RODIN/ARP
![<span>Veduta dell’installazione «Rodin / Arp» nella Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, 2021; Hans Arp, Ptolemäus III, 1961, Kunstmuseum Basel; Auguste Rodin, Il pensatore, 1903, Kunsthalle Bielefeld I Ph. <span>Mark Niedermann</span></span> <span>Veduta dell’installazione «Rodin / Arp» nella Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, 2021; Hans Arp, Ptolemäus III, 1961, Kunstmuseum Basel; Auguste Rodin, Il pensatore, 1903, Kunsthalle Bielefeld I Ph. <span>Mark Niedermann</span></span>](http://www.arte.it/foto/600x450/a9/111011-unnamed_11_.jpg)
© 2021, ProLitteris, Zürich | Veduta dell’installazione «Rodin / Arp» nella Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, 2021; Hans Arp, Ptolemäus III, 1961, Kunstmuseum Basel; Auguste Rodin, Il pensatore, 1903, Kunsthalle Bielefeld I Ph. Mark Niedermann
Dal 01 Marzo 2021 al 16 Maggio 2021
Basilea | Mondo
Luogo: Fondation Beyeler
Indirizzo: Baselstrasse 77, Riehen
Orari: tutti i giorni 10.00–18.00, mercoledì fino alle 20.00
Sito ufficiale: http://www.fondationbeyeler.ch
«Così la verità delle mie figure, invece di essere superficiale, parve dispiegarsi dall’interno verso l’esterno,
come la vita stessa.»
Auguste Rodin
«Noi non vogliamo imitare la natura. Noi non vogliamo riprodurre ma soltanto produrre, così come una
pianta produce il suo frutto.»
Hans Arp Per la prima volta un’esposizione museale inscena un dialogo tra Auguste Rodin (1840–1917) e Hans Arp (1886–1966), dove la rivoluzionaria produzione del grande rinnovatore della tradizione plastica di fine Ottocento incontra l’opera di uno dei più influenti protagonisti della scultura astratta del XX secolo.
Entrambi i maestri si distinguono per la loro straordinaria portata innovativa e per il gusto della sperimentazione. Essi furono artefici di capolavori che hanno fortemente segnato il loro tempo e che permangono tutt’oggi di grande attualità. Pietre miliari dell’arte scultorea, le opere di Rodin e di Arp illustrano in modo mirabile e paradigmatico alcuni aspetti fondamentali nello sviluppo della scultura moderna. Rodin, per esempio, introdusse in quest’arte idee radicali e nuove possibilità di espressione che in seguito Arp riprese e ampiamente svolse, reinterpretò o talora contrastò nelle sue forme biomorfe. Sebbene non sia stato finora accertato se Rodin e Arp si fossero mai incontrati di persona, le loro opere evidenziano numerose concordanze e affinità artistiche come anche differenze, il che rende l’accostamento delle loro inconfondibili creazioni un’esperienza visiva particolarmente rivelatrice. L’esposizione si apre con Scultura automatica (omaggio a Rodin) realizzata da Arp nel 1938 e con la sua poesia Rodin composta nel 1952 – evidenti tributi al genio francese e inequivocabili testimonianze di quanto vasta fosse la gamma espressiva di Arp, spaziante tra scultura e poesia. Accanto a questi espliciti richiami il dialogo artistico tra Rodin e Arp porta alla luce numerose altre analogie e correlazioni, tali da
giustificare un’indagine artistica comparata. Affiorano, così, similitudini di carattere contenutistico e concettuale radicate nel confronto con temi esistenziali quali la creazione, la crescita, la trasformazione e il decadimento. Tutto ciò sfocia nella rappresentazione di corpi umani, animali o vegetali che si fondono fra loro in maniera del tutto nuova. Sia in Rodin sia in Arp si riscontra una concezione – propria a ciascun artista eppure non dissimile – riguardo alla natura e all’arte che mette in primo piano non solo il processo creativo e la sperimentazione, ma che eleva la casualità a principio artistico. Ambedue gli scultori erano molto presi dall’idea della scintilla vitale come tema filosofico di fondo, cui conferirono vividezza in sculture che si potrebbero definire addirittura pulsanti. I corpi scolpiti frementi e commoventi di Rodin e di Arp affascinano quindi anche per l’interazione tra volumi sensualmente fluidi e perfetti, con forme e superfici tormentate e mutile che trovano il loro ideale nel torso. L’alternanza tra costruzione e decostruzione è percepibile anche nel genere dell’assemblage, che Rodin introdusse in scultura e che Arp ulteriormente sviluppò. Allo stesso tempo emergono parallelismi di carattere metodologico, per esempio nella trasposizione delle figure da un materiale a un altro o nei formati che spaziano dal piccolo al monumentale.
Non da ultimo tutti e due gli artisti prestavano attenzione anche alla presentazione delle sculture stesse, in particolare al piedistallo, che Rodin per la prima volta mise sostanzialmente in discussione. Infine, in Rodin e Arp si ritrovano corrispondenze di natura tematica, ad esempio in motivi come l’ombra, la mano creativa o il vaso come oggetto e corpo. Non di rado essi attingevano dalla letteratura, specialmente dalla mitologia
antica e dalla Divina Commedia di Dante.
Con circa 110 opere provenienti da musei internazionali e collezioni private, «Rodin/Arp» è una delle mostre di scultura più importanti mai allestite alla Fondation Beyeler. Benché il focus sia sulle sculture di Rodin e di Arp (inclusa una monumentale statua all’aperto nel parco del museo), sono esposti anche rilievi di Arp nonché disegni e collage di entrambi gli artisti.
La mostra riunisce opere iconiche come Il pensatore e Il bacio di Rodin o Tolomeo e Torso di Arp, ma anche opere meno note dei due maestri dalle quali spesso traspaiono ancor più i loro legami artistici.
Ideata dalla Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, in cooperazione con il Museum Arp Bahnhof Rolandseck, Remagen, la rassegna è organizzata in collaborazione con il Musée Rodin, Parigi, e curata dal Dr. Raphaël Bouvier, Fondation Beyeler. In relazione a «Rodin/Arp» la celebre Anne Teresa De Keersmaeker, una delle maggiori coreografe del nostro tempo, presenterà una nuova performance di danza la cui prima si terrà alla Fondation Beyeler tra il 29 gennaio e il 14 febbraio 2021. De Keersmaeker raffronta il suo intervento coreografico Dark Red con gli universi scultorei di Auguste Rodin e Hans Arp. L’energia palpabile promanata dall’ossessione di Rodin per il corpo umano e il suo implicito potere narrativo come anche la spinta di Arp verso l’emancipazione formale trovano un’eco immediata nella sperimentazione coreografica di De Keersmaeker, che esplora le capacità di astrazione del corpo umano e struttura il movimento nel tempo e nello spazio.
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