografie originali in bianco e nero – 54 tratte dal libro The Beats, e 71 selezionate dal libro The Vanities – verrà allestita al piano terra dell’Armani/Silos. Nonostante entrambe le raccolte siano apparse in mostre e festival internazionali della fotografia, mai prima d’ora erano state esposte insieme. Ora, con The Beats and The Vanities, Armani/Silos offre un’opportunità unica di accedere con maggiore profondità alla visione idiosincratica di questo fotografo.

‘Sono molto felice di aver portato il lavoro di Larry Fink a Milano. Come designer riesco a entrare in sintonia con il modo fluido con cui cattura luce, forme e linee. Fink è un fan del jazz, e dal flusso di persone che ci sorprendono con la loro sensualità inconsapevole, si percepisce quasi il ritmo di una composizione musicale’, ha dichiarato Giorgio Armani.

Larry Fink ha dichiarato: ‘Mi fa molto piacere che Giorgio Armani abbia deciso di mostrare The Beats e The Vanities insieme. Le foto hanno più elementi in comune di quanto non sembri a prima vista: seppure da due diversi e opposti livelli di egotismo, The Beats e The Vanities abitano la stessa ‘vallata’. In entrambi i casi i soggetti i ritratti vogliono essere al centro dell’attenzione. È bello che Armani abbia visto e colto questo aspetto e che quindi per la prima volta le immagini vengano esposte nello stesso spazio. Mi risulta inoltre che mai prima d’ora Armani/Silos abbia presentato una mostra fotografica di un unico autore, e questo è per me un vero onore. Certo, le foto sono state scattate a 45 anni di distanza. Il lavoro di The Beats risale a un momento in cui ero un giovane romantico, gli scatti di The Vanities quando ero – non indurito – ma un ironico umanista. Entrambe le opere in mostra si distinguono per la loro estetica e il calcolo morale, che saranno evidenti a tutti coloro che visiteranno la mostra.’ 
Larry Fink, nato a Brooklyn e cresciuto in una famiglia progressista e politicamente attiva, ha mosso i primi passi nella fotografia all’epoca della “beat generation”, quando a 17 anni frequentava un gruppo di ragazzi beat. Abitava al piano interrato della Sullivan Street Playhouse, accanto al famoso jazz club Village Gate, e aveva come sottofondo le performance dal vivo dei grandi musicisti del calibro di John Coltrane, Arte Blakey e Charles Mingus.

Pur facendo parte egli stesso del movimento beat, partecipando alle proteste contro la guerra in Vietnam e alle marce nei campus studenteschi, Fink rimaneva un osservatore capace di documentare ciò che accadeva attraverso la sua macchina fotografica. Le foto da lui scattate in quegli anni costituiscono una meravigliosa capsula del tempo. Seguendo lo stile di vita anticonformista dei suoi amici, compreso un avventuroso viaggio in autostop da New York fino al Messico, egli cattura alla perfezione lo spirito dell’epoca, romantico e ribelle, che ha caratterizzato il movimento giovanile underground animato dal jazz.

La stessa empatia che emerge dalle sue fotografie beat, fa di lui, curiosamente, il fotografo perfetto per catturare le molteplici sfumature delle feste di Hollywood. Collaboratore abituale di The New Yorker, è Vanity Fair a riconoscere che Fink avrebbe portato qualcosa di diverso se lasciato a briglie sciolte tra gli ospiti di questi scintillanti eventi. La cronaca visiva delle star e dei loro entourage non si focalizza su chi è chi, ma piuttosto su cosa sta succedendo. ‘Io colgo, o per lo meno cerco di cogliere, l’anima delle persone, indifferentemente dal loro status,’ dichiara Fink.

Oggi, a 76 anni, Larry Fink è riconosciuto come un importante maestro, e la mostra presso Armani/ Silos si inserisce nel novero delle altre mostre tenutesi in luoghi come il Museo di Arte Moderna di New York e il Museo Whitney di Arte Moderna. In Europa, l’artista ha già tenuto alcune personali presso il Musée de l’Elysée a Losanna, e il Musée de la Photographie a Charleroi in Belgio. Vincitore di molti riconoscimenti oltre a due John Simon Guggenheim Fellowship, due National Endowment for the Arts e l’Individual Photography Fellowship, Fink ha anche ricoperto il ruolo di formatore per oltre cinquant’anni con incarichi come docente presso l’Università di Yale, il Cooper Union e il Bard College, dove attualmente è titolare di una cattedra.



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