VIII Triennale Design Museum - Cucine & Ultracorpi
Dal 08 Aprile 2015 al 21 Febbraio 2016
Milano
Luogo: Triennale Design Museum
Indirizzo: via Alemagna 6
Orari: da martedì a domenica 10.30-20.30; giovedì 10.30-23
Curatori: Germano Celant
Costo del biglietto: intero € 8, ridotto € 6.50
Telefono per informazioni: +39 02 724341
E-Mail info: info@triennale.org
Sito ufficiale: http://www.triennale.org
L’ottava edizione del Triennale Design Museum, in occasione di Expo Milano 2015, propone “Cucina & Ultracorpi”, a cura di Germano Celant. Sviluppata in stretta collaborazione con Silvana Annicchiarico e il Triennale Design Museum, l’edizione del Museo s’ispira sin dal titolo al libro di fantascienza L’invasione degli Ultracorpi, scritto da Jack Finney nel 1955 e all’omonimo film tratto dal romanzo e girato da Don Siegel, che si sono imposti come opere di rottura e cambiamento nell’immaginario collettivo.
Nella narrazione gli alieni da “invasori” divengono “cospiratori” capaci di confondersi e insinuarsi tra gli abitanti della terra: entrano nel quotidiano degli esseri umani, attuando una rivoluzione interna e perciò endemica della società, invasa da forze aliene che si mescolano agli umani e ne assumono la forma per prendere il sopravvento.
Analogamente, “Cucina & Ultracorpi” vuole raccontare la lenta quanto inesorabile trasformazione degli utensili da cucina in macchine e automi.
Un’armata “di invasori” che, dalla metà del XIX secolo con l’avvento dell’industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche umane del cucinare.
L’intento è di tracciare l’evoluzione in Italia dei “cospiratori”, cucine ed elettrodomestici, dalla prima emergenza documentabile fino al 2015, anche in relazione a episodi della progettazione dell’industria internazionale.
Il display espositivo presenterà questo universo di ultracorpi – dal frigorifero al microonde, dalla caffettiera al tostapane, dal trita rifiuti alle cappe assorbenti, dai bollitori ai mixer, dalle friggitrici alle gelatiere – che si è sviluppato dalla prima industrializzazione alla diffusione di massa, dall’automazione all’innovazione digitale. Questo transito dal manuale al tecnologico sarà affiancato da artefatti complementari come pubblicità e manuali, film e documentari, libri e giochi.
Un universo magico e sorprendente messo in scena dallo Studio Italo Rota, per rievocare questo paesaggio meccanizzato - al contempo alieno e ambiguo, utilitario ed ergonomico - che attinge agli ambiti e ai linguaggi più disparati - dalla scifi all’horror, dalla favola al fumetto - mostrando risvolti comici e tragicomici, ironici e inquietanti della relazione “essere umano-macchina”: una cucina fantascientifica.
L’ottava edizione del Triennale Design Museum sarà inaugurata l’8 aprile 2015 e resterà aperta fino al 21 febbraio 2016.
Cucine & Ultracorpi si articola su un’estensione di circa 2.000 metri quadrati con una selezione di 350 opere, provenienti dalla Collezione Permanente del Triennale Design Museum. Musei, aziende, istituzioni pubbliche e private, collezionisti e designer italiani e internazionali hanno inoltre messo a disposizione i loro fondi e le loro competenze per la costruzione di questo paesaggio tecnologico ironico e perturbante, insieme alieno e famigliare, che, partendo dal tema di Expo Milano 2015 Nutrire il pianeta. Energia per la vita, permette il racconto di un universo visuale e sensoriale dinamico, mutevole e ancora inesplorato. Un racconto sul cibo ma volutamente realizzato in assenza di esso e in assenza degli oggetti associati alla tavola e al mangiare.
In occasione di Cucine & Ultracorpi la casa editrice Electa pubblicherà un importante volume di circa 400 pagine in due versioni (italiano e inglese) con approfondimenti e contribuiti di specialisti di settore, scrittori e collezionisti e un dizionario illustrato degli elettrodomestici che ne ripercorre per voci storia e funzione, dal primo brevetto agli sviluppi contemporanei, con una particolare attenzione alla situazione italiana.
Il percorso espositivo si apre con la Futuro House, visionaria unità abitativa prefabbricata progettata da Matti Suuronen nel 1968, scelta come elemento di raccordo e continuità con Arts & Foods, dove sono presenti altri esempi di unità abitative complete, come una presenza aliena atterrata con il suo esercito di frigoriferi.
L’itinerario si sviluppa poi per aree tematiche e con una prospettiva plurisensoriale che teatralizza le specificità dei singoli elettrodomestici messi in scena coinvolgendo i quattro elementi naturali e tutti i sensi.
Il visitatore comincia il suo viaggio attraverso un tunnel punteggiato da girofari ed è colpito da suoni e allarmi che denunciano il pericolo sempre in agguato nella sfera domestica della cucina. Nella cucina, infatti, coltelli, fiamme, acqua ed elettrodomestici vivono a pochi centimetri l’uno dall’altro, rendendola uno dei posti più pericolosi (e mortali) della casa. Secondo uno studio del 2013 della NFPA (The National Fire Protection Association, l’associazione nazionale dei vigili del fuoco statunitensi) una media di sette persone muore ogni giorno a causa di incendi domestici. Sempre secondo i dati raccolti dalla NFPA due incidenti casalinghi su cinque (il 42% del totale) tra il 2007 e il 2011 sono avvenuti in cucina.
Superata questa sezione, i frigoriferi raccontano il freddo e l’acqua, simboleggiati dal “Re dei Frigoriferi”, un fuori scala dotato di un grande mantello ghiacciato che veglia sui suoi sudditi, una scacchiera di frigoriferi differenti per tipologie (dal frigo bar di piccole dimensioni alla cantinetta fino all’abbattitore) ed epoche, dal mitico Fiat degli anni cinquanta alla serie il Milione di Ignis del 1962 (celebrativa del traguardo dei sei zeri raggiunto dall’azienda nella produzione dei frigoriferi dopo circa dieci anni dal primo modello), dalle forme sinuose dell’Oz di Roberto Pezzetta (1998) al recente prototipo di frigorifero-lavagna Chalk Chalk di Antonio Villas per Ardo (2008).
Dal freddo e dall’acqua si passa al caldo e al fuoco. E le cucine, da intendere come i blocchi cottura, sono sapientemente composte in un modulo astratto. Anche in questo caso sono presentati esempi differenti per tipologia ed epoca: dalla cucina economica di Tecnomasio Italiano - Brown Boveri del 1949 ai piani cottura di Piano Design per Smeg per arrivare all’innovativo sistema modulare a induzione di Foster.
La terra è evocata attraverso una sezione che si sofferma su una delle urgenze del contemporaneo: lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti organici. L'umido rappresenta infatti circa il 30% degli scarti domestici e, grazie al compostaggio, può diventare concime per le piante alleggerendo la quantità di rifiuti prodotti. Con sempre maggiore frequenza aziende e designer cercano soluzioni innovative e sostenibili a questo problema. Esemplari in questo senso le compostiere del Gruppo Sartori Ambiente e i progetti del designer Gabriele Fiocco che ha messo a punto una strategia mirata alla raccolta differenziata confezionando artigianalmente compostiere domestiche con materiali di riciclo.
Proseguendo nel percorso, l’udito è attirato da un’orchestra di elettrodomestici che esegue un’inedita sinfonia meccanica. Fischi, ronzii, sbuffi, cigolii avvolgono il visitatore. Provengono dalla schiera di quei piccoli elettrodomestici che quotidianamente invadono l’ambiente della cucina con i loro suoni e rumori: tostapane, macchine per granite, frullatori, affilacoltelli, macinacaffè, aspirabriciole, bollitori, centrifughe, gelatiere, grattugie, impastatrici, robot da cucina, sbattitori, spremiagrumi, tritatutto. Una rassegna che va dai prodotti della Girmi (azienda piemontese che nel 1954 presenta Frullo, primo frullatore di produzione italiana, a cui fa seguito nel 1957 il Girmi, il cui nome deriva dalla contrazione di “gira” e “miscela”) passando per quelli storici della Quick Mill degli anni settanta fino alla serie sperimentale di Alessandro Mendini per Philips e Alessi del 1994 e al tostapane di Gae Aulenti per Trabo del 1997, sulla cui superficie metallica è impressa a rilievo la parola “TOAST”, svelando in maniera inequivocabile la corrispondenza tra forma e funzione.
Una successiva sezione è dedicata all’aria. Circondati da fumi e vapori, i visitatori sono introdotti nei processi di aspirazione. Sulle loro teste incombe un groviglio di tubi che incanalano l’aria verso una inquietante ventola in funzione. Fra i pezzi scelti si spazia dalle forme minimal e astratte delle cappe di Faber alla Pescecappa, prototipo ideato nel 2009 da Gaetano Pesce per Elica, rivisitazione in chiave figurativa di questo elettrodomestico attraverso le forme ironiche e sensuali di verdure, frutta e legumi.
Si passa poi alla sezione del tatto costituita da una schiera dielettrodomestici (tritacarne, impastatrici, coltelli elettrici, trafile, passapomodoro, gelatiere, affettatrici) che hanno come elemento primario le lame, le cui funzioni di affettare, tritare e tagliare evocano potenziali minacce e pericoli. Un’installazione vedrà, da una parte, queste componenti isolate in azione, dall’altra gli elettrodomestici ricomposti nella loro interezza.
Il percorso gioca poi con un nuovo senso: l’olfatto. L’aroma del caffè è raccontato attraverso una selezione di oltre 100 esemplari di macchine elettriche raccolte in una grande libreria che ne restituisce storia ed evoluzione dai primi del Novecento a oggi. Fra le macchine esposte l’Europiccola della Pavoni del 1961 (prima macchina da caffè espresso con caratteristiche analoghe a quelle da bar ma adatta all’uso domestico grazie alle dimensioni contenute), la Baby Gaggia di Makio Hasuike per Gaggia del 1977 e la Coban di Richard Sapper per Alessi del 1997.
Il museo propone inoltre degli approfondimenti tematici dedicati ai bambini. Simbolicamente evocativi del senso della vista, quattro periscopi disseminati lungo il percorso permettono di vedere alcune sequenze di film di animazione sui temi della cucina e degli elettrodomestici.
In questo intreccio di sensi ed elementi, hanno uno speciale rilievo degli esempi iconici di tipologie di cucina, esperienze seminali della progettazione: l’Environment di Ettore Sottsass, presentato nella mostra Italy: the New Domestic Landscape, curata da Emilio Ambasz al Museum of Modern Art di New York del 1972, e il monoblocco funzionale su ruote Mini-Kitchen di Joe Colombo per Boffi, presentato in occasione della XIII Triennale di Milano del 1964. Il percorso si conclude con una riflessione sulla cucina contemporanea: un intervento appositamente commissionato a Gaetano Pesce, dal titolo La Cucina. Luogo di Passione, che per l’intera apertura del museo sarà animato da suoni, odori, profumi e azioni. Una cucina intesa come “luogo centro di attività, di passione nel creare e inventare ricette, sperimentare, luogo di ritrovo, per ricevere, per sedurre, per amare e farsi amare, per esibire, per intimidire, per provocare, per intimorire”, riprendendo le parole di Pesce.
Cucine & Ultracorpi sviluppa quindi una narrazione immersiva attraverso un allestimento emozionale, coinvolgente e di forte suggestione.
Nella narrazione gli alieni da “invasori” divengono “cospiratori” capaci di confondersi e insinuarsi tra gli abitanti della terra: entrano nel quotidiano degli esseri umani, attuando una rivoluzione interna e perciò endemica della società, invasa da forze aliene che si mescolano agli umani e ne assumono la forma per prendere il sopravvento.
Analogamente, “Cucina & Ultracorpi” vuole raccontare la lenta quanto inesorabile trasformazione degli utensili da cucina in macchine e automi.
Un’armata “di invasori” che, dalla metà del XIX secolo con l’avvento dell’industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche umane del cucinare.
L’intento è di tracciare l’evoluzione in Italia dei “cospiratori”, cucine ed elettrodomestici, dalla prima emergenza documentabile fino al 2015, anche in relazione a episodi della progettazione dell’industria internazionale.
Il display espositivo presenterà questo universo di ultracorpi – dal frigorifero al microonde, dalla caffettiera al tostapane, dal trita rifiuti alle cappe assorbenti, dai bollitori ai mixer, dalle friggitrici alle gelatiere – che si è sviluppato dalla prima industrializzazione alla diffusione di massa, dall’automazione all’innovazione digitale. Questo transito dal manuale al tecnologico sarà affiancato da artefatti complementari come pubblicità e manuali, film e documentari, libri e giochi.
Un universo magico e sorprendente messo in scena dallo Studio Italo Rota, per rievocare questo paesaggio meccanizzato - al contempo alieno e ambiguo, utilitario ed ergonomico - che attinge agli ambiti e ai linguaggi più disparati - dalla scifi all’horror, dalla favola al fumetto - mostrando risvolti comici e tragicomici, ironici e inquietanti della relazione “essere umano-macchina”: una cucina fantascientifica.
L’ottava edizione del Triennale Design Museum sarà inaugurata l’8 aprile 2015 e resterà aperta fino al 21 febbraio 2016.
Cucine & Ultracorpi si articola su un’estensione di circa 2.000 metri quadrati con una selezione di 350 opere, provenienti dalla Collezione Permanente del Triennale Design Museum. Musei, aziende, istituzioni pubbliche e private, collezionisti e designer italiani e internazionali hanno inoltre messo a disposizione i loro fondi e le loro competenze per la costruzione di questo paesaggio tecnologico ironico e perturbante, insieme alieno e famigliare, che, partendo dal tema di Expo Milano 2015 Nutrire il pianeta. Energia per la vita, permette il racconto di un universo visuale e sensoriale dinamico, mutevole e ancora inesplorato. Un racconto sul cibo ma volutamente realizzato in assenza di esso e in assenza degli oggetti associati alla tavola e al mangiare.
In occasione di Cucine & Ultracorpi la casa editrice Electa pubblicherà un importante volume di circa 400 pagine in due versioni (italiano e inglese) con approfondimenti e contribuiti di specialisti di settore, scrittori e collezionisti e un dizionario illustrato degli elettrodomestici che ne ripercorre per voci storia e funzione, dal primo brevetto agli sviluppi contemporanei, con una particolare attenzione alla situazione italiana.
Il percorso espositivo si apre con la Futuro House, visionaria unità abitativa prefabbricata progettata da Matti Suuronen nel 1968, scelta come elemento di raccordo e continuità con Arts & Foods, dove sono presenti altri esempi di unità abitative complete, come una presenza aliena atterrata con il suo esercito di frigoriferi.
L’itinerario si sviluppa poi per aree tematiche e con una prospettiva plurisensoriale che teatralizza le specificità dei singoli elettrodomestici messi in scena coinvolgendo i quattro elementi naturali e tutti i sensi.
Il visitatore comincia il suo viaggio attraverso un tunnel punteggiato da girofari ed è colpito da suoni e allarmi che denunciano il pericolo sempre in agguato nella sfera domestica della cucina. Nella cucina, infatti, coltelli, fiamme, acqua ed elettrodomestici vivono a pochi centimetri l’uno dall’altro, rendendola uno dei posti più pericolosi (e mortali) della casa. Secondo uno studio del 2013 della NFPA (The National Fire Protection Association, l’associazione nazionale dei vigili del fuoco statunitensi) una media di sette persone muore ogni giorno a causa di incendi domestici. Sempre secondo i dati raccolti dalla NFPA due incidenti casalinghi su cinque (il 42% del totale) tra il 2007 e il 2011 sono avvenuti in cucina.
Superata questa sezione, i frigoriferi raccontano il freddo e l’acqua, simboleggiati dal “Re dei Frigoriferi”, un fuori scala dotato di un grande mantello ghiacciato che veglia sui suoi sudditi, una scacchiera di frigoriferi differenti per tipologie (dal frigo bar di piccole dimensioni alla cantinetta fino all’abbattitore) ed epoche, dal mitico Fiat degli anni cinquanta alla serie il Milione di Ignis del 1962 (celebrativa del traguardo dei sei zeri raggiunto dall’azienda nella produzione dei frigoriferi dopo circa dieci anni dal primo modello), dalle forme sinuose dell’Oz di Roberto Pezzetta (1998) al recente prototipo di frigorifero-lavagna Chalk Chalk di Antonio Villas per Ardo (2008).
Dal freddo e dall’acqua si passa al caldo e al fuoco. E le cucine, da intendere come i blocchi cottura, sono sapientemente composte in un modulo astratto. Anche in questo caso sono presentati esempi differenti per tipologia ed epoca: dalla cucina economica di Tecnomasio Italiano - Brown Boveri del 1949 ai piani cottura di Piano Design per Smeg per arrivare all’innovativo sistema modulare a induzione di Foster.
La terra è evocata attraverso una sezione che si sofferma su una delle urgenze del contemporaneo: lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti organici. L'umido rappresenta infatti circa il 30% degli scarti domestici e, grazie al compostaggio, può diventare concime per le piante alleggerendo la quantità di rifiuti prodotti. Con sempre maggiore frequenza aziende e designer cercano soluzioni innovative e sostenibili a questo problema. Esemplari in questo senso le compostiere del Gruppo Sartori Ambiente e i progetti del designer Gabriele Fiocco che ha messo a punto una strategia mirata alla raccolta differenziata confezionando artigianalmente compostiere domestiche con materiali di riciclo.
Proseguendo nel percorso, l’udito è attirato da un’orchestra di elettrodomestici che esegue un’inedita sinfonia meccanica. Fischi, ronzii, sbuffi, cigolii avvolgono il visitatore. Provengono dalla schiera di quei piccoli elettrodomestici che quotidianamente invadono l’ambiente della cucina con i loro suoni e rumori: tostapane, macchine per granite, frullatori, affilacoltelli, macinacaffè, aspirabriciole, bollitori, centrifughe, gelatiere, grattugie, impastatrici, robot da cucina, sbattitori, spremiagrumi, tritatutto. Una rassegna che va dai prodotti della Girmi (azienda piemontese che nel 1954 presenta Frullo, primo frullatore di produzione italiana, a cui fa seguito nel 1957 il Girmi, il cui nome deriva dalla contrazione di “gira” e “miscela”) passando per quelli storici della Quick Mill degli anni settanta fino alla serie sperimentale di Alessandro Mendini per Philips e Alessi del 1994 e al tostapane di Gae Aulenti per Trabo del 1997, sulla cui superficie metallica è impressa a rilievo la parola “TOAST”, svelando in maniera inequivocabile la corrispondenza tra forma e funzione.
Una successiva sezione è dedicata all’aria. Circondati da fumi e vapori, i visitatori sono introdotti nei processi di aspirazione. Sulle loro teste incombe un groviglio di tubi che incanalano l’aria verso una inquietante ventola in funzione. Fra i pezzi scelti si spazia dalle forme minimal e astratte delle cappe di Faber alla Pescecappa, prototipo ideato nel 2009 da Gaetano Pesce per Elica, rivisitazione in chiave figurativa di questo elettrodomestico attraverso le forme ironiche e sensuali di verdure, frutta e legumi.
Si passa poi alla sezione del tatto costituita da una schiera dielettrodomestici (tritacarne, impastatrici, coltelli elettrici, trafile, passapomodoro, gelatiere, affettatrici) che hanno come elemento primario le lame, le cui funzioni di affettare, tritare e tagliare evocano potenziali minacce e pericoli. Un’installazione vedrà, da una parte, queste componenti isolate in azione, dall’altra gli elettrodomestici ricomposti nella loro interezza.
Il percorso gioca poi con un nuovo senso: l’olfatto. L’aroma del caffè è raccontato attraverso una selezione di oltre 100 esemplari di macchine elettriche raccolte in una grande libreria che ne restituisce storia ed evoluzione dai primi del Novecento a oggi. Fra le macchine esposte l’Europiccola della Pavoni del 1961 (prima macchina da caffè espresso con caratteristiche analoghe a quelle da bar ma adatta all’uso domestico grazie alle dimensioni contenute), la Baby Gaggia di Makio Hasuike per Gaggia del 1977 e la Coban di Richard Sapper per Alessi del 1997.
Il museo propone inoltre degli approfondimenti tematici dedicati ai bambini. Simbolicamente evocativi del senso della vista, quattro periscopi disseminati lungo il percorso permettono di vedere alcune sequenze di film di animazione sui temi della cucina e degli elettrodomestici.
In questo intreccio di sensi ed elementi, hanno uno speciale rilievo degli esempi iconici di tipologie di cucina, esperienze seminali della progettazione: l’Environment di Ettore Sottsass, presentato nella mostra Italy: the New Domestic Landscape, curata da Emilio Ambasz al Museum of Modern Art di New York del 1972, e il monoblocco funzionale su ruote Mini-Kitchen di Joe Colombo per Boffi, presentato in occasione della XIII Triennale di Milano del 1964. Il percorso si conclude con una riflessione sulla cucina contemporanea: un intervento appositamente commissionato a Gaetano Pesce, dal titolo La Cucina. Luogo di Passione, che per l’intera apertura del museo sarà animato da suoni, odori, profumi e azioni. Una cucina intesa come “luogo centro di attività, di passione nel creare e inventare ricette, sperimentare, luogo di ritrovo, per ricevere, per sedurre, per amare e farsi amare, per esibire, per intimidire, per provocare, per intimorire”, riprendendo le parole di Pesce.
Cucine & Ultracorpi sviluppa quindi una narrazione immersiva attraverso un allestimento emozionale, coinvolgente e di forte suggestione.
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